Subido por garabatosdefortunata

Il sesso ai tempi di Tinder

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Eric Pickersgill
con la moglie Angie.
Chapel Hill,
Stati Uniti, 2014
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Internazionale 1128 | 13 novembre 2015
In copertina
Il sesso ai tempi
di Tinder
Nancy Jo Sales, Vanity Fair, Stati Uniti
Foto di Eric Pickersgill
Le app d’incontri hanno modiicato i vecchi rituali
del corteggiamento. Rimorchiare è talmente facile
che fare sesso con degli sconosciuti è diventato sempre
più frequente. Ma tutto succede così in fretta che non
sempre è piacevole
Internazionale 1128 | 13 novembre 2015
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In copertina
una tiepida serata nel distretto
inanziario di Manhattan, e da
Stout, un bar dove trasmettono le partite, sono tutti incollati a Tinder. I tavoli sono pieni
di ragazzi che hanno passato la
giornata inseguendo soldi e afari a Wall
street, e ora sono in cerca di qualcuno da
rimorchiare. Tutti bevono, issano lo schermo del loro smartphone e scorrono il dito
sui volti degli sconosciuti con cui potrebbero fare sesso più tardi. O forse no. “Ehi, questo tipo ha una bella pancetta”, dice una ragazza, facendo scorrere un’immagine sullo
schermo. Le sue amiche sogghignano senza alzare lo sguardo. “Tinder fa schifo”, dicono. Ma non smettono di sfogliare le foto
con un dito.
In un separé sul retro tre bei
ragazzi sui vent’anni stanno bevendo una birra. Dan, Alex e
Marty sono dipendenti alle prime armi di una società inanziaria. Alex e Marty sono stati reclutati direttamente all’università. Quando
gli chiedo se hanno organizzato degli incontri usando un’app, rispondono che ne
organizzano anche due o tre insieme. “Non
puoi lasciarti bloccare in una sola corsia,
c’è sempre qualcosa di meglio”.
“Se hai prenotato da qualche parte, ma
poi trovi un tavolo libero da Per Se, è da PerSe che vuoi andare”, spiega Alex. “I maschi
sono competitivi in tutto”, conclude con la
sua voce profonda e rassicurante: “Chi è
andato a letto con la ragazza più bella e più
sexy?”. Con queste app di incontri, aggiunge Alex, “è come essere sempre a caccia.
Puoi parlare con due o tre ragazze in un bar
e scegliere la migliore, oppure puoi scorrere
con il dito duecento persone al giorno. Il
campionario è decisamente più ampio. Ti
organizzi due o tre incontri alla settimana
attraverso Tinder e magari vai a letto con
tutte e tre. Così nel giro di un anno ti sei fatto un centinaio di ragazze”.
Alex racconta che negli ultimi otto giorni è andato a letto con cinque donne diverse incontrate su Tinder, le chiama “Tinderelle”. Dan e Marty, che sono anche compagni di stanza di Alex in uno scintillante
grattacielo di Wall street, possono confermarlo. Si ricordano con chi è andato a letto
nell’ultima settimana perino meglio di lui.
“Brittany, Morgan, Amber”, dice Marty
contando sulle dita. “Ah, anche la russa…
ucraina?”.
“Ucraina”, conferma Alex. “Lavora
da…” e fa il nome di una famosa casa d’aste.
Quando gli chiedo che tipi sono queste ragazze, alza le spalle: “So qualcosa del loro
è
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curriculum, ma niente di più. Una lavora da
J. Crew, l’altra è dirigente alla Parsons,
un’altra è assistente da Pace, un’altra ancora lavora nella inanza”.
“Non sappiamo come sono”, dice Marty. “E loro non sanno come siamo noi”, aggiunge Alex.
Eppure la mancanza di una conoscenza
intima delle possibili partner sessuali non è
mai un ostacolo all’intimità isica, sostiene
Alex. Secondo i suoi amici, lui è il re di Tinder. È molto abile nel gioco dei messaggi:
“Ha la capacità di convincere qualcuno a
fare qualcosa semplicemente mandando
messaggi”, spiega Marty. Riesce ad attirare
le donne nel suo letto dopo un breve scambio di battute, chiarendo in dall’inizio che
non è interessato a una vera relazione. “Ma
come fa?”, chiede Marty ammiccando. “Questo ragazzo ha un
vero talento”.
Ma anche Marty, che preferisce un’app che si chiama Hinge,
non se la cava troppo male. Dice
di essere andato a letto con 30-40 ragazze
in un anno: per conquistare una donna, dice, “gioco un po’ a fare il tipo che potrebbe
diventare il suo ragazzo, ma poi lei comincia a chiedermi di più, e io non voglio”.
“Ehi no, questo non è bello”, lo rimprovera Alex con la sua aria affettuosa. “Io
metto sempre in chiaro che non sono in cerca di qualcosa di serio. Voglio solo passare
Da sapere
Crescita esponenziale
u L’app di incontri Tinder non è il classico
prodotto sviluppato da una startup, ma è stata
lanciata nell’ottobre del 2012 dagli Hatch Labs,
un laboratorio di ricerca (poi chiuso nel
febbraio del 2013) dell’Iac, un gruppo che tra
l’altro controlla il sito di incontri online Match.
com. Nel giro di poco tempo Tinder è diventata
un fenomeno di massa: nel gennaio del 2014
aveva più di dieci milioni di utenti, mentre nel
dicembre dello stesso anno era stata scaricata
più di quaranta milioni di volte. Il 3 febbraio
2015 l’Iac ha annunciato che il ritmo di crescita
mensile degli utenti era del 100 per cento.
Tinder è tra le cento app più scaricate per
Android in 23 paesi e tra le più scaricate per
iPhone in 44 paesi. Nel marzo del 2015 è stata
lanciata Tinder Plus, una versione a pagamento
il cui prezzo varia tra i 9,99 dollari e i 19,99
dollari (i giovani pagano il prezzo più basso). Il
successo di Tinder è legato alla sua estrema
semplicità d’uso: ogni potenziale partner è
presentato con una foto a cui si aggiungono
poche informazioni essenziali, e basta far
scorrere l’immagine verso sinistra per riiutare
un incontro e verso destra per accettarlo.
Growth Hackers
un po’ di tempo, fare amicizia, vedere cosa
succede. Se per caso inissi in tribunale, potrei tirare fuori i messaggi”. Ma c’è qualcosa
in tutta la faccenda che sembra disturbarlo
nonostante la sua afascinante spacconeria.
“Penso che in una certa misura sia, come
dire, poco rassicurante”, dice, “perché so
bene che una ragazza normale spera di riuscire a cambiare le carte in tavola. Se tu fossi il tipo che dice ‘Ehi, voglio solo scopare’,
poca gente sarebbe disposta a incontrarti.
Pensi che la nostra sia una cultura misogina?”, chiede distrattamente.
“Io la chiamo Apocalisse degli incontri” dice una ragazza di New York, che ha
29 anni.
La cultura del rimorchio
Mentre le cappe polari si sciolgono e la Terra si avvia rapidamente alla sesta estinzione
di massa, nell’universo del sesso è scoppiato un altro fenomeno senza precedenti. La
cultura del rimorchio, che si sta lentamente
ma costantemente difondendo da circa un
centinaio d’anni, si è scontrata con le app,
che hanno avuto l’efetto di una meteora
impazzita sui rituali vetusti del corteggiamento. Quando si parla di Tinder “siamo in
un territorio inesplorato” , dice Justin Garcia, un ricercatore dell’Istituto Kinsey per le
ricerche su sesso, genere e riproduzione
dell’università dell’Indiana. “Negli ultimi
quattro milioni di anni ci sono state due
grandi transizioni” nell’accoppiamento
eterosessuale, dice Garcia. “La prima avvenne circa dieci-quindicimila anni fa, durante la rivoluzione agricola, quando diventammo meno nomadi e più stanziali”, e
portò all’afermazione del matrimonio come istituzione. “La seconda è avvenuta con
la comparsa di internet”.
Un tempo le persone incontravano i loro
partner grazie alla vicinanza, alla famiglia e
agli amici, ma ora gli incontri su internet
tendono a superare tutti gli altri. “Questo
sta cambiando moltissimo il nostro modo
di comportarci, sia nelle relazioni sentimentali sia in quelle sessuali. È un fenomeno senza precedenti da un punto di vista
evolutivo”, spiega Garcia. Appena la rete si
è difusa, le persone hanno cominciato a
usarla per trovare partner con cui fare sesso. Negli anni novanta c’erano le chat di
Craigslist e Aol, poi i siti Match.com e Kiss.
com. Ma le lunghe, appassionate email che
si scambiavano i personaggi del ilm C’è
posta per te sembrano decisamente roba
vecchia rispetto ai messaggi delle app.
“Capita di ricevere messaggi che dicono
‘Vuoi scopare?’”, racconta Jennifer, 22 anni, studentessa dell’Indiana university
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Michelle e Jimmy. Burlington, Stati
Uniti, 2014. Le foto di queste pagine
sono tratte da Removed, un progetto
di Eric Pickersgill sul ruolo degli
smartphone nella vita quotidiana. Alle persone ritratte è stato tolto dalle
mani il telefono poco prima di scattare la foto.
southeast di New Albany. “Ti dicono ‘Vie­
ni e fatti leccare’”, aggiunge la sua amica
Ashley, 19 anni.
Gli incontri via smartphone sono diven­
tati un fenomeno di massa cinque anni fa, e
nel 2012 avevano già superato quelli via
computer. Secondo uno studio, a febbraio
c’erano quasi cento milioni di persone – for­
se cinquanta solo su Tinder – che tutto il
giorno e tutti i giorni usavano il telefono co­
me una specie di club per cuori solitari, do­
ve si può trovare un partner sessuale con la
stessa facilità con cui si può scovare un volo
low cost per la Florida. “È come ordinare da
Seamless,” dice Dan, alludendo al servizio
per fare la spesa online con consegna a do­
micilio. “Solo che stai ordinando una perso­
na”. Il paragone con lo shopping online è
particolarmente azzeccato. Le app di in­
contri sono l’economia di mercato applicata
al sesso. La novità di Tinder è che basta
scorrere il dito sull’immagine. Non sono più
necessari proili elaborati e nessuno deve
avere paura di essere respinto: gli utenti
sanno solo se piacciono a qualcuno, mai
quando sono riiutati. OkCupid ha adottato
la stessa funzione, e ora lo hanno fatto an­
che Hinge – che attraverso Facebook fa ve­
dere più informazioni sulla cerchia di amici
di un possibile partner – e Happn, che usa
un sistema di tracciamento gps per vedere
se le strade di due persone si sono già incro­
ciate. È indicativo il fatto che lo sfogliare
con un dito sia stato prontamente inglobato
dalla pubblicità di molti prodotti, un accen­
no non troppo velato all’idea che online la
scelta dei marchi di consumo e dei partner
sessuali sono interscambiabili.
“È una gratiicazione immediata”, dice
Jason, un fotografo di Brooklyn di 26 anni.
“Puoi avere conferma di quanto sei attraen­
te con un gesto semplice come scorrere il
pollice su uno schermo. Vedi una ragazza
carina, scorri il dito e... oh, anche lei ti con­
sidera attraente, perciò si crea una forma di
dipendenza, e ti ritrovi a farlo di continuo
senza neppure pensarci”.
“Il sesso è diventato così facile”, dice
John, 26 anni, dirigente di un’azienda di
marketing a New York. “Prendo il telefono
in mano e sicuramente riesco a trovare
qualcuno con cui fare sesso stasera stessa,
probabilmente anche prima di mezza­
notte”.
E questo è un bene per le donne? Il di­
battito su vantaggi e svantaggi del sesso
casuale per le donne infuria dai tempi delle
maschiette e dei “modernisti” negli anni
venti, ed è ancora attualissimo, soprattutto
tra le donne. Alcune, come Hanna Rosin,
che scrive sul mensile The Atlantic, pensa­
no che la cultura del rimorchio facile sia una
vera pacchia: “È legata a tutto quello che c’è
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In copertina
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Courtlyn e Sarah. Charlotte, Stati Uniti, 2014
di favoloso nell’essere una giovane donna
oggi: la libertà, la iducia in se stesse”. Altre
sostengono invece che molte si sentono
sminuite dall’estrema casualità del sesso
nell’era di Tinder.
Secondo David Buss, professore di psicologia all’università del Texas di Austin ed
esperto nella evoluzione della sessualità, è
la stessa abbondanza di opzioni oferte dagli incontri online che potrebbe rendere gli
uomini meno inclini a trattare un’unica
donna come una priorità. “Le app come
Tinder e OkCupid danno alle persone l’impressione che in giro ci siano migliaia o milioni di possibili partner”, spiega Buss.
“Questo ha delle conseguenze sulla psicologia maschile. Quando c’è un’eccedenza
di donne, o una percepita eccedenza di
donne, l’intero sistema dell’accoppiamento
tende a spostarsi verso le relazioni a breve
termine. I matrimoni diventano instabili.
Aumentano i divorzi. Gli uomini non sentono il bisogno di impegnarsi e adottano strategie di accoppiamento a breve termine.
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Sono gli uomini a fare questa scelta, e le
donne sono costrette ad adattarsi”.
Ma aspettate un minuto. Le “strategie di
accoppiamento a breve termine” sembrano
funzionare anche per un bel po’ di donne:
alcune non vogliono relazioni impegnative,
soprattutto quelle non ancora trentenni che
scommettono sulla loro istruzione o su una
carriera di successo. Alex, il giovane leone
di Wall street, è chiaramente ottimista
quando presume che tutte le donne con cui
va a letto sarebbero pronte a “cambiare le
carte in tavola” e a mettersi con lui se solo
potessero. Eppure, la sua convinzione potrebbe essere un segnale della cosa più “inquietante” a cui alludeva: “Per le giovani
donne sia nella sessualità sia nelle relazioni
il problema resta la disuguaglianza di genere”, dice Elizabeth Armstrong, una professoressa di sociologia dell’università del
Michigan specializzata in sessualità e genere. “Le ragazze sostengono che sono ancora
gli uomini a decidere quando una storia è
seria e quando no. ‘Lei è una da idanza-
mento, lei è una da rimorchio’. I due metri
di misura sono ancora molto difusi. Resta
da capire perché le donne hanno fatto più
passi avanti nella sfera pubblica che in quella privata”.
È una serata afosa, e da Satsko, un vivace locale giapponese dell’East village di
New York, sono tutti incollati a Tinder, a
OkCupid, a Happn o a Hinge. I tavoli sono
pieni di ragazzi che bevono birra controllando i telefoni e scorrendo le foto con un
dito. Sei ragazze si sono incontrate dopo il
lavoro per un drink. Frequentano l’ultimo
anno del Boston college e sono tutte a New
York per uno stage estivo che va dal lavoro
in un laboratorio di ricerca medica a un impiego in un grande magazzino di lusso. Sono carine e alla moda, con occhi brillanti
sottolineati dall’ombretto scuro. Nessuna
di loro ha una relazione, dicono. Chiedo
cosa pensano degli incontri a New York.
“Qui i ragazzi non cercano veramente una
ragazza”, dice Reese, la bionda. “Cercano
continua a pagina 46 »
L’opinione
Il romanticismo
è morto
Tomas Chamorro-Premuzic,
The Guardian, Regno Unito
Tinder ha rivoluzionato
gli incontri online. Con
efetti profondi a livello
psicologico
inder è riuscito a superare i
due grandi ostacoli degli in­
contri online. Innanzitutto è
una igata, almeno secondo i
suoi utenti. In efetti, mentre è ancora
piuttosto imbarazzante confessare di
usare eHarmony o Match.com, i fan di
Tinder mettono orgogliosamente in
mostra la loro app durante le cene e le
feste, forse perché l’alternativa – parla­
re con gli altri invitati – è meno diver­
tente. In secondo luogo, eliminando la
distanza temporale e spaziale, Tinder
colma il divario tra incontro digitale e
di persona, assicurando una gratiica­
zione immediata e creando una dipen­
denza paragonabile a quella da Face­
book (l’utente medio passa su Tinder
undici minuti al giorno). Ma le lezioni
più importanti dell’efetto Tinder sono
psicologiche. Eccone alcune.
1. Le applicazioni per rimorchiare
sono più eccitanti di un rimorchio vero
e proprio. In questa nostra epoca tec­
nosessuale gli incontri sono stati non
solo trasformati in gioco, ma anche
sessualizzati dalla tecnologia. Le app
per incontrare un partner sono molto
più che un mezzo per raggiungere un i­
ne, sono un ine in sé. Con Tinder il
pretesto è quello di rimorchiare, ma il
vero piacere deriva dall’uso della app.
Tinder è solo l’ultimo esempio di ses­
sualizzazione dei gadget urbani: è no­
mofobia, porno via Facebook e Candy
Crush Saga tutto insieme.
2. L’attrazione digitale è superiore a
quella isica. Rispetto ai siti tradizionali
di appuntamenti, Tinder ha conquista­
to la iducia delle persone importando
le foto e le informazioni di base degli
T
utenti da Facebook, ma non riesce a ren­
dere realistici i suoi proili. Però accresce il
livello medio di attrazione rispetto al
mondo reale. Dato che molte persone pas­
sano un sacco di tempo a curare il loro
proilo su Facebook caricando selie da In­
stagram e dichiarando interessi culinari,
musicali e cinematograici rainati, ver­
rebbe da chiedersi come sia possibile che
gli utenti di Tinder siano ancora single,
ma solo inché non li si conosce.
3. Come qualunque servizio online di
successo, Tinder permette di soddisfare
alcuni fondamentali bisogni evolutivi e
sociali. Questo è un elemento cruciale:
tendiamo a sopravvalutare l’efetto della
tecnologia sul comportamento umano,
mentre di solito è il comportamento uma­
no che determina i cambiamenti tecnolo­
gici e ne spiega il successo o il fallimento.
Proprio come Facebook, Twitter o Linke­
din, Tinder permette alle persone di co­
municare, anche in modo piuttosto infan­
tile, sessuale e supericiale. Ci permette
anche di avere successo, di alimentare i
nostri istinti di competizione, mettendo
alla prova e massimizzando la nostra po­
tenziale capacità di incontrare qualcuno.
Tinder, inine, consente agli utenti di sod­
disfare la loro curiosità intellettuale, sco­
prendo non solo la personalità e gli inte­
ressi delle altre persone, ma anche cosa
pensano gli altri dei nostri.
4. Tinder emula il mondo reale. Alcu­
ni, che cominciano a sembrare puritani e
conservatori, non vogliono saperne di
Tinder, ma questa app è un’estensione
delle più comuni e difuse abitudini del
mondo reale in fatto di incontri, molto più
dei tradizionali siti online. Questa è stata
una lezione importante per gli entusiasti
dei dati che hanno cercato di sterilizzare il
gioco dell’amore iniettandovi rigorosi al­
goritmi decisionali e psicometrici. Ebbe­
ne, si è scoperto che le persone sono molto
più supericiali di quanto pensassero gli
psicologi. Preferiscono giudicare cinquan­
ta foto in due minuti invece di passare
cinquanta minuti a valutare un possibi­
le partner.
Questo mi ricorda un programma
televisivo a cui ho contribuito un paio
di anni fa: dopo aver tracciato il proilo
di oltre tremila single usando i più re­
centi test psicologici, io e gli altri autori
del programma creammo cinquecento
coppie basandoci sulla loro compatibi­
lità psicologica, ma ignorando l’aspetto
isico. Quando le coppie inalmente si
conobbero, nonostante avessero idu­
cia nella scientiicità del processo di
abbinamento guardarono per il 90 per
cento all’aspetto isico e decisero di in­
contrarsi una seconda volta solo quan­
do si consideravano altrettanto attra­
enti o all’altezza dell’aspetto dell’altro.
Quindi, proprio come nella dinamica
sociale in un bar, Tinder procede se­
condo una serie di passi semplici e in­
tuitivi: prima si valuta la foto, poi si mi­
sura l’interesse e solo dopo si decide di
avviare una (rudimentale) conversazio­
ne. Ovviamente gli psicologi avranno
un bel po’ di lavoro da fare se vogliono
convincere le persone in cerca di un
partner che i loro algoritmi sono più ef­
icaci.
5. Il romanticismo è morto, fatta ec­
cezione per i consumi. Non è un’afer­
mazione cinica. Guardiamo in faccia la
realtà: se non fosse per san Valentino e
l’industria del idanzamento, ormai ci
saremmo uicialmente lasciati alle
spalle ogni romanticismo. La realtà de­
gli incontri non potrebbe essere più di­
versa. Le persone non hanno tempo, la
carriera ha la priorità sulle relazioni,
anche perché la prima è spesso un pre­
requisito delle altre, e l’idea di un unico
rapporto perfetto o di un’anima gemel­
la è un’impossibilità statistica.
Sì, alcune persone si aidano anco­
ra a un qualche livello di serendipità (il
fare per caso scoperte felici mentre si
sta cercando altro). Ma l’abbondanza di
strumenti – certo, molti ancora in fase
di costruzione – capaci di ridurre l’im­
menso divario fra domanda e oferta è
destinato a rendere il mercato degli in­
contri più eiciente e razionale, anche
se questo non si traduce in felici rela­
zioni a lungo termine. ◆ gc
Tomas Chamorro-Premuzic insegna
psicologia aziendale allo University college London.
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In copertina
solo un prendi e molla su Tinder”.
“Usano Tinder per mandare autentiche
schifezze”, aggiunge Jane, quella seria.
“Cominciano con ‘Mandami una foto nuda’”, continua Reese. “Oppure scrivono
una frase tipo ‘Sto cercando qualcosa di rapido nei prossimi 10-20 minuti, sei disponibile?’, ‘Ok, sei a un paio di chilometri di distanza, dimmi il posto esatto’. Eicienza
assoluta”.
“Credo che gli iPhone e le app abbiano
cambiato il modo d’incontrarsi per la nostra
generazione”, commenta Stephanie, una
che ha un sacco di braccialetti.
Mi raccontano che nel loro college un
professore di ilosoia, Kerry Cronin, tiene
un corso per gli studenti del primo anno in
cui una prova consiste nell’uscire davvero
con qualcuno. “E da sobri, non quando si è
tutti e due sbronzi”, spiega Jane. “Imparare
a conoscere qualcuno prima di cominciare
qualcosa. Fa paura, vero”.
Pensano che la loro ansia in fatto di intimità dipenda dall’essere “cresciute sui social network”, per questo “non sappiamo
parlare faccia a faccia”.
“Ti crei la prima impressione su Facebook, quindi in un certo senso crei un rapporto con un proilo”, dice Stephanie, sorridendo cupa per questa assurdità.
“Il sesso dovrebbe scaturire da un’intimità emotiva, e oggi per noi è esattamente
il contrario. Credo che in un certo senso stia
davvero distruggendo l’immagine che le
donne hanno di sé”, dice Fallon.
“Il corpo è la prima cosa, la personalità
viene dopo”, aggiunge Stephanie.
“Onestamente credo che neanche il
corpo conti molto per loro, purché tu sia
disponibile”, dice Reese. “Siamo a questo
punto”.
“Ma se dici qualcosa del genere ad alta
voce, sembri una debole, una che non è indipendente e non ha saputo cogliere il senso della terza ondata del femminismo”, dice Amanda, alta ed elegante.
“Ciao”, dice Amy Watanabe, attraente
e tatuata. È la proprietaria del Satsko, e sta
leggendo un messaggio che ha ricevuto su
OkCupid da uno sconosciuto. “‘Sto cercando una ragazza carina come te che abbia un lato un po’ perverso, perciò sono
curioso di sapere se hai fantasie
di sesso violento. Pensi che ti
piacerebbe prenderlo tutto in
bocca ino a sofocare, essere legata, schiafeggiata e farti venire
addosso? Penso che potremmo
passare un pomeriggio sfrenato, ma sarei
contento anche solo di vederti per un
brunch’”. E fa cadere il suo iPhone sul bancone con into orrore.
In un’altra serata piena di animazione,
allo stesso bar e allo stesso tavolo, tre bei
ragazzi bevono birra. Sono John, 25 anni,
Nick e Brian, entrambi di 26 anni. John è il
dirigente dell’azienda di marketing di cui
abbiamo già parlato. Nick lavora nel campo del fitness e Brian è un educatore.
Quando chiedo della loro esperienza con
le app di incontri, il giudizio è molto diverso da quello delle stagiste del Boston college. “Per me funziona”, dice Nick. “In quattro serate ho agganciato tre ragazze grazie
a internet e a Tinder e ho speso ottanta dollari in totale”, riferisce con orgoglio. Poi
descrive ogni incontro, uno dei quali è cominciato con una ragazza che gli ha chiesto
su Tinder di “‘passare da lei a fumare erba
e guardare un ilm’. Io lo so che signiica”,
dice con un ghigno.
“Parliamo per un massimo di 10-15 mi-
Da sapere Gli utenti di Tinder
Fasce d’età,
percentuale
Situazione personale,
percentuale
45
Fonte: Global web index
Idee sbagliate
54
38
30
13
16-24
25-34
35-44
3
45-54
12
1
55-64
Single
Sposati
3
1
In una Divorziati
relazione o vedovi
Altro
Sesso, percentuale
Uomini
62 Donne
38
Zone rurali
Zona di provenienza, percentuale
76
Città
46
Internazionale 1128 | 13 novembre 2015
nuti”, continua. “Scopiamo. E poi lei attacca: ‘Oh Dio mio, giuro che non avevo intenzione di fare sesso con te.’ E io faccio: ‘Be’,
te la cavi bene a resistere, direi’”.
“Dicono tutte così”, commentano i ragazzi ridacchiando.
Nick, con la sua barba da lumbersexual
(una sorta di boscaiolo sexy) e i vestiti da
hipster che sembrano uscire dal guardaroba di Girls, dal punto di vista isico è il maschio moderno ideale. Non rispetta nessuno dei requisiti che secondo gli
psicologi evoluzionisti sono punti di forza per attrarre le donne
(non è ricco né alto e vive ancora
con la madre), ma questo non
sembra avere alcun efetto sulla
sua capacità di rimorchiare selvaggiamente. Sull’iPhone ha un elenco di più di quaranta ragazze con cui ha “avuto rapporti,
classiicate da uno a cinque stelle. Potere
alle donne”, scherza. “Indica quanto sono
brave a letto e allo stesso tempo quanto sono carine”.
“Uso Tinder, Happn, Hinge e OkCupid”, aggiunge Nick. “È solo un gioco di numeri. Prima potevo andare in un bar e parlare con una ragazza, ma ora posso starmene a casa su Tinder e parlare con quindici”.
“E senza spendere soldi”, gli fa eco
John.
“Quando è tutto così facile che puoi incontrare una e scoparla dopo venti minuti,
è molto diicile riuscire a trattenersi”, dice
Brian con forza.
“Sono riuscito a rimorchiare su Tinder
solo mandando emoji”, dice John. “Senza
neppure avere una vera conversazione”.
Solleva il suo iPhone, che ha lo schermo
crepato, per mostrare uno scambio via Tinder tra lui e una ragazza che gli ha dato il suo
numero dopo che John le aveva inviato una
serie di emoji, tra cui quelli della pizza e della birra.
Periferia
17
7
Nell’era delle app d’incontri gli uomini possono essere molto sprezzanti, dicono le
donne. Si potrebbe pensare che avere accesso a quelle macchine eccezionali (i loro
telefoni), in grado di trovare sesso in abbondanza senza complicazioni, dovrebbe renderli molto felici, perino riconoscenti, e
così ispirati da essere cortesi. Ma stando alle interviste raccolte con più di cinquanta
ragazze di New York, dell’Indiana e del Delaware, tra i 19 e i 29 anni, sembra vero il
contrario. “Mi ha riaccompagnato a casa in
macchina, stamattina. È una cosa straordinaria”, dice Rebecca, 21 anni, che sta per
laurearsi all’università del Delaware. “Mi
Cody ed Erica. Mount Jeferson, Stati Uniti, 2014
spettosi sono sempre esistiti. Ci sono molti
uomini evoluti, ma in questo momento nella cultura dell’incontro potrebbe essere in
corso qualcosa che ne rende alcuni più resistenti all’evoluzione”.
Il problema del comportamento irrispettoso degli uomini online è diventato
così grave che per reazione c’è stata un’ondata di app di incontri lanciate da donne.
C’è Bumble, creata da Whitney Wolfe, la
cofondatrice di Tinder che ha fatto causa
all’azienda sostenendo di essere stata sessualmente molestata dal direttore del marketing, Justin Mateen (si sono accordati per
poco più di un milione di dollari senza che
nessuna delle due parti ammettesse una
colpa). Uno dei cambiamenti principali nelle app di incontri gestite al femminile è che
permettono solo alle donne di mandare
messaggi per prime. Alcuni, però, hanno
fatto notare che questo può forse eliminare
i molestatori incalliti, ma non cambia la cultura dominante.
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Pasti gratis
ha salutato con un bacio. Non dovrebbe essere niente di eccezionale, ma i ragazzi lo
evitano perché…”.
“Non vogliono che ti fai idee sbagliate”,
conclude la sua compagna Kayla, 20 anni.
“Ma molte ragazze non si fanno idee
sbagliate”, dice Rebecca, infastidita. “Certe volte vogliamo anche noi fare sesso e basta. Non vogliamo mica sposarti. O sei gentile o sei uno stronzo maleducato”. Ascoltando una storia dopo l’altra sulla scortesia
dei maschi (“Ho fatto sesso con un tizio che
mentre mi rivestivo mi ha ignorato e ho visto che era di nuovo su Tinder”), mi sono
chiesta se poteva esserci un parallelo con Il
mito della bellezza di Naomi Wolf, un libro
del 1991. L’autrice ipotizzava che, con l’aumento del potere politico e sociale delle
donne, la pressione a essere belle diventava
sempre più uno strumento per insidiare la
loro emancipazione. È possibile che oggi la
tendenza potenzialmente destabilizzante
con cui le donne devono misurarsi sia la
mancanza di rispetto che trovano negli uomini con cui fanno sesso? Il sesso facile e a
portata di mano assicurato dalle app di incontri potrebbe davvero spingere gli uomini
a rispettare di meno le donne? “Troppo facile”, “troppo facile”, “troppo facile”, ho
sentito ripetere continuamente dai ragazzi
quando chiedevo se c’era qualcosa che non
apprezzavano nelle app di incontri.
“Le app di incontri sono ambienti nuovi
dal punto di vista evolutivo”, dice David
Buss. “Ma il nostro livello di evoluzione psicologica non è cambiato”. E le donne potrebbero essere più avanti degli uomini in
un percorso evolutivo che si allontana dagli
atteggiamenti sessisti.
“Le aspettative delle donne in termini di
sicurezza e di diritto al rispetto forse sono
cresciute più rapidamente della disponibilità di certi giovani a rispettarle”, dice Stephanie Coontz, che insegna storia e studi
familiari all’Evergreen state college di
Olympia. “Gli uomini approittatori e irri-
Eppure quando ne parlo con gli uomini,
sbufano. “Le donne fanno esattamente le
stesse cose degli uomini”, dice Matt, 26 anni, che lavora in una galleria d’arte di New
York. “Ho trovato ragazze su OkCupid che
sono venute a letto con me e poi sono letteralmente sparite” , nel senso che non hanno
più risposto ai messaggi. “Si giocano la partita esattamente allo stesso modo. Hanno
un sacco di uomini contemporaneamente,
perché vogliono tenere aperte tutte le loro
opzioni. Cercano sempre qualcosa di meglio, un ragazzo con un lavoro migliore o
con più soldi.” Alcune ragazze hanno ammesso di usare le app di incontri per procurarsi dei pasti gratis. “Io li chiamo buoni
pasto Tinder,” dice una di loro. Perino l’importanza dell’aspetto isico, implicita in un
sistema che consiste nel far scorrere con un
dito le foto, è una cosa che anche le donne
incoraggiano. “Nei loro profili dicono
‘Niente foto senza camicia’, ma sono tutte
stronzate”, dice Nick. “Il giorno in cui sono
passato a una foto senza camicia con i tatuaggi in bella vista, nel giro di pochi minuti
ho avuto una quindicina di abbinamenti”.
“Se le donne non vogliono essere trattate come oggetti sessuali, perché si merciicano da sole nelle immagini dei loro proili?”, chiedono alcuni uomini.
I ragazzi parlano delle foto nude che ricevono dalle donne. Le fanno vedere in giro. “Foto di tette e di culi”, dice Austin, 22
anni, che studia in un college dell’Indiana.
“Ne ho un’ininità sul telefono”.
In una piovosa mattina all’università del
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In copertina
Delaware, le ragazze che vivono in una casa
fuori dal campus si sono riunite sotto il portico per un cafè. Poi sono arrivate alcune
loro compagne dell’associazione studentesca femminile. Il tavolo è afollato di ragazze in pantaloncini e prendisole, tutte con la
coda di cavallo e le gambe nude, riunite per
parlare del loro sabato sera, incontri sessuali compresi.
Mentre chiacchierano, la maggior parte
di loro dà un’occhiata al telefono. Alcune
controllano Tinder. Chiedo perché usano
Tinder in un campus, dove ci sono probabilmente un sacco di ragazzi disponibili.
“È più facile”, rispondono. “E molti ragazzi non ti parlano se non sei invitata alle feste della loro confraternita”. “Molti ragazzi
non ti parlano, punto e basta”. “Non ne
hanno bisogno”. “Tinder ha preso il sopravvento”.
“Io ci sto issa, voglio dire issa, tipo venti ore al giorno”, dice Courtney, che somiglia a una star degli anni settanta.
La pioggia aumenta, e si spostano nella
sala interna, che ha un divano, un tavolino
da cafè e tessuti dipinti dappertutto. Il discorso torna sul sesso. Parlano di come sia
frequente che i loro partner perdano l’erezione. L’aumento della disfunzione erettile
nei maschi giovani è un curioso fenomeno
medico attribuito a ogni sorta di cause, dalle sostanze chimiche negli alimenti preconfezionati alla mancanza di intimità nel sesso occasionale. “Quando non gli viene duro, e devo dire che succede spesso, si comportano come se fosse la ine del mondo”,
commenta Rebecca.
“Alle quattro del mattino questo tipo era
disperato. Io gli faccio: ‘Bello, io mi metto a
dormire, è tutto a posto’”, racconta Sarah,
21 anni, con i lunghi capelli neri e ricci. “Sono davvero stufa di ingere”.
Le donne tendono a raggiungere più
spesso l’orgasmo in una relazione stabile
che negli incontri occasionali. Le probabilità sono più del doppio, secondo uno studio
dei ricercatori dell’istituto Kinsey e dell’università di Birmingham.
“Sarebbe grandioso se fossero semplicemente capaci di una prestazione come si
deve e non venissero in due secondi”, dice
Rebecca.
“Credo che gli uomini abbiano un’idea
distorta della realtà del sesso per colpa del
porno”, dice Jessica alzando lo sguardo dal
telefono. “Perché a volte penso che il sesso
del porno non sia sempre favoloso, è come
pestare qualcuno”. Fa il gesto di battere con
la mano e assume un’aria indignata.
“Sì, sembra che faccia male”, dice Danielle.
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Uomini e donne
potranno mai trovare
una vera intimità in
un mondo dove la
comunicazione è
mediata dagli
schermi?
“Non è divertente farsi tirare i capelli o
essere sofocate o sbattute”, continua Jessica. “Ma gli uomini pensano solo una cosa”
– fa la voce da maschio – “‘Io me la scopo’, e
a volte non è niente di speciale”.
“Sì”, concorda Danielle. “Come l’altra
notte quando stavo facendo sesso con questo tipo. Io sono una persona molto arrendevole, per niente aggressiva, e lui mi faceva male”.
Restano in silenzio un momento.
Opzioni accessibili
Allora dove ci porterà tutto questo? Cosa
succede a chi cresce nell’era di Tinder? Le
persone potranno mai essere soddisfatte da
una relazione sessuale o perino emotiva
con un unico partner? E questo è davvero
importante? Uomini e donne potranno mai
trovare una vera intimità in un
mondo dove la comunicazione è
mediata dagli schermi? Potranno
mai avere iducia quando sanno
che il loro partner ha tutta una serie di opzioni facilmente accessibili? Secondo Christopher Ryan, uno dei
coautori di Sex at dawn (Sesso all’alba), gli
esseri umani per natura non sono sessualmente monogami. Il libro sostiene che per
gran parte della storia uomini e donne hanno accettato i partner sessuali multipli come una prassi comune (e positiva dal punto
di vista evolutivo). La tesi, discussa e ampliamente criticata da antropologi e biologi
evolutivi, non ha impedito che il libro diventasse un best seller internazionale: sembrava che i lettori non aspettassero altro.
“Credo che molta gente sia ancora interessata ad avere rapporti a lungo termine,
stabili e profondi, con una o poche altre
persone”, dice Ryan. “Siamo una specie
che attribuisce grande valore all’intimità e
all’autenticità. Ma d’altra parte siamo molto attratti dalle novità. Perciò le persone
continueranno a fare sesso con i partner da
cui sono attratte, come hanno sempre fatto, e sarà un bene per tutti se la cosa sarà
accettata e non censurata, dalla chiesa o
dallo stato”.
Mentre parlava, riuscivo solo a pensare:
magari fosse davvero così facile. In un mondo perfetto faremmo tutti sesso con chiunque vogliamo, e a nessuno importerebbe
niente, nessuno sarebbe giudicato o piantato in asso. Ma cosa dire allora della gelosia e
del sessismo, per non parlare della pur vaga
possibilità che qualcuno s’innamori?
Perfino Ryan, convinto che gli esseri
umani tendano per natura alle relazioni poliamorose, è preoccupato dalle tendenze
che si stanno sviluppando intorno alle app
di incontri. “È lo stesso meccanismo che si
manifesta nel consumo del porno”, dice. “Il
desiderio c’è sempre stato, ma la disponibilità era limitata. Con le nuove tecnologie i
limiti spariscono e vediamo che la gente
sembra impazzita. Credo che stia succedendo lo stesso con questo accesso illimitato ai partner sessuali. La gente si sta abbuffando. Per questo non c’è intimità. Si potrebbe deinire una sorta di obesità psicosessuale”.
Michael Falotico, 29 anni, è il bassista
dei Monogold, un gruppo indie rock che ha
suonato nei migliori locali di Brooklyn e in
una serie di festival, da Austin a Cannes. È
alto, magro e somiglia a un dipinto rinascimentale di Gesù con l’anello al naso. Questo signiica che in un certo angolo del mondo Michael è una rock star e quindi non dovrebbe avere problemi a incontrare ragazze. Infatti non ne ha.
Eppure anche lui usa le app. “Mi
considero un utente della vecchia
scuola”, dice Michael in una giornata estiva a New York. “Lo faccio da quando avevo 21 anni. Prima usavo il
sito Craigslist. A quei tempi non era così facile: non c’erano foto, dovevi fare colpo su
una ragazza solo con quello che scrivevi”.
“Ora è completamente diverso”, continua, “perché lo fanno tutti e non è più una
sorta di segreto scandaloso. Ci sono proili
che sembrano ritoccati, e ragazze che ti
mandano foto della loro passera senza neppure conoscere il tuo cognome. Non sto dicendo che io sono migliore, lo faccio
anch’io. Si mandano messaggi a una ragazza, o a più di una, e magari si comincia a parlare di fare sesso con loro, il 99 per cento
delle volte ancora prima di averle conosciute, il che – me ne rendo conto sempre di più
– è incredibilmente strano”.
Fa una smoria e poi aggiunge: “Ma succede sempre più spesso. Io me ne starei
tranquillamente a casa a suonare la chitarra, ma il telefono squilla”. Imita il cinguettio
che notifica un abbinamento su Tinder.
“E….”, fa una pausa, quasi disgustato, “…. si
scopa”. u gc
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