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La squadra dei vascelli dell Ordine di M

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STORIA E CULTURA MILITARE
La squadra dei vascelli
dell’Ordine di Malta
Francesco Frasca (*)
I
Cavalieri Ospitalieri ebbero il modo di capire l’importanza di disporre di una squadra di vascelli durante le guerre di Candia e di Morea, nel corso
delle quali Malta divenne una base operativa, dove approdavano, per le manutenzioni o per i rifornimenti le
navi cristiane belligeranti, veneziane, francesi, papali
e anche olandesi e inglesi impegnate nelle spedizioni
punitive contro i pirati barbareschi (1). L’uso di velieri
nella Marina dell’Ordine non era una novità, infatti già
a partire dal Cinquecento aveva iniziato a impiegare
navi a vela in commissione, ma sempre poche e singole, mai organizzate in una squadra operativa. In realtà erano mercantili pesantemente armati, usati per gli
approvvigionamenti, tra questi segnaliamo le caracche
Sant’Anna (2), varata a Nizza nel 1530, la Santa Maria
e la Regina dei Mari, precedentemente la Mogarbina già
egiziana catturata dagli Ospitalieri nel 1507 (3); il vascello Cigno acquistato nel 1601(4) e descritto come
nave da trasporto (5); la nave da guerra a vela San Bonaventura, che fu parte della Marina dell’Ordine quando
(*) Laureato in scienze politiche presso l'Università di Padova, si è trasferito a Parigi dove ha conseguito il dottorato di ricerca in sociologia (EHESS) e il dottorato di ricerca in storia moderna (Université de Paris-Sorbonne). In seguito chiamato allÊUniversità di
Roma La Sapienza ha dato corsi di storia sociale e a livello internazionale ha svolto seminari di storia militare (professeur invité)
alla Sorbona di Parigi (Paris IV e Paris I) e di storia marittima (attualmente Visiting Professor e Non-Visiting External Examiner)
allÊUniversity of Malta. NellÊambito del Ministero della Difesa è stato analista di politica militare al Centro Militare di Studi Strategici
e conferenziere allÊIstituto di Guerra Marittima di Livorno. Autore di sei libri e di una settantina fra articoli e saggi è membro della
Commission Française dÊHistoire Militaire (CFHM).
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Gaspar Adriaansz van Wittel, Il porto di La
Valletta verso il 1750. National Maritime
Museum, Greenwich London.
essa abbandonò Rodi; il galeone San Giovanni (6) e il
Gran Galeone costruito ad Amsterdam nel 1617 (7).
Un primo tentativo di costruire una nave di linea per
il combattimento fu fatto dal gran maestro Jean Paul
Lacaris Castellar, si trattava di una due ponti da 40-50
cannoni, lunga 40 metri e larga 8 metri e di altrettanto
pescaggio, capace di combattere contro i corsari musulmani anche durante l’inverno, per scortare le navi
da trasporto del grano dalla Sicilia; ma questo progetto
non ebbe seguito a causa della morte del gran maestro
Lascaris nel 1657 (8).
La decisione dell’Ordine di acquisire nuove navi da
guerra equivalenti ai vascelli di 3o rango fu tardiva rispetto agli altri Stati mediterranei, e fu dettata dal fatto
che i Barbareschi non impiegavano vascelli di 1o o di 2o
rango, ma avevano un apprezzabile numero di navi da
venti a sessanta cannoni (dal 3o al 6o rango) (9). Le sole
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galee non potevano più far fronte da sole a queste navi, e
oramai non erano nemmeno più in grado di contrastare
l’endemica attività della pirateria, che grazie all’incremento delle capacità navali dei Barbareschi erano di
molto aumentate nel corso dell’ultimo decennio del 1600.
Per esempio nel solo 1696, più di venti navi maltesi
erano state catturate dai corsari nordafricani, gettando
sul lastrico un gran numero di famiglie nell’Isola e minacciando le forniture di vettovaglie strettamente necessarie alla sopravvivenza della popolazione dell’isola
(10). Inoltre le galere maltesi non disponevano della
maggiore capacità trasporto di merci e persone proprie
dei vascelli (11).
Ottomani e Barbareschi avevano iniziato a combattere con i velieri armati (in particolare la Marina ottomana) fin dal 1682, sotto l’ammiraglio Kapudan Pascià
Mezzomorto. Grazie all’aumento notevole della loro
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Ex-voto di una battaglia navale svoltasi tra una nave turca proveniente da Algeri e un vascello dell'Ordine di Malta. Musée de la Legion d'Honneur, Paris
(fonte: Wikipedia).
forza navale, essi avevano formato squadre di velieri
durante la guerra di Morea contro la Marina di Venezia
(1684-1699).
D’altra parte a Malta la costituzione di una squadra
di vascelli fu resa necessaria con urgenza nel 1700, dopo
il naufragio a Capo Passero della galera Capitana, la più
grande dell’Ordine, che causò la morte di tutti gli schiavi
imbarcati e fece sorgere grandi dubbi sulla capacità delle
galere di tenere il mare con il cattivo tempo.
Il progetto riuscì a essere approvato, grazie all’appoggio determinante della Francia, Paese che esprimeva in seno all’Ordine la maggioranza dei Cavalieri,
che decisero di procedere alla costruzione del primo
vascello, il S. Giuseppe, nell’arsenale delle galere di
Vittoriosa, il cui spazio fu appositamente allargato.
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Questo avvenne pochi mesi prima dell’elezione del
gran maestro Ramon Perellos y Rocaful, che una volta
insediato al governo dell’Ordine, dovette superare numerosi ostacoli causati da una cultura marinara legata
ancora alle antiche tradizioni, e in secondo luogo dai
costi di costruzione della nave, che sembravano insormontabili.
Infatti in seno all’Ordine erano sorte discussioni interminabili sull’utilità operativa del vascello in un mare
chiuso, come il Mediterraneo, dove regnava incontrastata da secoli la galera.
Il gran maestro Perellos fu duramente contestato da alcuni balivi, che fedeli alle tradizioni marinare mediterranee, erano decisamente contrari alla costruzione della
squadra dei vascelli e alla sua introduzione nella flotta.
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Homann Heirs, Mappa della Sicilia, Sardegna, Corsica e Malta, Geographicus Regni Sicilia Homann Heirs, 1762. Geographicus Rare Antique Maps
(fonte: Wikipedia).
Questo non era stato un caso isolato, anche a Venezia si era verificata la stessa situazione nel Senato,
quando si dovette discutere l’introduzione nella flotta
veneziana di velieri armati da affiancare alle galere
(Armata sottile) in combattimento. Il problema non era
solo di cultura marinara, ma anche tattico-strategico,
su come si dovessero impiegare i nuovi vascelli (Armata grossa) di fronte all’emergenza guerra.
Le ragioni per le quali il gran maestro Perellos promosse la creazione della squadra dei vascelli erano
molteplici.
Oltre a quelle già esposte, nell’Ordine non erano
estranee alla scelta le dispute di prestigio, visto che i
Cavalieri erano sempre molto determinati a mantenere,
nel corso delle operazioni contro le squadre turche e
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barbaresche, la precedenza sulle marine di Genova,
della Toscana (Ordine di S. Stefano) e della Savoia,
poiché questa precedenza rifletteva il grado di accettazione da parte degli altri Stati cristiani della sovranità
dell’Ordine (12). Anche il cambiamento climatico
aveva la sua importanza poiché negli anni anteriori al
1700 le giornate ventose erano state sempre più frequenti rispetto a quelle di calma (13).
La costruzione della squadra fu approvata dal Consiglio dell’Ordine il 17 gennaio 1701 (14). Il 15 aprile
seguente il papa Clemente XI con il breve «Ad futurum
rei memoriam alias pro parte» ne approvò la costituzione.
Inizialmente la squadra fu composta da una nave da
66 cannoni e due da 54 più tre fregate e da naviglio mi-
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nore (15). L’equipaggio di ciascun vascello era di
240 marinai, 44 mozzi, 56 cannonieri e 70-100 di
soldati, più una quarantina lavoranti specializzati e
una cinquantina di schiavi (16).
La spesa totale delle tre navi ammontava a
150,000 scudi, che doveva essere amministrata
dalla Congregazione dei Vascelli similare in composizione alla Congregazione delle Galere. I fondi
furono reperiti dalle rendite di 2 galere soppresse e
dai 30,000 scudi della tassa sulle Responsioni, aumentata del 2.5%, nonché dal ricavato della vendita
a Tolone della sultana turca Benighemi da 66 cannoni, catturata l’anno precedente (17).
I cantieri navali maltesi non potevano costruire
più di un vascello per volta, perché non erano sufficientemente grandi e non disponevano della necessaria manodopera. Così fu solo dopo il
completamento l’8 aprile 1702 (18) della Nostra
Signora del Pilar e San Giuseppe, più comunemente conosciuta come la San Giuseppe (19), che
iniziarono i lavori di allestimento della seconda
nave, la Santa Catarina, nei cantieri di Senglea nell’estate del 1702. Per armarla il costruttore Zanno
usò parti della sultana turca Benighemi (20).
Il gran maestro Perellos scrisse al progettista de
Francs a Tolone per sapere i dettagli di tutte le parti
e dei materiali necessari alla costruzione di una
nave di linea. Nella lettera di risposta del 2 giugno Monumento funebre del Gran Maestro Ramon Perellos y Roccaful, nella Co-Cattre1699 de Francs oltre a fornire tutte le informazioni dale di San Giovanni in Valletta. (fonte: Wikipedia).
richieste, raccomandava per l’esecuzione il maestro
cantieri di Tolone fu concesso da re Luigi XIV nel
d’ascia François Coulomb, un capace costruttore.
tardo novembre 1700 (23).
Il gran maestro Perellos chiese l’autorizzazione a JeMolto tempo fu perso per trovare i vari tipi di lerome Phelypeaux de Pontcharerain, il ministro francese
gname necessari alla costruzione, e solo ai primi di giudella Marina, di far costruire un paio di vascelli (21),
gno 1702 iniziarono i lavori della San Giovanni (24),
nell’arsenale di Tolone, che era considerato il migliore
che furono molto lunghi. Infatti le due navi maltesi
del Mediterraneo occidentale per la costruzione di navi
commissionate vennero completate in due anni, a causa
a vela.
dello stato di guerra in cui si trovava allora la Francia.
La scelta era conveniente poiché il loco era situato
Il continuo passaggio di truppe francesi nell’arsenale
vicino alle ricevitorie dell’Ordine a Marsiglia, Barcelinterferirono molto nelle costruzioni (25).
lona, Lione e Genova da dove denaro e materiali poteFurono i priorati dell’Ordine di Marsiglia e Lione a
vano giungere agevolmente.
versare il denaro, che fu amministrato dal cavaliere
In questo arsenale, dotato anche una fonderia di cand’Aubignos, ricevitore di Marsiglia e intendente delnoni, una fregata da 40 cannoni poteva essere asseml’arsenale di Tolone. Baldassare Scolaro, mastro carblata in appena sette ore (22). Il permesso d’uso dei
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miraglia del conte de Treex, comandante della
squadra francese impiegata nel mare di Napoli a
difesa degli interessi dei Borboni, durante la
guerra di successione Spagnola (27). Il capitano
de Castel St. Pierre passò due anni a Tolone per
dare aiuto al ricevitore d’Aubignon nell’armamento delle navi, in particolare si occupò dell’arruolamento degli equipaggi, portarono la San
Giovanni e la San Giacomo a Malta una volta terminata la costruzione, il 7 agosto 1704 (28). A
viaggio concluso, il gran maestro Perellos ricompensò de Castel St. Pierre con una commenda (29).
La squadra dei vascelli fu completata il 9 dicembre 1704, quando incorporò la fregata magistrale S.
Giuseppe, sotto il comando di un tenente generale
(30). Il battesimo del mare avvenne il 1o aprile 1705
(31). Nei primi quarant’anni della sua esistenza, incluse navi armate da un minimo di 52 a un massimo
di 64 cannoni (32). Di fatto la vita della squadra fu
sempre legata al gran maestro Perellos, e anche se i
vascelli una volta divenuti operativi dimostrarono in
mare tutta la loro forza, numerosi rimasero, in seno
all’Ordine, gli oppositori al loro impiego. Fu per
questo che, dopo la morte di Perellos, il nuovo gran
maestro Marc’Antonio Zondadari decise di ridurre,
per ragioni economiche, il numero dei vascelli inizialmente da quattro a tre, invece di sopprimere toRitratto del Gran Maestro António Manoel de Vilhena (1663-1736) di anomimo. talmente l’intera squadra, ritenendola necessaria per
(fonte: Wikipedia).
la lotta alla pirateria (33).
Nel 1735 la stessa linea di pensiero portava il
gran maestro Manoel de Vilhena a decidere di ridurre
pentiere di galee, fu inviato da Malta per aiutare Franulteriormente la squadra dei vascelli e a introdurre le
çois Coulomb nella realizzazione del progetto.
più piccole corvette, poiché quest’ultimi tipi di navi
I priorati dell’Ordine di St. Gilles in Provenza e di
erano più adatte all’esplorazione in guerra, ed erano
Saragozza in Spagna procurarono il legname, parte del
molto efficaci per combattere contro i nuovi rapidi
quale fu inviato anche dai cantieri genovesi di San Pier
sciabecchi in uso nelle marine barbaresche.
d’Arena. L’albero maestro fu acquistato in Catalogna.
Dal 1741 la situazione divenne insostenibile per i
I cannoni furono prodotti dalle fucine di S. Jarvais nella
vascelli della squadra dell’Ordine, che si trovarono di
stessa Tolone. Le palle di cannone e le granate furono
fronte a una sfida del tutto inadeguata, si ricorse allora
ordinate ad Arles e la canapa delle corderie fu procurata
all’uso di velocissimi sciabecchi e polacche per le opeda Genova e dal Piemonte (26).
razioni di polizia marittima, anziché dei vascelli di
Frà Antoine François de Castel St. Pierre, della Linlinea (34).
gua di Francia, fu eletto dal Consiglio dell’Ordine, il
o
In operazioni marittime dal 1705 al 1741 delle 130
1 giugno 1702, primo commodoro della squadra nacrociere della squadra dei vascelli maltese in totale, 83
vale. Egli in passato era stato capitano della nave am-
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furono per la guerra corsara, il pattugliamento marittimo e le operazioni belliche, 64 per la normale navigazione a servizio del Tesoro. Delle operazioni di
scorta marittima a mercantili, 15 furono fatte nei mari
del Levante o dell’Egeo, 38 nel Mediterraneo centrale
incluso l’Adriatico, 77 in quello occidentale, incluso il
Tirreno, e 8 furono nell’Atlantico (35).
La squadra dei vascelli cessò di esistere nel 1798, le
unità catturate da Bonaparte furono aggregate alla
flotta francese in viaggio verso l’Egitto. Di queste ne
sopravvissero due che furono incorporate nella Royal
Navy e che al momento della liberazione inglese dell’isola nel 1800 si trovavano nella rada del gran porto.
Le navi erano la Saint Jean/San Giovanni da 64 cannoni costruita nel 1796, presa dai Francesi nel 1798 e
rinominata L’Athénienne, incorporata nella Royal Navy
nel 1800 con il nome Athenian, naufragata al largo
della Sicilia il 27 ottobre 1806. E la San Zacharia
anch’essa presa dai Francesi nel 1798 e rinominata
Dego, poi incorporata nella Royal Navy e adibita nel
1800 a nave prigione (prison ship) con il nome di Zachari fino al 1802, quando fu venduta (36).
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NOTE
(1) A[rchives of the] O[rder in] M[alta] d’ora in avanti AOM 6426, ff. 128, 164, 165V., 166, 222; AOM 264, ff. 86V-7, 174V. A. Quintano, «The Order of St. John’s
Sailing Ship-of-the-Line Squadron 1701-1741», unpublished M. A. dissertation, University of Malta, 1995, 14.
(2) La caracca Sant’Anna per esempio aveva una stazza di 2,000 t, e poteva trasportare fino a 2,233 t di grano. Disponeva di sei ponti, due dei quali si trovavano
al di sotto della linea di galleggiamento. La parte inferiore del suo scafo era ricoperta da lastre di rame per contrastare la carie del legno. Questa nave trasporti era
armata con 50 cannoni. La chiglia, dalle linee arrotondate, aveva quattro alberi a vele quadre, eccetto il terzo di mezzana che innalzava la vela latina. Trasportava
500 marinai, 150 soldati e 100 cavalieri. Poteva navigare sei mesi senza effettuare scalo, grazie a grandi serbatoi d’acqua e a un forno per la produzione del pane.
Tuttavia il costo di manutenzione era talmente elevato, che spesso gli venivano preferiti piccoli galeoni, J. Abdilla & J. Muscat, «Ships of the Order of St John: The
Caracca», in Heritage, I, 10 (Malta), 191-5.
(3) R. von Dauber & A. Spada, «La Marina del Sovrano Militare Ordine di Malta/The Navy of the Sovereign Military Order of Malta», (Brescia 1992), 97, A. Quintano,
op. cit.,11.
(4) Dal Pozzo, l, 458, A. Quintano, ibidem.
(5) U. Mori Ubaldini, «La Marina del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni, di Gerusaremme, di Rodi e di Malta» ( Roma, 1971), 316, E. Brockman, Last Bastion
(Londra, 1961) 43, A. Quintano, ibidem.
(6) Abdilla, «The Gallion», Malta, 2011, 807.
(7) Dauber & Spada, 97. A. Quintano, op. cit.
(8) E. Rossi, «Storia della Marina», 82. U. Mori-Ubaldini, 69. G. Savastano, «La Marina dell’Ordine di San Giovanni di Gerusaremme», in Annales de l’Ordre Souverain
Militaire de Malte XVII, Roma, 1969, 116-35. A. Quintano, op. cit.
(9) Cfr. J.F. Grima, «The organisation of the order of St. John’s fleet in the eighteenth century», unpublished Ph. D. dissertation, University of Malta, 1999.
(10) AOM 264, f. 123V. A. Quintano, op. cit., 18.
(11) Grima, op. cit., 23.
(12) A.P. Vella, «Storja ta’ Malta», II (Malta 1979), 134-5, A. Quintano, op cit, 22.
(13) AOM 265, f.8., A. Quintano, op. cit., 17.
(14) AOM 265, ff. 8, 28-33.
(15) Cfr. G. Scarabelli, «La squadra dei vascelli dell’Ordine di Malta agli inizi del Settecento», Taranto, 1997. A. Quintano, «The Order of St. John’s Sailing Ship-ofthe-Line Squadron 1701-1741», unpublished M. A. dissertation, University of Malta, 1995.
(16) Totale 3 vascelli, 1 da 66 cannoni, con 400 uomini di equipaggio e 2 da 54, con 300 uomini di equipaggio, Cfr. J.F. Grima, «The organisation of the Order of St.
John’s Fleet in the Eighteenth century», unpublished Ph. D. dissertation, University of Malta, 1999.
(17) NML 24, P. 142. A. Quintano, op. cit., 23.
(18) AOM 506, f. 115. Nel 1710 la San Giuseppe costruita con i fondi della soppressa Galera Magistrale fu sostituita dal vascello tunisino di 48 cannoni predato nel
1706 (S. Croce, ex-La Rosa di Tunisi) e nel 1714 dalla fregata da 36 cannoni S. Raimondo (ex algerina Mezzaluna).
(19) AOM 506, F. 115; AOM 753, FF. 52V-6. AOM 265, f. 70V: AOM 647, F. 372V, 268V. A. Quintano, op. cit., 25.
(20) AOM 265, ff. 33; NML 262, p. 20. A. Quintano, op. cit., 28.
(21) AOM 1228, ff. 47-48V. A. Quintano, op. cit., 24.
(22) AOM 1228, ricevitore d’Aubignos a Perellos, 10 giugno 1702. Idem, quartier mastro de Vauvrè a Perellos, 27 luglio 1701. Plaisse, 92. A. Quintano, op. cit., 26.
(23) AOM 1215, d’Hautefeuille to Perellos, 16 November 1700. A. Quintano, op. cit., 27.
(24) AOM 1228, de Vauvre’ a Perellos; e d’Aubignos a Perellos, 7 giugno 1702. Ibidem.
(25)Ibidem.
(26) AOM 1228, d’Aubignos a Perellos, 5 dicembre 1702. Idem, Frà de Tre, ricevitore a Lione a Perellos, 17 febbraio 1701. Idem, d’Aubignos a Perellos, 12 April
1701. Idem, 31 agosto 1701. Idem, 16 dicembre 1701. AOM 1541, f. 21. AOM 1228, d’Aubignos a Perellos, 2 novembre 1701. Idem, 9 ottobre 1701. Idem, 28 marzo
1702. Idem, de Vauvré a Perellos, 24 luglio 1702. A. Quintano, op. cit., 26.
(27) AOM 1228, de Vauvrè a Perellos, 7 giugno 1702. A. Quintano, op. cit., 28.
(28) AOM 138, f. 115. Ibidem.
(29) AOM 1316, Sacchetti a Perellos, 29 novembre 1704, e AOM 1216, de Noailles a Perellos, 8 dicembre 1704. Ibidem.
(30) AOM 265, ff. 129V-30. Ibidem.
(31) AOM 256, f. 132; NLM 262, pagg 21-2; E. Rossi, «Storia della Marina», cit., 83. A. Quintano, op. cit., 15.
(32) Negli anni seguenti furono scelte da 64 cannoni come la San Antonio e la San Giovanni nel 1755-6, la San Giovanni 2°, la San Gioacchino nel 1769, e la San
Zacharia nel 1765 che restò in servizio fino alla fine degli anni Novanta con l’ultima San Giovanni varata alla vigilia dell’occupazione francese. National Library 318,
200-7; Library 1222, ff. 35r-37v. J.F. Grima, op. cit., 18. A. Quintano, op. cit., 84-5, J.F. Grima, op. cit., 19.
(33) A. Quintano, op. cit., 170.
(34) A. Quintano, op. cit., 109.
(35) AOM 265 - AOM 269. A. Quintano, op. cit., 13.
(36) «Small line of battle ship» (3rd rates). Cfr. Lyon, D.J. «Mediterranean-built prizes taken in to Royal Navy» in «Service Historique de la Marine, Français et Anglais
en Méditerranée de la Révolution française à l’indépendance de la Grèce» (1789-1830), Vincennes, 1992, 129-148.
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