Scuola Secondaria di primo Grado “Arnolfo di Cambio” Colle Val d’Elsa – Casole d’Elsa – Radicondoli (SI) http://www.scuola-dicambio.org/ Progetto Pilota CLIL sede di Casole d’Elsa – Prof.sse Sandra Branconi (Sc. Matematiche) Laura Maffei (Lettere) - Come è nata l’idea di introdurre la metodologia CLIL sulla nostra sede: Le attività CLIL si sono sviluppate nella nostra scuola – in particolare, nella sede staccata di Casole d’Elsa – a partire dal 2006. L’esigenza di riflessione è nata in seguito ad una semplice considerazione, legata alla presenza nelle classi di una elevata percentuale di alunni a lingua madre non italiana. Tali alunni (in una quota indicativamente pari al 20-25% sul totale degli iscritti) non sempre hanno un’adeguata padronanza della lingua – o, almeno, non di una “lingua per l’apprendimento”, che consenta loro di acquisire conoscenze e competenze adeguate. Pertanto, la nostra considerazione è stata che, con questi alunni, ogni docente doveva operare una didattica CLIL: indipendentemente dalla disciplina insegnata (non solo Lingue, ma anche Scienze, Educazioni, ecc.) ogni docente doveva innanzitutto operare in maniera da far acquisire ai discenti, insieme, lingua e contenuti. Ne consegue che la metodologia CLIL si è introdotta nella nostra scuola in primo luogo come pratica di lavoro, e solo in un secondo tempo si è proceduto ad una riflessione teorica (anche sulla base dell’esperienza svolta e dei suoi risultati). Una prima conoscenza superficiale della didattica CLIL e delle teorie al riguardo si è realizzata attraverso confronti tra docenti; una successiva documentazione sul web ci ha portate poi a partecipare ad un corso di formazione in servizio (LLP – Comenius) inerente al CLIL. Dopo questa esperienza (Ipswich 2007) abbiamo avviato il primo corso CLIL “ufficiale” all’interno dei laboratori opzionali pomeridiani (dunque con un gruppo di alunni contenuto e abbastanza eterogeneo per età e competenze linguistiche e disciplinari). L’esperienza a Ipswich (con la docente Diana Hicks) ci ha dimostrato quanto le indicazioni sia teoriche che pratiche relative al CLIL fossero ancora in discussione e non del tutto sistematizzate: i docenti inglesi erano infatti docenti delle singole discipline che parlavano la propria lingua madre e non avevano esperienze reali di metodologia bilingue (o multilingue), quindi sperimentavano su di noi dei percorsi più che indicarcene di precisi. In sostanza, i docenti ci suggerivano di riproporre le stesse modalità che essi adottavano in classe con i propri studenti (per i quali l’Inglese era lingua madre). Ci siamo subito accorte che questo approccio in classe non era produttivo. Non si tratta infatti di “tradurre” semplicemente in inglese una lezione tradizionale, ma di cambiare decisamente modalità di lavoro (adattando obiettivi, attività, strategie – e anche contenuti). Tuttavia, questo primo corso ha avuto il merito di indicarci alcune attività pratiche e fornirci alcuni spunti di ricerca (da quel momento in poi, abbiamo saputo come e dove cercare). La pratica con gli alunni, al contrario, è stata per noi subito positiva, sia per l’accoglienza che il nuovo corso CLIL ha ricevuto da parte di alunni e famiglie, sia per i risultati ottenuti, immediatamente misurabili. Di conseguenza, nel 2008 abbiamo chiesto un nuovo corso di formazione in servizio sul CLIL (Cork 2008). L’esperienza è stata molto più pratica, non specifica sulle singole discipline, ma con un interessante approccio interdisciplinare (pur con momenti individualizzati). Non abbiamo avuto nessun approfondimento teorico (ci è stata solo fornita una bibliografia), ma sono state suggerite molte attività che abbiamo sperimentato sul posto con il gruppo dei colleghi, e che poi abbiamo messo in pratica con gli alunni. Naturalmente, le attività devono essere tarate sull’età e le competenze linguistiche degli alunni: obiettivi, strategie e metodologie vanno adattate al target specifico dei discenti. Pensiamo che sia particolarmente interessante e stimolante attuare percorsi CLIL nella scuola secondaria di primo grado perché i ragazzi, ancora in parte bambini, possono essere coinvolti con attività ludiche ed argomenti semplici: in tal modo si appassionano e arricchiscono in maniera percepibile il proprio lessico, i contenuti specifici delle discipline e la propria sicurezza nell’esposizione. L’apprendimento avviene così sostanzialmente in modo piacevole, gratificante per tutti, e senza fare fatica. - Coordinate del corso – pilota: - Corso organizzato dalla scuola - gestito all’interno dei laboratori opzionali pomeridiani (la scuola offre pacchetti di 30 ore – senza rientri pomeridiani, 33 ore – un rientro pomeridiano e 36 ore – due rientri pomeridiani) - 2 ore settimanali - circa 20 alunni - materie coinvolte: Storia, Geografia, Scienze, Lingue (Inglese) - modalità di svolgimento: attraverso progetti eTwinning (per creare una situazione di uso reale della lingua) - 2007 – 2008: eTwinning Sharing our World – Condividere il Mondo - 2008 – 2009: eTwinning Naturalist’s Notebook - 2009 – 2010: eTwinning BE TWIN! – twinning up the everyday lesson - svolgimento bilingue in compresenza Lettere/Scienze Mat. - aspetti altamente qualificanti dell’esperienza: - Riteniamo che l’aspetto più qualificante della nostra azione sia la metodologia di lavoro che abbiamo acquisito e sistematizzato nel corso degli anni. Sulla base di tale esperienza e delle attività di studio svolte dalle docenti anche in seguito, (Exeter 2009) è stato possibile creare infatti un modello-base per la struttura delle lezioni. Tale modello è agevolmente trasferibile: può infatti es- sere replicato, adattandolo ai diversi contesti. E’ inoltre sostenibile in quanto rientra nel tempo-scuola ed è perciò a costo zero. Lezione-tipo: 1. WARMER – INTRO: “attività di riscaldamento” (speaking, sharing information, negotiating) 2. VOCABULARY: giochi tesi a memorizzare o “rispolverare” il lessico necessario all’attività successiva (reading, matching words/pictures…) 3. ACTIVITY (webquest, role-play, tests…) 4. FEEDBACK – RE-INFORCEMENT: assessment (verifica tradizionale, o anche con un gioco) TUTTE ATTIVITA’ DI GRUPPO GRUPPI MISTI – DI DIVERSE NAZIONALITA’ (comunicazione per mail, forum o chat per organizzare attività o realizzare prodotti insieme e non contemporaneamente ai partner) Abbiamo fatto ricorso, nello svolgimento dei percorsi didattici, all’uso delle ICT e degli strumenti offerti dal TwinSpace. L’idea è stata di creare una “conversazione” reale tra pari in relazione alle singole discipline e tramite il medium della lingua inglese (che per nessuno dei partner è mai stata lingua madre). Abbiamo privilegiato il percorso individuale e sociale di ogni singolo alunno più che la complessità o la qualità del prodotto realizzato (il prodotto è un prodotto vero e non confezionato dall’insegnante). La valutazione è stata effettuata anche e soprattutto in termini di spostamento rispetto al livello di partenza. Abbiamo anche osservato che le attività CLIL possono essere indirizzate, non solo a motivare gli alunni ed a recuperare eventuali lacune, ma anche a individuare e coltivare le eccellenze. La possibilità di sfruttare i percorsi CLIL in questa direzione è stata esplorata nel corso di una nuova attività di formazione in servizio (Cipro 2008). A seguito delle indicazioni teorico-pratiche acquisite, abbiamo imparato ad utilizzare la modalità di lavoro CLIL per coniugare potenziamento e recupero. In conclusione: Tutti gli alunni hanno partecipato attivamente ai vari percorsi CLIL svolti negli anni, riuscendo sempre a realizzare un prodotto, indipendentemente dalla maggiore o minore qualità di quest’ultimo (tutti sono riusciti a portare a termine il task di volta in volta assegnato) Il laboratorio ha avuto un’ottima ricaduta sugli alunni di lingua madre diversa dall’Italiano (si crea in ambito CLIL una situazione di parità: nessuno usa la propria lingua madre, perciò la lingua diventa – come dovrebbe – uno strumento e non un eventuale handicap) Il percorso è ed è stato di qualità perché funziona: il progresso delle competenze c’è ed è misurabile in tutti gli alunni (anche con verifiche “tradizionali”). Il laboratorio ha sempre avuto il numero più alto di adesioni tra quelli offerti. Gli alunni partecipanti, usciti dalla Scuola Media, hanno avuto nelle discipline linguistiche e non risultati mediamente migliori dei compagni che avevano scelto il tempo-scuola di sole 30 ore. - Quale futuro per l’esperienza? Allo stato delle cose, le indicazioni per la Scuola Secondaria di Primo grado non consentono compresenze, neppure per il “tempo lungo”. Questo non permette la prosecuzione della nostra esperienza, se non finanziata dagli Enti Locali. Non è infatti pensabile che i docenti svolgano attività CLIL nelle proprie ore curricolari, rischiando di “invadere” il territorio dei colleghi senza avere momenti strutturati di progettazione comune, di confronto, di lavoro insieme nella classe. La nostra esperienza, comunque, è facilmente trasferibile e sostenibile (fino ad esso, rientrando nel tempo-scuola, non ha avuto costi; in seguito, avrà il solo costo del personale). Si prevede perciò, anche per non perdere il patrimonio di esperienza acquisito, di richiedere finanziamenti agli Enti Locali o di strutturare l’orario in maniera da permettere compresenze tra discipline diverse attraverso l’accorpamento di classi parallele. - Link ai risultati dei progetti svolti: 2007 – 2008: eTwinning Sharing our World – Condividere il Mondo: http://twinspace.etwinning.net/launcher.cfm?lang=en&cid=9329 2008 – 2009: eTwinning Naturalist’s Notebook http://twinspace.etwinning.net/launcher.cfm?lang=en&cid=17113 http://nature-etwinning.blogspot.com 2009 – 2010: eTwinning BE TWIN! – twinning up the everyday lesson http://new-twinspace.etwinning.net/web/p26459/welcome http://etwinningbetwin.blogspot.com/ Sandra Branconi [email protected] Laura Maffei [email protected]