Date Ottobre 2013 Titolo La Betoniera 05 2013 2.34 MB

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01
in primo piano
di Dario Foschini
Il Preconsuntivo 2013: crescita dei ricavi,
stabilità del risultato economico.
01.a Dario Foschini,
Amministratore Delegato Cmc.
I dati gestionali di gruppo al 30 giugno 2013 evidenziano un fatturato inferiore
al budget ed un risultato economico migliore, determinato dall’anticipata e positiva
definizione di alcune riserve e contenziosi all’estero.
01.a
01.b-c Foto dal cantiere
di Nampula.
I minori volumi sono stati causati principalmente dall’avvio più lento del previsto
delle due maxi commesse stradali a Caltanissetta e Palermo. Si prevede che tali
slittamenti saranno sostanzialmente recuperati nel secondo semestre.
Il preconsuntivo della Divisione Costruzioni Italia prevede infatti volumi di poco
inferiori al budget.
Anche i volumi dell’estero sono stati inferiori alle previsioni, soprattutto a causa della
riduzione della nostra quota di partecipazione nella commessa di Tabellout in Algeria
e del lungo fermo dei lavori in Bulgaria, per maltempo e per ritrovamenti archeologici.
Questi due elementi, uniti allo slittamento nell’avvio di alcune commesse
(Cile, Algeria e altre nuove acquisizioni), causeranno uno scarto tra budget
e preconsuntivo all’estero a fine anno di circa 90 milioni.
Rileviamo comunque che l’attuale preconsuntivo gestionale supera di circa 200
milioni il consuntivo del 2012, confermando la tendenziale crescita dei volumi
prodotti dalla cooperativa.
Si prevede che il risultato economico a fine anno sarà sostanzialmente allineato
al budget 2013 ed al consuntivo del 2012.
Il risultato economico è caratterizzato dal risultato molto positivo di alcune commesse
estere, mentre resta invece sotto le aspettative il risultato dei lavori in Italia.
I risultati di Ged e Acr – Sic, soddisfacenti in termini di volumi, riflettono – nel risultato
economico – la situazione estremamente negativa del mercato.
L’avvio di diverse commesse dei soci di Acr sul territorio romagnolo stanno comunque
assicurando la continuità produttiva ed occupazionale.
Il portafoglio ordini è aumentato, soprattutto all’estero, ed oggi abbiamo già
raggiunto la copertura pressoché totale dei volumi previsti nel piano per il 2014.
01.b
01.c
p.03 la Betoniera
01.d
Abbiamo adottato un atteggiamento cauto nelle offerte in Italia in quanto ribassi
eccessivi comprometterebbero il nostro futuro. Ci stiamo orientando verso commesse
di minor dimensione rispetto al passato, in segmenti di mercato dove possiamo
meglio valorizzare le nostre capacità.
L’obiettivo principale del management resta comunque quello di migliorare la
posizione finanziaria della cooperativa sia rispetto alle banche, sia rispetto ai fornitori.
Il progressivo ampliarsi dei crediti scaduti, delle riserve e dei contenziosi hanno
fortemente incrementato il fabbisogno finanziario.
Alcune criticità che sembrano in via di soluzione (innanzitutto Cepav) potranno
portare a breve alcune decina di milioni di liquidità.
Altre criticità (primo lotto strada di Porto Empedocle, commesse in Mozambico)
avranno bisogno di tempi un po’ più lunghi.
Riteniamo comunque di poter conseguire risultati significativi nei prossimi 6 - 9 mesi.
Resta fondamentale l’impegno di ciascuno per l’accelerazione di tutte le attività
finalizzate agli incassi.
Manteniamo i livelli occupazionali delle struttura fissa sostanzialmente ai livelli attuali.
Eviteremo nuove assunzioni, salvo quelle per l’estero o dall’estero.
Nel contempo, i processi formativi in atto stanno facendo crescere le risorse immesse
negli anni più recenti, a garanzia del mantenimento e miglioramento delle future
capacità della cooperativa.
02
Seconda edizione per
il Festival dell’Acqua
notizie sociali
Dal 6 all’11 ottobre l’Aquila ha ospitato l’evento
nato per riflettere sui modelli di gestione
sostenibile dei servizi idrici in Italia e per
promuovere iniziative che realizzino i Millennium
Goals (Onu, New York 2000).
Il nuovo segretario
sociale di Cmc
01.d Foto dal cantiere
di Nampula.
02.a Federica Fusconi.
02.b Giorgio Giordani (l’ultimo
È di genere femminile, laureata in giurisprudenza,
in Cmc dal giugno del 2007 e socia dal 2010,
addetta all’Ufficio Legale. Ha sostituito nella
responsabilità di Segretario sociale del Consiglio
d’Amministrazione Giorgio Giordani,
in pensione dal 1° ottobre. È Federica Fusconi.
sulla destra) insieme a Valda
Miani, Massimo Matteucci
e Giuliana Fiammenghi.
Giorgio è stato il segretario del Consiglio dal 1988,
precisamente il 31 maggio, quando successe a Sergio
02.a
Mazzotti. In questi 25 anni ha attraversato mutamenti
interni ed esterni a Cmc rilevanti, mettendo sempre
le sue competenze al servizio della Cooperativa
e dei soci. Di questo mestiere gli siamo tutti grati, come
della sua capacità di indagare mutamenti e richieste
dell’essere impresa cooperativa. È stato nel comitato
di redazione del nostro giornale fin dal 1987.
Grazie Giorgio e buon lavoro a Federica.
02.b
p.04 la Betoniera
La città dell’Aquila è stata scelta – dopo la prima
edizione del Festival di Genova nel 2011 –
perché con le sue ferite ancora aperte rappresenta
un monito verso l’adozione di misure
di prevenzione e innovazione nella pianificazione
urbanistica delle nostre città.
Il Festival dell’Acqua 2013 è promosso
da Federutility. Sponsor dell’edizione 2013
tra gli altri anche Cmc che ha partecipato
ad un convegno che si è svolto giovedì
10 ottobre, con una presentazione sul tema
“Una diga moderna con tecnologia RCC”.
Dopo Genova 2011 e L’Aquila 2013, il prossimo
Festival dell’Acqua approderà nel 2015
all’Expò di Milano.
Giovanni Monti nuovo
Presidente regionale
di Legacoop
Giovanni Monti, ravennate, 57 anni, è il nuovo
presidente regionale di Legacoop Emilia Romagna.
Lo ha deciso all’unaminità la direzione regionale.
Monti sostituisce Paolo Cattabiani passato
alla guida di Coop Nordest.
Giovanni Monti era stato dal 1998 al 2012
il Presidente di Legacoop Ravenna e dal 2011
ricopriva l’incarico di vicepresidente
di Coop Adriatica.
03.1
03.1.a
gruppo
di Mara Cavallari
Al via le due “talpe” del nord
03.1.a Il Premier Letta in visita
al cantiere dell’Expò insieme
al nostro socio Andrea Sanulli.
03.1.b Lucia, la Tbm che presto
entrerà in funzione nel cantiere
di Savona.
Nei cantieri dell’Aurelia bis a Savona si sta
lavorando al montaggio di “Lucia”, la Tbm
che entrerà in funzione verso la fine di novembre.
A Chiomonte sono già iniziati i test per la Tbm,
“Gea”, che dovrà scavare il tunnel esplorativo
della Tav. Con Paolo Mondardini, direttore
dell’area nord Italia di Cmc, facciamo il punto
sugli importanti cantieri aperti tra Piemonte,
Lombardia e Liguria.
Partiamo dal cantiere di Savona, quello per
la costruzione della variante alla statale 1 Aurelia
tra Albissola e Savona. I lavori, eseguiti dall’Ati
formata da Cmc e Itinera, sono partiti nel 2012.
A che punto siamo? “Si tratta di un lavoro
impegnativo, concentrato in gran parte in ambiti
cittadini, in quartieri densamente popolati, con
difficoltà di accesso e disagi non solo per i residenti
ma anche per chi deve realizzare l’opera.
03.1.b
p.05 la Betoniera
La variante che dobbiamo realizzare ha origine
nel comune di Albissola superiore, in corrispondenza
del torrente Sansobbia e si sviluppa per una lunghezza
di 5,2 km fino all’innesto con Corso Ricci, nel comune
di Savona, con una successione di gallerie e viadotti.
Per la precisione, saranno realizzate 4 gallerie naturali
(per una lunghezza di circa 3,5 km) e 3 importanti
viadotti oltre a vari svincoli. Per due di questi viadotti
tutta la carpenteria in acciaio sarà realizzata da Ged,
una delle società del gruppo Cmc.
Attualmente i lavori sono in corso in più punti
e scontano le difficoltà di avvio dovute essenzialmente
alla ritardata rimozione delle interferenze da parte
dei soggetti gestori nonché alle problematiche
di accesso ad alcune aree private.
Contemporaneamente i tecnici stanno assemblando
la Tbm (è stata battezzata “Lucia”, ha una testa
del diametro di 13,72 m e un peso complessivo di circa
1.500 ton.) che, dalla metà del mesi di dicembre,
inizierà a scavare la galleria Basci della lunghezza
di circa 500 metri, in località Grana.
Al momento, però, la criticità più grande, che sta
rallentando i lavori, è legata a quello che in gergo
tecnico viene chiamato “smarino” cioè lo smaltimento
dell’ingente materiale già scavato e di quello
che andrà scavato nei prossimi mesi. Anas ha
concordato con l’autorità Portuale di Savona
e Vado, di trasferire questa enorme mole di terra
e roccia nel sito della piattaforma Maersk di Vado
Ligure dove servirà per il riempimento dei cassoni
di calcestruzzo e per la colmata a mare della futura
piattaforma logistica, ma ancora mancano gli iter
autorizzativi. Il nostro auspicio è che la situazione
possa sbloccarsi in fretta. Anche noi, come i residenti,
vorremmo poter rispettare la conclusione dei lavori
prevista per maggio 2016.”
03.1.c
03.1.c Enrico Letta in visita
al cantiere dell’Expò.
03.1.d Paolo Mondardini.
03.1.e Gea, la Tbm all’imbocco
della galleria esplorativa
di Chiomonte.
Un’altra Tbm sta per entrare in funzione
nei prossimi mesi in un cantiere al centro
dell’attenzione, quello di Chiomonte in Val
di Susa, dove stanno proseguendo i lavori per
la realizzazione del tunnel esplorativo per
la Tav Lione-Torino. “A Chiomonte abbiamo terminato
lo scavo dei primi 204 metri del tunnel realizzati
in tradizionale, con l’uso di escavatore e martello
demolitore. In questi giorni sono in corso le prove
tecniche per la Tbm Robbins (l’hanno chiamata “Gea”)
che dovrebbe cominciare il suo lavoro a breve
per scavare i restanti 7.300 metri. La fresa è lunga oltre
200 m. ed ha un diametro di scavo di 6, 50 metri.
Sette i motori elettrici con una potenza di 2205 Kw.
La testa è composta da 42 “taglienti” di 19 pollici di
diametro ciascuna. La talpa pesa complessivamente 380
tonnellate e la sua velocità di rotazione sarà di 0,8 giri al
minuto. La Tbm lavorerà a ciclo continuo nell’arco delle
24 ore e potrà scavare anche 10 metri di roccia al giorno.
Il cunicolo permetterà di conoscere meglio la struttura
morfologica del massiccio dell’Ambiin, propedeutico
per la progettazione esecutiva della nuova linea AV;
servirà inoltre ad accedere al cantiere del futuro tunnel
transfrontaliero e, una volta che il collegamento
ferroviario sarà in servizio, sarà utilizzato per
la manutenzione della galleria, come via di fuga
e accesso ai mezzi soccorso. Dal punto di vista tecnico
il cantiere fino ad oggi non ha incontrato nessuna
problematica particolare, anzi possiamo dire di essere
in anticipo rispetto ai tempi previsti.”
E poi c’è Milano che in questo momento vede
Cmc impegnata in ben 3 importanti cantieri…..
“Sì a Milano attualmente siamo presenti con il cantiere
dell’Expò 2015 dove sono mediamente impegnate
ad oggi circa 210 maestranze delle quali un centinaio
dipendenti Cmc suddivisi fra operai assunti locali (70)
e soci trasfertisti (30). Dopo le difficoltà iniziali dovute
essenzialmente ai processi autorizzativi, alla mancata
disponibilità delle aree, ad una incompleta definizione
progettuale, nonchè alla necessità di intervenire
preliminarmente per la bonifica delle aree dai rifiuti
presenti, oggi il cantiere sta marciando a pieno regime
con soddisfazione del Committente e della Direzione
lavori, come hanno potuto constatare anche
il Premier Letta ed il nostro Presidente Matteucci
03.1.d
in occasione della visita al sito della futura esposizione
universale nel mese di settembre.
Poi c’è il cantiere della Tem. Noi siamo impegnati
insieme ad altre coop nella realizzazione di uno
dei 3 lotti nei quali si divide l’opera, quello a nord.
I lavori del cantiere proseguono celermente e senza
particolari problemi. Ci preoccupano, invece, gli aspetti
legati al finanziamento dell’opera, ma contiamo
che si trovino soluzioni soddisfacenti entro l’anno.
Infine, proprio nelle ultime settimane abbiamo avuto
la consegna delle aree per l’apprestamento di cantiere
relativamente ai lavori della metrotranvia Milano-Parco
Nord-Seregno. Si tratta di una commessa importante
che supera i 100 milioni di euro. La nuova linea ha uno
sviluppo di circa 14,3 km, di cui 5,6 km sono a binario
doppio e 8,7 km a singolo binario con raddoppi per
gli incroci. Le fermate sono 25. L’intervento comprende
la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato
al confine fra i Comuni di Desio e Seregno. Attualmente
stiamo lavorando alla definizione del progetto esecutivo
e contiamo entro la primavera del 2014 di dare
il via ai lavori veri e propri per la cui esecuzione sono
contrattualmente previsti 28 mesi.
Non possiamo chiudere questa carrellata senza
parlare delle prospettive del mercato italiano.
La crisi in questi anni ha ridotto di molto
gli investimenti pubblici e privati in edilizia
in generale e nel settore delle infrastrutture
in particolare. In questi ultimi mesi, però, da più
parti si parla di deboli segnali di ripresa del settore.
“La crisi in Italia resta molto seria e un’ incertezza
politica prolungata non aiuta certo a trovare una via
d’uscita. Oggi più che mai servono innovazione, serietà,
capacità di misurarsi con i cambiamenti del mercato.
Cmc negli anni ’80 ha fatto la scelta strategica di andare
all’estero e oggi oltre la metà del nostro fatturato
è realizzato fuori dai confini nazionali. Ma l’Italia
per noi resta importantissima. Qui abbiamo le nostre
radici e la stragrande maggioranza dei nostri soci.
E qui vogliamo continuare a lavorare. Non è facile,
ma il positivo andamento del Portafoglio ordini Italia
anche per i prossimi anni ci incoraggia a guardare
al futuro con un atteggiamento cauto ma sereno”.
03.1.e
p.06 la Betoniera
Paolo Mondardini,
una vita in Cmc
È entrato in Cmc il 20 ottobre del 1975, ancora
prima di fare il militare.
“Come operaio” ci tiene a precisare “nel cantiere
per il Centro Commerciale e Direzionale
del quartiere S.Biagio, in via Faentina”.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti
e Mondardini da semplice operaio è diventato
socio della cooperativa (nel 1978), impiegato,
poi direttore di cantiere e infine direttore
tecnico per il comparto nord Italia.
Sposato, una figlia, Francesca, di 29 anni, la lista
dei cantieri dove è transitato è lunghissima.
Si va, per citarne solo alcuni, dai lavori per
la realizzazione degli Uffici Postali nei Comuni
non capoluoghi di Provincia della nostra
regione e in Umbria, al Centro Telex sempre
per le Poste a Bologna, a cavallo fra gli anni
70-80, alla costruzione dell’albergo Jolly
Hotel di Milanofiori (Mi), all’ampliamento
dell’ospedale Villa Marina a Piombino (Li),
agli interventi per l’eliminazione dei passaggi
a livello a Pisa, fra gli anni 80-90.
Negli anni ’90 il suo impegno è quasi tutto
concentrato in Lombardia dove segue, come
direttore di cantiere, fra gli altri i lavori per
la costruzione dell’albergo Royal Garden Hotel
di Assago (Mi), per il complesso residenziale
Immobiliare Persichetto a Rozzano (Mi),
per il palazzetto dello sport a Ponte di Legno
(Bs), per la realizzazione del tratto di
metropolitana Macciachini-Dergano in Ati con
la Torno Internazionale, per la realizzazione
della stazione ferroviaria di Rho-Pero, per
la costruzione di numerosi Centri Commerciali.
Dal 2001 è Direttore Tecnico dell’area nord Italia.
03.2
03.2.a
gruppo
di M. C.
Uno sguardo su Milano
dalla Torre Velasca
03.2.a La sala riunioni della sede
Milanese di Cmc.
03.2.b Marco Travanini.
Da molti decenni, per la verità, la nostra
cooperativa segna un’importante presenza
nella capitale meneghina a partire dai primi
cantieri all’inizio degli anni 80.
Ma è solo nel giugno del 2009 che la direzione
di Cmc decide che è arrivato il momento
di sbarcare con una propria sede nella capitale
finanziaria d’Italia.
Con Marco Travanini, direttore commerciale
per l’area milanese, tracciamo il bilancio
di questi 4 anni.
La Torre a forma
di fungo
Situata nella piazza omonima, a sud del Duomo,
la Torre Velasca deve il suo nome alla preesistente
piazza intitolata al governatore spagnolo Juan
Fernández de Velasco.
Lo facciamo nei prestigiosi uffici situati nella Torre
Velasca, nel cuore di Milano a due passi da piazza
del Duomo, dove oltre a Travanini lavorano
Monica Arena e da poche settimane Mauro Borin.
La Torre svetta nel panorama cittadino, del quale
è divenuta uno dei simboli più noti.
Per il suo interesse storico-artistico, nel 2011
la Soprintendenza per i Beni Culturali l’ha
sottoposta a vincolo culturale.
“Credo che il bilancio di questi 4 anni – dice l’ing.
Travanini - possa dirsi positivo sia per i numeri, oltre 250
milioni di lavori acquisiti, sia per la quantità e la qualità
dei rapporti costruiti. Milano e la Lombardia restano
un territorio molto dinamico anche in periodi di crisi
come quello che sta attraversando il nostro paese“.
Fu progettata dallo Studio BBPR su incarico
della società Rice, con la collaborazione
dell’ingegner Arturo Danusso, su un’area del
centro di Milano devastata dai bombardamenti
angloamericani del 1943.
La progettazione iniziò fra il 1950-1951 e fu
realizzata tra il 1956 e il 1957 con i finanziamenti
della Società Generale Immobiliare.
Per costruirla servirono 292 giorni, 8 in meno
del tempo contrattuale.
E poi c’è il traino dell’Expo…. “L’Expo 2015 può
essere per Milano e per l’Italia un grande volano
di sviluppo, soprattutto per il turismo. Avendo
partecipato nei giorni scorsi ad Expo International
Participants Meeting, devo dire che si avverte
la grandissima attenzione e l’entusiasmo da parte dei
rappresentanti dei paesi stranieri che hanno già aderito
ad Expo (al momento in cui scriviamo sono 133 n.d.r ).
Il brand “Milano”, capitale della moda e del design,
unito alla qualitá indiscussa delle nostre eccellenze
enogastronomiche (Expo 2015 è dedicato
all’alimentazione) esercitano un grande richiamo
e sono convinto che porteranno moltissimi visitatori
a Milano e non solo. L’idea sulla quale le istituzioni locali
stanno lavorando per un Expo diffuso in tutta la città,
sull’esempio di quanto già avviene per il salone
del mobile o per la settimana della moda, può rivelarsi
la carta vincente. Del resto anche gli ultimi dati turistici
dicono che le presenze su Milano sono in crescita
costante. Come Cmc siamo impegnati a pieno ritmo
in quello che è stato il primo cantiere aperto per l’Expo
e in una serie di lavori aggiuntivi per un valore
complessivo di circa 100 milioni. Inoltre, con Cmb,
la Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, ed altri
partner locali stiamo costruendo una proposta
commerciale per fornire ai paesi partecipanti ad Expo
un servizio completo chiavi in mano per la realizzazione
dei padiglioni nazionali. Un pacchetto che comprende
la progettazione e la costruzione, ma anche la gestione,
la manutenzione e, alla fine della manifestazione,
I primi diciotto piani sono occupati da negozi
e uffici, mentre i successivi piani, fino
al ventiseiesimo, sono destinati ad appartamenti
privati. Essi sono sviluppati su una planimetria
più larga rispetto ai piani sottostanti e ciò
conferisce la caratteristica forma “a fungo” alla
Torre, accentuata dalle numerose travi oblique.
Nella foto in alto la Torre Velasca. Sotto,
Marco Travanini insieme a Mauro Borin davanti
alla sede Cmc.
03.2.b
p.07 la Betoniera
L’apertura di una sede locale di Cmc a Milano
è storia recente.
lo smantellamento del padiglione. Ci stiamo lavorando
proprio in queste settimane e speriamo, nei prossimi
mesi, di riuscire a concretizzare qualche contratto”.
Ma Milano non è solo Expo… “Nelle scorse settimane
abbiamo avuto la consegna lavori per la realizazione
della nuova metrotranvia Milano-Parco Nord - Seregno.
È una commessa importante (oltre 100 milioni di valore
del contratto) alla quale teniamo in modo particolare.
Le metrotranvie possono diventare nei prossimi anni,
in Italia e nel mondo, infrastrutture strategiche.
Se realizzate con l’impiego delle migliori tecnologie
in campo di segnalamento e telecontrollo posso vantare,
infatti, velocità commerciali di esercizio non molto
diverse rispetto a quelle delle metropolitane,
ma ad un costo di realizzazione notevolmente inferiore.
E in tempi di magra per le finanze pubbliche questo
può rivelarsi un bel vantaggio.
Poi siamo impegnati nella realizzazione, insieme
alle altre grandi coop di costruzioni, del lotto nord della
la Tangenziale Est Esterna Milanese (Teem). Un’opera
importante (valore quota lavori Cmc circa 120 milioni)
perché ci vede impegnati oltre che nel raggruppamento
delle imprese costruttrici, anche nella società
concessionaria chiamata a gestire l’infrastruttura
per cinquant’anni”.
Le risorse pubbliche però scarseggiano ed
è prevedibile per i prossimi anni un calo
di investimenti nelle infrastrutture. Quali saranno
le strategie di Cmc, in ambito lombardo, per far
fronte a questo nuovo scenario? “Con la fine
dell’anno si esauriranno le gare legate al dossier Expo.
Guardando oltre, ci stiamo interessando al settore
sanitario. Si tratta di un business che in Lombardia vale
ben 17 miliardi di euro di giro d’affari annuo, a fronte
dei quali prevediamo possano continuare ad esserci
alcune centinaia di milioni all’anno di investimenti per
la realizzazione di nuove infrastrutture ospedaliere e per
la riqualificazioni delle esistenti. Tali interventi, infatti,
si ripagano nel giro di pochi anni attraverso i minori
costi di esercizio. Inoltre, ci stiamo accreditando presso
i grandi gruppi privati che a Milano hanno la loro sede,
Eni e A2A su tutti, con i quali auspichiamo di instaurare
un rapporto di collaborazione per gli anni a venire”.
Concludiamo questa chiacchierata con una nota
personale. Bresciano, classe ’74, laureato in ingegneria
civile, Travanini è in Cmc dal 2001. I primi anni li ha
trascorsi in Mozambico dove ha incontrato anche la sua
compagna, Anna, con la quale ha avuto due bimbi,
Carlo di 4 e Filippo di 1 anno. Rientrato in Italia nel 2005
dopo una breve pausa all’ufficio gare estero, viene
mandato a dirigere il cantiere della fermata ferroviaria
di Rho-Fiera Milano e, in seguito, a coordinare
il progetto definitivo della Teem. Oggi, come si diceva,
ricopre il ruolo di Direttore commerciale dell’area
milanese. È socio della cooperativa dal 2012.
Qual è la cosa che più ti ha colpito di Cmc e qual
è il bilancio personale del tuo percorso lavorativo?
“La cosa che più mi ha colpito in Cmc dal primo giorno
in cui sono entrato è il calore umano che ho trovato
da parte di tutti, dirigenti e colleghi. Un grande spirito
collaborativo, una grande solidarietà e la sensazione
di essere parte di una grande famiglia. Sul piano
professionale, gli anni in Mozambico e nei cantieri
milanesi mi hanno insegnato molto. Oggi vivo
un’esperienza diversa, dove è richiesta una grande
responsabilità personale ed una grande attenzione
ai rapporti interpersonali. Senza dubbio il mio bilancio
è positivo, più che positivo”.
04.a
04
formazione
di Cristiana Bolognesi
Sviluppo manageriale in Africa Australe
04.a-b Alcune immagini
delle due giornate di studio.
Si è svolta il 25 e 26 luglio presso l’hotel Avenida
di Maputo la prima edizione mozambicana del
corso di Management Efficace nonché, in assoluto,
la prima sessione di esami di Cmc University
in Africa Australe.
Le due giornate, condotte da Davide Casadio, hanno
offerto un’attenta disamina di principi, compiti
e strumenti in cui si articolano le best practice
manageriali e che sono alla base del processo di
valutazione caratteristico del progetto di Cmc Univerisity.
Molto positivi l’approccio, il coinvolgimento
e l’interazione da parte dei partecipanti così come
i riscontri in termini di gradimento la cui media
complessiva raggiunge il 4,48 (scala 1 a 5).
Il test di verifica dell’apprendimento (cui si sono
brillantemente sottoposti non solo gli iscritti
alla Cmc ma tutti i partecipanti al corso) ha riportato
un punteggio medio di: 7/10 .
Il giorno successivo, sabato 27 luglio e nella stessa
location ha avuto luogo il workshop “People and
Meeting Management” realizzato da Cmc in
collaborazione con Alma Graduate, la Business
School dell’Università degli Studi di Bologna.
La giornata, dedicata al management della divisione
Africa Australe, ha rappresentato un valido focus
teorico e pratico sui metodi di efficace conduzione
delle riunioni.
L’iniziativa, condotta da Massimo Franceschetti,
Direttore dell’Executive Mba Coop e docente
in comunicazione, ed impreziosita dalle testimonianze
del Generale Giuseppe Cucchi, ha rappresentato
la naturale prosecuzione del percorso iniziato
un anno fa col workshop “leadership e comportamenti
manageriali”.
I manager Cmc coinvolti nell’iniziativa hanno mostrato
un alto grado di coinvolgimento, di attenzione
e proattività sia nell’interazione d’aula che durante
le esercitazioni.
p.08 la Betoniera
Il gradimento espresso dai partecipanti è risultato
molto elevato raggiungendo una media di 4,43
(scala 1 a 5).
Anche il responsabile delle Risorse Umane dell’Africa
Australe Carlo Candido ha partecipato ai corsi
traendone un’ottima impressione: “È la prima volta
che lavoro in un’azienda dove la formazione
rappresenta uno dei pilastri portanti dei principi
fondanti. Per uno come me che ha lavorato per molti
anni in aziende di costruzioni posso dire con certezza
che è una cosa rarissima.
Ho partecipato ai corsi di Management Efficace
e People and Meeting Management tenutisi a Maputo
nel mese di luglio, sia in veste di dipendente
da formare sia come Responsabile Risorse Umane
dell’Africa Australe.
Come dipendente, mi ha sorpreso la preparazione
04.b
del personale docente, la sua capacità di interagire,
la creazione di un clima favorevole e partecipativo.
Come Responsabile Risorse Umane dell’Africa Australe,
sono stato piacevolmente colpito dall’entusiasmo
che questo tipo di attività crea nel personale selezionato
e il valore della formazione intesa anche come
attività di retention.
Unico piccolo problema, ma risolvibile in futuro,
viste le varie nazionalità, la lingua: italiano, inglese
o portoghese?
Comunque son contentissimo dei stimolanti risultati
conseguiti da tutti i partecipanti e colgo l’occasione
per ringraziare Cmc per gli sforzi profusi su
un argomento così importante.
La formazione come attività di retention, questo
è l’elemento distintivo!”.
05.a
e dei miei limiti, e una coraggiosa tenacia nel migliorarli.
Ho dato nuove priorità ad esigenze e valori,
dimenticando sovrastrutture che credevo imprescindibili.
Come pensi venga percepita Cmc dai locali?
La presenza di Cmc in Mozambico è storica. Ricordo il
mio grande entusiasmo nell’individuare il logo aziendale
nel murales celebrativo lungo l’Avenida Marginal
di Maputo, a testimonianza di una significativa presenza
della nostra azienda in questa parte del mondo.
Per i locali lavorare in Cmc è garanzia di sicurezza
e stabilità lavorativa.
05
05.b
giovani con la valigia
di Valentina Crociani
Giovani con la valigia
05.a.c Valentina Casasola.
05.b Valentina Crociani.
Valentina Casasola, 33 anni appena compiuti,
è Contract Manager Assistant del Water
Supply System di Nampula (Mozambico)
dal settembre 2011. Dopo una Laurea Magistrale
in Giurisprudenza e un Master in Project
Management nel settore delle costruzioni,
tolta qualche breve missione, sta vivendo con Cmc
la sua prima esperienza all’estero da espatriata.
Come descriveresti questa tua esperienza
lavorativa in cinque aggettivi? Sicuramente
straordinaria, nell’accezione più ristretta del termine,
cioè fuori dall’ordinarietà di una vita personale
e professionale che fino al 2011 seguiva binari certi
e ben definiti. Impegnativa, perché sento molto
la responsabilità del dover affrontare situazioni che
richiedono una preparazione tecnica che non possiedo
del tutto, data la mia formazione prettamente giuridica.
Forte, perché il Mozambico sta crescendo molto,
ma resta un Paese povero, e noi europei non siamo
preparati a questo tipo di scenario fatto di arretratezza
e disagi. Formativa, perché sto acquisendo
una professionalità, ma sto anche imparando
una lingua straniera – il portoghese – che difficilmente
avrei studiato altrimenti. Oltretutto, attraverso questa
esperienza ho imparato a conoscere meglio me stessa,
raggiungendo una consapevole stabilità. Infine positiva,
perché ho sempre desiderato lavorare per un periodo
all’estero in questo settore, anche se il Mozambico
è arrivato per caso e non e’ stato frutto
di una deliberata scelta. Probabilmente un cantiere
in un Paese maggiormente sviluppato sarebbe stato
psicologicamente più facile da affrontare ma,
ad ogni buon conto, il bilancio è senza dubbio
decisamente positivo.
Pregi e difetti? Un grande pregio è l’ambiente
multiculturale in cui lavoro: proveniamo da Paesi diversi
ed è interessantissimo lo scambio e i differenti approcci
alle questioni lavorative. Un altro è la velocità
di apprendimento rispetto al lavoro in sede, sia per
l’indotta responsabilizzazione nella gestione delle
mansioni, che per la intriseca motivazione personale
(bisogna averne molta per fare la valigia e spostarsi
dall’altra parte del mondo). Un ulteriore aspetto
interessante dell’apprendimento in cantieri come questo
è l’interiorizzazione del risultato e l’orientamento ad
esso, il cui raggiungimento passa giocoforza attraverso
la razionalizzazione delle risorse (di tutti i tipi) a
prescindere dalla qualità e dalla quantità a disposizione.
Lo stress infatti, spesso non deriva dalla complessità
dell’obiettivo ma dalla apparente carenza dei mezzi
più adeguati, che costringe alla ricerca di valutazioni
e approcci alternativi, usando quanto presente
e disponibile al momento. Un difetto è la commistione
totale di lavoro e vita privata: il carico ore di lavoro è
notevole, e oltretutto è difficile arrivare a casa e staccare
la spina, probabilmente anche perché il luogo ha poco
da offrire. Nampula è una città del nord del Mozambico
p.09 la Betoniera
a 200 km dal mare; ci sono una manciata di ristoranti,
una discoteca e qualche esercizio commerciale.
Lo standard di vita qui è incomparabile rispetto agli
standard europei, anche se è visibilmente migliorato
rispetto al 2011, visto il crescente numero di espatriati
che vi vivono e i servizi ed essi connessi. Anche alla luce
di questo, ammiro i miei colleghi che vivono in siti isolati
e a centinaia di km dai centri urbani; sicuramente
un’esperienza di quel genere è più totalizzante rispetto a
quella svolta da me. Comunque, un’esperienza
lavorativa come questa marca un segno indelebile e,
a meno che non sia del tutto negativa, induce a pensare
ad un futuro prossimo lontano dal proprio Paese,
di cui si ha sempre nostalgia ma in cui sembra bello
tornare solo per le ferie. Serve il coraggio per partire la
prima volta, poi il mondo diventa piccolo ed accogliente.
Quali differenze hai riscontrato rispetto al mondo
del lavoro in Italia? Il concetto di lavoro mozambicano
è diverso dal nostro e ammetto che - a volte - non è
semplice interagire con i locali nell’ambito professionale,
anche perché il Paese è caratterizzato da una intricata
burocrazia e da procedure farraginose che complicano
lo svolgimento anche delle più semplici attività. Tuttavia
ho conosciuto persone davvero in gamba, la cui buona
volontà e la conquistata formazione hanno permesso
loro di acquisire professionalità e modus operandi
per nulla differenti dal modo di lavorare italiano.
Cosa ti manca di più dell’Italia e cosa di “casa”?
Sarò banale, ma mi manca il cibo oltre – ovviamente –
agli affetti; in particolare la mia famiglia e l’abbraccio
di mia sorella. Grazie alla tecnologia i contatti sono
quotidiani, ma non possono sostituire la vicinanza
fisica e il calore dei momenti trascorsi assieme.
Cosa porterai con te al tuo ritorno? La pazienza,
che qui ho imparato a “coltivare”, e la capacità
di vivere con poco, che qui ho scoperto di possedere.
Come impieghi il tuo tempo libero? Leggo molto.
Libri in Italiano, inglese e portoghese. Quando possibile
organizzo qualche gita, soprattutto al mare, che
in questa zona del Mozambico è davvero meraviglioso.
Cosa stai imparando da questa esperienza? Dal
punto di vista professionale sto imparando moltissimo,
ed è un continuo immagazzinare esperienze.
La gestione contrattuale è un’area complessa
e multidisciplinare che racchiude contenuti tecnicogiuridici ed economici e necessita di costante analisi
teorica e percezione pratica. I contratti internazionali,
come il Fidic, hanno particolari strutture che devono
essere studiate ed assimilate per poi essere gestite
lasciando pochi spazi alla interpretazione tout court, che
è invece tanto cara a noi operatori del diritto in Italia.
Anche dal punto di vista personale le conquiste sono
state notevoli: il raggiungimento di un equilibrio più
maturo, a cui aggiungo il riconoscimento dei miei mezzi
Cosa si può migliorare (se ritieni ci sia qualcosa
da migliorare)? L’inserimento dei giovani, dal punto
di vista dell’accoglienza personale, soprattutto
in Paesi “particolari” come il Mozambico, poiché
un’ambientazione complicata può pregiudicare le più
motivate ambizioni professionali e inficiare quel senso
di appartenenza all’impresa che ritengo sia una delle
basi per un fruttuoso e duraturo rapporto professionale.
La mia fortuna è stata quella di arrivare qui insieme
ad un gruppetto di ragazzi più o meno coetanei, con
educazione e vissuti simili, e l’unione ha fatto davvero
la nostra forza. Non dimenticherò mai il mio primo
giorno a Nampula: credevo non sarei resistita neanche
24 ore, e invece sono qui da quasi due anni. A livello
lavorativo, un management aperto e disponibile è stato
determinante per il mio inserimento: non mi ha fatto
mancare supporto e sostegno, e si è dimostrato fin
da subito sensibile ad una necessaria implementazione
della gestione contrattuale della commessa.
Dovrebbe essere sempre così, per tutte le new entries.
Per il ruolo che stai ricoprendo, quanto influisce
sia negativamente che positivamente - se influisce
- essere una donna, in Mozambico? L’essere donna
non ha assolutamente influito né nel mio lavoro
né nel mio ruolo. Alle riunioni, sono quasi sempre
l’unica rappresentante femminile, ma questo sarebbe
successo anche in Italia, dal momento che le posizioni,
soprattutto in determinati settori e a livelli apicali, sono
ancora prerogativa del mondo maschile. Da questo
punto di vista il Mozambico mi sembra un Paese aperto:
la donna è presente anche ai livelli più alti, addirittura
rivestendo incarichi istituzionali e ministeriali. Inoltre,
a partire dagli strati più bassi della società, è evidente
che le donne contribuiscono al sostegno della famiglia
in maniera concreta ed incisiva: è molto comune,
ad esempio, vedere una donna impegnata in attività
manuali o pratiche, e anche nel nostro cantiere ci sono
diverse lavoratrici, alle quali sono preclusi solo alcuni tipi
di lavori pesanti. Ritengo che le donne mozambicane
ancora non si rendano conto dell’importanza che
rivestono all’interno della struttura sociale, né abbiano
una chiara consapevolezza del proprio valore, ma credo
che - seppur lentamente - qualcosa stia cambiando.
Parlando con qualche ragazza locale, ho potuto notare
una sorta di orgoglio femminile che rivendica autonomia
e indipendenza rispetto alla propria famiglia
o ad un compagno sbagliato, che le sta portando
ad accettare indubbi sacrifici pur di non sottostare
alle condizioni di una infelice vita imposta.
05.c
06.1.a
06.1
lavori in corso
di Salvatore Picone
Nella nuova 640 il tragitto
che guarda al futuro
06.1.a L’arrivo della testa
della Tbm a Porto Empedocle.
Inizia così l’avventura siciliana
della Tbm. I pezzi sono arrivati
dalla Francia via mare e verranno
Parla la gente della provincia di Agrigento.
Tutti concordi sull’importanza dei lavori
di raddoppio. Quasi pronto il primo lotto
della “Agrigento-Caltanissetta”: da “strada
della morte” a “strada degli scrittori”.
trasportati con mezzi speciali
in Contrada Bigini, alle porte
del capoluogo Nisseno. La fresa
scaverà la galleria Caltanissetta,
sotto la collina S.Elia.
06.1.b Foto di gruppo dei
lavoratori della Empedocle 2
all’imbocco della galleria.
Dall’attuale statale, dove si trova
il campo base del Contraente
generale, si intravvede il cantiere
aperto e l’imponente carro ponte
dove la Tbm sarà montata.
Per salvare la Sicilia da un morbo vecchio di secoli,
scriveva con la sua penna barocca Gesualdo Bufalino,
“non sarà una chirurgia che ci amputi, ma occorrono
cure diverse: libri e acqua, libri e strade, libri e case,
libri e occupazione”. L’ingegner Pierfrancesco Paglini,
project manager dell’Empedocle, pensa ai lavori
di raddoppio della statale 640 mentre legge un passo
del libro “La luce e il lutto” dello scrittore comisano.
Strade, occupazione e libri: un territorio cresce con
le opere, le infrastrutture, l’economia, il lavoro. Tutto
questo ha rappresentato e rappresenta il cantiere
dei lavori di raddoppio della “Agrigento-Caltanissetta”.
E la gente lo ha capito per l’impegno di chi continua a
lavorare in cantiere, dimostrando vicinanza alle maestranze
e ai lavoratori. Certo, ci sono sempre i denigratori, spinti
probabilmente da furie legate ad interessi particolari e
privati. Ma questa è una strada pubblica e i lavori che si
sono fatti finora sono sotto gli occhi di tutti. Nel segno,
naturalmente, della legalità e delle regole. E chi vive
qui ha anche capito che rispetto ad alcuni anni fa molto
è cambiato. Lo hanno capito soprattutto i più giovani.
I siciliani che vivono in questo territorio sanno che
adesso la viabilità e la vivibilità sono un po’ migliorate.
Certo, tanto resta da fare. Ma almeno su questa striscia
d’asfalto non si conteranno più i morti degli anni passati.
Cosa pensa la gente
Abbiamo incontrato, nel versante agrigentino, un po’
di gente. Inutile dire che il senso di appartenenza
al territorio stavolta fa vedere le cose in maniera diversa.
“A differenza del nord del Paese – ci ha detto Enzo Di
Natali, insegnante ad Agrigento - i grandi investimenti
strutturali risalgono agli anni Settanta e solo
recentemente proprio con il raddoppio della statale.
Una manna caduta dal cielo, anche per il fatto che
in breve tempo si è riusciti a costruire una strada del
tutto nuova”. “Finalmente siamo stati tirati fuori dalla
marginalità geografica - dice Don Carmelo Petrone,
direttore del settimanale “L’Amico del popolo”
di Agrigento e portavoce dell’arcivescovo Montenegro Una bella infrastruttura che serve non solo per
raggiungere Agrigento dal resto del mondo, ma con
un grande scopo sociale per chi vive qui. Basti pensare
p.10 la Betoniera
che adesso facilmente da Agrigento possiamo raggiungere
i paesi dell’entroterra e viceversa. Per non parlare delle
risposte di occupazione che sono state date in questi
anni”. Gioachino Rizzo di Canicattì lavora come
impiegato in un ente pubblico: “Mi sposto quasi ogni
giorno da Canicattì ad Agrigento e si nota la notevole
differenza tra prima e ora. A volte penso che non sia vero:
questa strada era un sogno per tutti noi, adesso c’è e
finalmente non sentiamo più di morti e incidenti stradali”.
Finalmente una strada sicura
Di Canicattì anche la signora Giovanna Infantino,
casalinga: “Quando sarà completamente finita avremo
la consapevolezza di avere finalmente una strada sicura.
Certo, vedere che in pochi anni è stato fatto tanto
ci consola rispetto al fatto che ci sono cantieri rimasti
bloccati per molto tempo”. Alfonso Collura, impiegato
alle Poste, fino a poco tempo fa viaggiava da Racalmuto
a Canicattì. Sua moglie, docente, viaggia ogni giorno
06.1.b
per raggiungere il liceo classico della città dell’Uva
Italia: “Si raggiunge Canicattì con facilità, la doppia
carreggiata ha snellito il traffico che c’era prima con
la superveloce. Una cosa importante sono gli svincoli
e le strade adiacenti alla nuova 640 che sono stati
realizzati: ci sono gli accessi nei terreni privati senza
pericoli di nessuna natura”. Angelo Collura, assessore
alla Cultura del Comune di Grotte, vicino al ministro
Angelino Alfano, parla di un’opera “che migliora
senz’altro la vivibilità in queste due province della Sicilia.
Una strada fatta bene di fondamentale importanza
anche per legare le città capoluogo alla periferia”.
“I cantieri della 640 - dice invece Emilio Messana,
segretario del Pd della provincia di Agrigento - hanno
dato una risposta concreta anche alla forte domanda
occupazionale di questi territori. Sia nel primo lotto che
nel secondo, centinaia sono i giovani che hanno trovato
lavoro e questo significa crescita, sviluppo e futuro”.
06.2.a
Una strada per il commercio
I lavori di raddoppio, naturalmente, hanno dato una
boccata d’ossigeno anche al commercio. Totò Cardillo,
rappresentante in Sicilia di mobili di grandi firme del
nord, è sempre in giro da una città ad un’altra. Percorre
la 640 ogni giorno: “Ci sono strade nell’isola che
andrebbero recuperate, soprattutto nel ragusano.
Penso alla nostra vecchia statale e a questa, e ci
vorrebbe un’impresa seria come quella impegnata qui
per recuperare le zone emarginate. Adesso Agrigento
non è più così lontana e meglio sarà quando anche
nel versante nisseno sarà tutto completato”.
Lillo Sardo, imprenditore agrigentino, aggiunge:
“È un’arteria che ci collega al continente visto che
la provincia di Agrigento attraverso questa strada
raggiunge l’aeroporto di Catania o lo stretto di Messina,
ed è stato un errore non farla partire dalla Valle
dei Templi bensì dal bivio di Favara, in contrada Petrusa.
Tuttavia il dato positivo è che la strada comunque c’è, la
percorriamo. Soprattutto quelle poche imprese che fanno
commercio al nord: penso ai nostri prodotti il cui trasporto
è senz’altro agevolato rispetto a qualche anno fa”.
Sulla 640, un viaggio sentimentale
Di com’era la strada negli anni Cinquanta ce ne parla
Aldo Scimè, racalmutese, uno dei primi giornalisti Rai
in Sicilia, per anni segretario dell’Assemblea Regionale
Siciliana: “Era una strada di campagna – dice – quando
fecero lo scorrimento veloce ci sembrò un miracolo.
Nel frattempo però raccontavamo un’Italia che cresceva,
mentre la 640 restava indietro. Oggi è una realtà
moderna e ci piacerebbe legare il bivio di contrada
Noce a Leonardo Sciascia. In questa campagna, dove
lui ha scritto i suoi libri, abbiamo trascorso anni davvero
straordinari”. Sentimentale e suggestiva l’affermazione
di Mario Gaziano, agrigentino, regista teatrale e autore
di programmi televisivi: “Assolutamente indispensabile
questa strada, anche per il turismo – dice – Prima chi
percorreva la statale doveva stare attento maggiormente
alla guida. Oggi, guidando, si può meglio ammirare il
paesaggio e riflettere sul percorso che attraversa territori
storicamente e culturalmente importanti che hanno
lasciato un segno all’Italia e all’Europa: da Agrigento,
patria di Pirandello, si attraversano i territori legati a
grandi scrittori o a momenti particolari della storia della
Sicilia. Bisognerebbe mettere dei cartelli che indicano
questi luoghi”. Trenta chilometri di cultura, dunque.
La strada degli scrittori
Un progetto in realtà già tracciato e definito, nato da
un’idea di Felice Cavallaro, giornalista del “Corriere della
Sera” che ha origini proprio a Racalmuto, la terra di
Leonardo Sciascia. “La strada degli scrittori” il nome del
progetto turistico presentato a fine settembre al castello
Chiaramontano di Racalmuto alla presenza di cinque
assessori della Regione Sicilia. L’iniziativa serve
ad accendere i riflettori sui percorsi letterari che da Porto
Empedocle, la città marinara di Pirandello e Andrea
Camilleri, passi, attraverso la Valle dei Templi, nei luoghi
letterari legati a Antonio Russello a Favara e Sciascia
a Racalmuto. E di questo si parlerà la prima settimana di
novembre nel paese dell’autore de Il giorno della civetta
in un convegno al quale parteciperà anche il ministro dei
Beni culturali Massimo Bray. Per sottolineare ancora una
volta l’importanza della nuova “Agrigento-Caltanissetta”
e del gran lavoro svolto da tutti coloro che si sono
rimboccati le maniche per consegnare a questo territorio
una strada che non sia riconosciuta più come “strada
della morte”, ma strada di sviluppo, di legalità e cultura.
p.11 la Betoniera
06.2
lavori in corso
di S. P.
Pronto il Serra Cazzola,
il ponte che unisce la Sicilia
06.2.a-b Il viadotto Serra
Cazzola visto dall’alto.
Il Serra Cazzola è pronto. Il viadotto prototipo
d’Europa divenuto simbolo dell’unione tra
le province di Agrigento e Caltanissetta è concluso.
Le cento Sicilie così diverse nella storia,
nel dialetto, nel modo di essere e di apparire
adesso sono più vicine.
Il Serra Cazzola infatti accorcia i tempi, rende più
sicuro il tratto ed è il vero fiore all’occhiello dei lavori
della Cmc nell’isola.
I lavori sono stati portati a termine con grande impegno
e professionalità dall’Empedocle scpa che si avvia
a concludere il raddoppio della statale nel versante
agrigentino.
Il Serra Cazzola è anche l’orgoglio di ingegneri e
maestranze per le criticità presentate durante la spinta
sincronizzata. Ma grazie al lavoro di squadra si è riusciti
a portare a termine con professionalità e competenza
l’opera iniziata quattro anni fa.
Il viadotto Serra Cazzola adesso è una realtà. A fine
settembre è stato aperto lo svincolo Aquilata al fine
di consentire la congiunzione del ponte Aquilata
con l’importante viadotto Serra Cazzola. Lo svincolo
consentirà non solo di percorrere con sicurezza questo
tratto della nuova 640, ma di immettersi – arrivando
da Agrigento – nei tratti per raggiungere i centri
06.2.b
di Racalmuto, Castrofilippo e la zona industriale
di Canicattì. Mentre chi dovrà raggiungere il Nisseno
dovrà percorrere il viadotto e la galleria Serra Cazzola
e il tratto di Vecchia Dama, poco prima dello svincolo
nord di Canicattì.
A seguire quotidianamente i lavori, tra gli altri,
l’Ingegner Emilio Giordano che ci trasmette i numeri
relativi al Serra Cazzola: “L’impalcato unico ospita
entrambe le carreggiate ed i marciapiedi/cordoli
con le seguenti caratteristiche geometriche: due cordoli
laterali da 1,5 metri e uno centrale da 2,5 metri per
l’alloggiamento delle barriere di sicurezza, del parapetto
e dei marciapiedi di servizio di estremità. Dodici campate
(55m +70m+3x90m + 120m +3x90m +2x70 +55m)
per uno sviluppo complessivo di 980 metri ed
una larghezza trasversale di 26,5 metri. La soletta in
calcestruzzo armato ha uno spessore costante di 25 cm,
ed è connessa alle travi principali e ai traversi mediante
pioli tipo Nelson. Il getto in opera avviene su predalles
tralicciate autoportanti”. Numeri importanti anche per
ciò che riguarda l’acciaio dell’impalcato metallico: circa
10 tonn/m per un totale di circa diecimila tonnellate. Per
quanto riguarda le solette, seimila mc di acciaio in tutto.
Insomma un’opera colossale per la Sicilia. Unica per
il metodo di realizzazione, come ha sempre sottolineato
il progettista Ingegner Luigino Dezi.
06.3
lavori in corso
di Luca Barbara
Firmato il primo contratto
in India
Ci sarà anche Cmc
nella costruzione
dell’autostrada
costiera in Libia
Il 10 Settembre abbiamo firmato il contratto
per i lavori di scavo dell’Head Race Tunnel per
l’impianto Idroelettrico di Parbati nello Stato
dell’Himachal Pradesh in India.
il primo contratto di appalto. Il tunnel, parzialmente
scavato, dovrà essere completato per la porzione
rimanente (circa 4,5 km) e dovrà essere rivestito in
calcestruzzo per tutta la sua lunghezza pari a 9km circa.
Anche Cmc fa parte del raggruppamento
guidato da Impregilo-Salini che costruirà
l’autostrada costiera in Libia, tra Bengasi
ed il confine con l’Egitto.
Si tratta del primo lavoro di Cmc in India. La Letter
of Award era stata ricevuta il 13 Agosto e la firma
del contratto è la naturale conclusione di un processo
di aggiudicazione che che si è protratto per diversi
mesi impegnando l’azienda in una lunga trattativa
con in Cliente.
Le sfide in questa nuova avventura sono tante,
a partire dal dover ripristinare la Tunnel Boring Machine
“ereditata” dal primo contrattista e tutte le attrezzature
ad essa connesse, dai problemi di logistica
in una regione in cui le più elementari infrastrutture
scarseggiano, fino alle naturali difficoltà che
si incontrano ogni qualvolta si iniziano operazioni
in una nuova realtà.
I lavori, finanziati dal Governo Italiano, saranno
eseguiti in circa 4 anni e riguardano la costruzione
del Lotto 1 della superstrada nel tratto,
di 400 km, tra Al Marj ed Emssad.
L’ammontare complessivo della commessa,
il cui contratto è stato firmato il 13 agosto scorso,
è di 994 milioni di euro circa e la quota lavori
di Cmc ammonta a circa 100 milioni di euro.
Il team di Cmc è già al lavoro ed i primi tecnici
sono già sul posto per coordinare le fasi di mobilitazione
ed avviare la riparazione della Tbm per completare
lo scavo nei tempi previsti. La durata del contratto
prevista è di 48 mesi.
Grazie a questa commessa e a quella firmata
in Nepal, la Cmc ha raggiunto l’obiettivo
di acquisire nel 2013 oltre 500 milioni
di lavoro all’estero.
L’importo dei lavori è di poco superiore agli 85 milioni
di Usd ed i lavori saranno eseguiti in partnership
al 50% con l’impresa di costruzioni indiana Gammon
Ltd, una delle imprese leader del settore nel paese.
Cmc dovrà completare i lavori di costruzione del Hrt che
furono abbandonati da un contrattista indiano durante
Ancora al Facim di Maputo
Come ogni fine agosto, da quarantanove anni a questa
parte, si è tenuta a Maputo la Fiera Internazionale
dell’Industria e del Commercio (Facim).
L’evento, svoltosi dal 26 agosto al 1° settembre,
ha visto una partecipazione record di ben 22 paesi
(tra cui 2 esordienti, il Giappone e la Svezia) per
un totale di 2282 imprese espositrici (tra queste 1734
mozambicane, 526 straniere e ben 47 italiane!).
Cmc ha fatto ancora una volta da “alfiere”
nel padiglione italiano occupando, insieme alla sua
controllata Sulbrita, uno degli stand prossimi
dell’ingresso del padiglione stesso.
Nonostante l’ubicazione ancora un po’ disagiata (dallo
scorso anno la Fiera è stata spostata in una nuova area
06.4
lavori in corso
Cmc acquisisce quote
della Difazio Industries Inc.
Dopo mesi di trattative adesso è ufficiale.
Cmc ha acquisito nelle scorse settimane il 33,3%
della Difazio industries Inc, società privata
con sede a New York, con una notevole esperienza
come general contractor nel settore delle
infrastrutture e in particolare in quello delle
utilities in sotterraneo.
risultava pari a $ 6,18 milioni con un giro d’affari,
sempre nel 2012, di $ 37,1 milioni e un margine lordo
di $ 2,3 milioni pari al 6,1% del totale ricavi.
Al 30 giugno 2013 la società presenta un portafoglio
lavori superiore agli $ 87 milioni, ricavi pari $ 16,4
milioni con un margine lordo di $ 2,07 milioni (pari
al 12,6 %) e un reddito netto pari a circa 404 mila usd.
La società costruita nel 2004 dai tre fratelli Difazio ma
attiva nel settore fin dal 1979 (a guidare la precedente
società il padre degli attuali soci) gode di una ottima
reputazione nel settore in cui opera grazie alla
consolidata presenza sul mercato di New York (è attiva
in tutti e cinque i distretti newyorkesi ) dove ha sempre
operato sia per clienti privati che pubblici.
L’accordo sottoscritto prevede, come si diceva,
l’acquisto, in una prima fase, da parte di Cmc del 33,3%
della società mediante un aumento di capitale sociale
sottoscritto per un importo totale pari a $ 4,5 milioni.
Fra gli obiettivi della nuova società la creazione
di condizioni utili per competere su progetti e gare
di maggiori dimensioni e la creazione di sinergie
con l’attività attualmente svolta dalle nostre controllate
attive sul mercato americano, Lmh e Cmc Usa.
Il patrimonio netto della società al 31 dicembre 2012
p.12 la Betoniera
a circa 30 Km da Maputo che, a causa dell’aumento
esponenziale del traffico, richiedeva per raggiungerla
da Matola o da Maputo oltre 1 ora) il numero di
visitatori ha superato abbondantemente quelli della
passata edizione, arrivando ad oltre 80 mila unità.
La manifestazione è stata inaugurata dal Presidente
della Repubblica, Armando Emilio Guebuza, e ha
visto la visita di diverse personalità di rilievo tra cui
spiccavano il Primo Ministro Alberto Vaquina, vari
ministri europei ed il nostro vice Ministro dello Sviluppo
Economico, On. Carlo Calenda. Tra le imprese italiane
partecipanti qualche rammarico, tra i nostri
connazionali, per l’assenza di grandi e prestigiosi
nomi italiani come Eni e Saipem, comunque presenti
in Mozambico in forma importante.
06.5.a
06.5.b
06.5
lavori in corso
Potenziamento della
Strada Nazionale R61
06.5.a-c Foto dal cantiere
di Qumanco.
Proseguono i lavori per il miglioramento della
Strada Nazionale R61 dal Qumanco River (km 42)
al Ngcobo End (km 68.5) in Sud Africa.
I lavori, che sono iniziati lo scorso gennaio e che
proseguiranno per 18 mesi, sono commissionati dal
South African National Roads Agency Limited
(Sanral),finanziati dal South African Government e
vedono la nostra Cooperativa come main contractor.
Il progetto, situato, a circa 200 km dalla città di East
London, nella provincia di Eastern Cape, prevede:
06.5.c
• il potenziamento di circa 10,2 km di carreggiata
singola e 1 km a doppia carreggiata attraverso
Ngcobo CBD;
• l’ampliamento della strada da 32 metri ad un minimo
di 50 metri dove possibile;
• la realizzazione di accessi agricoli;
• la costruzione di 10 nuovi canali sotterranei;
• il potenziamento dell’illuminazione stradale
attraverso Ngcobo Town;
• il ripristino della vegetazione;
• l’installazione di segnaletica stradale.
Heritage day in South
Africa
In occasione dell’Heritage day in South Africa
(24 settembre) alcuni lavoratori Cmc si sono
presentati al lavoro con i loro vestiti tradizionali.
Nella foto, da sinistra il nostro Adm. Manager Peter
Guiducci, Letsie Mankobo (segretaria del Tender
Department) vestita con il vestito tradizionale del
Lesotho, Brenda Khumalo (segretaria Cmc) vestita
con il vestito tradizionale Tsonga, Sandra Khumalo
(tender department) vestita con il vestito tradizionale
Shangaan e Daniele Ventrasca.
Terminati i lavori a
Concordia e Mirandola
Sono terminati, come da programma, i lavori per
l’ampliamento delle scuole di Mirandola e Concordia.
Le strutture scolastiche che erano state realizzate
da Cmc nell’estate del 2012 dopo il terremoto che
ha colpito l’Emilia, sono state oggetto nei mesi estivi
di lavori di ampliamento e di miglioramento.
A Mirandola sono state realizzate 6 nuove aule
scolastiche, 2 laboratori, un nuovo blocco servizi,
opere esterne e impianto di raffrescamento per tutto
l’edificio scolastico oltre a quello antintrusione per
un importo complessivo di circa 1,4 milioni di euro.
A Concordia sono stati realizzati 700 mq circa
di nuove costruzioni che comprendono, fra l’altro,
3 aule, 2 laboratori, 5 uffici, la biblioteca, l’archivio
oltre a varie opere esterne per circa 1 milione di euro.
I lavori sono stati ultimati nei 65 giorni previsti
contrattualmente e, all’apertura delle scuole, alunni
e insegnanti hanno potuto occupare i nuovi spazi.
p.13 la Betoniera
I Sindaci in visita al
cantiere dell’ospedale
dei Castelli
Si è svolta, a fine settembre, la visita dei Sindaci
e degli amministratori di Ariccia, Genzano,
Castel Gandolfo e Lanuvio al cantiere
dell’ospedale dei Castelli.
Dopo la lunga fase dei lavori per lo sminamento
di oltre 700 bombe dai 15 ettari del cantiere
e il completamento del sondaggio archeologico
che ha portato alla scoperta e al recupero di mura
e strade romane, oggi il cantiere è in piena attività
con 5 gru al lavoro e una ottantina di operai
tra ferraioli e cementisti.
Ci vorranno ancora 3 anni per completare
l’opera che, lo ricordiamo, è eseguita dalla società
consortile ” Ospedale dei Castelli”
(la partecipazione di Cmc è del 50,1%) e, una
volta terminata, consegnerà alla collettività una
moderna struttura di tre piani con 269 posti letto,
un dipartimento di emergenza di 2° livello
e tutte le specializzazioni al suo interno.
07.a
07.b
07
approfondimenti
di Dario Alberto Tita
Un sogno divenuto realtà
07.a-b, d-e Immagini della base
Del Din di Vicenza.
07.c Dario Alberto Tita.
Il prestigioso Organismo di Certificazione
americano United States Green Building Council
(Usgbc) il 2 agosto 2013 ha riconosciuto il livello
di certificazione Leed “Gold” al progetto building 3
concluso dalla Cmc questa primavera presso
la base Us Army del Dal Molin di Vicenza.
Il 26 agosto, poi, Usgbc ha riconosciuto il livello di
certificazione Leed “Silver” al progetto LZ Bldgs 67,
76 e 146 anch’esso concluso di recente dalla Cmc
all’interno della stessa base.
Una premessa: cosa è il Leed, quale il protocollo
seguito dal progetto, le aree tematiche ed
il Sistema di Certificazione? Leed rappresenta
un sistema di rating complesso che valuta l’impatto
ambientale degli edifici considerando una pluralità
di dimensioni, non solo l’efficienza energetica,
ma anche la scelta del sito di costruzione, la gestione
efficiente dell’acqua, i materiali impiegati negli edifici,
lo smaltimento dei rifiuti, il comfort degli occupanti
e la salubrità degli spazi interni.
Il sistema di certificazione Leed rappresenta uno
strumento estremamente potente ed al contempo
flessibile che permette ai gruppi di progettazione
e costruzione di valutare la migliore strategia
per raggiungere il livello di certificazione voluto
07.c
ed ottimizzare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente
circostante.
Il protocollo che è stato seguito dai team di
progettazione e costruzione per il progetto Building 3
è il Leed for New Construction and Major Renovations
(v2.2) dove per Major Renovations si intendono
le “ristrutturazioni importanti” di edifici esistenti ovvero
quegli interventi che coinvolgono modifiche significative
dell’involucro edilizio, degli spazi interni e degli impianti.
Il sistema di rating Leed v.2.2 si struttura in sei sezioni
organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti
di ogni sezione sono obbligatori affinché l’intero
edificio o complesso di edifici possa venire certificato.
I crediti possono essere scelti in funzione delle
caratteristiche del progetto e del sito di costruzione.
Le sei sezioni sono le seguenti:
• Susteinable Sites (Sostenibilità del Sito)
• Water Efficiency (Gestione delle Acque)
• Energy & Atmosphere (Energia ed Atmosfera)
• Materials & Resources (Materiali e Risorse)
• Indoor Environmental Quality (Qualità ambientale
Interna)
• Innovation in Design (Innovazione nella Progettazione)
Per conseguire la certificazione Leed il progetto
candidato deve dunque obbligatoriamente conseguire
tutti i prerequisiti e parte dei crediti: il punteggio
complessivo ottenuto in tal modo può consentire
di arrivare al livello di certificazione Leed desiderato
o richiesto dalle specifiche di contratto. La somma dei
punteggi dei crediti determina il livello di certificazione
dell’edificio. Su 69 punti disponibili nel sistema di rating
Leed v.2.2, almeno 26 devono essere ottenuti per
il livello di certificazione base denominato Certified.
Il sistema di certificazione si articola in quattro livelli
in funzione del punteggio ottenuto: Base (26-32 punti);
Argento (33-38 punti); Oro (39-51 punti); Platino
(52 punti e oltre).
La certificazione è un processo gestito da un soggetto
terzo Usgbc che verifica la conformità della
documentazione ricevuta dall’appaltatore
a supporto della certificazione con quanto stabilito
dal protocollo Leed.
Il processo è caratterizzato generalmente da una serie
di fasi che sono le seguenti:
• Appaltatore >> registrazione del progetto;
Design Stage Submittal
• Progettista >> preparazione della documentazione
relativa ai prerequisiti e crediti del progetto;
• Appaltatore >> sottomissione della documentazione
di progetto;
• Usgbc >> revisione della documentazione di progetto;
• Usgbc >> riconoscimento dei punti ottenuti
con la sottomissione di progetto ed eventuali richieste
di chiarimento e/o integrazione documenti sui
prerequisiti e/o crediti ritenuti non conformi ai requisiti
del protocollo;
• Progettista/Appaltatore >> preparazione chiarimenti
e/o integrazione documenti richiesti da Usgbc;
• Usgbc >> revisione finale della documentazione
relativa alla fase di progettazione ed anticipazione
dei punti ottenuti con la documentazione di progetto;
• Appaltatore >> appello alla revisione finale di Usgbc
argomentando le ragioni o accettazione dei punti
riconosciuti;
Construction Stage Submittal
• Appaltatore >> preparazione della documentazione
relativa ai prerequisiti e crediti della costruzione;
• Appaltatore >> sottomissione della documentazione
di costruzione;
• Usgbc >> revisione della documentazione
di costruzione;
• Usgbc >> riconoscimento dei punti ottenuti con
la sottomissione di costruzione ed eventuali richieste
di chiarimento e/o integrazione documenti
sui prerequisiti e/o crediti ritenuti non conformi
ai requisiti del protocollo;
• Appaltatore >> chiarimenti e/o integrazione
p.14 la Betoniera
07.d
Vicenza: cosa bolle in pentola?
Alla data di scrittura del presente articolo è ancora
uno il processo di certificazione Leed in corso
sui progetti appaltati da Cmc presso la base Dal Molin
di Vicenza, esattamente:
documenti richiesti da Usgbc;
• Usgbc >> revisione finale della documentazione
relativa alla fase di costruzione ed anticipazione dei
punti ottenuti con la documentazione di costruzione;
• Appaltatore >> appello alla revisione finale
di Usgbc argomentando le ragioni o accettazione
dei punti riconosciuti;
• Usgbc >> certificazione del progetto.
Il Leed in Italia
Alcuni numeri sulla dimensione Leed in Italia
(dati aggiornati al 01/08/2013):
• 44 progetti certificati Leed;
• 157 progetti in fase di certificazione.
Building 3: un sogno durato tre anni divenuto oggi realtà
Ripercorriamo adesso la sequenza delle fasi del progetto
building 3 che ha portato alla certificazione Leed Gold:
• Progetto sottomesso a Usgbc il 27/08/2010;
• Prima revisione del progetto completata da Usgbc
il 01/10/2010 con commenti;
• Chiarimenti ed integrazione documenti trasmessi
a Usgbc il 25/03/2011;
• Seconda revisione del progetto completata da Usgbc
il 25/05/2011;
• Appello presentato dal progettista il 25/10/2011;
• Revisione finale del progetto completata da Usgbc
il 27/12/2011 con il riconoscimento di 26 punti
sui 32 sottomessi;
• Documentazione relativa alla fase di costruzione
sottomessa a Usgbc il 16/05/2013;
• Revisione completata da Usgbc il 12/06/2013
con commenti;
• Chiarimenti ed integrazione documenti trasmessi
a Usgbc il 12/07/2013;
• Revisione finale della documentazione relativa alla fase
di costruzione completata da Usgbc il 02/08/2013
con il riconoscimento de 15 punti sui 16 sottomessi;
• Progetto certificato Gold il 02/08/2013 con 41 punti.
Ricordiamo che il contratto appaltato con la Us Navy
prevedeva il raggiungimento della certificazione Silver
(33-38 punti) e che l’ottenimento del Gold con i 41
punti riconosciuti è il risultato non solo del cuscinetto
di punti sopra la soglia desiderata (es. 33 per
la certificazione Leed Silver) che il team di
progettazione-costruzione mira a costruire per avere
una ragionevole certezza che quanto richiesto
dalle specifiche di contratto sia raggiunto ma anche
e soprattutto dallo sforzo dei team di progettazione
(Tokdg di Roma per conto della Us Navy) e Cmc che
hanno passato al setaccio tutti i requisiti del protocollo
mirando e raggiungendo crediti non originariamente
previsti nello scopo del lavoro.
Building 3: i principali attori del successo
Questa certificazione è il risultato del lavoro compiuto da:
• The Ok Design Group, gruppo di progettazione
per conto della Us Navy; preparazione della
documentazione necessaria per la Design Stage
Submittal;
• Mrs. Deborah Martin, consulente Cmc Leed negli Usa
per la redazione della documentazione di costruzione
in conformità al protocollo scelto, chiarimenti su quanto
specificato dal protocollo e sottomissioni a Usgbc;
• Dario Alberto Tita, interfaccia di Cmc con il consulente
Leed negli Usa e con il Cliente Us Navy; preparazione
dei modelli standard di documentazione da trasmettere
ai diversi subappaltatori coinvolti nei diversi prerequisiti
e crediti scelti per il raggiungimento del livello di
certificazione desiderato; coordinamento delle attività
di preparazione della documentazione; meeting mensili
con il personale Cmc coinvolto nel progetto per fare
il punto della situazione ed informarli sugli eventuali
p.15 la Betoniera
sviluppi con il consulente ed il cliente; aggiornamento
costante dello stato della documentazione di progetto
e costruzione tramite la creazione di una matrice ad hoc
appositamente sviluppata per monitorare gli
avanzamenti del lavoro e trasmessa regolarmente al
consulente Leed ed al cliente per tenerli costantemente
informati sull’avanzamento dell’intero processo inclusa
la progettazione; revisione della documentazione
relativa alla fase di costruzione prima della trasmissione
al consulente Leed incaricato dell’inoltro all’organismo
di certificazione Usgbc;
• Roberto Giuseppe Rossi & Armando Bonassi, non più
entrambi con Cmc, interfaccia con i subappaltatori di
Cmc e preparazione della documentazione preliminare
relativa alla fase della costruzione;
• Mauro Borin, completamento della documentazione
relativa alla fase di costruzione.
Building 3: i numeri della certificazione
• Multiple Facility Complex Project; Cliente: Us Navy;
Progettista: Alberto Izzo & Partners; livello di
certificazione richiesto: Silver; livello di certificazione
atteso: Gold.
Per questo progetto la certificazione è attesa più avanti,
probabilmente entro la fine dell’anno solare in corso.
Nel dicembre 2012, con il progetto sono stati
riconosciuti 24 punti che costituiscono una buona base
per il raggiungimento della soglia di 39 punti richiesta
per il Gold.
La raccolta della documentazione relativa alla fase
di costruzione è ancora in corso per via del non
completamento ad oggi delle attività relative alla (1)
raccolta e trasferimento dei rifiuti e (2) commissioning
degli impianti meccanici ed elettrici. Per quanto
riguarda la prima attività si stima di completare a breve
mentre per quanto riguarda la seconda probabilmente
andremo un po’ più lunghi dato che l’attività
di commissioning è ancora in corso.
I punti in ballo con la sottomissione della
documentazione relativa alla fase di costruzione sono
17 che offrono un minimo ma nello stesso tempo buon
margine (2), sulla base dei risultati ottenuti sino ad oggi,
per il raggiungimento della soglia Gold desiderata (39).
Una “piccola” nota a margine di quanto sopra
è che nessun altro progetto appaltato dal Dipartimento
della Difesa Usa nel mondo, si avete capito bene
“nel mondo”, di dimensioni pari o similari, ha ottenuto
il rating Gold, per dirlo alla Us usando le parole del
responsabile della Us Army per il progetto Kambiz
Razzaghi “…as far as we know, this is first (Gold) for any
entire installation any where in the world and not just
Us.” (trad. “per quanto ne sappiamo, questo è il primo
Gold per una intera installazione ovunque nel mondo
e non solo negli Stati Uniti d’America”).
Di tutto questo dobbiamo essere più che soddisfatti
ed orgogliosi. Cmc is in the zone.
Grazie ad una fortissima determinazione e desiderio
di eccellenza sembra possibile ottenere la certificazione
Leed Gold per questo progetto. Incrociamo le dita!
Questi i punteggi ottenuti per ciascuna area tematica Leed:
Maggiori dettagli sui singoli crediti riconosciuti da Usgbc
e/o non soddisfatti sono sullo scorecard ufficiale
disponibile da Usgbc.
Legacy Zone Buildings 67-76-146: Leed “Silver”
Cliente: Us Army; Progettista: Alberto Izzo & Partners
(AI&P); livello di certificazione richiesto, atteso
e ricevuto: Silver.
Questo progetto, a differenza del precedente building 3
e Multiple Facility Complex at Dal Molin, ha pagato un
peggiore risultato ottenuto con la fase di progettazione
che ne ha compromesso il raggiungimento della soglia
successiva Gold per un attimo auspicata dal team
di costruzione composto dagli Ingg. Dario Alberto Tita
e Mauro Borin. L’installazione dei pannelli fotovoltaici
in copertura appaltati ad un consorzio del quale
anche Cmc fa parte avrebbe permesso facilmente
il raggiungimento del livello Gold ma questo non
è stato possibile dato che non si è raggiunto l’accordo
economico con il cliente per il compenso dovuto
al team Leed negli Usa per le ricalcolazioni energetiche
dei tre fabbricati. Peccato, un’occasione sprecata!
Questi i punteggi ottenuti per ciascuna area tematica Leed:
Se mi permettete, un ultimo appunto a quanto
già scritto. Mi sento fiero ed onorato di aver avuto
la possibilità di partecipare ad un progetto di queste
dimensioni e così importante per Cmc. È per questo
motivo che ho dedicato totalmente questi 5 anni
al raggiungimento dei traguardi prefissati e addirittura
al superamento di alcuni di essi. Volevo dare a Cmc
l’opportunità di raggiungere un obiettivo di alto livello
che ci possa permettere, come azienda, di essere ancora
più competitiva e qualificata. In questi 5 anni sono,
con mia grande soddisfazione, riuscito in questa
impresa grazie, lasciatemelo dire, alla mia dedizione,
abnegazione e passione che ho trasmesso nel mio lavoro
e grazie anche alla preziosa collaborazione dei colleghi
che mi hanno voluto seguire in questa impresa.
07.e
08
08.a
08.b
donne allo specchio
di V. C.
Donne allo specchio:
Enrica e Monica
08.a Monica Grossi.
08.b Enrica Savioli.
08.c Le nostre due intervistate.
Enrica Savioli ha 32 anni ed è di Alfonsine, lavora
in Cmc come assistente di direzione presso
la Direzione Amministrazione Finanza e Controllo
Sistemi da gennaio 2010; Monica Grossi ha 50 anni
ed è tornata ad abitare a Ravenna da un anno,
dopo averne trascorsi quasi 6 presso Val di Chienti
svolgendo le mansioni di segretaria della
Direzione Generale. Lavora in Cmc dal 1984
ed è attualmente impiegata nella segreteria
tecnica dell’Ufficio Acquisti.
Dove abiti e quanto tempo impieghi per recarti
al lavoro?
Enrica: Ad Alfonsine, che dista circa 25 km da Ravenna,
e in macchina impiego circa mezz’ora. Talvolta mi è
capitato di venire in treno, ma è un mezzo più vincolante,
anche se il tragitto dura poco più di 15 minuti.
Monica: Vengo al lavoro sia in bici che in macchina,
ed impiego all’incirca una decina di minuti.
Come è composto il tuo nucleo familiare?
Enrica: Sono sposata da tre anni e ho un bimbo
di poco più di due anni e mezzo che si chiama Lorenzo.
Monica: Vivo sola.
Come sei riuscita a conciliare gli impegni
extralavorativi con la tua professione?
Enrica: Non è sempre facile conciliare gli impegni
della sfera familiare con il lavoro, soprattutto quando
si hanno figli e si è costretti a rimanere nella città in cui
si lavora per l’intera giornata. Lavorando a 25 km da
casa, non ho il tempo per rientrare in pausa pranzo,
quindi cerco di sbrigare le principali faccende
domestiche nel fine settimana. Poiché – indubbiamente
– non è possibile rimandare tutto al week end, di ritorno
dal lavoro faccio ciò che riesco, dando comunque
sempre la priorità al mio piccolo, che vorrebbe giocare
e che ha giustamente bisogno di sentirsi coccolato.
Ma il tempo per riuscire a fare tutto al meglio
è davvero poco.
Monica: Non avendo figli, parte del mio tempo libero
è dedicato alla casa, ai miei genitori ed al resto della
famiglia. Essendo più “libera” cerco di dare una mano,
sono un punto di riferimento per loro in particolare
per i genitori e per i nipotini.
Tolte le ore che dedichi al lavoro e alla famiglia,
quanto tempo riesci a dedicare a te stessa
e come lo spendi?
Enrica: Non è molto il tempo che posso dedicare ai miei
08.c
interessi, ma cerco sempre di trascorrere qualche ora del
sabato con le mie sorelle. In particolare, ho una sorella
gemella con cui condivido la passione per il giardinaggio
e la cucina e con cui mi piace fare shopping. Con
lei passo volentieri anche qualche mezz’ora al telefono
la sera; è un modo diverso di condividere le nostre
giornate proprio come facevamo quando vivevamo
nella stessa casa, ma anche per restare vicine
nonostante ognuna abbia ormai la propria vita.
Monica: Il tempo libero che dedico solo a me stessa
lo impiego partecipando ad eventi culturali
e frequentando un corso di tango argentino, mentre
in estate amo andare al mare e, quando è possibile,
portare i miei nipoti con me. Amo inoltre visitare luoghi
storici o siti archeologici. Adoro anche fare fotografie,
e una delle esperienze più belle l’ho vissuta proprio
grazie a Cmc: ho fotografato da un piper i nostri cantieri
Val Di Chienti “progetto Quadrilatero” ed alcune foto
sono state inserite su Quarry & Construction.
Nonostante il lavoro sia ormai da ritenere
un lusso, guardando anche al panorama
internazionale, quali migliorie ritieni si debbano
apportare in Italia, a livello legislativo, per aiutare
una donna con un lavoro di 40 ore settimanali
e una famiglia da gestire?
Enrica: Purtroppo noi donne ci troviamo molto spesso
a dover conciliare troppi impegni fra lavoro, casa
e famiglia, e non sempre riusciamo a farlo nel modo
migliore. Credo occorra una maggiore tutela in questo
senso da parte del nostro governo, che dovrebbe
promuovere leggi più favorevoli nei confronti sia delle
donne “in generale” che, in particolare, nei confronti
delle donne con figli, venendo incontro alle loro
esigenze sia durante il periodo immediatamente
successivo alla nascita, che negli anni a venire, quando
i bimbi sono comunque ancora in tenera età.
Ad esempio, se venisse prolungato il periodo
di maternità fino al compimento del primo anno di vita
del bambino, o fosse possibile poter scegliere di lavorare
part-time almeno durante i primi anni di vita dei propri
figli a parità di stipendio, la gestione dei rapporti
interfamiliari e la crescita dei bambini – che sono
il nostro futuro – ne gioverebbero sicuramente.
Monica: Negli ultimi anni il part time è una realtà
che è andata purtroppo perdendosi in Cmc, come
credo anche in altre aziende. Credo però che un asilo
aziendale o un piccolo baby parking possano davvero
andare incontro alle mamme in maniera concreta;
sono strutture che darebbero una serenità maggiore
a tutta la famiglia, sia alla mamma che al papà. A questo
proposito, credo che in Italia i congedi di paternità
vadano potenziati perché, allo stato attuale delle cose,
uno dei due genitori si trova a dover scegliere, e quindi
a rinunciare. Per quello che è stata la mia esperienza
in Val di Chienti, ho visto padri usufruirne; segno che,
se le condizioni si creano, vengono poi anche sfruttate.
Ritieni che questa azienda possa o debba ancora
fare qualcosa per aiutare le donne, in questo senso?
Enrica: Credo che questa cooperativa possa fare molto
da questo punto di vista. Io non sono di Ravenna,
ma penso che se ci fosse un asilo all’interno della
cooperativa, con tariffe agevolate rivolte ai figli dei soci
e dei dipendenti Cmc, sarebbe molto utile a chi abita
in zona. Inoltre, sarebbe necessario per giovani madri
come me avere la possibilità di rimanere a casa con i
propri figli quando sono malati o occorre accompagnarli
a visite mediche, senza dover ricorrere al normale
monte ore dei permessi concessi ai dipendenti.
Poi una maggiore flessibilità di orario e la possibilità
di poter lavorare ad orario continuato anche in pausa
pranzo consentirebbero una gestione lavoro-casa
molto più gradevole.
Monica: Credo che questa cooperativa debba sforzarsi
di dare più spazio alle donne, i cui ruoli sono ancora
molto subordinati rispetto agli uomini. In Italia,
in generale, il mondo del lavoro tiene ancora poco
conto degli impegni delle donne al di fuori di esso,
e quindi fatica a creare compromessi equi fra vita
lavorativa e privata di una donna, e la testimonianza
di Enrica ne è un esempio.
Tirando le somme, da quando sei in Cmc, cosa ti
ha dato di più e cosa più ti ha tolto questo lavoro?
Enrica: Sicuramente Cmc mi ha dato e continua a darmi
una stabilità economica che di questi tempi è davvero
sempre più rara, considerando la situazione attuale
del nostro Paese. D’altro canto, come dicevo prima,
non poter tornare a casa a metà giornata mi porta
a sacrificare il mio tempo libero e a ridurre in maniera
consistente la mia presenza all’interno della famiglia.
A volte ho l’impressione che con gli orari di ufficio
la vita passi troppo in fretta senza poterla assaporare
come vorrei... ma è un destino comune a molti
di questi tempi!
Monica: Cmc è un’azienda in grado di offrire buone
basi e un livello alto di professionalità, anche grazie
alle tante opportunità di confronto con altre aziende
del settore e non. Inoltre, offre attualmente
delle certezze che altre imprese non sono in grado
di dare oggi. Penso, ad esempio, all’attenzione ai soci,
che in molte realtà è venuta a mancare. Per quanto
mi riguarda sono molto contenta del percorso fatto fino
ad oggi poiché mi ha dato la possibilità di conoscere
bene l’area tecnica ed acquisire una professionalità
che si è approfondita negli ultimi anni passati in Val
di Chienti, toccando così diversi settori.
Quali fra i momenti e le attività sociali hai
apprezzato di più, nell’arco della tua esperienza
lavorativa in Cmc?
Enrica: Certamente la festa dell’Epifania, che ci permette
di trascorrere qualche ora in compagnia delle famiglie
dei soci e dipendenti Cmc e di conoscerci meglio
anche in ambito extralavorativo. Ti senti parte di una
grande famiglia.
Monica: Mio padre lavorava in Cmc, quindi ho vissuto
diversi anni in giro per l’Italia. Quello che dice Enrica
è vero, e credo si respiri ancora di più in cantiere.
Per esempio, quando ero in Trentino con la mia famiglia,
un collega di mio padre si era travestito da Babbo Natale
ed era passato per tutte le case a portare i pacchi
ai bambini; è un ricordo che porto ancora con me,
e rappresenta un valore aggiunto. Da piccola adoravo
anche l’Epifania, mentre da dipendente apprezzo molto
sia i pranzi in sede che in cantiere, ma questi ultimi
credo siano molto più sentiti: accogliere qualcuno
dalla sede e condividere dei momenti di convivialità
arricchisce sempre entrambe le parti, per non parlare
poi della Polisportiva e dei bellissimi concerti di Natale.
Relativamente alla tua esperienza personale,
Cmc è?
Enrica: È una porta aperta sul modo e la possibilità
di imparare dall’esperienza di coloro che hanno costruito
giorno dopo giorno la storia di un grande gruppo,
ma anche un ambiente di lavoro familiare che mi
ha arricchito e fatto crescere anche dal punto di vista
dei rapporti interpersonali.
Monica: Un’ottima impresa, e una grande “mamma”.
Ma anche un’insegnante di vita: abbiamo superato
molti momenti critici, che ci hanno uniti e fortificati.
È un’azienda che è anche molto ammirata, conosciuta
e riconosciuta all’esterno. In tutti questi anni, non
sono stati rari i complimenti che ho visto rivolgere
a Cmc da parte di altre aziende con le quali abbiamo
lavorato, e tutte concordano nell’affermare
che l’impronta di Cmc “si vede”.
p.16 la Betoniera
09.a
09
noi e voi
di Valda Miani
Ridere per mantenersi in vita
09.a Una foto dello scrittore
vincitore del premio.
09.b Un momento
dell’incontro con i tre finalisti,
da sinistra Fabio Stassi, Marcello
Non si cresce
in un luogo, si cresce
in una lingua.
Sorgi e Valerio Magrelli.
Stassi e Magrelli erano anche
finalisti al Campiello.
I 3 libri possono essere richiesti
alla biblioteca sociale di Cmc.
Le foto sono di A. Jyoti.
Io sono cresciuto nel dialetto siciliano, e a questa
lingua, a questa cultura appartengo, anche
se sono vissuto a Roma. Ogni figlio di emigranti
è partorito come in un trasloco, diceva mia nonna.
Si nasce in un’altra città quasi per sbaglio, solo per
uno scherzo del destino, ma non ha importanza,
se poi in casa, durante l’infanzia, si parla
con altre parole, con un altro accento. Per tutto
questo, ogni viaggio in Sicilia è per me un ritorno.
Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e Vincenzo
Consolo sono stati l’isola che non ho abitato.
I loro libri hanno disegnato per me l’unica mappa
geografica che riconosco e che so interpretare.
Una cartina dove i nomi degli scrittori
sostituiscono quelli delle città, e i titoli dei romanzi
sono golfi, pianori, montagne.
È il patto che Charlie Chaplin stabilisce con
la morte nel libro dello scrittore Fabio Stassi,
vincitore del premio 2013. Un libro sul cinema
e sull’arte della risata.
Lo scrittore Fabio Stassi con il libro “L’ultimo ballo di
Charlot”, edito da Sellerio, ha vinto la venticinquesima
edizione del premio letterario “Racalmare – Leonardo
Sciascia”. L’appuntamento con i libri, nel cuore del
territorio di Sciascia, anche quest’anno ha avuto come
sostenitore la nostra cooperativa. La cerimonia di
consegna del premio, presentata dall’inviato del Corriere
della Sera Felice Cavallaro, si è svolta domenica nell’atrio
del municipio di Grotte. La giuria, presieduta dal
giornalista Gaetano Savatteri, ha scelto tra i tre finalisti:
Fabio Stassi, Marcello Sorgi (“Le sconfitte non contano”)
e Valerio Magrelli (“Geologia di un padre”) tra una rosa
di venti finalisti. I tre autori per due serate hanno parlato
dei loro libri, che per una strana sincronicità avevano
un unico filo conduttore, il rapporto tra padri e figli.
A consegnare i premi, da parte di Cmc, l’Ing.
Pierfrancesco Paglini, project manager dell’Empedocle.
Il premio ha raggiunto la venticinquesima edizione
ed è molto seguito dai cittadini di Grotte e Racalmuto,
le due cittadine dell’entroterra agrigentino. Nell’evento
e nei ricordi di alcuni dei suoi protagonisti ancora
si sente l’orma dei grandi scrittori che ne sono stati
protagonisti, Sciascia, Consolo, Bufalino, Camilleri.
“I venticinque anni del Premio Racalmare – ha detto
il presidente onorario del premio Gaetano Savatteri –
dimostrano non solo la grande affezione per una
manifestazione che negli anni non ha perso il proprio
valore ma testimoniano anche che si tratta di un premio
vivo che si è saputo rinnovare negli anni. Tra i suoi punti
di forza il fatto che, grazie al voto e alla partecipazione
della giuria popolare che legge i libri finalisti e poi
sceglie il vincitore, i libri circolano, entrano nelle case,
vendono commentati animando il dibattito culturale”.
09.b
Mio padre mi raccontava spesso di quand’era
il più giovane fattorino telegrafico della Sicilia,
e non aveva sedici anni, e una volta gli toccò
consegnare una lettera a Leonardo Sciascia.
Bufalino fu invece il primo scrittore a cui telefonai,
una mattina, per chiedere al suo orecchio assoluto
per la letteratura il permesso di continuare
a scrivere oppure il divieto definitivo. Ma non
lo incontrai mai; ne custodisco solo le lettere
che ci scambiammo nel corso degli anni.
Dei tre, Vincenzo Consolo è l’unico che ho avuto
la fortuna di conoscere e abbracciare più volte
ed è stato lui a benedire il mio primo romanzo.
In una foto famosa sono seduti insieme nella casa
in campagna di Sciascia. Un giorno di due anni
fa ne stampai una riproduzione e la appesi nel mio
corridoio. La settimana dopo Antonio Sellerio
mi telefonò per dirmi che gli era piaciuta
la mia storia su Charlot e la nascita del cinema.
Viaggiavo come sempre sul mio treno
di pendolari. In Brasile si dice che ogni coincidenza
ha un’anima. Mi piace pensare che sia così.
Per tutto questo entrare di nuovo in contatto
con loro, ricevendo questo premio, di cui tutti
e tre furono i presidenti e che ora porta il nome
di Leonardo Sciascia, è per me il regalo più grande
che potessi ricevere.
Fabio Stassi
Verdi & Shakespeare: Macbeth, Otello e Falstaff
Al Teatro Alighieri, dall’8 al 17 novembre, la nuova
trilogia d’autunno.
Ravenna Festival 2013 conferma la svolta avviata
lo scorso anno proponendo una programma articolato
in più momenti nel corso dell’anno. La XXIV edizione,
inaugurata a febbraio con la prima mondiale del nuovo
spettacolo dei Momix, proseguita con la ‘classica’
programmazione estiva, sta per concludersi a novembre,
dall’8 al 17, con una nuova “Trilogia d’Autunno”
dedicata a Giuseppe Verdi & William Shakespeare.
La rassegna chiuderà le celebrazioni per il bicentenario
verdiano, evento che ha attraversato tutto
il Festival 2013, con l’incontro del maestro con
le opere del più grande drammaturgo della storia:
Macbeth (8, 12 e 15 novembre), Otello (9, 13 e 16
p.17 la Betoniera
novembre) e Falstaff (10, 14 e 17 novembre).
I drammi di Shakespeare sono ancora lì, sul suo
comodino, vicino alle partiture dei quartetti prediletti:
Haydn, Mozart e Beethoven, nelle stanze
di Sant’Agata. Proprio questi luoghi – la sua villa,
Roncole e Busseto – nelle foto dei giovani artisti
di VerdiWeb 2012 saranno lo scenario della trilogia.
Cristina Muti firma regia e ideazione scenica
delle tre opere, affidate, con la consueta tecnica
“laboratoriale” alla più innovativa e vitale delle
risorse: i giovani. È infatti coinvolgendo giovani
cantanti, molti di loro già affermati e lanciati proprio
dal Festival, che si affronterà questa nuova sfida. In
buca l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da
Nicola Paszkowski, mentre il coro, istruito da Corrado
Casati, sarà quello del Teatro Municipale di Piacenza.
10.1.a
10.1
attività sociali
Bella serata al Marinabay per
la Festa della Polisportiva Cmc
10.1.b
Grande successo domenica 8 settembre per
la tradizionale festa della Polisportiva Cmc
che al Marinabay di Marina di Ravenna ha riunito
per la cena oltre 170 persone.
Oltre all’estrazione della tradizionale lotteria (primo
premio a Nino Palumbo, secondo premio a Melica
Bovinelli, terzo premio a Raffaello Rossi) quest’anno
la serata è stata animata da tre appassionanti manche
10.1.f
di Dr.Why, il simpatico gioco a squadre che ha proposto
ai partecipanti domande di cultura generale, di sport
e sulla storia di Cmc.
Durante il giorno si è svolto il torneo di beach tennis,
giunto alla sua sesta edizione (che ha visto la vittoria
del “solito” Mauro Buldrini in coppia con Gianluca
Battello) e una partita di calcetto che ha visto la squadra
dei blu prevalere su quella rossa. Appuntamento
al prossimo anno!
In gioco per
una buona causa!
Tutti i martedì sera alle ore 20:30, dall’8 ottobre
al 26 novembre, presso la Casa Cmc, Angolo
di Paradiso, via A. Gnani 16, Ravenna in
collaborazione col Circolo Cittadino
di Ravenna, Partite di RISIKO!
Le offerte dei partecipanti saranno interamente
devolute ai programmi socio-sanitari del progetto
di cooperazione internazionale Amici dell’Ecuador.
10.1.c
Rinnovata
la convenzione con la
Palestra F.R.E.E. Time
La Palestra F.R.E.E. Time, presso il Villaggio
del Fanciullo in via del Pino a Ponte Nuovo,
offre a dipendenti Cmc e Csc lo sconto
del 10% sul costo degli abbonamenti
trimestrali, semestrali, annuali dei corsi gestiti
non in promozione.
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10.1.d
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10.2.a
10.2
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attività sociali
di Aldo Grossi
I pensionati in tour: è la volta di Orvieto!
10.1.a-l Galleria di immagini
della festa della Polisportiva.
10.2.a Foto di gruppo
dei partecipanti alla gita
dei pensionati.
10.2.b-c Due immagini
di Orvieto.
Si parte alle 6 dal piazzale Cmc diretti ad Orvieto.
Siano in 44 su un pullman della Start con due
autisti: Mirko e Gabriele. Imbocchiamo l’E45 che
terremo fino a Todi. Si parte che è ancora buio,
solo più tardi il cielo schiarisce e si fa giorno, ma c’è
ancora un po’ di nebbia che scompare più avanti.
Passato il traforo di Montecoronaro si entra nella valle
del Tevere. Sosta per il caffè e altro verso le 8.
Gilberto Montalti ci fa ridere raccontando al microfono
un fatto divertente e dopo un po’ una poesiola
con protagonista un uccello infortunato rifugiatosi
in una chiesa.
Lasciamo l’E45 a Todi e prendiamo una strada
panoramica lungo il Tevere che, più avanti, si allarga
nel lago di Corbara.
Passate autostrada e ferrovia dopo qualche chilometro
siamo a Orvieto: sono le 9.40. Al parcheggio
incontriamo le 2 guide per la mattinata e ci dividiamo
in 2 gruppi per iniziare la visita della città.
Prima, dall’esterno, vediamo il pozzo di S. Patrizio
che è lì vicino, poi la guida ci accompagna alla Piazza
del Duomo, piena di turisti piuttosto rumorosi.
La guida ci parla della costruzione che si è protratta
per decine di anni, ci illustra la facciata, che è veramente
stupenda, poi ci fa entrare all’interno. In fondo
al transetto c’è la cappella di S. Brizio coi celebri
affreschi del Signorelli di inizio ‘500. In fondo
al transetto di sinistra c’è invece la cosiddetta cappella
del Corporale con un reliquiario che è un capolavoro
di metalli preziosi e smalti.
Lasciato il Duomo, la guida ci accompagna in Piazza
del Popolo, dove c’è il mercato; su un lato della piazza
c’è l’antico Palazzo del Popolo di epoca medievale.
10.2.c
Passiamo poi in Piazza della Repubblica, dove visitiamo
la chiesa di S. Andrea con accanto una caratteristica
torre dodecagonale a bifore. La visita mattutina
è così terminata, le guide ci lasciano e, poiché è quasi
ora di pranzo, ci trasferiamo tutti al ristorante Maurizio
dove siamo attesi. Il ristorante prende il nome
da una vicina torre con orologio, sulla cima della quale
una statua in bronzo, chiamata Maurizio, batte le ore.
Pranzo ottimo, compreso il vino bianco! Alle 14,
poco più, siamo pronti per ripartire.
Alle 15 abbiamo appuntamento con altre guide
davanti al Duomo per la visita delle cavità sotterranee,
due delle tante che in 2500 anni sono state scavate
sotto la città dai suoi abitanti.
Orvieto sorge su una piattaforma di roccia vulcanica
(tufo e pozzolana); sotto questa piattaforma c’è
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un basamento di argilla, che è impermeabile,
al contrario della roccia sovrastante. Nel corso dei secoli
lo strato superiore è stato scavato per ogni dove
e i vani così ottenuti sono stati adibiti a vari usi: pozzi,
cantine, frantoi, fornaci per ceramica, allevamento
di piccioni (colombari) con aperture verso l’esterno.
Il primo dei due gruppi in cui ci siamo divisi è composto
da coloro che poi andranno a visitare il pozzo
di S. Patrizio, quindi, ultimata la visita di Orvieto
Underground, ci siamo trasferiti in 19 all’ingresso
del pozzo. Raffaello ha fatto il biglietto per tutti
e siamo entrati.
Il pozzo , profondo 62 m e con 248 scalini in discesa
e altrettanti in salita, è stato costruito dal 1527
al 1537 su progetto di A. da Sangallo il Giovane;
discesa e salita sono a spirali sovrapposte e prendono
luce dal pozzo centrale attraverso 72 finestroni. Nel
fondo del pozzo c’è qualche metro d’acqua e tantissime
monetine gettate dai turisti; usciamo alle 17 circa.
Secondo programma dobbiamo ripartire alle 18.
Ci sono lì vicino i resti di una fortezza fatta costruire
nel 1364 dall’Albornoz per conto del Papa; l’interno
è ora adibito a parco pubblico. Nella piazza antistante
c’è la partenza (e l’arrivo) di una corsa a piedi
con tanta gente ad assistere, fra cui molti dei nostri.
Ci ritroviamo poi al pullman che è parcheggiato poco
distante. Sono le 17.45, ci siamo tutti e potremmo
ripartire, ma non ci lasciano rientrare in strada perché
stanno passando gli ultimi partecipanti alla gara
podistica, di ritorno dal loro giro. Finalmente, verso
le 18 e 10, possiamo iniziare la marcia di ritorno.
Alle 22 siamo davanti alla Cmc, stanchi ma felici
per aver passato una bella giornata in compagnia
e per aver visto una città così interessante.
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