Subido por vickiavola7

Corso manutenzione elettrica

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MANUTENZIONE IMPIANTI
ELETTRICI INDUSTRIALI
CORSO DI AGGIORNAMENTO
TECNICO-NORMATIVO
ASSOSERVIZI – TRENTO
MERCOLEDI 28-01-2009
MERCOLEDI 04-02-2009
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco Ianes
PROGRAMMA
• Sistemi di distribuzione (TT-TN-IT) - cenni
• Coordinamento tra sistema di terra e
dispositivi di protezione
• Trasformatori di potenza per cabine utente
• Conformazione di una cabina MT/bt
• Quadri elettrici di distribuzione
• Quadri elettrici di automazione e controllo
• Cavi elettrici : tipologie e impieghi
PROGRAMMA
• Corrente elettrica e corpo umano: limiti di
sicurezza
• Avviamenti motore : diretto, Y-D,
autotrasformatore,soft-starter
• Controllo della velocità di un motore
asincrono trifase tramite inverter: uso
corretto, scelta dei cavi (neutro), distorsioni
armoniche generate ( cenni)
PROGRAMMA
• Obbligo della manutenzione elettrica:
disposizioni legislative generali e specifiche,
norme C.E.I.,istruzioni costruttori
• Tipi di manutenzione: correttiva,
programmata, predittiva
• Documentazione impianto elettrico e di
manutenzione
• Procedure di manutenzione (cenni)
PROGRAMMA
• Generalità sui lavori elettrici (tipi di
lavoro,misure di sicurezza,persone abilitate)
• Lavori elettrici fuori tensione
• Lavori elettrici sotto tensione (bt – cenni)
Sistemi di distribuzione
ALCUNE DEFINIZIONI:
• La classificazione dei sistemi elettrici avviene
in base allo stato del neutro e delle masse
rispetto alla terra.
• Tali stati vengono indicati con due lettere
• 1 ° lettera: T Il neutro è collegato a terra
• 1 ° lettera: I Il neutro non è collegato a
terra oppure lo è tramite impedenza
Sistemi di distribuzione
ALCUNE DEFINIZIONI:
• 2 ° lettera: T Le masse sono collegate a
terra
• 2 ° lettera: N Le masse sono collegate al
neutro del sistema
Esistono, quindi tre tipi di sistemi elettrici :
SISTEMA TT
SISTEMA IT
SISTEMA TN ( TN-S TN-C TN – C-S )
SISTEMA TT
Neutro in cabina collegato a terra di cabina (dell’ente distributore) e masse
dell’impianto utilizzatore collegate all’impianto di terra dell’utente mediante
il conduttore di protezione (PE). Il conduttore di neutro è considerato attivo a tutti
gli effetti (può assumere tensioni pericolose ad esempio a causa di cadute di tensione
su di esso) come tale deve essere sezionabile e quindi gli interruttori devono aprire su
tutti i poli. Il conduttore PE invece non deve mai essere sezionato.
SISTEMA TT
• Distribuzione pubblica in B.T.
• Obbligo di dispositivi differenziali ad altissima
sensibilità sul lato utente (30 mA)
• Utilizzo per utenze di piccola-media potenza
(in genere fino a circa 100-150 Kw….dipende
dalle zone )
SISTEMA IT
Il neutro è isolato o collegato a terra tramite impedenza mentre le masse sono collegate ad una
terra locale (il neutro deve essere sempre sezionabile). Il principale vantaggio di questo sistema è
la continuità del servizio perché al primo guasto a terra la corrente che si richiude attraverso le
capacità parassite dei conduttori verso terra è molto piccola e quindi non necessita di essere
interrotta. Questo è un sistema utilizzato per impianti con particolari esigenze di continuità di
esercizio purché vi sia un collegamento ad un unico impianto di terra delle parti metalliche da
proteggere, la tensione sulle masse non superi i 25V nel caso di primo guasto a terra, il tempo di
intervento del dispositivo di protezione non superi i 5s quando si verifica il secondo guasto a terra
e vi sia un dispositivo di controllo continuo dell’isolamento delle parti attive verso terra.
NON CONSENTITO PER DISTRIBUZIONE PUBBLICA.
SISTEMA TN
Nel sistema TN il neutro viene collegato a terra con le masse collegate direttamente al
neutro
•TN-C : il neutro, fungendo anche da conduttore di protezione, non deve essere
sezionabile e deve avere sezione rispondente alle normative sugli impianti di terra
•TN-S : le norme richiedono il sezionamento del neutro solo nei circuiti a due
conduttori fase-neutro.
Comunque il sezionamento del neutro non è vietato negli altri casi (circuiti 3F+N)
SISTEMA TN
• È il sistema utilizzato con cabine MT/bt di
proprietà dell’utente
• Consegna MT cabina utente in bt e gestita
dall’utente stesso
• In genere è il sistema più usato per gli
stabilimenti industriali, nei quali si trovano i
tipi TN-C o TN-S, oppure anche una
combinazione tra i due sotto-sistemi
CLASSIFICAZIONE SISTEMI ELETTRICI
IN BASE ALLA TENSIONE NOMINALE
• Sistemi di categoria 0 con U <= 50 V in A.C. e
120V in D.C.
• Sistemi di categoria I con U >50V <=1000
in A.C. e >75V <=1500V in D.C.
• Sistemi di categoria II con U>1000V
<=30000V in A.C. e >1500V <=30000V in D.C.
• Sistemi di categoria III con U > 30000 V sia in
A.C. che in D.C.
TENSIONI ISOLAMENTO IN BASE ALLA
TENSIONE NOMINALE
Tensione concatenata
(KV)
3
6
10
15
20
30
66
132
220
380
Tensione massima riferimento
per l’isolamento (KV)
3,6
7,2
12
17,5
24
36
72,5
145
245
420
Per i sistemi con Vn > di 1000V A.C. e 1500V D.C. ad ogni valore nominale di tensione si abbina anche un valore di
tensione riferito all’isolamento rispetto al quale devono essere dimensionate le apparecchiature
COORDINAMENTO SISTEMA TERRA
E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
•
Negli impianti alimentati in bassa tensione ovvero sistemi TT il valore di terra per
soddisfare il coordinamento con le protezioni differenziali deve soddisfare la
seguente relazione: Rt ≤ 50 (25) / Idn
• Questa formula determina il valore massimo della resistenza di terra in funzione
dell'interruttore differenziale installato; in caso di più interruttori differenziali fare
riferimento a quello con la Idn più elevata.
Rt = è il valore totale della resistenza di terra.
50 oppure 25 = tensione di contatto per gli ambienti ordinari/ per gli ambienti
MA.R.C.I.
Idn = è la corrente nominale del differenziale con il valore più alto.
Ma cosa NON è necessario collegare a terra?
NON SI COLLEGA A TERRA:
•
I serramenti devono essere collegati a terra sono in casi particolari, ovvero dove la
norma prevede un collegamento equipotenziale supplementare;il collegamento di
terra non è richiesto neanche se il telaio del serramento è in contatto con i ferri del
cemento armato.
Nei locali a maggior rischio (locali da bagno o docce) il collegamento è richiesto
solo se la resistenza verso terra è inferiore a 1000 Ohm.
Mensole di supporto delle passerelle o delle canaline anche se metalliche oltre i
2,5m di altezza perchè fuori dalla portata di mano.
Mensole a muro per gli isolatori delle linee elettriche ed accessori installati oltre
2,5m di altezza perchè fuori dalla portata di mano.
Elementi metallici di piccole dimensioni (5x5 cm circa) o posizionati in modo da
non essere a portata di mano (oltre i 2,5m).
Elementi metallici di piccole dimensioni (5x5 cm circa) o posizionati in modo che si
riduca la probabilità di entrare in contatto con parti del corpo umano.
NON SI COLLEGA A TERRA:
Banchi e tavoli metallici che non contengono prese, interruttori e cavi elettrici, anche se,
sono appoggiate apparecchiature elettriche in classe I e II.
Le graffette di fissaggio a parete dei tubi anche se di metallo.
Targhette identificative di metallo anche se fissate su quadri, scatole di derivazione o quadri
elettrici.
Tutte le armature dei pali di cemento armato che non sono accessibili.
Le masse posizionate all'aperto dove non siano presenti impianti elettrici.
Recinzioni o cancelli non elettrificati e le ringhiere dei balconi.
La gabbia metallica di protezione dei portalampade a doppio isolamento (classe II).
Le porte di una cabina elettrica non devono essere collegate a terra se in contatto con il telaio
(collegato a terra) qualunque sia la resistenza della cerniera.
Non necessario nei controsoffitti se i cavi installati sono dotati di guaina o cordine posate in
tubo protettivo. (nei controsoffitti è vietato posare le cordine e sono ammessi solo cavi con
guaina con isolamento uguale o superiore a 450/750V).
Nei cunicoli interrati anche se metallici in quanto sono ammessi solo cavi con guaina e vale la
stessa regola dei controsoffitti.
Ad ogni modo si consiglia di verificare che la copertura del canale abbia una resistenza
maggiore di 1000 Ohm ;in caso contrario si deve effettuare il collegamento di terra perchè
ritenuta una massa estranea.
VIETATO COLLEGARE A TERRA
E' vietato collegare a terra tutte le apparecchiature in classe II (doppio isolamento)
E' vietato collegare a terra tutte le apparecchiature in classe III
E' vietato collegare a terra tutte le apparecchiature alimentate da trasformatori di
sicurezza (SELV) a bassissima tensione.;l'alimentatore o il trasformatore deve
riportare il simbolo SELV.
Ad esempio citofoni, campanelli, elettroserrature, sistemi di sicurezza ecc..
E' vietato collegare a terra tutte le apparecchiature alimentate da trasformatore
d'isolamento le quali sono protette per separazione elettrica; è comunque
necessario collegarle equipotenzialmente tra loro ma è vietato collegarle a terra.
Es. apparecchiature elettromedicali.
Massa e massa estranea
•
Resistenza verso terra delle masse estranee. Una struttura non facente parte dell’impianto
elettrico si considera “massa estranea” se la sua resistenza rispetto alla terra è inferiore a
1000 Ohm per gli ambienti normali e 200 Ohm per gli ambienti particolari.
CONTATTO DIRETTO
• Il contatto diretto si manifesta quando una
persona tocca una parte attiva del circuito
costituita da un qualsiasi elemento conduttore
che si trova in tensione durante il normale
funzionamento dell’impianto
PROTEZIONE CONTATTI DIRETTI
•
La protezione contro questo tipo di contatti può essere attuata in diversi modi e
principalmente mediante l’isolamento delle parti attive (protezioni passive
ottenute mediante ostacoli, involucri o barriere) oppure, ma solo in casi particolari,
impiegando sistemi a bassissima tensione di sicurezza o funzionale (SELV, PELV,
FELV)
•
Nella maggior parte delle situazioni impiantistiche (ambienti agricoli, cantieri,
abitazioni civili, ecc..), per proteggersi dai contatti diretti, oltre alle normali
protezioni passive, si dimostra conveniente l’impiego di interruttori differenziali
con Idn inferiore a 30 mA.
CONTATTO INDIRETTO
Un contatto indiretto è il contatto di una persona con una massa o con una parte
conduttrice a contatto con una massa durante un guasto all’isolamento (ad
esempio la carcassa di un elettrodomestico). Mentre ci si può difendere dal
contatto diretto, mantenendosi a distanza dal pericolo visibile, nel contatto
indiretto, essendo un pericolo invisibile, ci si può difendere solo con un
adeguato sistema di protezione (CEI 64-8 art 23-6).
PROTEZIONI CONTATTI INDIRETTI
•
Interruttore differenziale : rileva la “differenza” di flusso magnetico generata dalla
perdita verso terra e quindi quando la risultante del flusso è diversa da zero e tale
da mettere in circolazione la Idn, la bobina di sgancio si eccita e permette
l’apertura dei contatti principali, togliendo tensione al sistema.
PROTEZIONI NEI SISTEMI TN
•
•
•
•
•
Nel sistema TN un guasto a terra corrisponde ad un corto-circuito
la corrente di guasto è limitata solamente dall’impedenza dei conduttori di fase e protezione
La tensione assunta dalla massa può raggiungere livelli molto pericolosi
Il circuito dev’essere interrotto entro 0,4 s in condizioni ordinarie ed entro 0,2 s in condizioni
particolari ( esempio se Uo= 230 V o superiore).
Possono essere utilizzati i dispositivi magneto-termici e si possono omettere i differenziali…
PROTEZIONI NEI SISTEMI TN
•
…. Però è necessario ed obbligatorio verificare l’impedenza dell’anello di guasto, la
quale determina la corrente di corto-circuito che fa scattare l’interruttore anche in
caso di guasto a terra; cosa potrebbe succedere, però, se il nostro interruttore
alimenta un carico che ha un elevato assorbimento ( es.: 630 A) e la corrente di c.c.
risulta avere un valore inferiore, poiché l’impedenza è molto alta?
ESEMPIO PRATICO:
I nominale interruttore = 630 A
Z anello di guasto = 0,5 Ω
Supponiamo di avere una tensione Uo = 200 V , che troviamo sulla massa che è in
difetto di isolamento…..
La Icc diventa : Icc = Uo / Z = 200 / 0,5 = 400 A
La nostra corrente di guasto a terra non raggiunge nemmeno il valore nominale
dell’interruttore , il quale non interviene e chi tocca quella massa MUORE
FULMINATO!!!!! In questo caso NON ESISTE COORDINAMENTO TRA SISTEMA DI
TERRA E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE!!
SOLUZIONE??????
PROTEZIONI NEI SISTEMI TN
…installare dispositivi differenziali nei sistemi TN non è indispensabile e obbligatorio,
purché venga sempre verificata e mantenuta la condizione di coordinamento; se
tale condizione non è soddisfatta diventa obbligatorio correre ai ripari, installando
dispositivi differenziali, i quali aumentano la sicurezza, perché
• Intervengono anche per un guasto non franco a terra
• Riducono i tempi d’intervento a qualche centesimo di secondo
• Forniscono una protezione anche contro gli inneschi d’incendio generati da
correnti verso terra
• Se installati, possono essere omesse le verifiche di coordinamento con l’anello di
guasto (ATTENZIONE: SOLO PER LA PARTE IN BT)
NOTA BENE: nei sistemi TN-C non si può interrompere il neutro poiché ha funzioni
anche di messa a terra ( conduttore PEN)
PROTEZIONI NEI SISTEMI TN
Un guasto d’isolamento verso terra costituisce un pericolo non solo di folgorazione,
ma anche una possibile causa d’innesco d’incendio;
Se il punto di guasto è vicino a sostanze combustibili e/o esplosive tale innesco è
molto probabile
Correnti anche modeste verso terra, non determinano l’intervento del dispositivo di
protezione a massima corrente, ma dei differenziali si;
OGNI ANNO IN ITALIA AVVENGONO CIRCA 6000 INCENDI DI ORIGINE ELETTRICA A
CAUSA DI IMPIANTI DIFETTOSI O MAL DIMENSIONATI
PROTEZIONE LATO MT
Per verificare l’idoneità dell’impianto di messa a terra , relativamente alla parte in
MT, la norma C.E.I. 11-1 prevede che la tensione di contatto rientri nei valori
imposti dalla tabella n°1 (SLIDE SUCCESSIVA); per verificare tale valore è necessario
conoscere i valori della corrente di guasto ed il tempo per l’eliminazione del guasto
stesso.
Questi valori devono essere richiesti periodicamente all’ente distributore, il quale
fornisce ad esempio :
- CORRENTE DI GUASTO : 150 A
- TEMPO DI ELIMINAZIONE DEL GUASTO : 1 secondo
Noti questi dati è necessario misurare strumentalmente la resistenza di terra : ad
esempio Rt = 0,6 Ω
Con i dati in possesso e la tabella sopra citata, possiamo rilevare tensione di
contatto o totale di terra…
PROTEZIONE LATO MT
La tensione di contatto che si realizzerebbe in caso di guasto sulla parte MT , con i dati
forniti dall’ente fornitore d’energia ed i dati estrapolati dalle misure, è ricavabile
dalla formula:
Ue = Rt x Ig
Dove: Ue= tensione di contatto o totale di terra calcolata
Rt= resistenza di terra misurata
Ig = corrente di guasto (dato noto da ente fornitore)
Quindi, applicando tale formula: Ue = 0,6 x 150 = 90 V
Tale valore soddisfa i limiti imposti dalla norma C.E.I. 11-1 (tab.1); infatti il valore dato
in tab.1 è Ue massima ammessa < 103 V.
PROTEZIONE LATO MT
… se la condizione precedente non è soddisfatta, è necessario e obbligatorio effettuare
le misure di passo e contatto.
Diversamente, soddisfatta la condizione precedente, si ritiene idoneo il
coordinamento tra sistema di terra e protezioni lato media tensione.
NOTA: l’ente distributore varia i propri parametri di rete molto frequentemente,
pertanto è obbligo dell’utente che gestisce la cabina MT/bt verificare
periodicamente i valori di corrente di guasto e dei tempi d’intervento;
Per fare ciò è sufficiente fare richiesta di tali dati all’ente distributore.
TRASFORMATORI MT/bt
TRASFORMATORI A SECCO (RESINA)
TRASFORMATORI MT/bt
• TRASFORMATORI IN OLIO
TRASFORMATORI MT/bt
Criteri di scelta dei trasformatori
IN OLIO O A SECCO?
• Il trasformatore a secco riduce notevolmente il rischio d’incendio
• Il trasformatore in olio costa meno di quello a secco (acquisto)
• In presenza di armoniche ( inverter e/o soft-starter) meglio i trasformatori a secco,
perché in quelli in olio aumentano le perdite nel ferro
Necessaria una corretta valutazione economico-qualitativa in sede di progetto del
sistema
POTENZA
Per una corretta scelta del trasformatore da installare è bene prevedere un margine
del 20-30% rispetto alle esigenze del momento di scelta.
È bene ricordare che, in base alle disposizioni ENEL, la potenza di ogni singolo
trasformatore non deve superare:
1600 KVA con U1= 15 KV
2000 KVA con U1= 20 KV
È possibile ottenere deroghe, se le condizioni della rete di distribuzione lo consentono
( previo accordo con ENEL)
TRASFORMATORI MT/bt
PERDITE
Esistono trasformatori a perdite ridotte; conviene quando il minor costo delle
perdite attualizzate, rispetto ad un trasformatore normale, compensa il maggiore
costo d’acquisto ; molte volte conviene scegliere un trasformatore di taglia
superiore in potenza , aumentando il costo iniziale, ma riducendo le perdite a
carico .
In sostanza, la scelta di un trasformatore deve avvenire in maniera oculata e
conoscendo bene l’ambiente di posa, la potenza necessaria ed il tipo di macchinari
che si devono servire.
TRASFORMATORI MT/bt
PARALLELO DI TRASFORMATORI:
È possibile far funzionare in parallelo i trasformatori, però essi devono avere alcune
caratteristiche uguali:
•
•
•
STESSE TENSIONI ( PRIMARIA E SECONDARIA)
STESSO SCHEMA DI COLLEGAMENTO ( ad esempio DY11)
STESSA TENSIONE DI CORTO CIRCUITO E STESSO cosρ di c.c.
Possono anche avere potenze nominali diverse, anche se in genere si preferisce
siano gemelli
VANTAGGI DEL PARALLELO:
• Ripartizione del carico
• Dimezzamento delle perdite nel rame
• Riserva in caso di guasto su un trasformatore ( continuità di servizio)
TRASFORMATORI MT/bt
VANTAGGI DEL PARALLELO:
• Ripartizione del carico
• Dimezzamento delle perdite nel rame
• Riserva in caso di guasto su un trasformatore ( continuità di servizio)
SVANTAGGI DEL PARALLELO:
• Con due trasformatori in parallelo raddoppia la Icc
• In conseguenza si deve raddoppiare il potere d’interruzione degli interruttori
• Aumentano le sollecitazioni elettrodinamiche sulle sbarre e quindi i danni
conseguenti ad un eventuale arco elettrico
Nota: è bene verificare che la Icc non superi mai 50 KA; difficilmente per correnti
superiori si riescono a trovare sbarre che resistano a sforzi elettrodinamici
generati da tali correnti
TRASFORMATORI MT/bt
Molto spesso è meglio prevedere due trasformatori gemelli e ripartire equamente i
carichi su sbarre diverse; in caso di emergenza possiamo chiudere Q3 e alimentare
con un solo trasformatore tutte e due le sbarre, a condizione di sezionare l’altro
trasformatore.
CABINE MT/bt
Alcune regole fondamentali:
• Tutte le apparecchiature funzionanti a U > 1000v debbono essere installate in
locali dedicati o recintati, muniti di porte di accesso chiuse a chiave
• Gli apparecchi di interruzione, manovra e sezionamento debbono essere alloggiati
in idonei quadri/armadi/custodie e opportunamente identificati con chiare
indicazioni dei circuiti elettrici.
• I trasformatori elettrici contenenti più di 500 kg di olio debbono essere dotati di
pozzetto o vasca di raccolta. L'olio dei trasformatori elettrici deve essere esente da
PCB/PCT.
• Le cabine elettriche debbono essere dotate di illuminazione sussidiaria
indipendente, di porte di ingresso con la segnaletica prevista e, se non presidiate,
mantenute chiuse a chiave.
• Nelle cabine e nei quadri elettrici debbono essere presenti gli schemi aggiornati.
• Nelle cabine elettriche é vietato depositare materiali, indumenti, attrezzi o altro
non attinente all'esercizio dell'impianto stesso.
CABINE MT/bt
CABINE MT/bt
CABINE MT/bt
ADEGUAMENTI DK 5600:
•
•
•
L’autorità per l’energia elettrica ed il gas, con delibera del 30/01/2004 n° 4/04 e
con successiva delibera n°247/04 del 28/12/2004, ha stabilito le condizioni per le
quali i clienti con fornitura in MT e AT hanno diritto ad indennizzi automatici, a
seguito di un numero elevato d’interruzioni lunghe l’anno.
Per poter accedere a tali indennizzi, sono altresì stati fissati alcuni parametri di
standard qualitativi che il cliente deve rispettare, pena il mancato riconoscimento
di tali indennizzi. Il cliente ha facoltà di adeguare i propri impianti per poter
accedere agli indennizzi, ma può scegliere, FINOALLA FINE DEL 2008, di non farlo,
pagando alcune quote addizionali in ragione d’alcuni parametri di seguito
specificati.
Nel corso dell’anno 2009 le aziende devono provvedere a completare la procedura
di adeguatezza della propria cabina MT/bt
CABINE MT/bt
•
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INTERRUZIONE LUNGA
Si definisce “interruzione lunga”, un’interruzione della fornitura d’energia elettrica
per una durata superiore a tre minuti; al di sotto di tale unità temporale, tutte le
interruzioni sono definite “interruzioni brevi”. Per determinare gli indennizzi sono
prese in considerazione unicamente le interruzioni lunghe;
Un cliente in MT ha diritto al riconoscimento degli indennizzi automatici nei
seguenti casi:
Comuni con più di 50.000 abitanti: dopo la terza e fino alla sesta interruzione lunga
Comuni con più di 5.000 abitanti e fino a 50.000 abitanti: dopo la quarta e fino
all’ottava interruzione lunga
Comuni con meno di 5.000 abitanti : dopo la quinta e fino alla decima interruzione
lunga
CABINE MT/bt
Attenzione: non sono computate le interruzioni lunghe seguenti:
• preavviso del distributore con 24 h d’anticipo , con indicazione
della data, ora d’inizio e durata dell’interruzione stessa
• cause di forza maggiore ( eventi naturali eccezionali o
scioperi)
• provocate dal cliente ( sono inclusi eventuali atti della
pubblica autorità)
• interruzione che avviene entro 60 minuti da una precedente
interruzione lunga
CABINE MT/bt
• ENTITÀ DEGLI INDENNIZZI
• Per ogni interruzione lunga, nel caso specifico, dove la potenza disponibile
è superiore a 714 KW ( dato fissato dall’Autorità), varia come segue:
• indennizzo minimo = ( 0,84 x P + 150 )€
• indennizzo massimo= (1,40 x P + 250 ) € , dove
P è la potenza disponibile per l’utente; l’indennizzo varia d’anno in anno
secondo la qualità del servizio; quest’ultima è determinata dall’Autorità
stessa, considerando alcuni parametri, tra i quali, come prima accennato,
tutte le interruzioni avvenute.
CABINE MT/bt
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REQUISITI PER OTTENERE GLI INDENNIZZI
Per ottenere gli indennizzi, l’utente deve avere alcuni requisiti variabili secondo la
tipologia d’utenza; i requisiti sono deducibili dal Testo Integrato della Qualità e
trasmesse dal distributore all’utilizzatore:
DISPOSITIVO GENERALE REALIZZATO TRAMITE SEZIONATORE E INTERRUTTORE
AUTOMATICO
PROTEZIONI GENERALI CHE DEVONO AGIRE SUL DISPOSITVO GENERALE IN GRADO
DI FAR INTERVENIRE QUEST’ULTIMO IN CASO DI GUASTO A VALLE DELLO STESSO
TARATURE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE IN BASE A QUANTO INDICATO DALLA
STET STESSA.
Per ottenere il riconoscimento dell’idoneità agli indennizzi, il cliente deve inviare al
distributore la dichiarazione d’adeguatezza, con la quale si dichiara che l’impianto
ottempera alle prescrizioni sopra descritte.
CABINE MT/bt
•
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CORRISPETTIVO TARIFFARIO SPECIFICO (CTS)
A partire dal 1 gennaio 2007, tutti i clienti che non rispettino le condizioni
d’adeguamento al DK 5600 ed al Testo Integrato della Qualità, oppure che non
invieranno la dichiarazione d’adeguatezza entro il 31/12/2006, dovranno
corrispondere il CTS; esso è determinato secondo la seguente relazione:
CTS= K + H x E/P, dove
K= 1 € per ogni giorno d’attivazione del contratto di fornitura ( nel nostro caso 365
giorni);
H= 0,15€
E = Energia consumata nell’anno precedente
P= Potenza disponibile
NOTA: a gennaio 2009 è previsto un incremento della tariffa CTS, per “convincere” gli
utenti più reticenti ad adeguare le proprie cabine MT/bt
QUADRI ELETTRICI
QUADRI ELETTRICI
• Tutti i quadri sono componenti dell’impianto, come una presa
o un interruttore
• Conforme alle norme C.E.I 17/13 ( dichiarazione di
conformità)
• Quadri AS (Apparecchiature di serie): totalmente sottoposti
alle prove di tipo e montati secondo i dettami del costruttore.
• Quadri ANS ( Apparecchiature Non di Serie): sottoposti solo
ad alcune prove; il resto sostituito da calcoli e/o misure
semplificate; rappresneta la generalità dei casi industriali.
QUADRI ELETTRICI
ELEMENTI ESSENZIALI:
• Tenuta al corto circuito
• Limiti di sovratemperatura
• Capienza con margini del 20-30% in fase costruttiva
• Dati di targa: nome del costruttore, Imax, n° matricola, grado di protezione IP
• Resistenza d’isolamento : verifica tra i circuiti e la massa
• Per i quadri in involucro metallico verificare la connessione delle masse al circuito
di protezione
• Verificare il funzionamento dei dispositivi di blocco ( sezionatore blocco-porta)
• Verificare la presenza di barriere contro i contatti diretti
QUADRI ELETTRICI
• VERIFICHE PERIODICHE:
È bene tenere monitorati i quadri elettrici, verifricandone periodicamente i parametri
elettrici e di esercizio :
• Prove periodiche del grado d’isolamento ( cadenza annuale)
• Verifiche termografiche ( annuali) che pongono in evidenza eventuali connessioni
allentate che potrebbero essere causa d’innesco d’incendio.
Esempio di termografia su una
basetta portafusibili: caso di
sovraccarico su una fase.
CAVI ELETTRICI
- cavi per bassa tensione, impiegati nei sistemi di categoria zero e prima;
- cavi per media e alta tensione, impiegati nei sistemi di categoria seconda e
terza.
In funzione del tipo di isolante impiegato, i cavi si possono distinguere in:
- cavi isolanti con materiale, elastometrico, costituito da mescole a base di
gomma naturale (sempre meno usata) o sintetica come la gomma butilica,
etilenpropilenica (EPR), siliconica;
- cavi con isolamento minerale a base di ossido di magnesio, aventi buone
caratteristiche di resistenza al fuoco;
- cavi isolati in carta impregnata, distinti a loro volta in base al tipo di
impregnazione (normali, a olio fluido, a pressione di gas).
CAVI ELETTRICI
Un’ulteriore distinzione viene fatta, in base al numero delle anime, in cavi unipolari,
bipolari, tripolari, multipolari e a seconda della presenza o meno del conduttore di
protezione per il collegamento all’impianto di terra. Occorre infine distinguere i cavi
armonizzati e non armonizzati:
i primi hanno caratteristiche riconosciute in ambito europeo, in quanto conformi ai
documenti di armonizzazione del CENELEC, divenuti norme nazionali CEI, e sono
identificati dal marchio
IMQ-HAR. La struttura di un cavo può essere piuttosto varia, a seconda del numero di
anime e della tensione di esercizio.
CAVI ELETTRICI
Il principale riferimento normativo per un corretto impiego dei cavi è la Guida Cei 2040: “Guida per l’uso di cavi a bassa tensione”.
i cavi unipolari senza guaina isolati in Pvc (ad esempio: H07V-U, H07V-R,
H07V-K e, analogamente, i cavi nazionali N07V-U, N07V-R, N07V-K) sono
idonei alla installazione entro tubazioni o canali di tipo chiuso con grado di
protezione IP 2X, sia per posa a vista sia incassati, in ambienti di tipo ordinari
asciutti;
i cavi multipolari isolati in Pvc, sotto guaina leggera di Pvc per posa fissa (tipo
FROR) sono idonei per installazioni in locali asciutti o umidi sia a vista sia in
tubi protettivi (per le installazioni a vista è necessario provvedere alla
protezione meccanica del cavo).
CAVI ELETTRICI
Particolare attenzione deve inoltre essere riservata agli impianti destinati agli
ambienti a maggior rischio in caso d’incendio che, in prima approssimazione,
possono essere identificati come quelli previsti dal Dm 16/02/82, ossia ambienti e
attività soggette al rilascio del Certificato di Prevenzione incendi. (In realtà non
tutte le 97 attività di cui al Dm 16/02/82 sono ambienti a maggior rischio in caso
d’incendio (ad esempio non lo è un magazzino contenente acciaio, seppur di
superficie maggiore di 1000 m2) e, per contro, tutti gli edifici aventi strutture
portanti in legno sono considerati dal Cei ambienti a maggior rischio in caso
d’incendio anche quando non sono soggetti al rilascio del Cpi.
CAVI ELETTRICI
•
1) cavi non propaganti la fiamma: sono realizzati con isolanti autoestinguenti, che
bruciano se sottoposti alla fiamma, ma la combustione si estingue dopo pochi
centimetri e in genere la fiamma si spegne;
•
2) cavi non propaganti l’incendio: anche per questi cavi, come nel caso precedente gli
isolanti sono autoestinguenti, ma, in aggiunta, hanno la capacità di mantenere questa
caratteristica anche se i cavi sono raccolti in fasci o a strati e fortemente riscaldati;
•
3) cavi a basso sviluppo di gas e di fumi tossici: sono i cavi Lsoh di cui si è detto sopra; in
questi cavi gli isolanti, oltre ad avere tutte le caratteristiche delle precedenti tipologie, si
caratterizzano dal fatto di sviluppare durante la combustione quantità modeste di gas
tossici e vapori corrosivi.
•
4) cavi resistenti al fuoco: gli isolanti sono di tipo minerale e pertanto incombustibili; la
loro peculiarità è di poter continuare a funzionare per un tempo anche rilevante
durante un incendio. Il loro impiego è pertanto destinato ad alimentare quelle utenze
e/o apparecchiature che devono funzionare durante l’opera di spegnimento da parte
dei vigili del fuoco.
Elettricità e corpo umano
Il passaggio di una corrente attraverso il corpo umano, può
determinare conseguenze anche
mortali!
Dagli effetti FISIOPATOLOGICI prodotti
dalla corrente elettrica sul corpo umano
dipendono i limiti di sicurezza.
La sicurezza può essere conseguita sia limitando
la corrente I che riducendo il tempo t per cui
questa può fluire attraverso il corpo umano.
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Soglia di sensibilità
Stimoli elettrici che superano una determinata soglia di
eccitabilità e che provengono dall’esterno possono risultare
pericolosi e influire sulle funzioni vitali.
La pericolosità di questi stimoli può variare a seconda
dell’intensità e della natura della I, dalla durata del contatto,
dalla costituzione fisica della persona colpita (massa corporea
e stato di salute) e dalla frequenza del sistema elettrico.
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Il valore di corrente percepibile da una persona
è individuale e dipende da diversi fattori.
Non è facile determinare i minimi valori di
corrente che superano la soglia di percezione
e quindi si ricorre
a criteri statistici e a metodi sperimentali.
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Effetti dell’
dell’elettricit
elettricitàà sul corpo umano
Quando una corrente elettrica attraversa un corpo umano
può produrre un’azione diretta su
vasi sanguigni e cellule nervose, determinare
un’alterazione permanente nel sistema cardiaco,
nell’attività cerebrale e nel sistema nervoso centrale;
infine può arrecare danni all’apparato uditivo,
all’apparato visivo e all’epidermide….
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Se successivi, gli effetti possono sommarsi e il
muscolo si contrae in modo progressivo….
contrazione tetanica
e in questa posizione i muscoli permangono
finché non cessano gli stimoli (presenza di
corrente!!!)
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Il valore più grande di corrente per cui una persona
é ancora in grado di staccarsi della sorgente elettrica
si chiama corrente di rilascio e mediamente
per una corrente di 50/100Hz é
di circa 10mA per le donne
e di 15mA per gli uomini.
Correnti molto elevate non producono solitamente
la tetanizzazione perché quando il corpo entra in contatto
con esse, l’eccitazione muscolare é talmente elevata
che i movimenti muscolari involontari generalmente
staccano il soggetto della sorgente.
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
Pericolosità della corrente elettrica
La pericolosità della I diminuisce all’aumentare
della f: l’ampiezza dello stimolo deve essere tanto
più grande quanto più breve è la durata.
Inoltre ad alte f la I tende a passare all’esterno del
corpo effetto pelle,
in tal modo non
interesserà gli organi vitali.
Comunque produce effetti termici pericolosi
anche in relazione alla disuniforme distribuzione
della I nell’elettrodo di contatto e nel corpo stesso
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
La sicurezza: una preoccupazione che non è mai eccessiva!
Il funzionamento di un impianto elettrico non è di per sé indice di
sicurezza.Infatti, anche se funziona, esso può essere fonte di pericoli ignoti,
che solo un esperto è in grado di valutare e, dopo i necessari interventi,
eliminare.
Ad esempio, un guasto elettrico nell’appartamento del vostro vicino, può
provocare gravi incidenti nell’appartamento attiguo, anche se quest’ultimo
ha l’impianto in piena regola.
QUESTO SIGNIFICA CHE IN UN CONDOMINIO VANNO PROTETTI TUTTI GLI
IMPIANTI, SIA LE PROPRIETA’ SINGOLE , SIA LE PARTI COMUNI
Studio Tecnico Omega di per.ind.Marco
Ianes
AVVIAMENTI MOTORI ASINCRONI TRIFASE
• I motori asincroni trifase più utilizzati sono quelli a rotore a gabbia
• Si possono avere forme e dimensioni differenti
• Possono essere costruiti e adattati alle esigenze del tipo di ambiente di
lavoro
Esempio di motori in forme costruttive diverse
Caratteristiche principali
Quando si acquista un motore i dati principali da considerare sono:
• La tensione applicata V (es. trifase 220-380V) ed i relativi collegamenti ( Y-D)
• La potenza del motore espressa in Kw o HP (es. 0,18 - 0,37 - 0,75 Kw)
• Il numero di giri g/m (es. 1400g/m più utilizzato)
• La grandezza GR (es. gr71 - 80 - 90)
• La forma costruttiva (es. B14 - B5 - B3)
• Eventuali applicazioni particolari (es. autofrenante, tropicalizzato, ecc.)
Caratteristiche principali
Particolari esecuzioni:
•
•
•
Tropicalizzato: realizzazione del motore in tecnologia particolare per adattarlo a
particolari condizioni di lavoro estremamente critiche (tipo alte temperature)
Servoventilato: al posto della tradizionale ventola di raffreddamento viene
applicata una ventola elettrica di solito alimentata con tensione uguale a quella
del motore. (controllo velocità)
Autofrenante: aggiunta di un freno per far sì che in assenza di tensione il motore si
blocchi istantaneamente e ridando alimentazione il freno si sblocca.
Generalmente il freno è del tipo elettromagnetico ed è solitamente collegato alla
morsettiera del motore. Normalmente il freno è sempre inserito in assenza di
tensione, inoltre è presente anche un foro per lo sbloccaggio manuale (sul retro
del motore).
Collegamenti
Collegamento a
triangolo
Collegamento a
stella
Corrente di un motore asincrono
I = P / U x 1,732 x cos ρ x ή
Dove:
P= Potenza espressa in Watt
U = Tensione di alimentazione
cos ρ= fattore di potenza
ή= rendimento della macchina
Esempio: motore con p=10kW - cos ρ= 0,75 ή = 0,7 U
Nominale = 380 V
I = 10000 / 380 x 1,732 X 0,75 X 0,7 = 28,94 A
Corrente di assorbimento a regime del motore
COMPARAZIONI POTENZE DI TARGA
RELAZIONI TRA CAVALLI VAPORE E KW
CV
HP
KW
1
0,9863
0,7355
1,0139
1
0,7457
1,360
1,341
1
CONTROLLI GENERICI SUL MOTORE
Quando si collega il motore bisogna controllare la polarità, cioè la sequenza delle fasi applicate alla
morsettiera. Per cambiare il senso di rotazione del motore basta invertire due fasi qualsiasi tra loro.
Per controllare se un motore è funzionante basta effettuare dei semplici controlli:
•controllare se il motore è bloccato ruotando l'asse manualmente, a volte è sufficiente cambiare un
cuscinetto interno.
•se nell'ambiente di lavoro c'è presenza d'acqua, controllare se il motore è bagnato internamente o nella
scatola della morsettiera. Se si è fortunati basta asciugarlo
•Effettuare una prima verifica se il motore è a massa. Utilizzare un tester con la funzione di ohmmetro e
con la scala più alta, verificando se tra la carcassa del motore e le tre fasi c'è resistenza. Se il tester non
segna alcun valore possiamo essere certi che gli avvolgimenti interni del motore non vanno a terra.
Ricordarsi di scollegare i fili prima di procedere alla misurazione.
•Verificare, sempre con l'ausilio del tester, la presenza di una certa resistenza (uguale per tutti gli
avvolgimenti) che sarà di un paio di ohm e che dipende dalla grandezza del motore. Se rileviamo, ad
esempio, 43ohm su tutte le tre fasi, il motore è funzionante. Tenete in considerazione una piccola
tolleranza tra fase e fase. Se invece rileviamo una notevole differenza tra fase e fase, ad esempio 43 - 50 20ohm, oppure in una fase non troviamo resistenza, il motore non è riutilizzabile.
AVVIAMENTI MOTORE
Esistono diverse possibilità di avviamento del motore elettrico asincrono trifase.
Lo scopo principale è quello di ridurre la “ corrente di spunto”;
Infatti all’avviamento, un motore può raggiungere un valore fino a 5-8 volte la corrente
nominale e questo potrebbe creare problemi al sistema elettrico
Il motore asincrono trifase può essere avviato :
• direttamente , per motori in genere fino a 10 – 12 KW
• Avviamento stella – triangolo
•Avviamento con autotrasformatore
•Avviamento con reostato ( motori a rotore avvolto ed
accessibile)
•Avviamento con soft –starter ( elettronica)
AVVIAMENTO Y-D
L’avviamento Y-D è un tipo di avviamento a tensione ridotta e serve ad avviare il motore dolcemente senza
strappi meccanici limitando le correnti durante l’avviamento.
È adatto per i motori dotati di:
a - Morsettiera con 6 morsetti e 6 conduttori di alimentazione al motore
b - Coppia di avviamento elevata
c - Doppia tensione nominale es. 230V - Y / 400V - D es. 400V - Y / 690V - D
d - Tensione nominale con collegamento a triangolo corrispondente alla tensione di rete.
AVVIAMENTO CON SOFT-STARTER
Per motori trifase da bassa ad alta potenza:
•nessuna punta di corrente
•nessuna necessità di manutenzione
•momento di avviamento ridotto regolabile
L’avviamento mediante softstarter avviene fornendo al motore in avviamento una tensione
gradualmente crescente nel tempo sino alla sua completa accelerazione ed in arresto, una
tensione decrescente (decelerazione dolce); quest’ultima funzione può essere esclusa poichè non
sempre è richiesta.
L’introduzione del controllo a microprocessore, assieme ai progressi nel rilevamento della
corrente del motore e la possibilità di comunicazione verso il supervisore di impianto, hanno
determinato un forte impiego nell’applicazione dei softstarters. I nuovi dispositivi incorporano
intelligenza sofisticata per fornire una protezione completa del motore, oltre ad un attento
monitoraggio delle condizioni di carico. Le caratteristiche del motore e le informazioni sulle
applicazioni possono essere programmate in una memoria incorporata consentendo al softstarter
di mantenere un modello termico del motore e garantire una adeguata protezione. In tal modo è
possibile dare l’avviso di un problema imminente e prendere una contromisura adeguata
evitando ogni interruzione di servizio
AVVIAMENTO CON SOFT-STARTER
Un softstarter è costituito essenzialmente da:
* Un gruppo di potenza comprendente 6 SCR (tiristori) montati 2 per fase in
antiparallelo con relativi dissipatori e ventilatori di raffreddamento ( ventilatori
mancanti nelle taglie inferiori);
* Un circuito di controllo generalmente a microprocessore comprendente il
circuito di innesco tiristori;
* Un circuito di misura amperometrico;
* Un circuito di protezione motore e avviatore;
* Una tastiera di dialogo con display.
I vantaggi dell’avviamento con softstarter rispetto ai metodi tradizionali sono
prevalentemente legati alla possibilità di ottenere buone caratteristiche di
avviamento senza richiedere elevate dissipazioni di potenza, realizzando un buon
rapporto qualità prezzo…. Se, poi, si hanno più motori da avviare, si può ricorrere
all’uso di soft-starter in parallelo….
PARALLELO CON SOFT-STARTER
Esempio di avviamento
di motori gemelli in
parallelo.
AVVIAMENTO CON SOFT-STARTER
accelerazione: tra gli avviatori a tensione ridotta, sono i soli che permettono la
regolazione della tensione iniziale di avviamento e l’aumento graduale di essa
per tutta la fase di accelerazione sino al raggiungimento del pieno valore. Tutto
questo rappresenta l’ideale per l’avviamento del motore. In particolare per i
motori dotati di forti inerzie che vengono sottoposti ad un aumento progressivo
della coppia resistente, l’avviatore statico a controllo di coppia rappresenta la
risposta alle problematiche di avviamento;
decelerazione: l’avviatore statico consente un arresto graduale della macchina
impedendo le reazioni magnetiche sulla rete elettrica (sovratensioni) e le
brusche reazioni meccaniche dell’impianto (contraccolpi, colpo di ariete) dovute
al distacco repentino del carico;
CONTROLLO E REGOLAZIONE VELOCITA’
La velocità di un motore elettrico dipende dalla relazione :
n = 60 x f / p
Dove : n = numero di giri del campo magnetico rotante
f = la frequenza di rete
p = numero di coppie polari della macchina
Per variare la velocità di un motore è dunque necessario e sufficiente variarne la
frequenza.
CONTROLLO E REGOLAZIONE VELOCITA’
L'Inverter è essenzialmente un'apparecchiatura statica elettronica che converte una
tensione continua in una terna di tensioni sinusoidali controllabili in ampiezza e
frequenza. L'Inverter permette il completo comando e controllo dei motori asincroni
trifasi. Più precisamente, attraverso l'Inverter è possibile:
a) avviare il motore con predeterminate caratteristiche di accelerazione,
b) assegnare al motore una determinata velocità,
c) variare con continuità la velocità del motore,
d) frenare il motore con una determinata decelerazione.
CONTROLLO E REGOLAZIONE VELOCITA’
Per quanto riguarda la frenatura del motore, è possibile effettuarla mediante
iniezione di corrente continua (condizione standard), mediante frenatura dinamica
(condizione opzionale), mediante recupero d'energia (solo se il raddrizzatore
d'ingresso a monte dell'Inverter è bidirezionale).
Ovviamente, questo tipo di regolazione esige non solo un Inverter con regolazione
della tensione e della frequenza, ma anche che il motore risulti idoneo alle notevoli
variazioni di velocità cui sarà sottoposto in quanto esso, se del tipo autoventilato
(con la ventola solidale all’albero del motore), alle basse velocità risulterà male
raffreddato, mentre alle alte velocità presenterà un eccesso di perdite meccaniche.
Occorrerà verificare pure se i cuscinetti saranno idonei a sopportare la massima
velocità prevista. Naturalmente, oltre alla variazione della velocità, esistono altri
importanti problemi come quelli della protezione contro le sovracorrenti e i guasti.
CONTROLLO E REGOLAZIONE VELOCITA’
Un semplice schema a blocchi dell'intero sistema può essere il seguente:
Dove: (a) sono gli ingressi / uscite di controllo,
(b) è la rete trifase di alimentazione alla tensione e frequenza nominali,
(c) è l'interfaccia esterna,
(d) è il circuito di controllo,
(e) è il raddrizzatore d'ingresso (deve essere bidirezionale se si desidera la
frenatura a recupero d'energia),
(f) raggruppa l'Inverter col suo filtro. Si tenga presente che, mentre nella sezione
R, S, T la tensione e la frequenza sono costanti e pari al valore nominale, nella sezione u, v,
w la tensione e la frequenza possono essere variate.
EFFETTI COLLATERALI
Disturbi elettromagnetici:
L’uso di inverter genera molti disturbi elettromagnetici:
a) Disturbi irradiati nell’ambiente esterno attraverso i cavi che collegano l’inverter
al motore ; sono fenomeni di emissione di onde elettromagnetiche ; si
risolvono usando cavi schermati che coprano tutto il percorso dalla morsettiera
di uscita dell’inverter fino alla morsettiera del motore.
b) Disturbi condotti verso la rete di alimentazione attraverso lo stadio d’ingresso
dell’inverter; si risolvono impiegando delle reattanze induttive o appositi filtri
d’ingresso che il costruttore fornisce assieme all’inverter.
c) Armoniche di corrente, causate dai raddrizzatori d’ingresso dell’inverter; questo
problema è molto complesso e genera problemi altrettanto complessi sulla
linea; si risolve con appositi filtri.
EFFETTI COLLATERALI SUL MOTORE
L’inverter non genera in uscita un’onda perfettamente sinusoidale, bensì quadra; le
commutazioni rapide che effettua, causano variazioni repentine di tensione ai
morsetti del motore, quindi :
• gli isolamenti del motore sono particolarmente sollecitati, pertanto in sede
costruttiva il motore viene sovradimensionato del 10% circa
•Siccome si hanno forti correnti indotte sul rotore, queste tipicamente si scaricano
a terra attraverso i cuscinetti del motore, provocandone un’usura eccessiva
ACCORGIMENTI
Dopo aver analizzato le problematiche, è necessario adottare accorgimenti particolari
in caso di uso di inverter:
a) Utilizzare motori costruiti per essere gestiti con inverter ( raffreddamento con
ventola autoalimentata, isolamento sovradimensionato, cuscinetti particolari)
b) Predisporre SEMPRE l’uso di filtri anti EMC e anti armoniche
c) Il conduttore di neutro del quadro che alimenta gli inverter, va dimensionato con
sezione uguale alla sezione di fase ( si ricorda che la norma C.E.I. 64/8 permette
l’utilizzo di sezioni = ½ sezione di fase in caso di sistemi equilibrati e simmetrici,
ma un sistema che accoglie avviamenti con inverter non è più equilibrato, poiché
le armoniche presenti si “scaricano” sul conduttore di neutro)
d) Il conduttore PE o PEN va dimensionato anch’esso come sopra descritto per il
conduttore di neutro
e) Le armoniche presenti nel sistema vanno ad interagire con tutte le
apparecchiature presenti , soprattutto con i condensatori di rifasamento; è bene
prevedere condensatori costruiti per impianti ad alto contenuto di armoniche;
condensatori di tipo vecchio o non idonei potrebbero letteralmente esplodere!
Manutenzione elettrica
Gli impianti elettrici sono sicuramente una delle cause principali di incendio in ambito
industriale e domestico. Per prevenire incidenti quali incendi, ma anche infortuni alle
persone, è essenziale che gli impianti elettrici siano oggetto di una regolare opera di
manutenzione e verifica periodiche, atte a garantire sia il perdurare della efficienza
dell'impianto, sia la eliminazione di quelle situazioni da cui possa innescarsi l'incidente.
La manutenzione dell'impianto elettrico, oltre ad essere uno strumento preventivo,
costituisce anche un preciso obbligo legislativo, in base agli ex artt . 267 – 374 del DPR
547/55 e dagli ex artt.: 3 - 32 - del D.Lgs. 626, nonché dal codice civile all’art 2087.( Tutti i
DPR e leggi sulla sicurezza sono stati assorbiti dal Testo Unico sulla sicurezza)
Vi sono poi le particolari prescrizioni determinate da varie circolari ( per esempio:
disposizioni antincendio C.P.I.)
Manutenzione elettrica
Anche le norme C.E.I. e le istruzioni dei costruttori contribuiscono a
determinare le caratteristiche di una buona manutenzione.
In particolare, la norma C.E.I. 64/8, nella parte 6 – VERIFICHE,
indica molte procedure necessarie per verificare l’efficienza degli
impianti elettrici .
Periodicamente, infatti, è necessario effettuare verifiche a vista e
strumentali sull’impianto elettrico, le quali ci indicano i punti deboli
sui quali intervenire.
Manutenzione elettrica
I principali obiettivi della manutenzione sono:
a) Conservare e/o migliorare le prestazioni ed il livello di sicurezza
degli impianti contenendo il normale degrado ed
invecchiamento dei componenti
b) Ridurre i costi di gestione dell’impianto evidenziando perdite
per mancanza di produzione a causa del deterioramento
dell’impianto stesso
c) Rispettare le disposizioni di legge
Manutenzione elettrica
Tipi di manutenzione:
• manutenzione correttiva: si attua per riparare guasti o danni,
sempre comunque dopo che il fatto è avvenuto e quindi la perdita
di produzione è già acquisita;
• manutenzione preventiva (programmata): si sviluppa secondo
scadenze prefissate, generalmente durante le fermate degli
impianti; può prevedere la sostituzione di parti d’impianto critiche,
indipendentemente dal loro stato d’uso al momento; tale sistema,
se ben organizzato, previene in maniera sistematica oltre il 50%
delle fermate di produzione per guasti
Manutenzione elettrica
Tipi di manutenzione:
• manutenzione predittiva ( o controllata): si utilizza il controllo e
l’analisi dei parametri fisici per stabilire la necessità o meno di
effettuare interventi; consente di intervenire orientando la
manutenzione solo sui componenti che ne hanno effettivamente
bisogno; è necessaria la presenza di personale con preparazione
tecnica ed esperienza di alto livello, unitamente ad attrezzature
particolari ( ad esempio: termocamera ad infrarossi)
Questo tipo di manutenzione, unitamente a quella programmata,
permette di arrivare a contenere i guasti fino a percentuali del
80%.
Manutenzione elettrica
Esempi di rilievi termografici:
Linea in M.T. in surriscaldamento:
morsetto allentato sull’isolatore.
Manutenzione elettrica
Esempi di rilievi termografici:
Controllo termico di un motore
elettrico
Manutenzione elettrica
Esempi di rilievi termografici:
Connessioni elettriche allentate
Manutenzione elettrica
Esempi di rilievi termografici:
Connessioni elettriche allentate su
un teleruttore
Manutenzione elettrica
VERIFICHE IMPIANTI ELETTRICI:
• Esame a vista giornaliero degli impianti
• Verifica del grado d’isolamento delle linee elettriche ( ogni 2 anni,
a rotazione per grandi impianti)
•Verifica dell’anello di guasto e della resistenza di terra ( annuale,
serve per ottemperare alle verifiche di legge sui coordinamenti
delle protezioni)
•Verifica strumentale dello stato degli impianti, tramite l’impiego di
termocamera ( permette di monitorare gli impianti senza fermare
la produzione, anzi è necessario che sia eseguita a pieno regime,
non è invasiva e mette in luce situazioni che potrebbero essere
molto pericolose e non identificabili con sistemi tradizionali)
DOCUMENTAZIONE
• DOCUMENTAZIONE D’IMPIANTO AGGIORNATA:
Schema elettrico generale
Schema dei circuiti primari e secondari
Disegni planimetrici con transito e caratteristiche delle linee
Disegni di disposizione dei quadri elettrici
Schemi dei cablaggi dei quadri elettrici
Schemi e/o tabelle delle morsettiere
Schemi e/o elenchi delle condutture ( tipi di cavi e loro condizione
di posa, con riportate le correnti massime trasportabili)
Documenti specifici per la messa in servizio degli impianti, il
funzionamento e l’esercizio ( regolazioni, tarature….)
Dettagli del costruttore ( specifiche tecniche)
DOCUMENTAZIONE
• DOCUMENTAZIONE DI MANUTENZIONE:
Con tale documentazione si forniscono le istruzioni relative alle
procedure di manutenzione di un componente, di una macchina o
di un intero reparto/sistema.
•ELENCO DEGLI IMPIANTI E DEI COMPONENTI
•SCHEDE TECNICHE DEI SINGOLI COMPONENTI ( descrizione,
marca, codice, eventuali dati aggiuntivi…)
•SCHEDE DI MANUTENZIONE ( descrizione dettagliata delle
operazioni da eseguire su ogni macchinario o impianto, codice
identificativo per ogni scheda e per ogni operazione, frequenza
delle operazioni, nome del manutentore)
DOCUMENTAZIONE
• DOCUMENTAZIONE DI MANUTENZIONE:
• MANUALI D’ISTRUZIONE DELLE MACCHINE
•CALENDARIO DEGLI INTERVENTI
•REGISTRO DEGLI INTERVENTI
•NORME DI SICUREZZA
Esistono in commercio molti software di manutenzione, che permettono di gestire
il sistema in maniera organica e sistematica.
L’abbonamento a riviste di settore, la partecipazione a corsi e convegni, e/o fiere di
settore permettono a tecnici di manutenzione di mantenere alto il livello di
conoscenza e quindi poi applicare tali conoscenze nel proprio ambito operativo
PROCEDURE DI MANUTENZIONE
La procedura di manutenzione può essere riassunta così:
• FASE PREPARATORIA : individuare il calendario di manutenzione,
analizzare le schede di manutenzione,consultare il registro degli
interventi
•ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE: esaminare tutta la
documentazione tecnico-normativa aggiornata
•MODALITA’ ESECUTIVA : si predispongono le attrezzature
necessarie all’intervento
•AUTORIZZAZIONE : il manutentore deve concordare con il
responsabile del servizio le modalità d’intervento, tempi,
prescrizioni di sicurezza, numero di addetti necessari;
autorizzazione in forma scritta su apposita modulistica
PROCEDURE DI MANUTENZIONE
La procedura di manutenzione può essere riassunta così:
• ESECUZIONE DELLA MANUTENZIONE: si esegue l’intervento,
collaudando poi l’impianto e provvedendo alla rimozione di ogni
attrezzo e ripristinando le condizioni di esercizio e sicurezza
previste nell’impianto stesso
•REGISTRAZIONE E RICONSEGNA DELL’IMPIANTO: l’addetto alla
manutenzione deve compilare in tutte le sue parti il registro di
manutenzione ,specificando dettagliatamente gli interventi
effettuati; ciò definito, riconsegna l’impianto alla normale
conduzione
•GESTIONE RICAMBI E APPROVVIGIONAMENTI: si devono definire i
ricambi necessari che, al momento delle varie manutenzioni,
dovranno essere disponibili; tali ricambi possono essere ordinati
direttamente in caso di manutenzione programmata, oppure
essere “ di scorta” per la sostituzione in caso di guasto imprevisto
LAVORI ELETTRICI: GENERALITA’
“Lavori su, con , od in prossimità di un impianto elettrico quali prove e misure,sostituzioni,
modifiche, ampliamenti, montaggi, ispezioni e riparazioni”.
Definizione ai sensi della norma CEI EN 50110-1 ( CEI 11-48).
Vi è poi:
“Lavori su impianti elettrici con accesso alle parti attive e conseguente rischio di
folgorazione o arco elettrico”.
Definizione ai sensi della norma CEI 11-27.
LAVORI ELETTRICI: GENERALITA’
LAVORI ELETTRICI: GENERALITA’
LAVORI ELETTRICI: GENERALITA’
LAVORI ELETTRICI: GENERALITA’
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
Lavori elettrici sotto tensione – a contatto:
• La persona entra nella zona di guardia: isolamento dalle parti
in tensione e dall’arco elettrico tramite barriere ( tappeto
isolante o scarpe isolanti, guanti isolanti , l’elmetto con visiera
oppure occhiali)
Lavori elettrici sotto tensione – a distanza :
• La sicurezza risiede nell’uso di aste isolanti, manovrate
dall’operatore, che rimane al di fuori della zona prossima e
indossa i guanti , l’elmetto con visiera oppure occhiali
Lavori elettrici sotto tensione – in prossimità:
• necessario controllare che l’operatore non entri con una parte
del corpo o con attrezzo nella zona di guardia, pur trovandosi in
zona prossima; interposizione di barriere tra le parti attive e
l’operatore
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
È sempre bene preferire i lavori fuori tensione; ciò ribadito…..
Chi può effettuare lavori elettrici?
Solamente persone esperte e/o avvertite:
a) PERSONA ESPERTA (PES): ha un’adeguata istruzione in
merito all’impiantistica ed alla normativa elettrica
b) PERSONA AVVERTITA (PAV): ha caratteristiche analoghe alla
PES, ma ad un livello inferiore; può eseguire lavori semplici
in autonomia, mentre per i lavori complessi deve essere
assistita da una PES.
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
• Chi non ha le precedenti qualifica è classificata come
PERSONA COMUNE; tale individuo può effettuare SOLO lavori
fuori tensione e con l’assistenza di una PES o di una PAV (per
lavori di piccola entità)
•È responsabilità del datore di lavoro individuare i gradi di
preparazione del personale e deve essere formalizzato per
iscritto nell’ambito aziendale.
•Il datore di lavoro può istituire corsi per formare PES o PAV
•Il lavoratore che manomette gli impianti elettrici senza
autorizzazione è corresponsabile , assieme al datore di lavoro,
della propria e altrui incolumità .
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
Lavori elettrici fuori tensione:
• Determinazione della zona d’intervento
•Sezionamento delle parti attive
•Adozione di cautele per la richiusura intempestiva del
sezionatore
•Verifica dell’assenza di tensione
•Collegamento a terra e in corto-circuito tra loro delle parti
attive sezionate (obbligatorio in media ed alta tensione)
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
Lavori elettrici sotto tensione ( bassa tensione):
• Determinazione della zona d’intervento
•Ogni qualvolta un operatore si avvicina con una parte del
corpo, o con un attrezzo, a meno di 15 cm da una parte attiva in
tensione(zona di guardia), si ha un lavoro elettrico in tensione
•La zona va delimitata e l’accesso consentito solamente a PES o
PAV
•L’operatore non può mai agire da solo in caso di lavori
complessi, ma dev’esserci SEMPRE la presenza di una persona
che assista
•In caso di lavori ordinari l’operatore può operare da solo
purché sia in grado di tenere sotto controllo tutti i fattori di
rischio ( non consentito se si opera su scale…)
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
Lavori elettrici sotto tensione ( bassa tensione):
L’operatore che lavora sotto tensione deve:
a) Essere una persona idonea (PES o PAV)
b) Assumere una posizione stabile, con entrambe le mani
libere
c) Indossare adeguato abbigliamento individuale ( DPI e vestiti
adeguati)
d) Evitare di indossare oggetti metallici o gioielli
e) Allontanare dalla zona eventuali combustibili
f) Preparare accuratamente la sicurezza elettrica e non
g) Ricevere il consenso scritto dal proprio preposto
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
Lavori elettrici sotto tensione ( bassa tensione):
Le norme ammettono lavori in tensione fino al valore di 500V
purché:
a) l’ordine di eseguire il lavoro sia dato dal capo responsabile
b) Siano adottate le misure necessarie per garantire
l’incolumità dei lavoratori
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
OPERAZIONI SEMPLICI SUI QUADRI ELETTRICI
Capita molto frequentemente di dover intervenire
all’interno di un quadro elettrico per ripristinare un
relé termico e/o per sostituire una lampadina
bruciata…….
La norma C.E.I. 11-27 non considera ciò un lavoro in tensione,
mentre la norma C.E.I. 11-48 non definisce nulla!!
E allora come interpretare tale tipologia di lavoro?
LAVORI ELETTRICI: SICUREZZA
OPERAZIONI SEMPLICI SUI QUADRI ELETTRICI
E’ necessario tutelare l’operatore che esegue lavori semplici vicino a parti in
tensione; si può fare creando un volume protetto da barriere intorno alla
parte a cui si deve accedere, rispettando la “ prova di dito”.
La soluzione migliore (nei quadri elettrici di nuova concezione è possibile) è
quella di posizionare i ripristini dei relè e le parti da manovrare, all’esterno
del quadro elettrico, magari con comandi remoti.
In ogni caso, chi opera all’interno di un quadro elettrico deve essere una
persona informata correttamente del pericolo e delle modalità di
intervento; tale risultato deve essere dimostrabile in caso di incidente.
A livello internazionale si sta cercando di definire bene tali questioni, non
ancora ben enunciate e lasciate a libero arbitrio.
D.M. 37 del 22/01/08
• È in vigore un nuovo decreto che sostituisce la
“vecchia” legge n°46/90!!!
• Con questo nuovo decreto le regole SONO le
seguenti:
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D.M. 37 del 22/01/08
Nuova applicazione:
Tutti gli impianti posti al servizio degli
edifici,indipendentemente dalla destinazione
d’uso, cancelli e automazioni, impianti
fotovoltaici
Prima con 46/90: solo negli edifici civili
Imprese abilitate: come per la precedente 46/90
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D.M. 37 del 22/01/08
PROGETTAZIONE: NOVITA’ IMPORTANTE: tutti gli
impianti con potenza superiore a 6 KW hanno
l’obbligo di progetto
Invariata l’altra casistica e cioè:
• Impianti elettrici in unità abitative con
superficie > 400 m2
• Impianti elettrici in immobili diversi da unità
abitative con superficie > 200 m2
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D.M. 37 del 22/01/08
Impianti elettrici soggetti a normative particolari
(locali ad uso medico o a maggior rischio
d’incendio)
• Impianti elettrici in locali soggetti al rilascio di
certificato prevenzione incendi (centrali
termiche, autorimesse…)
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D.M. 37 del 22/01/08
PROGETTAZIONE: chi può fare cosa?
Il progetto dell’impianto elettrico può essere elaborato
SOLAMENTE da un professionista iscritto all’albo di
competenza!!!!
Chi sono i professionisti abilitati?
Periti Industriali – settore elettrico
Ingegneri – ( vecchio ordinamento: tutti)
- ( nuovo ordinamento: specializzazione
industriale)
NON POSSONO : Architetti, diplomati tecnici vari (periti
edili,meccanici, geometri…) anche se iscritti ai
rispettivi albi.
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D.M. 37 del 22/01/08
PROGETTAZIONE:
L’amministratore e/o il committente è
responsabile dell’affidamento dell’incarico al
professionista;
Necessario, quindi, informarsi se il professionista
può svolgere l’incarico di progettazione
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di conformità (d.c.):
A fine lavori l’impresa esecutrice o il servizio
interno di manutenzione rilascia la d.c. NON
PIU’ ai sensi della legge n° 46/90;
…ma ai sensi del D.M. 37 del 22/01/08
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di conformità (d.c.):
La d.c. riguarda solamente i lavori svolti
dall’impresa e cioè:
• Tutto l’impianto se si tratta di nuova
installazione o rifacimento totale
• Solamente per le opere eseguite se si tratta di
parziali interventi, ampliamenti o
manutenzioni straordinarie
NULLA DI INVARIATO RISPETTO A 46/90
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (d.R.):
NOVITA’ IMPORTANTE INTRODOTTA DAL NUOVO
DECRETO
Per impianti antecedenti il 1990 (prima della
46/90), oppure per impianti antecedenti il
nuovo decreto e privi di dichiarazione di
conformità
In cosa consiste?
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (D.R.):
La D.R. è un documento che attesta la
rispondenza dell’impianto elettrico alle
normative vigenti;
Serve per sanare tutte le situazioni precarie che
non sono state definite fino ad ora
Come funziona?
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (d.R.):
• Il committente (amministratore) dà l’incarico di
verifica ad un professionista abilitato per verificare lo
stato dell’impianto
• Chi è abilitato:
• Professionista iscritto all’albo di competenza (perito o
ingegnere) da almeno 5 anni … oppure
• Responsabile tecnico di un impresa del settore
elettrico da almeno 5 anni (attenzione:non l’impresa,
ma il responsabile tecnico dell’impresa!!!!)
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (d.R.):
• Il professionista effettua delle verifiche strumentali e
analitiche ( prove di isolamento dei conduttori,
analisi a vista , redazione di schema del sistema….) e
predispone una relazione tecnica descrittiva
dell’impianto;
• Se l’impianto corrisponde ai dettami normativi il
professionista rilascia una dichiarazione di
rispondenza alle norme che sana la situazione e si
chiude la questione (attenzione:chiedere gli allegati
tecnici che attestano la dichiarazione)
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (d.R.):
• Se l’impianto non corrisponde alle
normative,in tutto o in parte, egli indica gli
interventi da effettuare per sistemare gli
impianti e a questo punto si procede nel
seguente modo:
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D.M. 37 del 22/01/08
Dichiarazione di RISPONDENZA (d.R.):
• Per gli interventi operativi eseguiti per
“sistemare” l’impianto l’impresa esecutrice
rilascerà la d.c.
• Per la globalità dell’impianto, dopo
l’esecuzione dei “risanamenti” e raccolta la
d.c. relativa, il professionista rilascia la D.R.,
chiudendo l’iter procedurale
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Obblighi del proprietario
• Per nuova fornitura o ampliamento esistente o
subentro: entro 30 giorni
dall’allacciamento,l’amministratore o
proprietario deve consegnare la D.C.o la D.R.,
pena l’immediata sospensione del servizio.
• Obbligo di deposito della D.C. o della D.R. o
del progetto presso lo sportello unico per
l’edilizia
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Obblighi del proprietario
• In caso di compravendita di immobile il
venditore deve produrre la D.C. o la D.R. e
allegarla all’atto notarile di vendita, salvo
patto diverso tra le parti esplicitamente
accettato dall’acquirente
• Obbligo di D.R. o D.C. per ogni intervento di
ampliamento o alterazione dell’impianto
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D.P.R. 462/01
Attenzione: il decreto n°462, in vigore dal 2001,
prevede la verifica OBBLIGATORIA
dell’impianto di messa a terra da parte di un
organismo abilitato dal ministero delle attività
produttive.
Come fare?
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D.P.R. 462/01
L’amministratore o datore di lavoro prevede una
verifica preliminare per controllare lo stato
dell’impianto di messa a terra ( da parte di un
professionista di fiducia )
Successivamente fa eseguire gli interventi
manutentivi per sistemare l’impianto di terra.
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D.P.R. 462/01
Conseguentemente a quanto sopra esposto
richiede la verifica ispettiva da parte
dell’organismo abilitato.
La verifica ha cadenza quinquennale per
impianti ordinari e biennale per impianti in
luoghi a maggior rischio in caso d’incendio
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D.P.R. 462/01
Le verifiche sono OBBLIGATORIE
in tutti i luoghi di lavoro.
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IMPIANTI ELETTRICI
PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE
• Tutte le strutture devono essere protette dalle
scariche atmosferiche
• La verifica avviene in sede progettuale
• Se la struttura è auto-protetta non serve LPS
(impianto parafulmine)
• Se la struttura non è auto-protetta serve il
parafulmine ( obbligo di progetto!!!)
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IMPIANTI ELETTRICI
PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE
•
•
Se c’è il parafulmine è necessaria una verifica
periodica ai sensi del D.P.R. 462/01 ( come
per gli impianti di messa a terra)
Se ci sono interventi che alterano l’altezza
dell’edificio è obbligatoria una verifica di
auto-protezione
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IMPIANTI ELETTRICI
ASCENSORI:
• D.M. 586/587 – 87: Definisce i criteri per le
procedure di omologazione, certificazione e
dettami in merito di sicurezza
• DPR 162/99: Requisiti di sicurezza e procedure
per le verifiche periodiche
• La ditta esecutrice della posa dell’ascensore
redige la marcatura CE
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IMPIANTI ELETTRICI
ASCENSORI:
• La ditta installatrice predispone la dichiarazione CE di
conformità (da non confondere con la D.C. ai sensi
della ex legge 46/90 e ora D.M. 37/08)
• La messa in esercizio è soggetta ad una
comunicazione del proprietario (amministratore) a :
APSS – U.OP.S.A.L.-Nucleo Impianti e cantieri – viale
Verona – 38100 TRENTO
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IMPIANTI ELETTRICI
ASCENSORI:
• Ogni 2 anni verifiche periodiche da parte di
APSS oppure da organismo abilitato
• Regolare manutenzione semestrale da parte di
ditta specializzata e munita di patentino e
abilitata ai sensi del nuovo decreto n° 37/08
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ESEMPIO DI ATTESTATO DI VERIFICA
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IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
• A cielo aperto : box o garages con accesso
diretto all’esterno
• Interrate o chiuse : box o garages in tunnel
interrati o a piano stradale con uno o più
ingressi chiusi o aperti
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IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
• A cielo aperto : rientra nei casi riguardanti gli
impianti ordinari
• Interrate o chiuse : soggette al D.M.
01/02/1986 se con capacità di parcamento
> 9 posti per autoveicoli
Non soggette al D.M. se con parcamento FINO
a 9 posti per autoveicoli
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IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
Definizione di autoveicolo per stimare il numero
ai fini del D.M.01/02/86:
• 1 Autovettura = 1 posto
• N° 4 ciclomotori = 1 autovettura
Tali definizioni derivano dalla superficie occupati
dagli autoveicoli
Nota: non si contano i garages, bensì i posti!
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IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
• Gli impianti elettrici in autorimesse con
parcamento > 9 posti sono soggetti SEMPRE a
PROGETTAZIONE
• Le altre tipologie sono soggette a
progettazione solamente se lo stabile è
soggetto a progettazione
Studio Tecnico Omega
IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
Caratteristiche principali degli impianti elettrici
in autorimesse > 9 posti:
• Sistema di sgancio generale
• Tutto fuori tensione in caso d’incendio
• Apparecchiature elettriche montate ad h>1,5
m
Studio Tecnico Omega
IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
Caratteristiche principali degli impianti elettrici
in autorimesse > 9 posti:
Se il “fuori tensione” non è totalmente realizzabile necessaria protezione
R.E.I. 90 minima.
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IMPIANTI ELETTRICI
AUTORIMESSE:
Procedure corrette:
•
•
•
•
•
•
•
•
Progettazione esecutiva degli impianti
Analisi preliminare del progetto V.V.F.F.
Rettifiche eventuali date dalle indicazioni V.V.F.F.
Realizzazione dell’impianto elettrico + D.C.finale
Collaudo e verifica impianto
Verifica ispettiva V.V.F.F.
Rilascio C.P.I.
Rinnovo C.P.I. ogni 5 anni
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IMPIANTI ELETTRICI
CENTRALI TERMICHE:
• Potenza > a 116 KW (100000KCal/h) soggette al C.P.I. Rilasciato dai V.V.F.F.
• Potenza < a 116 KW (100000KCal/h) non
soggette al C.P.I.
Per determinare la potenza si calcolano “tutte”
le caldaie nel locale in questione!!!
(Somma delle potenze presenti)
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IMPIANTI ELETTRICI
CENTRALI TERMICHE:
Caratteristiche principali degli impianti elettrici :
• Sistema di sgancio generale
• Tutto fuori tensione in caso d’incendio
• Apparecchiature elettriche con particolari
caratteristiche e condizioni di posa
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IMPIANTI ELETTRICI
CENTRALI TERMICHE soggette al C.P.I.:
•
•
•
•
•
•
•
•
Progettazione esecutiva degli impianti
Analisi preliminare del progetto V.V.F.F.
Rettifiche eventuali date dalle indicazioni V.V.F.F.
Realizzazione dell’impianto elettrico + D.C.finale
Collaudo e verifica impianto
Verifica ispettiva V.V.F.F.
Rilascio C.P.I.
Rinnovo C.P.I. ogni 6 anni
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI CITOFONICI – VIDEOCITOFONICI
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
•
Tubazioni e scatole separate dagli altri impianti
•
Derivazioni ai piani tramite apposite morsettiere ( e non giunzioni con nastri
vari!!!!!)
•
I cavi dell’impianto videocitofonico o citofonico possono coesistere con
quelli degli impianti a 230 V SOLAMENTE se i primi hanno lo stesso grado
d’isolamento dei secondi
•
Per le pose esterne ( posti esterni o telecamere) è obbligatorio l’uso di cavi
idonei ( e non i cavi “semplici” per le pose interne)
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
•
Impianti per produrre energia elettrica dalla conversione dell’energia
luminosa in energia elettrica
•
Funzionano anche se il cielo è nuvoloso (cala il rendimento)
•
Particolarmente indicati per ridurre notevolmente il prelievo di energia
elettrica dalla distribuzione pubblica
•
Fino a 20KW impianti di piccola taglia
•
Oltre i 20 KW Centrali fotovoltaiche
Sono costituiti da :
1.
Moduli fotovoltaici
2.
Strutture di sostegno dei moduli
3.
Inverter
4.
Collegamenti e quadri
5.
Contatore aggiuntivo
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
•
•
•
•
Possono essere installati sul tetto ( piano o a falda), oppure a terra
Obbligo di progetto : SEMPRE!
Accesso al conto energia : Sempre e tutti ( privati e condomini)
Tipologia di contratto : sola vendita oppure scambio sul posto
VENDITA: Realizzazione dell’impianto ai soli fini commerciali e non per utilizzo in
autoconsumo ( particolari condizioni fiscali)
SCAMBIO SUL POSTO: Realizzazione dell’impianto per scambiare l’energia prodotta con
l’ente distributore, ai fini di abbattere i costi derivati dall’autoconsumo
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IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO:
•
•
•
1.
2.
NOVITA’ FINANZIARIA 2008: FINO A 200 KWp
Consiste nel contare l’energia prodotta dal sistema fotovoltaico
e conguagliarla con quella consumata
Doppio vantaggio economico:
Abbattimento (fino al pareggio) dei costi di energia elettrica
Ricezione di introiti “esentasse” (per privati)in conto energia
(tariffa incentivante variabile da € 0,38 a € 0,46 al Kw/h
prodotto) per un periodo fisso di 20 anni.
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IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO ( esempio per 3 KWp installati):tempi di ritorno approssimativi
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO : PROCEDURE:
•
chi desidera installare un impianto fotovoltaico deve rivolgersi ad un progettista
abilitato per redigere un progetto preliminare .
•
Basta una D.I.A. a zero giorni (Salvo costruzioni particolari).
•
Il soggetto responsabile dell’impianto deve inviare il progetto preliminare al gestore
di rete locale (SET, TRENTA, o azienda municipalizzata) e richiedere allo stesso la
connessione dell’impianto in rete, specificando che intenderà avvalersi dello scambio
sul posto; per impianti attivati dopo il 01/01/2008, tale richiesta d’allacciamento
verrà gestita in maniera univoca dal G.S.E, il quale avvierà direttamente i contatti con
il gestore locale.
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO : PROCEDURE:
•
Il gestore della rete comunicherà al proprietario del futuro impianto il punto
d’allacciamento del sistema, insieme agli eventuali oneri da sostenere (installazione
contatori ed eventuali modifiche alle linee) e ai tempi di realizzazione.
•
Il responsabile dell’impianto, a questo punto accetterà il preventivo del gestore
locale e sottoscriverà il contratto.
•
A questo punto si procede con la realizzazione del progetto esecutivo e la posa in
opera dell’impianto vero e proprio.
•
Realizzato l’impianto, è necessario inoltrare al gestore locale la comunicazione di fine
lavori.
•
Giunti a questo punto il gestore della rete locale allaccia l’impianto alla rete elettrica.
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO : PROCEDURE per il riconoscimento della tariffa incentivante.
Per avere il riconoscimento delle tariffe incentivanti e quindi monetizzare
concretamente l’investimento effettuato è necessario far pervenire al GSE (Gestore
dei Servizi Elettrici) la richiesta dell’incentivo entro e non oltre 60 giorni dalla data
d’attivazione dell’impianto, cioè dopo l’espletamento di tutte le procedure descritte
al punto precedente, trasmettendo in forma cartacea la seguente documentazione al
G.S.E.:
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO : PROCEDURE per il riconoscimento della tariffa incentivante.
•
La trasmissione della documentazione deve avvenire tramite plico unico,
trasmesso a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno al G.S.E.
Conclusa la procedura si inizierà a godere della tariffa incentivante e perverrà all’azienda o al privato la
tariffa incentivante direttamente sul conto corrente bancario, per 20 anni
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IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
SCAMBIO SUL POSTO : PROCEDURE per il riconoscimento della tariffa incentivante.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Richiesta di concessione della tariffa incentivante stampata dal portale del GSE
Scheda tecnica dell’impianto ( stampata dal portale).
Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, stampata dal portale e firmata dal proprietario
dell’impianto, unitamente ad una copia fotostatica di un documento valido.
Documentazione finale di progetto, timbrata e firmata da tecnico abilitato.
Elenco dei moduli fotovoltaici e dei convertitori, riportante i numeri di matricola degli
stessi,nonché marca e modello, in formato cartaceo o magnetico
Certificato di collaudo dell’impianto.
Dichiarazione di proprietà dell’immobile ove è installato il sistema o, in alternativa,
autorizzazione all’installazione dell’impianto da parte del proprietario.
Copia della D.I.A. rilasciata dal comune oppure copia del permesso di costruire.
Copia della comunicazione del gestore della rete locale da cui si evince il codice di
identificazione del punto di connessione alla rete dell’impianto fotovoltaico.
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MANUTENZIONE IMPIANTI
ELETTRICI
AGGIORNAMENTI TECNICO-NORMATIVI
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Potete scaricare la presente presentazione da:
www.studioomega.net (alla pagina download)
A cura di per.ind.Marco Ianes
STUDIO TECNICO OMEGA
Via Herrsching, 22 – 38100 RAVINA - TRENTO
Tel: 0461/916222
E-mail: [email protected]
Sito web: www.studioomega.net
ASSOSERVIZI – TRENTO
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