www.xal.com [email protected] LIGHT 20 go east Remix International Architecture And Design News From Moscow CROSSOVER ARCHITECTURE Portrait Graft Architects Berlin I ESP Italiano Español 02 C ontent XAL Start 04 Remix International – Moscow NewS & treNdS from RUSSIA’S DESIGN MEGACITY 08 Retail news shaping the future of shoppinG 10 Retail PROJECTS Retail, Architecture and Lighting Design presented by XAL 16 PORTRAIT CROSSOVER Architecture – GRaft architectS 20 Living news REDEFINING THE WAY OF LIVING 22 Living PROJECTS Living, Architecture and Lighting Design presented by XAL 26 Report How bright is bright? 28 PUBLIC news NEW WAYS FOR puBlic Space 30 PUBLIC PROJECTS Public, Architecture and Lighting Design presented by XAL XAL Magazine 20 03 Editorial XAL Andreas Hierzer, CEO The future is now I Il futuro si chiama LED. Oggi ne sono tutti convinti – planetariamente – non solo ingegneri illuminotecnici, designer e architetti, ma anche operatori del commercio, esperti di energia, tecnici dell’ambiente e decisori politici. Il LED assicura vantaggi tali in termini di efficienza luminosa, efficienza energetica, flessibilità, lunga durata e compatibilità ambientale, da indurre un cambiamento di mentalità globale in tutti gli ambiti della vita. I privati scoprono i LED come fonte di luce piacevole e creativa allo stesso tempo, il Giappone è in prima linea nel programmare una conversione completa della sua infrastruttura di esercizi commerciali con i LED come unica fonte luminosa ammessa, intere città in America, Europa e Asia sviluppano progetti per gli spazi pubblici e l’illuminazione delle strade basati sui LED, destinati a diventare nel giro di pochi anni realtà concrete della vita quotidiana. ESP El futuro, según no solo ingenieros eléctricos, diseñadores y arquitectos, sino también según economistas, expertos en energía, técnicos de medioambiente y aquellos que toman las decisiones políticas, se llama LED. Las sorprendentes ventajas del LED en lo que se refiere a consumo energético, flexibilidad, longevidad y ecología están llamadas a cambiar la forma de pensar en todo el mundo y en todos los aspectos de la vida. Los hogares privados están descubriendo que el LED es una fuente de luz creativa y a la vez acogedora; Japón está planeando convertirse en el primer país del mundo en cambiar toda su infraestructura comercial de forma que los LED sean la única fuente de luz autorizada; en muchas ciudades de los EE.UU, Europa y Asia se está desarrollando el concepto LED para los espacios públicos y la iluminación de las calles, y en muy pocos años será ya una realidad cotidiana. XAL, pioniere nella tecnologia LED, aveva già previsto con largo anticipo questa marcia inarrestabile a tutti i livelli. Oggi abbiamo un vantaggio decisivo in fatto di know how che ci colloca tra i maggiori esperti nello sviluppo di luci a LED e nella realizzazione di progetti illuminotecnici basati sui LED per i più diversi campi d’impiego. Fin dall’inizio abbiamo perseguito con logica rigorosa il principio di non aderire semplicemente alle tendenze in atto nella tecnologia dell’illuminazione e nel design illuminotecnico, ma di assumere, invece, un ruolo attivo nella loro creazione e in futuro intendiamo farlo in modo ancora più dinamico. I lavori per il completamento del nostro nuovo XAL Competence Center sono quasi ultimati. Con i suoi laboratori, dotati delle tecnologie più avanzate per la ricerca, le misurazioni e le prove, il nuovo XAL Competence Center offre a un team di 50 esperti una sede di ricerca allo stato dell’arte, ideale per sviluppare le innovazioni future, che accresceranno certamente la nostra competitività, ma soprattutto offriranno importanti vantaggi ai nostri clienti, ossia nuove generazioni di prodotti che in futuro renderanno fruibili le numerose virtù dei LED in modo ancora più proficuo – coerentemente fino al limite della fattibilità tecnica. El auge que está experimentando el LED actualmente a todos los niveles ya lo había presagiado XAL como pionero que es este campo. Hoy esta ventaja tecnológica de la que disponemos nos convierte en uno de los expertos líderes en el desarrollo de dispositivos de iluminación LED y en la ejecución de conceptos de iluminación innovadores basados en estos dispositivos, concebidos para diversas aplicaciones. Nuestro objetivo desde el principio, no era seguir la tendencia en cuanto a tecnología y diseño de iluminación, sino participar de forma decisiva, algo que en el futuro seguiremos cumpliendo de forma más dinámica que hasta ahora: Los trabajos para ultimar los detalles de nuestro nuevo Centro de Competencia XAL están prácticamente terminados. Con unas amplias instalaciones de trabajo, que han sido equipadas con la tecnología de investigación, medición y análisis más moderna, el nuevo Centro de Competencia XAL, como centro de investigación de última generación, ofrece a un equipo formado por 50 expertos las condiciones ideales para desarrollar las futuras innovaciones que no solo consolida de forma efectiva nuestra ventaja competitiva, sino que también lo hacen los beneficios para nuestros clientes, gracias a la creación de nuevos y contundentes productos, cuya aplicabilidad será mucho más amplia en el futuro por la multitud de ventajas que posee el LED, en consonancia con los límites de la factibilidad técnica. Con la nostra filosofia e la nostra convinta adesione al LED come tecnologia del futuro riteniamo di aver imboccato la strada giusta. La risposta incredibilmente entusiasta del mercato alle nostre nuove collezioni di prodotti LED già ce lo conferma. Sull’onda di questo straordinario successo, è per noi, quest’anno, cosa particolarmente gradita poter salutare personalmente i nostri clienti, partner, amici e interessati di tutto il mondo in tre diverse occasioni: alla Euroshop 2011 di Düsseldorf dal 26/02 al 02/03, padiglione 11, stand A46, alla Euroluce 2011 di Milano, dal 12/04 al 17/04, padiglione 15, stand C32 e alla Arch Moscow dal 25/05 al 29/05/2011, stand 8–19. Vi aspettiamo numerosi! Si hemos elegido el camino correcto al adoptar esta filosofía y al comprometernos hasta el final con la tecnología del futuro, los LED, lo ha demostrado con creces la respuesta abrumadora del mercado hacia nuestras nuevas colecciones de productos LED. En señal de este éxito fuera de serie, este año resulta un placer especial para nosotros poder saludar personalmente a nuestros clientes, socios, amigos y visitantes de todo el mundo en las distintas ocasiones que se nos presentan: En la Euroshop 2011 en Düsseldorf que se celebra del 26 de febrero al 2 de marzo, en el salón 11, stand A46, en la Euroluce 2011 de Milán, que se celebra del 12 de marzo al 17 de abril, en el salón 15, stand C32 y en el Arch Moscow que se celebra del 25 al 29 de mayo de 2011, stand 8–19. Nos alegraremos de su visita. VISIT US AT EUROSHOP DÜSSELDORF, 26. 02. –02. 03. 2011 Hall 11 Booth A46 VISIT US AT EUROluce Milan, 12. 04. –17. 04. 2011 Hall 15 Booth C32 VISIT US AT Arch Moscow Moscow, 25. 05.–29. 05. 2011 BOOTH 8–19 XAL Magazine 20 04 Remix International XAL Moscow Krasny Oktyabr Factory © Dmitry Smirnov © Dmitry Smirnov SELECTED BY XAL: DESIGN, ART AND ARCHITECTURE NEWS fROM Moscow © Dmitry Smirnov Go east KrASNY OKTYABR FACTORY MOSCOW/RUSSIA by Krasny Oktyabr Factory (RU) XAL Magazine 20 I Per più di un secolo, lungo le rive della Moscova, proprio di fronte alle torri colorate del Cremlino, si spandeva un caratteristico profumo dolce: il biglietto da visita olfattivo della più grande fabbrica di cioccolato di Mosca, ribattezzata dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 con il nome patriottico Krasny Oktyabr (“Ottobre Rosso”). Dopo il trasferimento della produzione in una sede più moderna alla periferia della città, l’imponente complesso industriale ottocentesco di mattoni rossi è rimasto deserto per molti anni, finché la comunità di artisti moscoviti non lo ha scoperto e ha deciso di utilizzarlo per installarvi nel 2004 la ART Strelka, realizzando così l’idea di un distretto culturale urbano sul modello del newyorkese Lower East Side. Ancora non molto tempo fa, però, gli artisti hanno rischiato di soccombere di fronte a un redditizio progetto per appartamenti di lusso. Paradossalmente è merito della crisi finanziaria se oggi qui sorge il luogo più trendy di Mosca invece di residenze milionarie destinate ai VIP, perché il progetto residenziale, incappato in difficoltà insormontabili, è stato subito riconvertito in un mix di funzioni creative e variegate. Al posto di lussuosi mondi compartimentati, qui si sono insediati in gran numero bar, ristoranti, negozi, boutique di moda, atelier di artisti, gallerie e hot spot della scena artistica di moda (ad esempio fino a poco tempo fa anche l’istituzione rinomata a livello internazionale Baibakov Art Projects della gallerista venticinquenne Maria Baibakova, che nel 2010 si è trasferita in una location ancora più grande), come pure gli studi dell’esordiente e innovativa TV satellitare moscovita TV Rain – Optimistic Channel, che è andata in onda nell’autunno del 2009 e il cui nome è tutto un programma. Infatti TV Rain fornisce Good News in luogo delle Bad News, contenuti di qualità e visioni intelligenti proiettate nel futuro per un pubblico giovane e metropolitano – quella New Generation di Mosca, moderna, cosmopolita, aggiornata sulle ultime tendenze e con forti interessi culturali, che nei padiglioni della fabbrica Krasny Oktyabr ha stabilito il proprio rivoluzionario quartier generale per conquistare da lì la scena artistica e culturale globale. ESP Durante más de un siglo un dulce olor muy característico ha inundado las orillas del Moscova, justo enfrente de las coloridas torres del Kremlin; la tarjeta de visita olfativa de la mayor fábrica de chocolate de Moscú, que tras la Revolución de Octubre de 1917 recibió el patriótico nombre de Krasny Oktyabr (el octubre rojo). Sin embargo, este fabricante de dulces, legendario por su calidad, hace ya un tiempo que se mudó a unas instalaciones más modernas de la periferia de la ciudad. Durante muchos años este imponente complejo industrial de ladrillo rojo del s. XIX ha permanecido vacío hasta que, finalmente, la comunidad artística moscovita redescubrió el lugar y decidió crear allí en 2004 la ART Strelka, un concepto urbanístico que creara un distrito cultural a imagen del Lower East Side neoyorquino. Desde hacía poco los artistas habían de hacerle sitio a un proyecto lucrativo de apartamentos de lujo. Paradójicamente hay que agradecerle a la crisis financiera el hecho de que este concepto actualmente tenga aquí su dirección, en vez de las elegantes residencias de millonarios, pues en un santiamén, el proyecto urbanístico se tambaleó y se convirtió en una mezcla creativa y colorista de diferentes usos. En lugar de un mundo de lujo insular, hoy tienen aquí su hogar multitud de bares, restaurantes, comercios, tiendas de moda, estudios de arte, galerías y otros puntos importantes de la cultura local (p. ej., desde hace poco también se encuentra aquí la Baibakov Art Projects, de renombre internacional, de la joven artista de 25 años Maria Baibakova, quien en 2010 se trasladó a un local más grande), al igual que el estudio de TV Rain – Optimistic Channel, una joven empresa moscovita de TV vía satélite e Internet de gran proyección, que comenzó a emitir en 2009 y cuyo nombre es coherente con su programación. Después de todo, TV Rain emite buenas noticias, y no malas, sus contenidos son de lo más exigente y posee una perspectiva de futuro dirigido a un público joven y urbanita, la new generation moscovita, una generación cosmopolita, moderna y consciente de la cultura y las tendencias que les rodea, y que desde hace tiempo ha convertido los pabellones de la Krasny Oktyabr Factory en el cuartel general de su propia revolución para, desde allí, conquistar el mundo del arte y la cultura. 05 Remix International XAL Moscow Krysha Mira Capital Hill REsidency KRYSHA MIRA Moscow/RUSSIA www.kryshamira.ru © Courtesy of Zaha Hadid Architects Capital Hill Residency © Dmitry Smirnov © Dmitry Smirnov ESP Mientras masas de simples mortales bailan en las pistas de los incontables mega clubs de la ciudad, los moscovitas más “in” descubrieron hace un tiempo un nuevo refugio accesible solamente para los iniciados: el Krysha Mira, un club con una ubicación excepcional sobre los tejados de la ciudad, bien escondido en la azotea de la antigua cervecería Badaevsky, ya en desuso. Cerca del legendario Hotel Ukrania, un rascacielos de la era Stalin que se convirtió hace poco en el hotel de lujo Radisson Royal Hotel, el Krysha Mira solo está al alcance de un círculo muy exclusivo de gente que abarca a unos pocos y afortunados elegidos que, además, han tenido que sortear una verdadera carrera de obstáculos; Quien haya logrado recorrer el camino a través de los estrictos controles de seguridad y de vestimenta y a través del laberinto que suponen los antiguos patios, hoy abandonados, las quebradizas escaleras de hormigón y las puertas ocultas, pertenece a él; suponiendo, claro está, que se encuentre en la lista de invitados y se sepa la contraseña de esa noche, que se ha ido propagando clandestinamente. Cuando se ha conseguido cruzar una discreta puerta de acero sin ningún tipo de etiqueta, poco a poco comienza a comprobarse que uno se encuentra no en unas ruinas industriales, sino en el club más de moda de la ciudad. En el nivel inferior del Krysha Mira al visitante no solo le reciben las vagas siluetas de la gente guapa, iluminadas estratégicamente y peinadas fantásticamente, sino también un acogedor bar con una iluminación tenue y una sala de Chillout iluminada en rojo rubí con unos enormes sofás blancos. Pero esto son solo los preliminares, pues la verdadera acción se encuentra un piso más arriba: Un espacio diáfano, enmarcado por unos impresionantes toldos y ventanales que llevan a un gigantesco escenario al aire libre, que no solo ofrece unas vistas sensacionales de la ciudad que se despliega a sus pies, sino que también ofrece una imponente impresión de la elegante comunidad hipster de Moscú que se reúne allí; una comunidad que, mientras escucha la música cuidadosamente seleccionada de los DJ y se toma sus cócteles a un precio sorprendentemente moderado, les enseñan desde hace tiempo a los escenarios culturales de New York, París o Londres dónde se encuentra en realidad la cuna de las últimas tendencias. © Courtesy of Zaha Hadid Architects I Mentre le masse dei comuni mortali ballano nei mega-club che proliferano nella città, l’incrowd moscovita ha da tempo scoperto un nuovo rifugio, accessibile solo agli iniziati: Krysha Mira si trova in una splendida posizione elevata sopra i tetti della città, ben nascosto sulla copertura piana dell’antica fabbrica di birra Badaevsky ormai dismessa. Non lontano dal leggendario Hotel Ukraina, un grattacielo di era staliniana, riaperto di recente con il nome di Radisson Royal Hotel, Krysha Mira è raggiungibile solo da una cerchia esclusiva di pochi eletti, affrontando una vera e propria corsa ad ostacoli. Solo chi riesce a superare il severo controllo della sicurezza e la lettura dell’iride, a penetrare attraverso un dedalo di vecchie corti abbandonate, scale malconce di cemento e accessi seminascosti, è uno di loro – sempre che sia sulla lista degli invitati e conosca la password giusta della serata, diffusa con un passaparola sussurrato. Oltrepassata, infine, una porta in acciaio poco appariscente, senza alcuna dicitura, cominciano ad accumularsi gradualmente gli indizi del fatto che non ci si trova all’interno di un rudere industriale, ma nel locale più “in” della città. Al piano inferiore del Krysha Mira i visitatori vengono accolti non solo dalle sagome vaghe, efficacemente illuminate e fantasiosamente stilizzate della beautiful people, ma anche da un accogliente bar con luci basse e da una chillout room con enormi divani bianchi, illuminata con una luce color rosso rubino. Ma questo è solo l’inizio, perché l’azione vera e propria si svolge al piano superiore, sul tetto: uno spazio arioso, racchiuso da imponenti tetti a tenda e ampie pareti vetrate, conduce all’esterno su un’immensa ‘terrazza’ open air, che offre una vista sensazionale della città by night, ma dà anche un’idea impressionante della comunità hipster di Mosca riunita in questo luogo, che al suono di musica scelta con cura dai dj e davanti a cocktail dal prezzo sorprendentemente moderato, non ha ormai nulla da imparare dagli ambienti più “in” di New York, Parigi o Londra, culla delle nuove tendenze. Barvikha, Moscow/RUSSIA by Zaha Hadid (GB) www.zaha-hadid.com I Il villaggio Barvikha ad ovest di Mosca era uno dei luoghi più esclusivi del Paese già nell’epoca comunista. Ancor oggi tra i boschi tranquilli alla periferia di Mosca si celano le lussuose dacie un tempo appartenute ai funzionari prominenti del Partito, o il Sanatorio gestito direttamente dal Cremlino, dove un tempo cercavano riposo gli esponenti della nomenklatura russa. Il passare del tempo ha lasciato intatto il carattere esclusivo della regione e Barvikha è diventata l’ambìto campo d’azione per gli interventi moscoviti che, con progetti di ville sfarzose, oasi termali, centri commerciali e hotel di lusso o anche con edifici culturali straordinari come la sala da concerti progettata da Antonio Citterio, sottolineano la pretesa dell’area di affermarsi come rifugio elitario per i fine settimana del jet set moscovita. A firmare il progetto sicuramente più spettacolare è addirittura Zaha Hadid, l’architetto donna di maggiore successo al mondo: una villa residenziale privata che si avvale di un linguaggio formale avveniristico, audacemente sinuoso, che pare uscito direttamente dall’album di schizzi dell’ultimo set di James Bond. La fluida geometria del suo progetto architettonico, sviluppato insieme al socio di sempre Patrik Schumacher, in realtà non ha niente a che vedere con le ardite visioni fantascientifiche, ma è dettata dalla particolare geomorfologia del luogo, tanto che il corpo edilizio di forma piatta e allungata cresce sul fianco di un pendio – appena visibile dai dintorni – come sua prosecuzione naturale. Solamente la capsula panoramica, tripartita, sospesa sopra il volume principale dell’edificio per mezzo di una sorta di torre che ricorda la silhouette della coda di un aereo, si erge a 22 metri di altezza come elemento visibile da tutta la zona circostante, poco sopra la cima degli alberi. All’interno l’edificio si presenta molto spazioso, un complesso organizzato su quattro livelli, costituito da volumi asimmetrici che si incastrano l’uno nell’altro con ampie finestrature verso l’esterno che, oltre ad offrire affascinanti suggestioni architettoniche e splendidi scorci del paesaggio circostante, regalano soprattutto un comfort abitativo superlativo immerso nel verde. ESP Ya durante la era del socialismo la localidad de Barvikha, al este de Moscú, se encontraba entre los lugares más exclusivos del país; todavía hoy se ocultan tras los idílicos bosques de las afueras de Moscú las dachas de lujo de los políticos prominentes de la época o el sanatorio gestionado directamente por el Kremlin, donde los líderes rusos de entonces buscaban reposo. Desde entonces la exclusividad de la región no ha cambiado nada: Barvikha se ha convertido en el lugar por excelencia para los arquitectos moscovitas y sus proyectos; con sus conceptos de lujo en cuanto a villas, balnearios, comercios y hoteles, o con sus excepcionales edificios culturales, como la sala de conciertos diseñada por Antonio Citterio, ponen de relieve las pretensiones de Barvikha de seguir siendo un refugio de élite para la alta sociedad moscovita los fines de semana. El proyecto más espectacular que hoy por hoy se está llevando a cabo en los bosques de Barvikha no podría ser otro que el del as de la arquitectura británica Zaha Hadid: Una villa-residencia privada cuyo lenguaje formal audaz, vibrante y futurista bien podría haber salido directamente del bloc de dibujo de la escenografía de la última película de James Bond. La fluida geometría del concepto arquitectónico, que Zaha Hadid ha desarrollado junto con su socio de siempre, Patrik Schumacher, está lejos de ser una audaz visión sacada de la ciencia ficción, sino que se debe más bien a la geología y la topografía del lugar, como la continuación orgánica de la estructura plana y alargada (apenas visible desde los alrededores) que surge de una pendiente. Solo la cápsula panorámica de tres cuerpos, que flota sobre el edificio principal unida por una torre que recuerda a la silueta de la cola de un avión, se eleva a 22 metros de altura como el único elemento visible entre las copas de los árboles de los alrededores. El interior del edificio se presenta como un espacio de complejo diseño, una estructura organizada en cuatro niveles de volúmenes asimétricos y engranados, con grandes ventanales que, además de una impresión arquitectónica llena de atractivos y unas visitas del paisaje sobrecogedoras, ofrece a sus inquilinos una cosa por encima de todo: La quintaesencia de la comodidad de la vivienda en medio de la naturaleza. XAL Magazine 20 XAL Gccc Moscow © Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture Moscow © Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture 06 Remix International GCCC Moscow © Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture © Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture Moscow/RUSSIA by Jamie Fobert Architects (GB) www.garageccc.com XAL Magazine 20 I Da due anni a Mosca ci si riferisce al luogo cittadino più importante per l’arte contemporanea chiamandolo semplicemente “il Garage”, un nome certamente non casuale. L’imponente edificio di mattoni rossi con la forma di un gigantesco parallelogramma, costruito nel 1926 da Konstantin Melnikov, uno dei più noti rappresentanti del costruttivismo sovietico, è stato utilizzato fino al 2001 come garage per autobus. Dichiarato monumento architettonico dall’Amministrazione municipale moscovita, oggi il deposito degli autobus Bakhmetevsky ospita su una superficie espositiva di circa 8500 metri quadri non solo il progetto museale attualmente più spettacolare di Mosca, ma anche una delle location di tendenza più apprezzate dall’establishment artistico globale. Contemporaneamente all’inaugurazione del Garage Center for Contemporary Culture (GCCC) nel settembre 2008, si è imposta prepotentemente sulla scena artistica internazionale anche la sua promotrice: la ventinovenne stilista moscovita e “society lady” Dasha Zhukova. Ex caporedattrice della rivista britannica di moda Pop e fondatrice dell’organizzazione non profit IRIS Foundation, si occupa della gestione del GCCC insieme alla famosa curatrice britannica Mollie Dent-Brocklehurst. Nel tempo record di pochi mesi, la Zukhova ha fatto trasformare l’enorme padiglione in tempio dell’arte dall’architetto britannico Jamie Fobert che ha convertito il prezioso monumento storico con estremo rispetto, progettando un riordino dell’interno come specchio dell’imponente struttura a travi in acciaio della copertura. Ispirandosi al modello della galleria d’arte londinese Tate Modern Gallery o al MoMa di New York, Dasha Zhukova persegue il piano ambizioso di affermare il GCCC come principale museo di arte moderna e contemporanea del Paese. Una pretesa avvalorata da un programma altrettanto ambizioso quale l’inaugurazione nel 2008 con una rassegna di opere dell’artista concettuale russo Ilya Kabakov o un’esposizione dei migliori pezzi della collezione privata di Francois Pinault nel 2009, che ha radunato a Mosca il gotha del mondo artistico. ESP Desde hace dos años la gente más “in” de Moscú conoce el lugar más importante de la ciudad dedicado al arte contemporáneo con el sencillo nombre de “el garaje”. Un nombre que tiene su explicación: Hasta 2001 este impresionante edificio de piedra roja en forma de un paralelogramo gigante, construido en 1926 por Konstantin Melnikov (uno de los representantes del constructivismo soviético más conocidos), servía como garaje de autobuses. Actualmente, el antiguo garaje Bakhmetevsky, declarado monumento arquitectónico por el gobierno de Moscú, con sus 8500 metros cuadrados disponibles para realizar exposiciones, constituye no solo el proyecto museístico más espectacular de la ciudad hasta la fecha, sino también uno de los enclaves que mayor atención despierta en el mundo del arte a nivel mundial. Al mismo tiempo que el Garage Center for Contemporary Culture (GCCC) se inauguraba en septiembre de 2008, comenzaba ya la iniciación de forma enérgica en el primer plano del mundo del arte internacional de la diseñadora moscovita de 29 años de edad y dama de la sociedad, Dasha Zhukova, antigua redactora jefe de la revista de moda británica Pop y fundadora de la organización sin ánimo de lucro IRIS Foundation, que además lleva, junto con la famosa comisaria británica Mollie Dent-Brocklehurst, la gestión del GCCC. En un tiempo de construcción record de solo unos meses, Zhukova transformó el gigantesco hall en un templo del arte con la ayuda del arquitecto británico Jamie Fobert, quien adaptó este edificio histórico de gran valor con el máximo cuidado y concibió la estructura del espacio interior como un reflejo del impresionante trabajo del techo, construido con vigas de acero. Siguiendo el ejemplo de la Tate Modern Gallery de Londres o del Museo de Arte Moderno de Nueva York, Dasha Zhukova continuó con su ambicioso plan para el GCCC: que el edificio se convierta en el museo principal de arte moderno y contemporáneo del país. Un programa de excelencia acentúa, como es natural, esta pretensión de altos vuelos: la inauguración en 2008 contó con una muestra de las obras de la artista conceptual rusa Ilya Kabakov; también hubo una exposición completa de lo más destacado de la colección privada de Francois Pinault en 2009, que reunió al completo a todas las personalidades del mundo del arte en Moscú. 07 Remix International XAL Moscow Strelka Institute ArtPlay STRELKA INSTITUTE © Dmitry Smirnov © Dmitry Smirnov MOSCOW/RUSSIA Educational program by Rem Koolhaas/OMA (NL) www.strelkainstitute.com ArtPlay MOSCOW/RUSSIA I Come molte cose a Mosca, anche una delle più importanti nuove istituzioni della città dedicate all’architettura, al design e ai media, recentemente è come spuntata dal nulla nello spazio di una notte. Concepita nel 2009, in occasione della Biennale di Venezia, come un’idea astratta nelle mente di alcuni investitori privati, dotati di potenti mezzi finanziari ma anche di una certa sensibilità per l’arte, la neonata Istituzione Strelka è stata inaugurata sull’omonima isola moscovita al centro della città neanche un anno dopo. Non a caso “Strelka” in russo significa “La Freccia”. Il campus universitario per il Design, che inizialmente doveva essere provvisorio, è stato realizzato intorno a un’ampia corte interna come forum open-air, con la supervisione del celebre architetto Rem Koolhaas e del suo studio di architettura internazionale OMA, con sedi operative in Europa, negli USA e in Asia. La scelta dei fondatori è caduta subito sul famoso architetto olandese non solo per il suo personale stile progettuale – non consueto ma concettualmente rigoroso – ma soprattutto per la sua particolare affinità con la Russia. Sia i fondatori che i costruttori hanno definito come chiaro obiettivo per il nuovo istituto quello di essere germe prezioso di una nuova coscienza architettonica per Mosca, dove il boom edilizio ha portato, soprattutto nell’ultimo decennio, a mutamenti radicali, certamente non sempre sostenuti da una qualità architettonica eccelsa. Cosa significa in realtà qualità progettuale? Come si affronta intelligentemente il dinamismo innovativo ed espansivo della città e la sua preziosa eredità architettonica? Come si può, in particolare, sensibilizzare anche gli investitori e i committenti verso una nuova coscienza architettonica che non si lasci definire unicamente dalle dinamiche del mercato? Al fine di aprire un dibattito su queste questioni centrali, l’Istituto intende fungere da laboratorio d’idee, stazione di ricerca, piattaforma di discussione piuttosto che porsi come un’ulteriore accademia di architettura o del design. Di conseguenza alla fine del percorso di studi non c’è un esame finale di laurea: acquisizione di conoscenze, trattazione ad alto livello ed elaborazione di idee e concetti sono i pilastri centrali del percorso formativo, rivolto esclusivamente agli specializzandi. ESP Como otras muchas en Moscú, una de las instituciones más famosas de la ciudad, dedicada a medios de comunicación, arquitectura y diseño, ha resurgido de la nada de la noche a la mañana, por decirlo así. En 2009, con motivo de la Biennale de Venecia, dejó de ser sólo una idea en las mentes de algunos inversores privados, económicamente solventes y amantes del arte, y tan apenas un año después, se abría el Instituto Strelka, refundado en la isla moscovita que lleva el mismo nombre, en medio del centro urbano; al parecer no es casualidad que en ruso “Strelka” signifique “flecha”. Bajo supervisión didáctica, el diseño del campus se llevó a cabo provisionalmente alrededor de un patio interior de gran amplitud, como si fuera un foro al aire libre. Los encargados no podían ser otros que el as de la arquitectura holandesa, Rem Koolhaas, y su despacho de arquitectura OMA, de proyección global (Europa, EE.UU. y Asia), quienes, además, parecían la opción lógica para su fundación no solo por su extraordinario sello arquitectónico, siempre sólido y consecuente con su conceptualidad, sino también, sobre todo, por la especial afinidad que tienen con Rusia. Tanto como fundadores, como constructores, han definido claramente el objetivo para este nuevo instituto: Sobre todo, ha de ser en el futuro un valioso núcleo de una nueva conciencia arquitectónica para Moscú, cuyo auge arquitectónico, especialmente en las últimas décadas, ha llevado a que el paisaje urbano sufra cambios radicales, que de ningún modo responden a una calidad arquitectónica. ¿Cuál es la verdadera calidad de diseño? ¿Cómo se le da sentido al dinamismo expansionista e innovador de la ciudad y a su valioso patrimonio arquitectónico? ¿Cómo se puede implantar una nueva conciencia arquitectónica, especialmente en inversores y constructores tradicionales, que no solo se defina a través del dinamismo del mercado? Para debatir esta pregunta clave, este instituto quiere actuar más bien como “think tank” o tanque de pensamiento, como una estación para la investigación y una plataforma de debate, en definitiva, como una academia de otro diseño u otra arquitectura. En consecuencia, no existe ningún examen académico al finalizar los estudios: La educación se centra en el aprendizaje de conocimientos, en el debate de más alto nivel y en el desarrollo de ideas y conceptos; una formación que se dirige exclusivamente al posgraduado. www.artplay.ru ESP Desde hace unos años un antiguo distrito industrial al oeste de Moscú, cerca del Yauza – afluente nororiental del río Moscova – está llamado a convertirse en uno de los distritos culturales más interesantes de la metrópoli. Nada menos que tres instituciones culturales se han establecido ya en las antiguas instalaciones de fábricas e industrias: El prestigioso Centro Cultural Winzavod, una colosal sala de exposiciones en una bodega de vino y champán ya en desuso, el Complejo Cultural Arma en un depósito de gas, también en desuso, así como el complejo ARTPLAY, que ha escogido como su hogar lo que antes era una fábrica de manómetros y cuyo edificio, con una extensión total de 7.000m² se ha ido adaptando poco a poco para albergar tiendas y salas de exposición dedicados al mundo del diseño creativo, además de salones de exposiciones, ferias y otros eventos, y oficinas y estudios de arquitectura y diseño. Nuestro socio en Moscú, Light & Design, también abrirá en breve una nueva sala de exposición equipada con productos de XAL en los terrenos de ARTPLAY y que ha sido concebida por el arquitecto y diseñador Bernd Steinhuber, natural de Graz, como un espacio transparente en medio de las antiguas y gigantescas naves industriales. A la hora de elegir la ubicación, además del carácter excepcional del edificio, para Light&Design y XAL fue crucial, sobre todo, el principio de sinergia que sigue ARTPLAY como nuevo punto neurálgico del diseño, la arquitectura y la cultura: Siguiendo el ejemplo de otras instituciones similares como, por ejempolo, el New Yorker Decoration & Design Building, aquí, en un marco de centros de diseño interdisciplinarios, se debían reunir en un mismo lugar todos los elementos del proceso constructivo-arquitectónico. También a una escala global ARTPLAY pretende un intensivo intercambio comunicativo entre todas las partes creativas implicadas: Los más destacados dentro del mundo del diseño internacional, como Karim Rashid o Ora-ïto se encuentran entre los nombres que más suenan en exposiciones, simposios y talleres, así como la leyenda del diseño automovilístico e industrial de Turín, Paolo Pininfarina. Rendering: Atelier Bernd Steinhuber, Austria I Nella parte orientale di Mosca, un’area industriale dismessa vicina al fiume Yauza, affluente nordorientale della Moscova, già da alcuni anni è in procinto di trasformarsi in uno dei più interessanti distretti culturali della metropoli. Negli ex capannoni delle fabbriche e negli stabilimenti industriali si sono insediate finora ben tre istituzioni culturali: il rinomato centro d’arte Winzavod, una colossale sala per esposizioni sorta sull’area di una cantina vinicola dismessa, il complesso culturale Arma in diversi ex gasometri, e il complesso ARTPLAY situato a ridosso di un’ex fabbrica di manometri, il cui edificio su una superficie di circa 7000m² viene gradualmente riadattato con negozi e showroom per aziende di design e creative, con vaste sale per manifestazioni, esposizioni e fiere, uffici e studi per architetti e designer. Anche l’azienda Light&Design, partner moscovita di XAL, inaugurerà presto nell’area di ARTPLAY un nuovo showroom, arredato esclusivamente con prodotti XAL, che è stato concepito dall’architetto e designer Bernd Steinhuber di Graz come spazio nello spazio trasparente al centro dei mastodontici ex capannoni industriali. A prescindere dalla particolarità dell’edificio, determinante per la scelta dell’ubicazione è stato per Light&Design e XAL soprattutto il principio sinergetico che ARTPLAY persegue come nuova location di tendenza moscovita per il design, l’architettura e la cultura. Seguendo l’esempio di analoghe istituzioni come il Decoration & Design Building di New York, qui dovrebbe sorgere un centro di design interdisciplinare, nel quale possano confluire in un solo luogo tutte le componenti del processo costruttivo-architettonico: progettisti, architetti, designer, arredatori, commercianti di design, fornitori e, per finire, la committenza. Anche a livello globale ARTPLAY sostiene l’esigenza di un intenso scambio comunicativo trasversale a tutti i settori creativi: star della scena internazionale del design come Karim Rashid o Ora-ïto figurano in numerose mostre, simposi e workshop accanto a personalità di grande spicco come ad esempio la leggenda del design automobilistico e industriale torinese Paolo Pininfarina. XAL Magazine 20 08 Retail/news Retail XAL Retail/news Rolls/Diesel Denim Gallery Aoyama by Chikara Ohno (JP) www.sinato.jp ROLLOUT Diesel Denim Gallery è stata realizzata nel frequentatissimo distretto commerciale Aoyama di Tokyo non solo come flagship store della griffe di culto italiana del jeans e della moda, ma soprattutto anche come piattaforma e sede espositiva per nuovi progetti di giovani artisti, designer e architetti. Per la sua installazione temporanea, semplicemente intitolata “Rolls”, che l’estate scorsa ha molto originalmente caratterizzato gli spazi di vendita della Denim Gallery, il designer giapponese Chikara Ohno si è ispirato alle proprietà dei materiali impiegati nelle collezioni di moda trasferendoli in modo sorprendente su un piano tridimensionale. Le forme morbide e fluenti delle stoffe e dei capi di vestiario hanno trovato un rispecchiamento ma anche un contrappunto nelle lunghe fasce arricciate di lamiera di alluminio industriale, che si estendevano per tutta l’altezza e la lunghezza del negozio, trasformandolo con i loro riflessi luminosi, in modo semplice ma alquanto efficace, in un mare scintillante, tridimensionale, di onde metalliche. Oltre a svolgere una funzione decorativa come catalizzatore di sguardi, il progetto soddisfa con strabiliante semplicità anche i criteri funzionali: poiché le fasce metalliche fornite in grandi rotoli sono state solo parzialmente srotolate, le spirali di metallo cilindriche coperte da lastre di vetro circolari sono state utilizzate nel contempo anche come ampie pedane per la presentazione dei prodotti. XAL Magazine 20 ESP La Diesel Denim Gallery en Aoyama, el distrito comercial más popular de Tokio, no solo ha dado vida a la tienda insignia de la marca de culto italiana Diesel, sino que también se ha erigido como lugar de exposiciones y eje central sobre el que giran los conceptos de jóvenes artistas, diseñadores y arquitectos. Para su sencilla instalación temporal, titulada “Rolls”, que el verano anterior marcó de forma excepcional los espacios de ventas de la Denim Gallery, el diseñador japonés Chikara Ohno se inspiró en las propiedades de los materiales de la colección de moda que se presentaba para la temporada y lo trasladó de forma sorprendente a la tridimensionalidad: Las formas, suaves y fluidas, de los tejidos y de las prendas de vestir encontraron tanto su reflejo como su contrapunto en las largas tiras de aluminio industrial que se extendían a lo largo y ancho de la tienda y que, de una forma tan eficiente como sencilla, se convertían en un mar brillante y tridimensional de ondas metálicas gracias a los reflejos de luz que proyectaban. Además de desempeñar su papel decorativo y convertirse en el inspirador centro de atención, el concepto también cumplió con sus aspectos funcionales con una cautivadora sencillez: Al desenrollar sólo en parte las grandes bobinas de tiras de metal, los cilindros sirvieron, al mismo tiempo, como amplias plataformas donde presentar los productos, con espirales metálicas cubiertas con placas de vidrio circulares. © Toshiyuki Yano I La 09 Retail/News XAL Retail/News Gareth Pugh Store 1111 Lincoln Road BLACK CELEBRATION Gareth Pugh Store, Hong Kong (ChinA) by Daytrip (GB) www.daytripstudio.com © Joseph Cheung © Joseph Cheung I Le eccentriche creazioni avanguardistiche dello stilista britannico Gareth Pugh sono descritte spesso e volentieri come “club fashion di un altro pianeta”. A metà strada tra scultura e capo d’abbigliamento, i vestiti disegnati dal ventinovenne, astro nascente della moda internazionale, sembrano effettivamente provenire da un universo parallelo alquanto surreale: vestiti a palloncino gonfiabili, costumi bizzarri da supereroi, armature cubistiche realizzate con spigoluti cristalli neri – le creazioni di Gareth Pugh sono allo stesso tempo irritanti e affascinanti. Non è un caso se popstar come Marilyn Manson o Kylie Minogue lo hanno scelto come stilista preferito per i propri costumi di scena. La visione fantascientifica delle sue collezioni, equamente divisa tra accenti inquietanti e lusso ostentato, trova ora una naturale prosecuzione nel primo flagship store internazionale inaugurato a Hong Kong, disegnato dallo stesso Pugh in collaborazione con lo studio di design britannico Daytrip – un cubo riflettente, misterioso e sfaccettato, naturalmente con prevalenza del colore nero d’obbligo della maison. Corrispondono alla cifra stilistica della griffe anche gli insoliti abbinamenti di materiali – ad esempio la gommalacca nera accoppiata a piastrelle luci nere – che, insieme alla moquette grigio cenere e alla pannellature in cuoio alle pareti dei camerini, caratterizzano gli interni. Domina lo spazio principale, per tutta la sua altezza, un maxischermo a LED in vetro, che trasmette ininterrottamente un’installazione video creata da Gareth Pugh in collaborazione con la video-artista britannica Ruth Hogben, che insieme al famoso fotografo Nick Knight si occupa anche dell’allestimento coreografico delle sfilate di moda di Pugh. All’interno del negozio, l’installazione video riflessa all’infinito dalle superfici riflettenti del soffitto, delle pareti e del pavimento, trapela anche attraverso il rivestimento vetrato della facciata conferendo alle superfici esterne, sia pure in modo insolito, la funzione di vetrina. © Joseph Cheung ESP Las excéntricas y vanguardistas creaciones del diseñador británico Gareth Pugh siempre se han descrito con acierto como “moda de club de otro planeta”. A menudo a medio camino entre la escultura y la prenda de vestir, los diseños de esta estrella fugaz de 29 años del mundo de la moda internacional parecen provenir en realidad de un universo paralelo surrealista: Vestidos inflables de formas abombadas, bizarros trajes de superhéroes, armaduras de formas cúbicas, construidas con angulosos cristales negros; las creaciones de Gareth Pugh irritan y fascinan por igual y, no por nada, han hecho de él el diseñador favorito de estrellas del pop como Marilyn Manson o Kylie Minogue para que los vista en los escenarios. La visión de ciencia ficción, sombría y lujosa a partes iguales, de su colección se asienta ahora en Hong Kong, en la primera tienda insignia que Pugh abre en todo el mundo; una tienda que ha diseñado junto con el equipo de diseñadores británicos de Daytrip simulando un misterioso cubo de múltiples facetas reflectantes y siguiendo, como es natural, el obligado color negro de la casa. Incluso el estilo de la casa se corresponde con la increíble mezcla de materiales: caucho de un negro profundo y azulejos de un negro brillante que junto con superficies tapizadas y revestimientos de cuero en los probadores crean el entorno del interior. La dominante en la estancia principal es la gran pantalla de LED que se extiende por toda una pared, donde se emite permanentemente un montaje audiovisual, creado por Gareth Pugh y la artista británica audiovisual Ruth Hogben, quien es responsable del diseño visual de los desfiles de Pugh junto con la estrella de la fotografía Nick Knight. En el interior el montaje audiovisual se vislumbra a través de las superficies reflectantes del techo, el suelo y las paredes, así como a través del revestimiento de vidrio de la fachada, de forma que la superficie exterior hace las veces de un inusual escaparate. PARKING PERMITTED [email protected] © Herzog & de Meuron 1111 Lincoln Road, Miami Beach, Miami (USA) by Herzog & de Meuron (CH) I Di solito si associa l’idea di parcheggio multipiano a quei blocchi di cemento grigi e senz’anima che svolgono la loro funzione – consistente nel creare un massimo di superficie utile per un massimo di posti auto – in modo piuttosto triste. Ma le cose possono prendere anche una piega assai diversa, come hanno recentemente dimostrato i famosi architetti svizzeri Herzog & de Meuron con il loro progetto per un parcheggio multipiano a Miami. Qui parcheggiare non è un’operazione da compiere lontano dagli sguardi, come una necessità tutto sommato poco gradita; al contrario viene celebrata come esperienza sensoriale e messa sotto i riflettori di una ribalta che trasuda lusso e lifestyle. L’edificio polivalente in calcestruzzo gettato in opera, quasi completamente aperto sui lati perimetrali, porta semplicemente il nome della via su cui insiste – 1111 Lincoln Road – e con la sua architettura altamente espressiva offre ben più che un puro e semplice parcheggio. Una scala a giorno si avvolge a spirale al centro dell’edificio come una spettacolare scultura architettonica e porta i visitatori ai vari livelli, dove si susseguono negozi esclusivi di design e di moda, gallerie d’arte, ristoranti, bar e diverse aree polivalenti che possono essere utilizzate per ospitare feste ed eventi – o anche per concerti, film e servizi fotografici. Un ibrido che desta scalpore, a metà strada fra parcheggio multipiano e tempio consumistico all’avanguardia, con il quale gli architetti non si limitano semplicemente a creare una zona di lusso adatta ad accogliere automobili, ma vogliono anzitutto fornire nuovi impulsi creativi. 1111 Lincoln Road intende dimostrare in maniera aperta, invitante e convincente che il futuro della vita urbana non deve necessariamente adeguarsi alla rigida delimitazione fra spazi adibiti a parcheggio e spazi di vita. In un’epoca in cui sta crescendo la coscienza per una mobilità individuale più pulita ed ecologica, l’integrazione armoniosa e la costruzione accurata e vivibile di queste due zone non è più un’utopia. ESP Si uno piensa en un parking lo asocia generalmente a fríos bloques de hormigón gris, cuyo objetivo (aprovechar al máximo la superficie para albergar el máximo de vehículos posibles) cumple de forma más bien tristona. Que esta realidad ha cambiado totalmente es lo que han demostrado dos jóvenes y extraordinarios arquitectos suizos, Herzog & de Meuron, con el concepto que han aplicado a un parking en Miami: Aquí el parking no se ha llevado a cabo de forma apartada, escondiéndolo, como si fuera un mal necesario, sino que se celebra como un acontecimiento sensorial, construido en el primer plano de un escenario lujoso y estiloso. Lleva por nombre su propia dirección, 1111 Lincoln Road, un título sencillo para esta construcción de hormigón polivalente, de gran expresividad y casi por completo a cielo abierto, que ofrece mucho más que simples plazas de aparcamiento. Unas escaleras independientes, que serpentean por el centro del edificio como una espectacular escultura espacial, permiten al visitante desplazarse entre los diversos pisos, que le descubren tiendas de moda y de diseño, galerías de arte, restaurantes, bares, así como numerosas zonas multifuncionales que dan cabida a fiestas u otros eventos como conciertos, sesiones de fotos o pases de cine. Con esta construcción híbrida, a caballo entre parking y templo de consumo de vanguardia, los arquitectos no solo pretendían lograr una zona de lujo para los vehículos, sino conseguir también un impulso ejemplar. El 1111 Lincoln Road demuestra de forma sorprendente, tentadora y abierta que el futuro de la vida urbana no reside obligatoriamente en las estrictas delimitaciones que separan los espacios vitales y los parkings. En una época en la que se va tomando conciencia de la movilidad privada, que a la vez ha de ser limpia y respetuosa con el medio ambiente, ha dejado de ser una utopía la integración armónica y la ejecución sofisticada y habitable de ambos espacios. XAL Magazine 20 10 Retail/Project 01 XAL OMG! SHOE STORE Floorplan XAL Magazine 20 11 Retail/Project 01 XAL OMG! SHOE STORE VEDDER.LICHTMANAGEMENT “Carefully placed lighting creates a sense of spaciousness in which a brilliant product appearance dominates. Such stores combine the shopping experience with pure, unconscious emotions in a profitable way. Light creates emotions, and emotions sell the goods.” GODLIKE OMG! Shoe Store, Linz/AUSTRIA Architecture: Design und Bauabteilung Leder & Schuh AG, Mag. Hans Michael Heger, Graz Lighting Design: VEDDER.LICHTMANAGEMENT, Munich, www.vedderlicht.com Photos: Werner Krug, Graz I Il progetto di allestimento di un negozio di calzature di Linz dimostra come il linguaggio illuminotecnico che punta ad una forte accentuazione, utilizzato soprattutto nel segmento di alta gamma (gioielli e altri articoli di lusso), può funzionare anche in altri ambiti. Il negozio per “shoeaddicted girls” non si posiziona affatto al livello di una boutique, ma punta su un’offerta che si rinnova costantemente, con prezzi sostenibili, ispirandosi alle creazioni più estreme delle metropoli alla moda New York, Tokio e Shanghai. ESP El actual concepto de diseño de una zapatería de Linz demuestra que un lenguaje de iluminación que refuerce distintas zonas puede funcionar sin lugar a dudas aplicado a la joyería y otros artículos de lujo dentro del segmento de alta gama. Así pues la clasificación de esta tienda para “adictas a los zapatos” no entraría dentro de las boutiques, sino que se basa en precios asequibles y ofertas que van cambiando, algo que ha marcado los extremos de las metrópolis de la moda Nueva York, Tokio y Shanghái. Il progetto architettonico si sviluppa fin dall’inizio come un’unità di configurazione degli spazi, messinscena del prodotto e composizione di luci. L’estetica moderna si accorda con gli specchi classici da negozio tradizionale. Sebbene a prima vista il negozio trasmetta l’impressione di un concept store di lusso, la sua impostazione basata inequivocabilmente sulla riproduzione di copie, lo vincola all’esigenza di una rigorosa economicità. L’illuminazione d’accentuazione, per il fatto di rinunciare proverbialmente a qualsiasi faretto di troppo, è di gran lunga economica, ma non solo. Gli spot impiegati con parsimonia e le isole luminose mettono precisamente a fuoco gli articoli nella loro tridimensionalità, spingendoli in primissimo piano, addirittura in posizione soprelevata. Inoltre ogni paio di scarpe dispone di una propria nicchia o di un proprio basamento e viene quindi messo in scena come fenomeno singolare a se stante. El concepto del espacio se desarrolla desde el principio como un todo que aúna el diseño de interiores con la puesta en escena de los productos y la composición lumínica. Así una visión moderna se corresponde con los clásicos espejos de una tienda. Aunque a primera vista la tienda da la impresión de ser una tienda conceptual de alta calidad, ha sido claramente diseñada para la reproducción y, por tanto, está sujeta a las estrictas exigencias de la rentabilidad económica. Sin embargo, dado que ningún reflector se ha utilizado en demasía, las luces de acentuación resultan, con mucho, no solo rentables: Gracias a estos focos e ínsulas de luz de bajo rendimiento que se han utilizado, los artículos se representan nítidamente en tres dimensiones, colocándolos de forma significativa en el primer plano, a veces incluso sublimándolos. Además cada par de zapaos dispone de una vitrina o un pedestal propios y así quedan expuestos como figuras singulares. L’utilizzo intelligente di tecniche illuminotecniche differenziate – lampade a scarica ad alta pressione, bassi wattaggi e luci a LED di ultima generazione con un’elevata riproduzione del colore – consente di rappresentare lo spazio e gli articoli in vendita in modo dinamico e suggestivo, garantendo la spesso citata esperienza dell’acquisto e inserendo nel design e nella disposizione un segno forte all’interno dell’uniformità mondiale, imperante nello Shoe Retail Business. Mediante el uso consciente de diversas técnicas de iluminación a partir de lámparas frías bajo voltaje y dispositivos LED de nueva generación con una reproducción cromática de muy alta calidad, se crea una proyección del espacio y de los artículos emocionante y dinámica, que realmente garantiza la tan a menudo citada experiencia que supone ir de compras y que establece, tanto en el diseño como en la distribución, un poderoso símbolo dentro de la uniformidad que impera en el mundo de la venta de calzado al por menor. MICRO 3 ROUND faretto da incasso TULA LED esecuzione speciale NANO II sistema Power LED SASSO faretto da incasso MINO 20 sistema luminoso da incasso MICRO 3 ROUND foco empotrado TULA LED luminaria especial NANO II sistema Power LED SASSO foco empotrado Mino 20 sístema para empotrar XAL Magazine 20 12 Retail/Project 02 XAL Jelmoli department store GLASSHOUSE JELMOLI department STORE, Zürich/Switzerland Architecture: Blocher Blocher Partners, Stuttgart Lighting Design: Elan Beleuchtungs- und Elektroanlagen GmbH, Cologne Photos: Blocher Blocher View, Stuttgart I Nel 1833 Gian Pietro Jelmoli fondò a Zurigo il suo primo negozio. Cinquant’anni dopo, sulla Seidengasse veniva già costruito il “Glaspalast”, il primo grande magazzino di Zurigo, che da allora è diventato l’indirizzo cittadino più frequentato per la moda, l’arredamento d’interni, lo sport e la gastronomia. Il grande magazzino ha subito nel tempo varie ristrutturazioni per adattarsi allo spirito dei tempi, ma nessuna spettacolare quanto quest’ultima. I proprietari avevano ben altro in mente che un normale intervento di ristrutturazione. Ciò che volevano era creare un Leading Premium Department Store, come ne esistono solo a Londra, Parigi e New York. ESP En el año 1833 Gian Pietro Jelmoli fundó en Zúrich su primera tienda. Cincuenta años después, se construyó en la Seidengasse el “Glaspalast”, los primeros grandes almacenes de Zúrich. Desde entonces es el punto de referencia de la ciudad en cuestiones de moda, interiorismo, deporte y gastronomía. El edificio se ha ido restaurando una y otra vez para amoldarse al espíritu de los tiempos, aunque nunca lo había hecho de forma tan espectacular como ahora. Los propietarios no tenían en mente una restauración precisamente ordinaria, no, más bien un centro comercial de primera línea, como solo se había visto hasta la fecha en Londres, París o Nueva York. In effetti, dopo gli otto mesi impiegati per la ristrutturazione, è impossibile riconoscere il grande magazzino storico dietro la facciata vetrata, soggetta a vincolo di tutela storico-artistica, dove basta il nuovo logo a indicare l’inizio di una nuova era. Un’attrazione urbana multiforme, sorta su sei piani con una superficie di vendita complessiva di 34.000 m², è il risultato del risanamento totale del monumento storico. Un elemento di particolare spicco è l’apertura dal parterre fino al quarto piano che conferisce all’ambiente interno una spaziosità senza precedenti e un incredibile senso di ariosità. Grazie alla ristrutturazione completa, il centro commerciale si rende accessibile in modo del tutto intuitivo ai clienti, più o meno frettolosi. I singoli livelli sono chiaramente distinguinbili l’uno dall’altro e si fanno apprezzare per la coerenza delle caratteristiche costruttive. Ogni mondo stilistico rappresenta un unicum a se stante. De hecho, tras dieciocho meses de trabajo, este edificio tradicional está irreconocible tras la monumental fachada de vidrio, donde el nuevo logo ya es un signo visible del comienzo de una nueva era. En seis pisos, con una superficie comercial total de 34.000 m² se creó una polifacética atracción urbana gracias a la total renovación del histórico edificio. Es especialmente destacable la abertura que hay desde la planta baja hasta el cuarto piso, que le confiere al espacio interior una generosidad inaudita y una atmósfera diáfana especial. Gracias a la total reestructuración el edificio se abre rápidamente casi intuitivamente, como un hervidero de clientes. Los pisos están claramente diferenciados unos de otros y presentan características de diseño coherentes. Cada estilo se ha tomado como una unidad. Il progetto illuminotecnico è complesso e differenziato al pari degli articoli in vendita. Nel reparto Abbigliamento, ad esempio, sono state ritenute sufficienti delle semplici luci a nastro, mentre nel reparto Lingerie fanno sfoggio sontuosi lampadari. Per illuminare come si conviene i due milioni di articoli con un totale di 9.176 nuove luci, sono stati posati ben 179,7 km di cavi elettrici. XAL Magazine 20 El concepto de iluminación es tan complejo y variado como el presente artículo: Así pues, en la sección de trajes es suficiente con sencillas bandas de luz, mientras que en la sección de lencería relucen unas opulentas lámparas de araña. Se instalaron nada menos que 179,7 km de cableado eléctrico para que los dos millones de artículos fueran el centro de interés gracias a los 9.176 nuevos focos que los iluminan de forma correcta. 13 Retail/Project 02 XAL Jelmoli department store Photo: Bernd Kammerer, Stuttgart Floorplan Jutta and Dieter Blocher, Blocher Blocher Partners “The necessity to carry out the conversion of four storeys in small phases over fourteen months, while the store remained fully open for business, was a huge challenge for us. We are therefore all the more delighted that we were able to achieve a successful balance in all aspects of this project, based in equal measure on the ideas of the developer, employees, customers and, last but not least, the architects.” SASSO 100 K OFFSET faretto da incasso MENO ROUND 350 apparecchio da incasso MICRO 3 ROUND faretto da incasso SASSO 100 K OFFSET foco empotrado MENO ROUND 350 luminaria empotrada MICRO 3 ROUND foco empotrado XAL Magazine 20 14 Retail/Project 03 XAL ACHATZ OPTICAL STORE ROOM WITH A VIEW ACHATZ OPTICAL STORE, Oberwart/Austria Shop Design: Mag. Hans Michael Heger, Graz Lighting Design: VEDDER.LICHTMANAGEMENT, Munich www.vedderlicht.com Photos: Paul Ott, Graz Floorplan XAL Magazine 20 I Il desiderio di creare un’immagine nettamente distaccata dalla concorrenza – da sempre una caratteristica propria del commercio – difficilmente capita di vederlo tradotto in realtà in modo così efficace come nel negozio di ottica Achatz di Oberwart, in cui lo status di alta gamma si riflette nella qualità dell’architettura. Il negozio, situato in un centro commerciale, presenta già dall’esterno un’immagine chiara e accattivante e accentua ulteriormente questa impressione di apertura con la spaziosità dell’ambiente e la rinuncia ad un portale tradizionale, sostituito da singole vetrine che costituiscono un’intelaiatura. Un chiaro linguaggio formale, l’impiego di materiali pregiati e l’uso delle luci volutamente minimalista, fanno scaturire all’interno un’atmosfera intima e invitante. A livello estetico predominano i colori della Corporate Identity aziendale: archi bianchi generano in mezzo ad un ambiente arancione una situazione particolare, come una sorta di spazio nello spazio. Il progetto illuminotecnico determina una distinta zonizzazione – derivante da differenti luminosità ed atmosfere – e un’utilizzabilità ottimale delle singole aree. La superficie di vendita è suddivisa in modo chiaramente distinguibile in aree per l’uomo e per la donna, luci d’accento attrattive contribuiscono ad una presentazione efficace della merce. Pezzi selezionati delle collezioni vengono presentati su singoli piedistalli e illuminati dall’alto mediante luci a LED dotate di schermi in plexiglas. Barre luminose a LED, impiegate in modo mirato, fanno sì che le pareti assorbano la luce e appaiano così vivacemente scandite, riuscendo quindi non solo a catalizzare l’attenzione, bensì anche a creare un ricordo indelebile. La zona riservata alla prova degli occhiali è occupata da superfici luminose che assicurano un ambiente privo di ombre; quella delle visite ottiche è distintamente separata dagli spazi di vendita per mezzo di un sistema illuminotecnico. L’atmosfera del negozio è caratterizzata da una luce a LED bianca, calda, di ultima generazione che è stata scelta, in egual misura, sia per la sua qualità ottica sia per la sua convincente economicità. Il consumo energetico è stato più che dimezzato, inoltre, grazie alla modesta dissipazione del calore, è stato sensibilmente ridotto il fabbisogno energetico per l’impianto di condizionamento. ESP El deseo de crear una apariencia que se diferencie claramente de la de la competencia es tan viejo como lo son los propios negocios. Pero conseguirlo como lo ha hecho la Optik Achatz de Oberwart es algo que se ha visto pocas veces. Aquí el estatus de óptica de alto estanding viene proporcionado, en realidad, por la calidad de la arquitectura. Ya desde el exterior esta tienda de gafas situada en un centro comercial se presenta diáfana y agradable. Esta impresión de apertura queda reforzada por la amplitud de espacios que existe en el interior y por la renuncia a colocar una entrada convencional; en cambio, las propias vitrinas son los elementos constituyentes del marco de la entrada. Un lenguaje formal claro, el uso de materiales de alta calidad, así como el deliberado uso reducido de la iluminación consiguen crear un ambiente íntimo y acogedor en el interior del establecimiento. Visualmente dominan los colores de la identidad corporativa de la empresa: Arcos blancos en medio de un ambiente de tonalidades naranjas crean una excepcional disposición espacial. El concepto de iluminación logra una división por zonas clara y un aprovechamiento óptimo de cada espacio mediante diferentes intensidades de iluminación y ambientes. El área de ventas se divide claramente en secciones para caballero y para señora, y la atractiva acentuación lumínica hace que la presentación de los artículos sea lo más destacado. Piezas de la colección previamente seleccionadas se presentan en pedestales individuales y se iluminan de forma deliberada con dispositivos LED con protector en plexiglás. La dirección específica de los dispositivos LED procura que las paredes atrapen la luz, y de forma estructural y viva actúan de forma que no sólo garantizan una mayor atención, sino que también logran un valor memorable en concreto. La zona de los probadores está cubierta de superficies luminosas para una iluminación sin sombras; la zona de tratamiento óptico/médico vuelve a estar claramente definida y separada del área de ventas mediante la iluminación. La atmósfera lumínica de la tienda viene marcada por los dispositivos LED de luz blanca cálida de última generación, elegidos también por su calidad óptica así como por su contundente rentabilidad; el consumo de energía disminuyó a más de la mitad, además de reducir también de forma significativa el calor residual derivado de la demanda energética del aire acondicionado. 15 Retail/Project 03 XAL ACHATZ OPTICAL STORE VEDDER.LICHTMANAGEMENT “The right lighting moods are available for every business, industry and segment type in the trade. This project required the sophisticated combination of several lighting styles, to ensure that a wide range of functions run smoothly within a restricted space. As a new lighting tool, the LED offers advantages here.” MICRO 3 ROUND faretto da incasso TULA LED esecuzione speciale NANO II sistema Power LED DOT esecuzione speciale MICRO 3 ROUND foco empotrado TULA LED luminaria especial NANO II sistema Power LED DOT luminaria especial XAL Magazine 20 16 P ortrait XAL Graft Architects by Nikolaus Prokop Portrait 1 C rossover ARCHITECTURE 1 GRAFT – Gesellschaft von Architekten mbH, BERLIN (GER) I La parola “graft” in inglese consente una serie di letture e significati diversi anche contrapposti: può riferirsi ai trapianti nell’ambito della chirurgia ma può anche alludere a un lavoro duro e faticoso. In botanica il termine “graft” indica la particolare tecnica di innesto a marza, che si utilizza da secoli per modificare geneticamente, ma in modo naturale, le piante a crescita lenta, difficili da coltivare o anche facilmente attaccabili da parassiti, impiantandovi un ramo di un’altra specie adatta. Si ottiene così un nuovo ibrido biologico che, sommando in sé le caratteristiche positive delle due specie, è più resistente, più produttivo e di qualità superiore. Un principio che non a caso gli architetti di GRAFT, scegliendo un nome così emblematico, hanno posto alla base del proprio lavoro. Verso la metà degli anni Novanta, Lars Krückeberg e Wolfram Putz, dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Braunschweig e un tirocinio presso alcuni rinomati studi di architettura tedeschi, decisero di frequentare un master postlaurea a Los Angeles. Fu allora che impararono sulla propria pelle quanto stimolante e allo stesso tempo proficuo fosse l’incontro tra due culture diverse. “Allora”, ricorda il cofondatore di GRAFT Wolfram Putz, “da lavoratori stranieri quali eravamo, abbiamo presto capito una cosa: quando si studia architettura in un paese come la Germania, imbevuto della tradizione del Bauhaus, ci si forma subito in testa un concetto di architettura paragonabile, nella sua immobilità, ad una foto. A Los Angeles, invece, ci siamo trovati di colpo a confrontarci con persone che in qualche modo vedevano l’architettura come un film. Tutto era molto più mobile e aperto, rispetto alla realtà che conoscevamo; anche l’onere della prova per i giovani architetti in cerca delle prime opportunità professionali era di gran lunga meno impegnativo. In breve, a Los Angeles abbiamo cominciato con progetti molto piccoli come ristrutturazioni di garage, per esempio, e all’inizio riuscivamo appena a mantenerci. Come GRAFT esistiamo già da circa dodici anni, nel 1998 non eravamo altro che una società di tre persone in un appartamento con due letti. Nello stesso anno XAL Magazine 20 abbiamo acquisito un incarico che sotto molti aspetti si è rivelato un grosso colpo di fortuna per noi, il progetto per la ristrutturazione di 2 case per Brad Pitt.” Un incarico piccolo, ma non di meno impegnativo, con il quale lo studio GRAFT si è fatto così tanta pubblicità da trovarsi dal giorno alla notte alla ribalta dell’architettura internazionale e della stampa specializzata nel lifestyle. Seguirono altri incarichi da parte dell’ambiente cinematografico e subito dopo, con la fondazione di una seconda sede a Berlino per la società in rapida espansione e progetti celebrati dai media come la realizzazione del pluripremiato hotel Q nei paraggi del Kurfürstendamm, anche il salto oltreoceano e il ritorno in patria. Il principio del ‘grafting’, ovvero un modo di pensare e lavorare che non si fa condizionare dalle frontiere, aperto alla sperimentazione e al reciproco arricchimento culturale, da allora connota GRAFT come probabilmente nessun altro studio di architettura, presente nel frattempo su ben tre continenti, con la terza sede inaugurata nel 2004 a Pechino. In questo periodo entrano a far parte di GRAFT Alejandra Lillo e Gregor Hoheisel. “Oggi lavoriamo in tre diverse culture contemporaneamente”, afferma Wolfram Putz accennando al posizionamento globale della società che impiega 100 addetti, “ma l’accesso alle culture non è una cosa che si possa comperare, la si deve far crescere piano piano. Naturalmente questo sviluppo non è immune dai classici dolori della crescita, cui noi eravamo inevitabilmente esposti avendo raggiunto dimensioni così importanti in tempi relativamente brevi. Il fatto poi di doversi confrontare con regolamenti edilizi molto diversificati in tre ambiti completamente diversi pone di fronte a sfide e problemi complessi. Questo a volte è molto estenuante, ma allo stesso tempo mantiene freschi.” GRAFT mantiene la propria freschezza soprattutto grazie alla sua marcata tendenza a lavorare in modo interdisciplinare e non convenzionale: “Il principio del ‘grafting’ per noi significa soprattutto conciliare anche ciò che in apparenza è contrastante”, sostiene Wolfram Putz, “il conflitto fra apparenti contraddizioni, la creazione di nuovi inizi in un nuovo linguaggio architettonico – la ricerca di una formula “bastarda” che mescoli elementi spiazzanti ed elementi sani, se così si può dire. Ai giorni nostri si dibatte tanto della firma architettonica. Ebbene, da GRAFT non troverete quasi traccia di questo, non una cifra esclusiva che si possa eternare, semmai un fil rouge riferibile al gruppo intero, ma sempre nuovo e spesso anche con connotazioni sperimentali grazie alle odierne possibilità digitali. Rimanere interessanti per noi stessi e conservare la freschezza necessaria, significa per noi lavorare, per esempio, in gruppi non convenzionali. Da GRAFT può succedere che qualcuno che finora abbia fatto solamente stand per le fiere, si occupi di punto in bianco di un progetto per un albergo, portando in quel campo impulsi del tutto nuovi.” Sulla scena dell’architettura globale lo studio GRAFT introduce nuovi impulsi, non solo con progetti orientati al lifestyle, come spettacolari hotel grattacielo a Pechino o in Georgia, ma “attraversando tutti i settori, tutte le discipline e tutte le dimensioni”, come sottolinea Wolfram Putz, dai progetti urbanistici come il recupero dell’ex area aeroportuale Berlin-Tempelhof agli edifici per istituzioni culturali come il nuovo Museo RussoEbraico per la tolleranza a Mosca, fino alle nuove soluzioni nell’interior design e nel design industriale. Non a caso lo studio GRAFT ha profuso un impegno straordinario su un progetto che ha attirato molto l’attenzione e che ha portato i progettisti a collaborare nuovamente con il loro primo importante committente. Insieme alla fondazione non profit Make It Right fondata da Brad Pitt, lo studio GRAFT ha curato la realizzazione di 150 nuove case per il quartiere Lower Ninth Ward di New Orleans, il più colpito dalla catastrofe dell’uragano Katrina del 2005. Il libro che documenta il progetto, intitolato Architecture In Times Of Need, è stato premiato recentemente con il Good Design Award 2010. “Il nostro obiettivo primario in questo progetto non è semplicemente creare delle possibilità abitative”, afferma Wolfram Putz, “ma stabilire nuovi standard nell’interesse di chi è XAL Portrait Photos 1 Wuensdorf Church, Wuensdorf, Germany 1st Prize Competition 2006 2B irds Island Single Family House, Kuala Lumpur, Malaysia 2007–2010 3K U64 Dentist’s Office, Berlin, Germany 2005 4G raft Architects Partners Thomas Willemeit, Alejandra Lillo, Lars Krückeberg, Gregor Hoheisel, Wolfram Putz Graft Architects by Nikolaus Prokop 2 4 All photos on this spread: © by GRAFT 17 P ortrait 3 stato colpito dalla catastrofe e riflettere in modo coerente cosa possa e debba veramente produrre l’edilizia sociale con budget relativamente ridotti nell’ambito di un simile progetto di beneficenza. Le case realizzate per questo progetto sono architettonicamente ambiziose, offrono un’ampia gamma di possibilità di scelta e personalizzazione e massima qualità abitativa, ma soprattutto, grazie alla loro impostazione a basso impatto energetico, tengono conto molto concretamente della situazione sociale dei loro abitanti. Anche la miglior architettura in fondo non serve a niente se non si riesce a pagare la bolletta della luce.” ESP El término inglés “graft” tiene una gran cantidad de significados y lecturas muy contradictorios: En el campo de la medicina, por ejemplo, se refiere a un trasplante o también se puede referir a un trabajo duro y laborioso. En términos botánicos, “graft” significa injertar, esto es, un método centenario muy eficaz para modificar genéticamente de forma natural aquellos cultivos que crecen lentamente, son difíciles de cultivar o están amenazados por las plagas mediante la inserción en la planta madre de otro tipo de rama o injerto idóneo con una o más yemas, que, aplicada al patrón, se suelda con él. El nuevo híbrido biológico que resulta de ello combina los aspectos positivos de ambas especies, siendo más resistente, más productivo y de mayor calidad. Un principio en el que GRAFT, cuyo nombre no ha sido elegido por casualidad, se ha basado para su trabajo como arquitectos. Cuando, a mediados de los 90, Lars Krückeberg y Wolfram Putz después de recibir su título en arquitectura por la Universidad Técnica de Braunschweig y realizar sus prácticas en gabinetes de arquitectura alemanes de gran prestigio, cursaron un máster de postgrado en Los Ángeles, tuvieron conocimiento por primera vez y de primera mano del impacto, fructífero y exigente a partes iguales, que se sucede cuando dos culturas vivas chocan: “En aquella época” recuerda el socio fundador de GRAFT, Wolfram Putz, “nosotros éramos, por decirlo así, trabajadores invitados en un país ex- tranjero que han constatado algo en muy poco tiempo: Cuando se estudia arquitectura en un país con una concepción tradicional de la construcción como Alemania, la mente se forma un concepto de arquitectura que es comparable al de una foto por su estatismo. En L.A, sin embargo, nos encontramos de repente con gente que definía la arquitectura como una película, por decirlo así. En comparación, todo era mucho más móvil y diáfano, también la responsabilidad para aquellos jóvenes arquitectos que iban en busca de una oportunidad para sus proyectos era mucho menos elevada. Empezamos, pues, en L.A. sin nada, nuestro primer proyecto, por ejemplo, fue la construcción de unos garajes y en nuestros comienzos vivimos a salto de mata. Como GRAFT existimos ya desde hace doce años, en 1998 dejamos de ser una empresa compuesta por tres hombres en un apartamento de dos habitaciones. En ese mismo año conseguimos un proyecto que para nosotros supuso en muchos sentidos un gran golpe de suerte: el contrato para la construcción de dos viviendas para Brad Pitt”. Este contrato, que conllevaba cierta publicidad, extraordinaria por un lado, pero también muy exigente de contentar, hizo que GRAFT se encontrara de la noche a la mañana en el primer plano de la arquitectura y los medios de comunicación relacionados con el estilo de vida internacionales. A este le siguieron otros encargos provenientes de la industria cinematográfica, la empresa se expandió rápidamente con la fundación de una segunda sede en Berlín y con proyectos como la realización del hotel de diseño Q, cerca de la Avenida Kurfürstendamm, un trabajo muy aclamado y galardonado por los medios, un puente tendido sobre el gran charco que nos permitió volver al hogar. El principio de “grafting”, de un pensamiento y un trabajo experimentales que van más allá de las fronteras, así como de una fertilización cultural recíproca es lo que caracteriza a GRAFT desde entonces como casi una segunda empresa de arquitectura (entretanto, en 2004 abrió una tercera sede en Pekín, con lo que tiene representación en los tres continentes). Desde que se produjo esta expansión Alejandra Lillo y Gregor Hoheisel son socios de GRAFT. “Hoy trabajamos en tres culturas distintas al mismo tiempo” dice Wolfram Putz sobre la posición global que ocupa esta empresa con 100 trabajadores, “pero no se puede comprar el acceso a las culturas, uno las debe dejar crecer. Y para que este crecimiento se produzca, hay que pasar, como es inevitable, por los dolores típicos del proceso si, como nosotros, se ha alcanzado un tamaño considerable en un periodo de tiempo relativamente corto. O si, por ejemplo, se constata que tratar con realidades legales sobre la construcción muy diferentes entre sí y en tres lugares distintos puede implicar una serie de retos y problemas importantes. Esto, en parte, te exige mucho, naturalmente, pero también te mantiene fresco”. GRAFT mantiene fresca, sobre todo, su marcada tendencia a unas formas de trabajo poco convencionales e interdisciplinarias. “Este principio de “grafting” para nosotros significa, sobre todo, la fusión de los contrastes aparentes”, explica Wolfram Putz, “el choque de los engañosos malentendidos, la creación nuevos comienzos en un lenguaje arquitectónico nuevo; la búsqueda de un mestizaje que sea a la vez sorprendente y sano, si se quiere. Hoy día vivimos en una era de debates sobre la autoría, de preguntarse sobre la firma arquitectónica. Pero en GRAFT eso apenas quedará perpetuado de forma temporal o exhaustiva, si no, más bien se basará en el trabajo en equipo y quedará patente su marca característica de experimentación y renovación a través de las posibilidades digitales que existen actualmente. Seguir siendo interesantes, mantenernos frescos todo lo necesario, es el equivalente para nosotros al trabajo en equipos poco convencionales; en GRAFT puede suceder que alguien que hasta ahora solo había hecho stands para ferias, de repente se ocupe de un proyecto para un hotel y que aporte un nuevo impulso totalmente nuevo.” GRAFT abastece hoy por hoy al mundo de la arquitectura mundial de nuevos impulsos no solo con proyectos orientados al estilo de vida, como la construcción de nuevos y espectaculares hoteles en Pekín o Georgia, sino “a través de todos los sectores, disciplinas y dimensiones” tal y como subraya Wolfram Putz, desde proyectos urbanísticos como la reutilización de los antiguos terrenos de aeropuerto Tempelhof de Berlín, pasando por la construcción de edificios culturales como el Museo Judío-Ruso para la Tolerancia de Moscú, hasta la creación de nuevas soluciones en el diseño de interiores y de productos. GRAFT ha demostrado estar también muy comprometido con un proyecto de gran aclamación que ha llevado a cabo de nuevo en cooperación con su primer cliente de prestigio: Junto con la fundación sin ánimo de lucro creada por Brad Pitt, Make it Right, GRAFT levantará 150 viviendas nuevas para los damnificados del distrito Lower Ninth Ward de Nueva Orleans por la catástrofe causada por el huracán en 2005. La documentación en papel del proyecto, que lleva por título Architecture In Times of Need (Arquitectura en tiempos de necesidad), fue galardonado hace poco con el Good Design Award 2010. “Nuestra principal preocupación con este proyecto no es simplemente crear viviendas”, dice Wolfram Putz, “sino establecer nuevas normas en pro de los damnificados y, en consecuencia, reflexionar sobre lo que puede y debe ofrecer en realidad la vivienda social con unos presupuestos relativamente bajos en el marco de un proyecto benéfico como este. Las viviendas de aquí no solo tienen una ambición arquitectónica y ofrecen un amplio espectro para poder personalizarlas y elegirlas, así como la máxima calidad de vida, sino que también atienden, por ejemplo, a la situación social en la que se encuentra su propietario gracias a su concepto de bajo rendimiento energético. Ni el mejor diseño significa nada si no se puede hacer frente a las facturas de la luz”. GRAFT – Gesellschaft von Architekten mbH Heidestraße 50, 10557 Berlin Tel: +49 (0) 30 306 45 103-0 Fax: +49 (0) 30 306 45 103-34 E-mail: [email protected] www.graftlab.com XAL Magazine 20 B acklit For the past two years, XAL has invited PIPS:lab to design the cover and a double-page spread for Light Magazine. But who or what, exactly, is PIPS:lab? Originating in the dark corners of the Amsterdam underground party scene, PIPS:lab has conquered the theatre, pop and art world in the ten years of their existence. Using unstable media the multi-talented group members have truly become masters of the unexpected. The computer is their mixing tool, blending music, theatre, film and a healthy dose of comedy into absurd media theatre, interactive installations, and surprise acts. A PiPS:lab production never fits the expectations. PIPS:lab is totally self-made. They produce their own software, hardware, music tracks, stories and visuals. But no PiPS:lab production is ever complete without the input of the audience. PIPS:lab performs throughout Europe in countries such as Italy, Poland, Germany, Spain, Hungary, France and Belgium. They also build interactive installations, which are shown throughout Europe. Upcoming issues of LIGHT Magazine will give an insight into the background, methodology and world of ideas of this extraordinary group of Dutch artists. 20 Living/news Living XAL Living/news Orishiki Handbag by Naoki Kawamoto (JP) www.naokikawamoto.com FOLD UP I Basandosi da un lato sull’origami, l’arte giapponese di piegare la carta, e dall’altro sul Furoshiki, il tradizionale foulard multiuso giapponese usato per avvolgere e trasportare oggetti, la collezione Orishiki del designer Naoki Kawamoto trasforma oggetti bidimensionali in accessori tridimensionali. Interpretata secondo il principio Orishiki, la borsetta di Kawamoto diventa un oggetto fashion d’avanguardia, una curiosa scultura geometrica destinata a catturare gli sguardi sotto il braccio di chi la porta. Realizzata rigorosamente senza alcun elemento aggiuntivo, sulla semplice base di una superficie bidimensionale, questa borsa a mano rinuncia completamente a guarnizioni e chiusure. Si chiude esclusivamente per mezzo di un sistema di barrette magnetiche che garantiscono la coesione degli elementi base di forma triangolare, una volta piegati. como base, por un lado, el arte del origami o papiroflexia y, por otro, los tradicionales pedazos de tela cuadrangulares japoneses denominados “Furoshiki”, la colección Orishiki de la diseñadora industrial japonesa Naoki Kawamoto transforma un objeto bidimensional en un accesorio tridimensional. Como bolso de mano, el principio del Orishiki proporciona la base para que se convierta en un objeto vanguardista de la moda, que atrae la atención como una escultura enigmática y geométrica que su portadora llevara debajo del brazo. Basándose en un mosaico plano generado por ordenador de superficies asimétricas, sin ningún otro elemento constructivo adicional, los bolsos de mano Orishiki no necesitan de cierres u otros accesorios. Se cierra únicamente a través de un sistema de bandas magnéticas, que se ocupan de la cohesión de los elementos básicos triangulares cuando está doblado. © Hitomi Kai Yoda Model: Hanako Fukozu ESP Tomando XAL Magazine 20 21 l iving/News XAL living/News Tron Chair Back to the future Tron Chair by Dror Benshetrit (US) / Cappellini (IT) www.studiodror.com www.cappellini.it balancing Barn I Già nel lontano 1982 il fim di culto fantascientifico Tron delineava con sbalorditiva autenticità la visione di un futuro elettronico virtuale governato da intelligenze artificiali, che anticipava fenomeni mediatici odierni come Internet, Second Life o Avatar. Con il film Tron – Legacy la Walt Disney Pictures ha fatto uscire, all’inizio dell’anno, il tanto atteso sequel di uno dei film del genere con lo stile visuale più incisivo di tutti i tempi: un’intera generazione di cineasti, designer e architetti è stata costantemente influenzata nei decenni passati dalle sequenze generate al computer di Tron, autentica pietra miliare, che rappresentavano per la prima volta la realtà virtuale come un reticolo tridimensionale di luci fluorescenti che si estende all’infinito – chiamato dai creatori di Tron semplicemente The Grid. Anche il designer newyorkese Dror Benshetrit ha concepito la sua più recente creazione come omaggio del design alla multiformità infinita dei paesaggi digitali surreali della Grid. La sua “Tron Chair” però non trae ispirazione direttamente dall’estetica fredda e liscia del modello cinematografico, quanto piuttosto da un ragionamento concettuale elaborato dietro le quinte di The Grid. Benshetrits opera questa riflessione: mentre il film rappresenta in superficie la perfezione dei dati ad alta definizione, la seduta di polietilene rotostampato fa riferimento ai dati grezzi non levigati del materiale di partenza e si presenta come riproduzione frastagliata di un blocco di roccia digitale disarticolato in numerose facce asimmetriche – una dichiarazione formale sul tema occasionale della seduta, lontana dal reticolo (Grid) rigorosamente ordinatoa e chiaramente organizzato. La “Tron Chair”, presentata per la prima volta a dicembre alla fiera Design Miami 2010, sarà in vendita in serie limitata e in diverse versioni, in parte dipinte a mano, dalla prossima primavera. © Erez Sabag ESP Ya en el año 1982 la película de culto de ciencia ficción Tron mostraba la visión de un futuro virtual y electrónico controlado por seres de inteligencia artificial que hoy en día fenómenos mediáticos como Internet, Second Life o Avatar anticipan con una precisión increíble. Con la secuela Tron: Legacy Walt Disney ha proporcionado al público por fin, a finales de 2010, la continuación de una de las sagas de aventuras más influyentes de todos los tiempos en cuanto a estilo se refiere. Toda una generación de cineastas, diseñadores y arquitectos quedaron marcados en las últimas décadas hasta la actualidad por Tron y sus secuencias generadas por ordenador, que constituyen un hito visual; secuencias que representaban por primera vez la realidad virtual como una red brillante tridimensional, iluminada por luces de neón y que se extendía hacia el infinito, y que los creadores de Tron bautizaron sencillamente como The Grid (la red). El diseñador neoyorquino Dror Benshetrit ha querido realizar un homenaje a esta infinita variedad de formas de los paisajes digitales de The Grid con el concepto de su nueva creación. Su silla Tron recibe la inspiración no solo directamente de la estética fría y plana de la película, sino del concepto que se esconde entre los bastidores de The Grid. La reflexión de Benshetrit concluyó que: mientras que la película en la superficie representa la perfección de las imágenes de alta resolución, este sillón de polietileno rotomoldeado se remite al material inicial de los datos en bruto y se presenta como la reproducción tosca y descompuesta en multitud de facetas asimétricas de una roca digital; Una declaración formal de un asiento lejos de esta red estrictamente ordenada y claramente organizada. En edición limitada y en distintas variaciones, parcialmente pintadas a mano, la “silla Tron”, que se presentó por primera vez en diciembre del año pasado durante la Design Miami 2010, estará disponible a partir de la primavera de 2011. Free Float Balancing Barn by MRVD (NL) www.mvrdv.nl www.living-architecture.co.uk © Edmund Sumner ESP El gabinete de arquitectura holandés MRVD, en cooperación con el renombrado escritor y filósofo suizo, Alain de Botton, ha creado una casa de vacaciones de una naturaleza poco convencional. Como cofundador y director creativo de la iniciativa Living Architecture Botton se ha sentido especialmente preocupado desde hace tiempo por acercarle a la gente la arquitectura moderna en situaciones de la vida diaria. El objetivo: Combatir el escepticismo generalizado de la arquitectura conservadora entre la población de su país de adopción, Gran Bretaña, con ejemplos atractivos y llenos de vida, y, al mismo tiempo, crear edificios con un carácter distintivo y emblemático, que sean habitables e inspiradores a partes iguales. De Botton encontró en Winy Maas, de MRVD, el colaborador ideal para este proyecto, y el resultado de dicha cooperación se puede admirar (y habitar) desde hace relativamente poco en medio de un paisaje natural idílico en el condado británico de Suffolk: la Balancing Barn. Si se examina desde la calle, el edificio parece ser poco más que una casa de vacaciones relativamente modesta, aunque con una fachada sorprendentemente futurista. Las dimensiones reales y el increíble concepto de la Balancing Barn, sin embargo, se revelan rápidamente en sentido opuesto. Exactamente la mitad de esta construcción de treinta metros de largo sobresale colgando sobre el borde de la pendiente del inclinado terreno. Una experiencia arquitectónica tan insólita como sensorial que da cabida hasta ocho personas en cuatro dormitorios y una amplia sala de estar flotante que ya se puede reservar a un precio relativamente moderado. Sin embargo, y como es lógico, se hace necesaria una planificación a largo plazo porque la disponibilidad del alojamiento, como es comprensible, es nula hasta dentro de bastante tiempo. © Edmund Sumner I Un’originale casa di vacanza è quella disegnata dallo studio di architettura olandese MRVD in collaborazione con il rinomato scrittore e filosofo svizzero Alain de Botton. Come cofondatore e direttore creativo dell’iniziativa Living Architecture, Botton sente già da parecchio tempo la particolare esigenza di far incontrare realmente le persone con l’architettura moderna in situazioni abitative quotidiane. Il suo scopo è opporsi allo scetticismo conservatore in materia di architettura, ampiamente diffuso tra la popolazione soprattutto in Gran Bretagna, sua patria d’elezione, con esempi concreti e allo stesso tempo attraenti, creando edifici ispiranti, belli da abitare e con un forte carattere di “landmark”. de Botton ha trovato in Winy Maas, socio di MRVD, il partner ideale per questo progetto. Il risultato della collaborazione – il Balancing Barn – ora si può ammirare dimorando in un ambiente bucolico nella regione inglese del Suffolk. Osservato dal lato della strada, l’edificio non sembra essere molto di più che una casa di vacanza, relativamente modesta, nonostante la facciata in metallo vistosamente moderna. Tuttavia, le reali dimensioni e l’idea strabiliante che sottende al Balancing Barn si disvelano rapidamente dalla prospettiva opposta: un corpo edilizio lungo trenta metri si erge su un terreno scosceso, sbalzando con metà del suo volume, con elegante e ludica leggerezza, oltre il bordo del pendio, dolcemente sospeso nell’aria, ma con un’elasticità chiaramente percepibile. Un’architettonica insolita come insolite sono le sensazioni che trasmette a livello sensoriale. Si può prenotare da subito a prezzi forfettari relativamente modesti, per otto ospiti residenti in quattro camere da letto e una spaziosa zona giorno. È necessario però prenotare con largo anticipo. Comprensibilimente il calendario delle prenotazioni è già quasi al completo. XAL Magazine 20 22 Living/Project 01 XAL PRIVATE RESIDENCE C ountry Style PRIVATE RESIDENCE, Salzburg/Austria Architecture: Matthias Viehhauser, Salzburg Photos: Stefan Zauner, Salzburg & Matthias Viehhauser, Salzburg MITO faretto da incasso SASSO faretto da incasso STILO apparecchio a sospensione MENO ROUND apparecchio da incasso MINO sistema luminoso da soffitto MINIMAL apparecchio da incasso INVISIBLE RETRO faretto da incasso FILO apparecchio da incasso da terra MITO foco empotrado SASSO foco empotrado STILO luminaria suspendida MENO ROUND luminaria empotrada MINO sístema superficial de pared MINIMAL luminaria empotrada INVISIBLE RETRO foco empotrado Luminaria empotrada en suelo FILO XAL Magazine 20 I Anche da una forma costruttiva tradizionale (casa con il tetto a capanna) si possono ricavare, con la necessaria fantasia, nuovi spunti. Il terreno a monte della città di Bischofshofen, situato su una piccola collina in posizione tranquilla e paesaggisticamente incantevole, con vista sulle vette circostanti del Tennengebirge, si presentava agli architetti libero e aperto da tutti i lati. Tuttavia, questa zona residenziale eterogenea è dotata di un piano regolatore estremamente rigido che, oltre alla tipologia delle costruzioni, impone anche una precisa forma del tetto (a capanna) insieme alla direzione del colmo e alla pendenza delle falde. Con tali prescrizioni e con l’esigenza espressa dal committente di realizzare la casa il più possibile in cemento, acciaio e vetro, l’obiettivo progettuale era chiaramente definito: creare un corpo edilizio moderno – malgrado i rigidi standard da rispettare – inserito nel suggestivo paesaggio con la massima sobrietà e con il minor impatto possibile. Il risultato va ben oltre la semplice soddisfazione di una richiesta: nel corpo edilizio a due piani, si innesta trasversalmente un secondo corpo edilizio al piano inferiore, tramite il quale si accede al primo. Due tagli sul fronte sud e un parallelepipedo inserito sul lato nord definiscono, insieme con il tetto a capanna, i contorni del corpo edilizio. Mentre tutte le funzioni connesse all’abitare si trovano al piano superiore, l’ingresso principale, la stanza adibita a ufficio, il locale tecnico e il ripostiglio sono sistemati al piano inferiore. La scala d’accesso che collega tra loro le due zone è delimitata, a sinistra, da una parete in cemento faccia a vista piegata verticalmente, alta nove metri, con barre luminose incassate e, a destra, da un cubo in cemento faccia a vista “sospeso”. Questo spazio che assomiglia a una gola, nelle ore diurne è illuminato dalla luce naturale che entra attraverso la zona vetrata della copertura. Ciò fa scaturire un’impressione di ampiezza e spaziosità, ulteriormente accentuata dalle superfici bianche dominanti all’interno di tutta la casa, con grandi finestrature e porte scorrevoli anch’esse a vetri. ESP Una conocida y tradicional construcción (una casa con tejado a dos aguas) también puede dejar ver una nueva faceta con la debida fantasía. Así se presenta el terreno que se encuentra en la parte alta de la ciudad de Bischofschofen, en una pequeña colina, un lugar pintoresco y tranquilo con vistas a los picos de la cordillera Tennengebirge, un lugar que los arquitectos abren de forma libre en todas las direcciones. Sin embargo la heterogénea zona residencial presenta un plan de urbanización muy estricto, que junto con el tipo de construcción también fija la forma del tejado (a dos aguas), su longitud y su inclinación. Así pues, y debido también a los deseos del propietario, la vivienda requería bastante hormigón, acero y vidrio, y el objetivo de los arquitectos se pudo definir claramente: A pesar de las estrictas especificaciones para crear un edificio moderno, que, a ser posible, fuera de tamaño reducido y se ajustara discretamente al cautivador paisaje, dichas pretensiones tuvieron como resultado más que simples cuentas: Un segundo módulo atraviesa oblicuamente el sótano de esta construcción de dos plantas, de forma que se construye sobre él. Dos secciones en el lado sur y una estructura cuboide intercalada en el lado norte definen junto con el tejado a dos aguas los contornos de la construcción. Mientras que todas las zonas funcionales de la vivienda están en el piso superior, la puerta principal, el despacho, la sala de la caldera y el trastero se encuentran en el piso inferior. Los accesos que comunican ambos pisos están flanqueados, por la izquierda, por un muro de hormigón inclinado de nueve metros de altura con una barra luminosa integrada y, por la derecha, por un cubo de hormigón flotante. Durante el día este “abismo espacial” se ilumina a través de un tragaluz acristalado. El resultado es una sensación de gran amplitud y espaciosidad que refuerzan todavía más el efecto de las blancas superficies que dominan el interior, de los grandes ventanales y de las puertas correderas. 23 Living/Project 01 XAL PRIVATE RESIDENCE Matthias Viehhauser “Architecture also means the exciting challenging of bring a wide range elements and requirements into harmony with each other – in this case the beauty of the surrounding landscape, the extremely precise wishes of the client and the relatively little leeway that the development plan granted the project.” Floorplan XAL Magazine 20 24 Living/Project 02 XAL PLANE PERFECTION Private residence PLANE HOUSE Floorplan XAL Magazine 20 25 Living/Project 02 XAL Private residence PLANE HOUSE K-Studio “This summer house is not a functional house, it is a beautiful house. Its beauty is its function. The design should simultaneously comfort and excite, that’s what holidays are all about!” Private Residence Plane House, SKIATHOS, SPORADES/GREECE Architecture: K-Studio, Athens Photos: Konstantinos Karampatakis I Estate su un’isola greca significa godersi la natura stando il più possibile all’aperto, ma allo stesso tempo avere a portata di mano un posto all’ombra in cui rifugiarsi e trascorrere piacevolmente soprattutto le ore più calde. Una fusione armoniosa tra spazi interni ed esterni e un dialogo stimolante tra chiaro e scuro, tra luce e ombra, questo il tema per i progettisti nel definire gli obiettivi alla base del progetto di questa residenza estiva, lussuosa ma allo stesso tempo rigorosamente semplice nella sua essenza formale, sulla piccola isola greca Skiathos (5.000 abitanti) nell’Egeo occidentale. Per evitare di costruire grandi volumi, eccessiva intrusione nella natura circostante, sono stati inseriti nel verso della pendenza del luogo piani orizzontali sfalsati, con lo scopo di ottenere, in modo semplice ma efficiente, piattaforme per le svariate funzioni dell’abitare: prendere il sole, nuotare in piscina, dimorare, cucinare, mangiare, dormire o semplicemente oziare all’ombra. Lo spazioso volume edilizio così realizzato, piatto e allungato, offre, nonostante la chiara delimitazione delle singole zone per mezzo di pannelli flessibili e superfici vetrate, il massimo dell’apertura verso l’esterno, accentuata con grande efficacia dalla vista panoramica a 270 gradi sul paesaggio costiero circostante mediante ampie vetrature. Impianti tecnologici intelligenti completano questo progetto architettonico convincente, un progetto maturo e studiato in ogni minimo dettaglio. La piscina, per esempio, si avvale di un sistema di pompaggio alimentato da celle fotovoltaiche ed è stata posizionata strategicamente tenendo conto delle brezze di pendio che soffiano da nord, in modo da generare moti rinfrescanti che, oltrepassando trasversalmente la superficie dell’acqua e la terrazza, arrivassero fin dentro casa fungendo da climatizzatori naturali. Altrettanto studiato è il riciclo delle acque di scarico, utilizzate per irrigare, per il funzionamento dei sanitari e per rifornire l’impianto antincendio. Grazie a un comando centralizzato tramite touch screen, l’ingegnoso sistema illuminotecnico permette di programmare, al crepuscolo e nelle ore serali, atmosfere sempre diverse con luci differenziate nelle varie zone della casa. In questo modo, anche senza la luce del sole, si soddisfa l’esigenza dei progettisti di impiegare la luce come elemento progettuale e identitario, rigorosamente integrato nella casa. ESP Verano en las islas griegas: Esto significa, por un lado, disfrutar de parajes naturales tanto como sea posible y, a pesar de ello, tener siempre a mano un refugio a la sombra para evadirse de la forma más cómoda posible de las horas del mediodía, cuando el sol más aprieta. Una combinación armoniosa de espacios interiores y exteriores así como un diálogo estimulante de luz diáfana y sombra fresca era, pues, el objetivo de los arquitectos que concibieron esta residencia de verano en Skiathos, una pequeña e idílica isla de 5000 habitantes al este del Egeo; una residencia tan lujosa y consecuente en su lenguaje formal como sencilla. Para evitar unos volúmenes exagerados y deslucir lo menos posible el paraje natural que la rodea con una estructura excesivamente extraña, los distintos pisos se escalonaron horizontalmente sobre la pendiente del terreno, creando así de forma sencilla y eficaz plataformas para las diversas situaciones y funciones: para tomar el sol, nadar en la piscina, vivir, cocinar, comer, dormir o, simplemente, descansar a la sombra. Esta construcción diáfana y de líneas planas ofrece una amplitud de espacios máxima, a pesar de la clara delimitación existente entre las distintas zonas habitables mediante el uso de diversos paneles y ventanales móviles. Esto queda acentuado gracias a las vistas panorámicas de 270 grados del pintoresco paisaje circundante que permiten los grandes ventanales. La domótica inteligente completa este sorprendente concepto arquitectónico que mima hasta el detalle más pequeño: Así pues, la ubicación de la piscina, cuyo sistema de bombeo se acciona mediante células fotovoltaicas, se orientó estratégicamente hacia el norte, aprovechando la climatización natural y produciendo así una brisa fresca que atravesara primero el agua y la terraza, y llegara hasta la casa. Otros detalles minuciosamente meditados: El reciclaje de aguas residuales para el riego, la limpieza de los baños y el sistema de extinción de incendios. Durante las horas del crepúsculo y la noche, la sofisticada tecnología utilizada para la iluminación es la guinda del pastel, pues gracias a una pantalla táctil de control se puede programar una nueva atmósfera lumínica en cada una de las zonas de la casa. Así pues, incluso sin la luz solar, los arquitectos logran su objetivo de convertir la luz en un elemento consecuente, estructural e integrado de la casa. MINIMAL 100 apparecchio da incasso VAGA TRIMLESS apparecchio per incasso in parete LIN WET apparecchio per parete MINIMAL 100 luminaria empotrada VAGA TRIMLESS luminaria para empotrar en pared LIN WET luminaria superficial de pared XAL Magazine 20 26 Report XAL How Bright is Bright? H OW BRIGHT IS BRIGHT? I L’efficienza di un apparecchio d’illuminazione elettrico, ovvero la sua “resa luminosa”, è un criterio chiave della sua efficienza economica e, di conseguenza, anche un fattore importante per valutare il suo impatto positivo sul bilancio energetico e ambientale. Ma, entrando nei dettagli, cosa significa realmente il termine “resa luminosa”? E com’è cambiato questo concetto nell’arco di neanche un secolo e mezzo da quando è stata inventata l’elettricità? Nel linguaggio schematico della fisica, la resa luminosa non è altro che il rapporto tra il flusso luminoso emesso da una lampada e la potenza assorbita dalla stessa, un valore che si misura in lumen per watt (lm/W). Così, la resa luminosa crea un rapporto diretto tra la dimensione fisica della potenza elettrica e la dimensione fisiologica del flusso luminoso. Il flusso luminoso, a sua volta, corrisponde alla potenza radiante di una sorgente, cui l’occhio umano è sensibile, ossia al chiarore percepito. Per quanto arida possa apparire tale formula, il fenomeno alla sua base è molto affascinante: il fatto, cioè, che l’efficienza degli apparecchi d’illuminazione moderni abbia seguito, sin dalla sua invenzione, una curva di sviluppo con un’accelerazione impressionante. XAL Magazine 20 Agli albori della luce elettrica, nel penultimo decennio dell’Ottocento, la buona, vecchia (e ormai vietata) lampadina, simbolo per eccellenza della modernità grazie a un colpo di genio di Edison, raggiungeva un rendimento luminoso relativamente modesto di 1,5 lm/W. Nel corso di circa cento e trenta anni di onorata carriera, è riuscita alla fine a toccare la soglia di 16 lm/W, niente di trascendentale rispetto alla lampada fluorescente, suo primo erede tecnologico. Quest’ultima assicurava già al momento del suo utilizzo iniziale, nel 1938, un rendimento luminoso pari a ben 50 lm/W, un valore destinato a raddoppiare nei sessant’anni successivi fino a 100 lm/W. Il LED, nelle sue ormai note varianti di colore, sviluppatosi nei primi anni Sessanta, si dimostra, invece, un fulmine del progresso tecnologico superaccelerato rispetto alle storie secolari o decennali dei precedenti sviluppi: dal punto di vista commerciale, i LED bianchi utilizzabili come apparecchi d’illuminazione trovano impiego solo dal 1996. In soli quindici anni, la resa luminosa è aumentata dai 5 lm/W di un tempo agli odierni 150 lm/W,un valore trenta volte superiore! Così il LED ha conquistato in brevissimo tempo il primato assoluto, affermandosi come la sorgente di luce bianca con la miglior resa luminosa mai raggiunta in assoluto. Ma, come già dimostrato dalle precedenti generazioni di apparecchi d’illuminazione, ogni primato in termini di resa luminosa è solo una vittoria temporanea. Infatti, i LED possono raggiungere teoricamente valori di 260 lm/W, una soglia massima, dalla quale oggi non siamo lontani, visto che in condizioni di laboratorio sono già stati raggiunti 250 lm/W. L’evoluzione della tecnologia, delle sue possibilità e delle sue prospettive per il futuro non è, dunque, affatto conclusa. La tecnologia LED avanza con sorprendente velocità migliorando costantemente efficienza, flessibilità e applicabilità, di pari passo con un’affascinante storia di successi economici. Nel 2010 le soluzioni d’illuminazione a LED si ritagliavano una fetta del mercato globale del 10% circa, entro il 2015, secondo stime affidabili, la percentuale salirà al di sopra del 50%. Già nel 2020 si potrà definitivamente decretare l’inizio dell’era quasi interamente monopolizzata dai LED, con una penetrazione nel mercato di circa il 90%. Un’espansione estremamente impetuosa che segue le orme della tecnologia dei compu- ter: già negli anni sessanta Moore Gordon, fisico californiano e cofondatore di Intel, formulò, con la sua Moore’s Law, una delle regole empiriche più famose del progresso tecnologico moderno, secondo cui la complessità dei circuiti integrati raddoppia regolarmente ogni anno e mezzo o due anni, parallelamente ad una costante riduzione dei costi di produzione. Un’analoga tendenza è prevista ora dal celebre scienziato nel campo dei LED Roland Haitz: secondo la sua Haitz’ Law, dalla fine degli anni Sessanta la resa luminosa dei LED è aumentata di circa 20 volte ogni dieci anni, e il ritmo, negli ultimi anni, si è velocizzato ulteriormente. Allo stesso tempo il prezzo per lumen scende ogni decade di un decimo. A questa rapida crescita dell’efficienza luminosa ed economica dei LED si lega anche un incremento senza precedenti dell’efficienza energetica e con essa il potenziale di ampio miglioramento del bilancio ecologico globale. Lo si vede chiaramente operando un confronto diretto con il tema scottante dell’energia nucleare: la conversione globale ai LED ad alta efficienza potrebbe farci risparmiare circa 100 centrali nucleari in tutto il 27 Report XAL How Bright is Bright? DOE Roadmap, Version 2010 Progress in efficacy of light sources General Illumination Market € 100 300 200 Best lowcurrent LED € 90 100 50 € 80 Revenue (Billions) Best highpower LED 150 Luminous Efficacy (lm/W) Luminous Efficacy (lm/W) 250 200 150 100 € 70 € 60 € 50 € 40 € 30 Conventional Lighting € 20 50 € 10 0 1930 1950 1970 1990 2010 0 2005 2010 Year Year fluorescent incandescent metal halide Power LEDs Lab Warm white Source: Krames et al., IEEE J. Display Technol. 3, 160 (2007) mondo, non meno di circa un quarto dell’attuale capacità nucleare globale! Non a caso già parecchi stati hanno introdotto regolamenti e iniziative per promuovere la tecnologia LED. Negli Stati Uniti, ad esempio, il Dipartimento dell’Energia sostiene fortemente il programma globale LED City-Program, lanciato da un noto produttore di LED: si tratta di un’iniziativa mondiale che aiuta le città e i comuni a passare all’illuminazione a LED negli spazi pubblici al fine di ridurre le emissioni di CO2. La città di Raleigh nel North Carolina è diventata nel 2007 la prima LED City al mondo, un esempio seguito oggi in Germania dalle città di Brema e Kiel e in India dalla città di Tirupati che ha 1.200.000 abitanti. Il Giappone persegue attualmente obiettivi ancora più ambiziosi rispetto agli Stati Uniti. La New Energy and Industrial Technology Development Organisation (NEDO), avviata dal governo giapponese nei primi anni Ottanta per promuovere forme di energia non fossile, ha dichiarato che entro il 2020 i LED devono diventare l’unica forma d’illuminazione consentita in negozi e grandi magazzini e ha inoltre annunciato l’obiettivo di portare a 200 lm/W lo standard di efficienza per le lampadine a LED entro il 2015. Sulla base dei dati degli ultimi cinque anni è stata attualmente stilata una previsione secondo cui lo sviluppo della resa luminosa dei LED si innalzerà fortemente entro il 2015 portandosi a 200 lm/W e poi crescerà ulteriormente, sia pure con maggior gradualità, fino a circa 240 lm/W entro il 2020. Cosa significano in concreto per gli sviluppatori di LED queste prospettive davvero luminose e in cosa consistono le principali potenzialità di ottimizzazione di questa rivoluzionaria tecnologia d’illuminazione? Per quanto riguarda i LED a base di fosforo, si offrono, per esempio, le seguenti, interessanti possibilità di ottimizzazione: un miglioramento del rendimento elettrico dall’80% circa attuale al 90% circa, un incremento di efficienza quantica interna dall’attuale 65% circa al 90% circa, una massimizzazione dell’efficienza di estrazione dall’attuale 60% circa al 95% circa e un aumento della conversione di luce bianca dall’attuale 55% circa al 75% circa. I LED bianchi freddi hanno sempre una resa luminosa leggermente superiore rispetto ai LED bianchi caldi, in quanto in un LED bianco caldo lo strato giallo di fosforo riportato su un LED blu riduce leggermente l’efficienza. Al rapido avanzare dello sviluppo negli anni a venire, volto a migliorare la resa luminosa dei pacchetti LED, si lega uno scatto tecnologico decisivo nell’ottimizzare l’efficienza delle lampade in cui sono impiegati. Le richieste cui deve rispondere il know-how dei produttori di illuminazione si moltiplicano quasi da un mese all’altro, soprattutto quando si tratta di questioni cruciali come la gestione termica, i driver per LED, i controlli e l’ottica. In questa corsa tecnologica, XAL – oggi tra i principali fornitori di illuminazione a LED - può contare su un vantaggio decisivo: l’aver saputo riconoscere l’elevato potenziale dei LED come il mezzo di illuminazione del futuro in un’epoca in cui in molti la snobbavano ancora come una tecnologia esotica di nicchia. Oggi, che occupa una posizione di punta tra gli innovatori nel campo dell’illuminazione a LED, XAL è in grado di stabilire nuovi standard nella progettazione di prodotti a LED e di sviluppare dettagli di design innovativi, basati su una profonda comprensione della tecnologia, in modo da garantire rigorosamente lo sfruttamento di tutti i suoi vantaggi. Il fattore decisivo in tal senso non è soltanto l’utilizzo di pacchetti luce a LED del produttore più appropriato in relazione allo specifico campo d’applicazione, ma soprattutto l’elevata competenza produttiva interna e l’integrazione verticale di XAL. Vantaggi competitivi, come la ricerca sui prodotti LED e la progettazione/produzione di schede eseguite all’interno dell’azienda, consentono a XAL la massima flessibilità per affrontare le nuove sfide attuali rappresentate dalla “tecnologia LED ad alta velocità” e fanno di XAL oggi il partner principale per progettisti illuminotecnici, architetti e designer quando si tratta di fornire risposte sempre nuove e convincenti alla domanda in costante ri-definizione: How Bright Is Bright? ESP La eficiencia de un dispositivo luminoso eléctrico, definida bajo el término “rendimiento lumínico” resulta ser un criterio básico de su rentabilidad y, por lo tanto, igualmente hoy resulta un factor clave en el efecto positivo que tiene en el equilibrio energético y ecológico. Pero ¿qué significa en realidad el término “rendimiento lumínico” exactamente? y ¿cómo ha cambiado este término en casi medio siglo de la era eléctrica? En el lenguaje formal más prosaico de la física el rendimiento lumínico no es otra cosa que el cociente entre el flujo luminoso emitido por una fuente luminosa y la potencia consumida por dicha fuente; un valor que se mide en lumen por vatio (lm/w). Así pues el rendimiento lumínico establece una correlación directa entre la capacidad física de la potencia eléctrica y la capacidad fisiológica del flujo luminoso. La definición de flujo luminoso se desprende, a su vez, de la energía de radiación correspondiente, teniendo en cuenta la sensibilidad espectral del ojo humano, así como de la percepción del brillo. Así de simple es la fórmula y así de fascinante el fenómeno en el que se basa. Y es que es un hecho que el rendimiento de los dispositivos de iluminación eléctricos actuales ha experimentado una curva de desarrollo impresionantemente veloz desde que estos fueron inventados. En la época pionera de la luz eléctrica, la década de los 80 del s. XIX, apareció una vieja conocida para nosotros: la bombilla (hoy casi prohibida), que desde que se le ocurrió a Edison, ha sido el emblema luminoso por excelencia de la época moderna, con un rendimiento lumínico relativamente modesto de 16 lm/w. Un valor no muy alto si lo comparamos con su primer descendiente tecnológico, la lámpara fluorescente. La primera vez que se usó brillaba ya con una potencia admirable de 50 lm/w, un valor que en los sesenta años siguientes pudo alcanzar hasta los 100 lm/w. Desde que a principios de los años 60 se dieran a conocer sus variante cromáticas, el LED se ha desarrollado a la velocidad de la luz con la rápida aceleración que ha sufrido la investigación tecnológica, si lo comparamos con las décadas o siglos que abarca la historia del desarrollo. Los LED de luz blanca se comercializaron como dispositivos luminosos por primera vez en 1996. En el periodo de quince años el rendimiento lumínico experimentó un aumento desde los 5 lm/w de entonces a los 150 lm/w de hoy en día, esto es, casi treinta veces más. Por esta razón, los LED se han hecho con el récord absoluto en un periodo de tiempo muy corto: son la fuente de luz blanca con el mejor rendimiento lumínico de la historia. Sin embargo, como ya han demostrado las generaciones de dispositivos luminosos anteriores, cada récord supone tan solo una victoria temporal en lo que al rendimiento lumínico se refiere. Pues, aunque teóricamente los LED pueden alcanzar un valor de unos 260 lm/W, se trata de un valor que casi se alcanza ya en un entorno de laboratorio, con resultados de 250 lm/w. Así pues, el desarrollo de la tecnología, sus múltiples posibilidades y sus perspectivas de futuro todavía no han llegado, ni con mucho, a su fin. El 2015 2020 €0 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 Year Cool white Source: US Department of Energy 2010 Multi-Year Plan for SSL rápido y fascinante progreso que ha experimentado la tecnología LED en términos de eficiencia, flexibilidad y posibilidades de aplicaciones va acompañado también de una historia de éxito económico igualmente fascinante. En 2010 las soluciones LED representaron ya casi el 10% del mercado de iluminación global y se estima que podrían alcanzar más del 50% para 2015. El 2020 se espera que finalmente sea el amanecer total de la era de los LED, con una representación en el mercado del 90%. Con esta expansión sumamente vertiginosa, la tecnología LED sigue directamente el ejemplo de la tecnología informática: Ya en los años sesenta el físico californiano y cofundador de Intel, Gordon Moore, formuló una de las reglas de oro del progreso tecnológico con su Ley de Moore, según la cual cada 18 meses se duplica el número de transistores en un circuito integrado reduciendo al mismo tiempo los costes de producción. Un desarrollo comparable pronostica ahora el prestigioso investigador de tecnología LED, el Dr. Roland Haitz: Su Ley de Haitz, según la cual el rendimiento lumínico de los LED desde finales de los años sesenta ha aumentado veinte veces cada década, un ritmo que se ha ido incrementando en los últimos años. Al mismo tiempo el precio por lumen ha caído cada década una décima parte. A este rápido crecimiento que ha experimentado la eficiencia lumínica y la rentabilidad de los LED le acompaña, necesariamente, un aumento sin precedentes de la eficiencia energética y, por tanto, una mejora potencial considerable en lo que respecta al equilibrio energético mundial. Esto demuestra claramente una confrontación directa con uno de los temas candentes de la actualidad: la energía nuclear. Con la transición global a los LED de alta eficiencia, se podrían ahorrar alrededor de 100 reactores nucleares; nada más y nada menos que casi un cuarto de la capacidad global de energía nuclear actual. No en vano hay ya muchos países que están introduciendo reglamentos e iniciativas para promocionar la tecnología LED: En los EE.UU., por ejemplo, el U.S Department of Energy apoya enérgicamente el programa global que ha puesto en marcha un prestigioso fabricante de LED, llamado LED City Program; una iniciativa a nivel mundial, que tanto ciudades como municipios están fomentando para cambiar la iluminación por dispositivos LED en los espacios públicos para así reducir las emisiones de CO2. En 2007 la ciudad de Raleigh, en Carolina del Norte, fue la primera ciudad LED del mundo, un ejemplo que ahora está siendo seguido por ciudades como Bremen y Kiel, en Alemania, o Tirupati, en La India, donde viven 1,2 millones de habitantes. Un objetivo más ambicioso que el de EE.UU. es el que quiere alcanzar Japón: La NEDO (New Energy and Industrial Technology Development Organization), que iniciara el gobierno japonés ya a principios de los años 80 para fomentar las fuentes de energía no fósiles, ha explicado que su objetivo es que para el 2020 los dispositivos LED sean las únicas fuentes de iluminación permitidas en tiendas y espacios comerciales, así como que para el 2015 haya un estándar de eficiencia para los dispositivos LED de 200 lm/w. Algo parecido es lo que pronostica también el U.S. Department of Energy: A partir de los datos recogidos en los últimos cinco años, se elaboró un pronóstico sobre el desarrollo del rendimiento lumínico de los LED, siendo este que alcanzará los 200 lm/w para el 2015 y que después aumentará más lentamente hasta los 240 lm/w para 2020. Source: Philips Lighting 2009 futuro tan brillantes y cuál es el potencial de optimización más significativo de esta revolucionaria tecnología de iluminación? El mismo paquete LED ofrece, por ejemplo, unas interesantes posibilidades de optimización para los LED basados en el fósforo, tal y como se explica a continuación: Una mejora del rendimiento eléctrico del porcentaje actual de casi el 80% hasta casi el 90%, un aumento de la eficiencia cuántica del porcentaje actual de casi el 65% hasta casi el 90%, una maximización de la eficiencia de acoplamiento del porcentaje actual de casi el 60% hasta casi el 95%, así como un aumento en la conversión de luz blanca del porcentaje actual de casi 55% hasta casi el 75%. Los LED de luz fría alcanzarán así un rendimiento lumínico algo superior a los LED de luz cálida, pues en estos últimos se aplica un revestimiento de fósforo amarillo sobre un LED azul que reduce ligeramente la eficiencia. Al rápido y progresivo desarrollo que se experimentará en los próximos años para mejorar el rendimiento lumínico de los paquetes LED se le une un factor decisivo que impulsará la tecnología en lo que a la optimización de la eficiencia de los dispositivos luminosos se refiere. Las exigencias de los conocimientos técnicos del fabricante de dispositivos de iluminación crecen prácticamente cada mes, sobre todo, todo lo relacionado con temas tan fundamentales para alcanzar el éxito como la gestión térmica, los conductores LED, los controladores o la óptica. Se trata de una carrera tecnológica en la que XAL, hoy por hoy, se puede colocar como uno de los proveedores líder de iluminación LED, basándose en un adelanto decisivo: En XAL detectamos el gran potencial de los LED como el medio de iluminación del futuro en una época en la que muchos la tacharon de tecnología exótica muy especializada. La posición como uno de los pioneros líderes en la fabricación de LED colocan a XAL hoy en día en una posición para asentar estándares nuevos y contundentes sobre la construcción de productos LED y para desarrollar detalles constructivos innovadores, que estén basados en un profundo conocimiento de la tecnología y que garanticen que se aprovechan todas sus utilidades hasta el más mínimo detalle. Sin lugar a dudas no solo resulta decisivo el uso de paquetes LED de los fabricantes más adecuados y que respondan a los propósitos correspondientes, sino, sobre todo, la amplia experiencia que ha adquirido XAL, así como su integración vertical. Otras ventajas competitivas clave, como la investigación sobre productos LED que llevamos a cabo nosotros mismos o el desarrollo y producción de nuestras propias placas de circuitos, nos permiten la máxima flexibilidad a la hora de dominar los nuevos retos que supone esta tecnología LED “de alta velocidad” y nos convierten hoy en día en un interesante socio para los diseñadores de iluminación, arquitectos y otros diseñadores, cuando se trata de ofrecer respuestas nuevas y convincentes a la pregunta que siempre está definiendo nuevos conceptos: ¿Cuánta Luz Es Mucha Luz? ¿Qué significa exactamente para aquellos que desarrollan esta tecnología unas perspectivas de XAL Magazine 20 28 P ublic/news P ublic XAL Public/news Flockr Pavilion Bejing/ Get It Louder 2010 (CHN) by SO-IL / New York (USA) http://so-il.org GOING ROUND I Per creare una piattaforma centrale per il festival internazionale dei media e dell’arte Get It Louder di Pekino, lo studio di architettura newyorkese SO-IL ha realizzato su incarico degli organizzatori un padiglione molto insolito. Concepito come struttura mobile temporanea, l’edificio rotondo del padiglione Flockr, ricoperto da migliaia di piastrine metalliche colorate, a specchio, che, fissate in un sol punto alla struttura portante in tubolare di acciaio, frullano nel vento come foglie di un albero, reagisce all’ambiente circostante in maniera sempre diversa. Da un lato, come fulcro centrale e punto di incontro, dove confluisce il fiume di idee, dall’altro – grazie al gioco vivace di riflessioni fluttuanti della superficie, che si produce con immagini sempre nuove a seconda dell’ora del giorno, della luce e dell’intensità del vento – come metafora architettonica a un tempo poetica e avveniristica del mondo moderno dei media in costante divenire. Para crear el eje central en torno al cual girará el Festival Internacional de Arte y Medios de Comunicación Get It Louder en Pekín, los arquitectos neoyorquinos de SO-IL concibieron un sorprendente pabellón por encargo de los organizadores. Cubierto con miles de espejos y otras placas metálicas de colores que se fijaron en un solo punto móvil de la estrucutra de apoyo de este edificio circular, hecha de acero, y que silban como lo harían las hojas de un árbol al ritmo del viento, este Flockr Pavilion reacciona de formas distintas a los estímulos de su entorno, como una unidad móvil, temporal: Por una parte, como punto de partida y punto de encuentro, en el que convergen las ideas; por otro – a través de las brillantes y vibrantes reflexiones que se producen sobre la superficie y que, según la hora del día, la incidencia de la luz y la fuerza del viento crea cada vez una nueva imagen – como una metáfora futurista, y poética al mismo tiempo, acerca del principio del cambio constante que sufren los medios de comunicación en todo el mundo. XAL Magazine 20 © Iwan Baan ESP 29 P ublic/News XAL Public/News Fővám tér Subwa ystation WGB RECORDING studio CROSSOVER Fővám tér subway station, Budapest (HU) by Spora Architects (HU) www.sporaarchitects.hu © Tamás Bujnovszky I La costruzione di una nuova stazione della metropolitana a Budapest ha rappresentato una bella sfida per lo studio di architettura ungherese Spora Architects. Situata direttamente sulla riva del Danubio a Pest, la stazione fa parte della nuova linea della metro M4, che dovrà collegare la parte meridionale di Buda con la città vecchia di Pest passando sotto il Danubio. Percorrendo un tratto di 7,4 chilometri con punte massime di velocità di 80 km/h, la M4, completamente automatica, entrerà in funzione per la prima volta dal 2011 come linea più moderna della rete della metropolitana di Budapest inaugurata nel 1896. L’architettura delle nuove stazioni doveva essere altrettanto avveniristica. La più spettacolare sarà quella – quasi ultimata – situata nella Piazza della Dogana, Fővám tér, uno snodo nevralgico del tessuto urbano tra il punto in cui sbocca la Váci utca, la strada commerciale più antica e famosa di Budapest, lo storico padiglione del grande mercato Nagyvásárcsarnok, gioiello dell’architettura, e l’accesso al ponte della Libertà Szabadság híd, che collega la piazza Fővám tér con il Szent Gellért tér sulla sponda opposta del Danubio. Tale complessità si riflette anche nell’impianto della stazione della metro che nel suo sviluppo sotterraneo rispecchia la situazione soprassuolo, come “piazza sotto la piazza” secondo la definizione scelta dagli stessi progettisti. Estendendosi sotto una nuova stazione del tram e un nuovo sottopasso pedonale, la stazione della metropolitana sulla Fővám tér raggiunge con tre livelli una profondità di circa trenta metri. La complessa struttura di sapore avanguardistico che caratterizza lo scheletro in calcestruzzo utilizzato per irrigidire il lucernario principale verticale, è stata anche in parte determinata dalla particolare posizione in adiacenza alla riva del Danubio. Il lucernario, completamente vetrato a livello del piano stradale, attraversa la costruzione in tutta la sua profondità, spingendosi fino al livello inferiore e inondando di luce naturale tutti i livelli della stazione. © Tamás Bujnovszky ESP La construcción de una nueva estación de metro en Budapest supuso un reto excepcional para el gabinete de arquitectura húngaro Spora Architects. Situada sobre las orillas del Danubio en Pest, la estación forma parte de la nueva línea de metro M4 que unirá, a través del Danubio, el sur de Buda con el casco histórico de Pest. Con una longitud de 7,4 kilómetros y una velocidad máxima de 80 km/h la M4 será a partir de 2011 la línea más moderna del metro de Budapest, inaugurado en 1896, y será también la primera en funcionar sin conductor y de forma totalmente automatizada. La arquitectura de las nuevas estaciones se presenta con unos rasgos igualmente futuristas, y la más espectacular de ellas será la estación que está a punto de terminarse en la Zollamtplatz, la de Fővám ter. La ubicación especial de Fővám tér como punto neurálgico del entramado urbano entre la desembocadura de la Váci utca, la calle comercial más antigua y conocida de Budapest, la joya arquitectónica que representa el histórico mercado Nagyvásárcsarnok y la entrada al Puente de la Libertad Szabadság híd, que une Fővám tér mt con Szent Gellért tér en el otro lado del Danubio, refleja también la disposición de la estación de metro, cuyo trazado inferior vuelve a reflejar la situación en la superficie, un concepto que los arquitectos definen como “una plaza bajo la plaza”. Bajo una nueva estación de tranvía, así como un nuevo paso inferior peatonal la estación de metro llega hasta Fővám tér a través de tres pisos de aproximadamente treinta metros de profundidad. La compleja, vanguardista e impresionante estructura del esqueleto de hormigón, que refuerza el eje luminoso principal en vertical, es el resultado, entre otras cosas, de la situación especialmente estática en las inmediaciones de la orilla del Danubio. La luz del día inunda por completo todos los pisos de la estación, desde el nivel a pie de calle, totalmente acristalado, hasta el nivel más inferior. SOUND DESIGN Photo: Christian Reichenbach WGB Recording studio, Zürich (CH) by Nievergelt Innenarchitektur und Produktgestaltung (CH) www.nievergelt-gestaltung.ch I L’architetto zurighese Martin Nievergelt, che si occupa anche di interior design e design illuminotecnico (tra le altre cose ha disegnato anche il sistema d’illuminazione multifunzionale BOOMERANG di XAL), ha realizzato in un luogo insolito un ambiente di lavoro funzionale e allo stesso tempo di grande atmosfera. Incaricato da un team composto da due musicisti e tecnici del suono, nell’arco di diversi anni e per fasi graduali, Nievergelt ha trasformato un ex rifugio antiareo dismesso, situato in un’area industriale di Zurigo, in uno studio di registrazione all’avanguardia, la cui qualità formale unitamente alle sue caratteristiche acustiche riflette l’esigenza di estrema perfezione dei suoi utilizzatori. La sfida altamente complessa di conferire all’inospitale bunker in cemento armato una nuova e moderna funzionalità, ma anche un comfort invitante per le lunghe sessioni di registrazione e mixaggio, è stata affrontata da Nievergelt con soluzioni convincenti sul piano del design acustico e illuminotecnico e dell’interior design. La sofisticata pannellatura acustica di tutte le pareti e del soffitto svolge contemporaneamente due compiti: nella sua funzione tecnica serve a “spezzare” le onde sonore, come elemento architettonico caratteristico trasforma l’interno in calcestruzzo dell’ex bunker, ora celato alla vista, in un ambiente gradevole. Nievergelt ha trovato una soluzione d’equilibrio fra la tecnica (tra l’altro sono stati integrati nel locale niente meno che quattro diversi impianti musicali) e l’atmosfera elegante anche nella suddivisione delle zone differenziate mediante effetti luminosi e cromatici distinti secondo le varie funzioni e programmabili in modo flessibile. Mentre la parte più spiccatamente tecnica con la cabina di registrazione, la piattaforma di mixaggio e il master studio è giocato sui toni del giallo, le forme dolcemente curvilinee dell’area lounge, bar, sala di conversazione e ritrovo sono immerse in un violetto intenso: efficienza e creatività da un lato, relax ispiratore dall’altro si trovano così armoniosamente riuniti in uno spazio comunicante e contiguo, creato su misura per le esigenze degli utilizzatori. ESP El arquitecto de interiores, diseñador de productos y diseñador de iluminación Martin Nievergelt, natural de Zúrich, (entre otros, diseñador del sistema de iluminación multifuncional BOOMERANG­de XAL) desarrolló un entorno de trabajo, funcional y etéreo a la vez, en un lugar poco convencional. Por encargo de un equipo compuesto de dos músicos y un técnico de sonido, y tras varios años de trabajo y de un desarrollo gradual del proyecto, Nievergelt tomó un antiguo refugio antiaéreo abandonado en una zona industrial de Zúrich y lo transformó en un estudio de grabación innovador, cuya calidad formal así como sus propiedades acústicas representan la quintaesencia de las pretensiones de sus propietarios. Nievergelt resolvió de forma sorprendente y detallada, en términos de iluminación, diseño de interiores y acústica, el complejo desafío que representaba el otorgar a un frío búnker de hormigón una función moderna y nueva, y que a la vez inspirara un ambiente acogedor para desarrollar de forma cómoda las largas sesiones de mezclas y grabaciones. La complejidad que suponía el revestimiento acústico de las superficies del techo y las paredes también se solucionó: En su función técnica sirve para neutralizar las ondas de sonido existentes, como elemento formal del espacio transforma las antiguas paredes de hormigón del búnker, ahora ocultas, en un ambiente atractivo. Para conseguir un equilibrio ponderado entre técnica (entre otras cosas había que integrar en el espacio, nada más y nada menos, que cuatro sistemas de sonido distintos) y una atmósfera con estilo, Nievergelt también dio con la solución: dividió los distintos espacios en zonas, utilizando diversos ambientes luminosos y cromáticos, programables y flexibles, para cada una de las funciones asignadas. Mientras que el centro técnico, donde se encuentran la cabina de grabación y la mesa de mezclas, está iluminado en tonalidades amarillo claro, un violeta profundo impregna las líneas suaves y curvas del lounge, el bar, la sala de reuniones y la sala de espera. Una creatividad eficiente y una relajación que invita a la inspiración en una yuxtaposición y coexistencia armónicas, consecuentes y hechas a medida de los deseos de los propietarios. XAL Magazine 20 30 P ublic/Project 01 XAL Sportpark Lissfeld S PORTs NEWS Sportpark Lissfeld, Linz/Austria Architecture: sps architekten, Thalgau Lighting Design: Instaplan Technisches Büro für Elektrotechnik, Faistenau Photos: Archipicture.at, Dietmar Tollerian, Linz Floorplan I Entità ibrida, a metà strada fra un treno ad alta velocità di colore nero e un gigantesco jumbo mimetizzato, il moderno palazzo dello sport di Lissfeld si materializza a pochi metri di distanza da una delle arterie più trafficate dell’Austria. Per non “rubare” la visione del paesaggio, gli autori del progetto vincitore di un concorso europeo hanno sfruttato l’orografia del terreno, scegliendo di sviluppare l’edificio non verso l’alto, ma in profondità, con due piani interrati. Il corpo centrale si presenta quindi come una struttura continua in cemento armato, dotata di una copertura in legno bassa e compatta. Dominanti estetiche sono il calcestruzzo a vista e le tavole in legno grezzo; al soffitto continuo rivestito in perline non trattate si contrappongono le vivaci macchie di colore del rivestimento verde in betulla verniciata a laser nel padiglione per il tennis tavolo e della verniciatura rosso-violetto nel padiglione per la ginnastica. Architettura e luce si mantengono sobriamente sullo sfondo per lasciare allo sport una posizione di primo piano. Ma è senz’altro spettacolare la facciata vetrata del palazzetto dello sport, alta dieci metri, attraverso la quale si può osservare dall’autostrada A7, come su un maxischermo, la vivace attività del pattinaggio e del beach-volley. Possono essere considerate un ulteriore contributo sportivo anche le 120 Megawattore di energia solare prodotta ogni anno dai collettori solari collocati sul tetto. Tre installazioni realizzate dall’artista Wilhelm Scherübl per il parco impreziosiscono ulteriormente il complesso. In una di queste installazioni, lampioni arcuati di differenti dimensioni instaurano un rapporto dialettico fra il garage sotterraneo e la zona d’ingresso. Con questi dispositivi d’illuminazione collocati a cerchio intorno a un canestro da basket montato a terra, l’artista produce un accumulo volutamente irritante di elementi disancorati dalla loro specifica funzione. XAL Magazine 20 ESP El palacio de los deportes Lissfeld se alza a unos pocos metros de una de las calles más concurridas de Austria como un híbrido entre un tren de alta velocidad negro y un jumbo gigante camuflado. Para que las vistas del paisaje de las que disfrutan los vecinos no se vieran afectadas, los arquitectos, que ganaron con su concepto el concurso celebrado a nivel europeo, hicieron uso de la topografía, desarrollando el edificio no hacia arriba, sino dos plantas hacia abajo. Así pues, el edificio central se presenta como una construcción continua de hormigón y acero con un techo construido en madera, compacto y bajo. El hormigón liso y los tablones de madera aserrados en bruto dominan la óptica, y la vista desde abajo, de listones de madera sin tratar solo se ve salpicada ocasionalmente por toques de color, como un panel verde abedul vidriado en el recinto del ping pong o un lacado en violeta rojizo en la zona de gimnasia. La arquitectura y la iluminación actúan de forma discreta y moderada, dejándole sitio al deporte en el primer plano. Lo espectacular de esta construcción es su fachada acristalada de diez metros de alto, que abre hacia el exterior el hermético tubo, y desde la que se puede contemplar el bullicio y el ajetreo de las canchas de voleibol de playa o de patinaje desde la A7, como si se tratara de una pantalla gigante. Se puede considerar como una contribución más al deporte la instalación en el tejado de placas solares que recogen 120 megavatios/hora al año. Un detalle adicional lo componen las tres instalaciones que el artista Wilhelm Schrübl realizó para el pabellón. En una de ellas se describe el suspense entre el garaje subterráneo y la zona de la entrada a través de farolas de diferente longitud y consigue, colocando en círculo elementos de iluminación sobre una canasta montada en el suelo, una irritante acumulación de elementos que el artista ha disociado de su función intrínseca. 31 P ublic/Project 01 XAL Sportpark Lissfeld CANYON 100 esecuzione speciale CANYON 100 luminaria especial Simon Speigner, sps Architects “A successful project has many fathers … ‘The plan was excellent, the outcome outstanding. The facility blends superbly into its surroundings.’ ‘Thanks to the architecture team for the great sports facility’. ‘Thanks for the excellently implemented creative service’. … the praise from client and users speaks for itself.” XAL Magazine 20 32 P ublic/Project 02 XAL Hult School Of Business Hult School Of Business, San Francisco/USA Architecture: TSAO Design Group, San Francisco Lighting Design: Mary Wang, TSAO Design Group, San Francisco/Nino De La Rosa, Pivotal Lighting Design, San Francisco Engineer: Affiliated Engineers Inc. Photos: David Wakely, San Francisco TUBO apparecchio a sospensione TUBO SYSTEM profilo a sospensione VELA ROUND apparecchio a sospensione TUBO luminaria suspendida TUBO SYSTEM perfíl suspendido VELA ROUND luminaria suspendida XAL Magazine 20 BUSINESS CLASS I La HULT International Business School, perseguendo un orientamento globale, ha professori di chiara fama e studenti di tutto il mondo e secondo il Financial Times è una delle 100 migliori Business School. Oltre alle sedi già esistenti a Londra, Boston, Shanghai e Dubai, ora la Hult International Business School ha inaugurato un Campus anche a San Francisco. Il nuovo Campus, non lontano dal famoso Waterfront di San Francisco, è situato proprio di fronte al quartier generale del gruppo Levi Strauss & Co, a stretto contatto con il distretto finanziario più mondano; la posizione privilegiata garantisce agli studenti di economia una formazione di eccellenza sempre al passo dei tempi. Il progetto architettonico del nuovo Campus aveva l’obiettivo di creare un’atmosfera moderna e gradevole, in cui gli studenti potessero trovarsi a proprio agio, e di lasciar trasparire contemporaneamente l’orientamento progressista dell’Università. Nell’agosto 2010, dopo complessi lavori di ristrutturazione, la Hult Business School finalmente inaugurava il suo Training & Communication Center. Qui gli studenti, provenienti complessivamente da 129 nazioni, possono studiare in un ambiente multiculturale e moderno, con un proficuo scambio e confronto reciproco. L’esecuzione della struttura a nido d’ape del soffitto in calcestruzzo a vista serve a mettere in rilievo la dimensione del servizio e del design ed è stata scelta dai progettisti già in una fase precoce del progetto. Nelle aree comuni, luci a nastro di varia lunghezza con intensità differenziata creano un’estetica moderna e ricercata, non limitandosi ad assicurare il puro standard necessario, ma rafforzando anche il contrasto fra la sobrietà dei materiali e l’opulenza colorata delle luci tramite l’illuminazione diretta dei pavimenti e dei soffitti. La separazione tra i singoli ambienti, uffici e aule avviene per mezzo di luci perimetrali, in parte disposte anche irregolarmente, che con la loro chiara distinzione ‘cromatica’ e la loro nitidezza lasciano scaturire un’atmosfera luminosa e creativa. ESP La HULT International Business School tiene un carácter global, un profesorado de renombre y estudiantes internacionales; además, según el Financial Times, es una de las mejores escuelas de negocios del mundo. A los centros existentes en Londres, Boston, Shanghái y Dubái, la Hult International Business School suma ahora un campus en San Francisco. Este nuevo centro no se encuentra lejos del conocido San Francisco Waterfront, justo enfrente de las oficinas centrales de Levi Strauss & Co. y a poca distancia del elegante distrito financiero, lo que posibilita a los estudiantes de economía locales recibir una educación puntera y estar siempre al día. Para la distribución arquitectónica del nuevo campus cobró valor el crear una atmósfera moderna y agradable, en la que los estudiantes se sintieran a gusto y que, a la vez, expresara el carácter progresivo de la universidad. Todo esto se consiguió en agosto de 2010: tras una costosa restauración la Hult Business School abría su Centro de estudios y comunicación. Los estudiantes, que proceden de un total de 129 países, pueden aprender en un entorno multicultural y moderno, y además, hacerlo los unos de los otros. La ejecución de la construcción del techo, en forma de panal y de hormigón desnudo, sirve para acentuar el servicio y el diseño, y fue una decisión que los arquitectos tomaron en las primeras fases del proyecto. En las zonas comunes diversas bandas luminosas de distinta longitud e intensidad crean un aspecto moderno y sofisticado, pues no solo proporcionan la claridad necesaria, sino que también refuerzan la contraposición entre la sobriedad de los materiales y la opulencia cromática, gracias a la iluminación directa del suelo y del techo. La delimitación de los espacios privados, los despachos y las aulas se logró utilizando lámparas circulares dispuestas, en parte, de forma aleatoria, y así otorgarles un aura creativa y radiante a través de una luz clara y limpia. 33 P ublic/Project 02 XAL Hult School Of Business Mary Wang & Irit Axelrod, Tsao Design Group Executed in a vocabulary of concrete, glass, natural and architectural lighting, the composition is expertly integrated wit the industrial characteristics of the concrete waffle slab and exposed utilities above. Boundaries are defined by freestanding architectural elements: walls that appear to float or glass partitions that create physical separation but maintain visual connection” Students traverse from formal lecture halls to open communal tables to provate break out areas. Colourful furniture in various lounge environments, all designed to encourage exchanges and collaboration.” Floorplan XAL Magazine 20 34 P ublic/Project 03 XAL Theater Gütersloh ON STAGE Theater Gütersloh, Gütersloh/Germany Architecture & Lighting Design: PFP Architekten BDA, Hamburg Photos: Klaus Frahm, Artur Images, Hamburg I Con il nuovo Teatro di Gütersloh gli architetti di PFP sono riusciti ad introdurre un’immagine innovativa del teatro nello spazio urbano, mettendo in scena nel contempo, in modo del tutto coerente, anche un intero quartiere come luogo di incontro culturale. L’architettura di questo spettacolare edificio – ben visibile da lontano – evidenzia il suo ruolo di ingresso al centro cittadino e, tramite la piazza ricostruita, congiunge il monumento industriale di una torre dell’acqua storica, utilizzata come barritrovo della gioventù, alla Stadthalle degli anni Settanta, dando vita a uno spazio culturale urbano e sviluppando all’unisono le sue componenti: la cultura in tutte le sue declinazioni,la vita by night e la gastronomia. Completamente bianco sia all’esterno che all’interno, l’edificio, con le sue proporzioni compatte ed essenziali, interpreta il tema del “Teatro“ con una misteriosa chiusura su tre lati, interrotta unicamente da due volumi cubici volutamente fuori scala che aggettano ampiamente verso l’esterno. In netta contrapposizione, la “Sala Grande” e il “Palco secondario“ sono stati realizzati come spazi interni misteriosamente neri. Floorplan All’interno il teatro presenta una composizione architettonica a strati verticali, connotata dal colore bianco e da alti doppi volumi. Le diverse funzioni della “Sala Grande”, del Foyer, del “Palco secondario” o della “Skylobby” con la sua vista mozzafiato sui tetti di Gütersloh, sono sovrastratificate in modo ben visibile dall’esterno. L’impostazione che esalta il contrasto fra i vari livelli dello spazio è sostenuta da un’illuminazione indiretta che segue in modo precisamente mirato le linee architettoniche, combinata con luci d’accento puntuali. Una scala a giorno a sbalzo si libera dal piano terra fino al quinto piano rafforzando la teatralità espressa dallo spazio bianco del foyer con uno stile a un tempo sobrio ed efficace. XAL Magazine 20 ESP Con la construcción del Teatro Gütersloh los arquitectos de PFP no solo han conseguido establecer una figura teatral pionera y progresista en el espacio urbano, sino también restablecer de forma coherente todo un distrito cultural como lugar de encuentro. Al unir un espacio cultural urbano en la plaza Theaterplatz, también de nueva creación, combinando este espectacular teatro, que define de forma inequívoca el acceso al centro de la ciudad, con una histórica torre de agua industrial, utilizada como cafetería juvenil, y con el auditorio municipal de los años setenta, fue creciendo, también visualmente, lo que al final se convertiría en una unidad cultural en toda su diversidad, un lugar de actividad gastronómica y vida nocturna. Tanto en el exterior como en el interior de este pequeño y reducido edificio, totalmente vestido de blanco, predomina el tema del teatro a través de una unidad trilateral y misteriosa, cuyas proporciones únicamente quedan interrumpidas por dos elementos cúbicos que sobresalen hacia el exterior del edificio. En contraposición, el interior de la “Grosse Saal” (la gran sala) y el “Studiobühne” (el teatro estudio) se diseñó totalmente en negro. En su interior, el teatro moldea sobre el color blanco y sus grandes dimensiones una composición espacial estratificada verticalmente. Los distintos aprovechamientos de la “gran sala”, del vestíbulo, del “teatro estudio” o del “Skylobby”, con sus impresionantes vistas sobre los tejados de Gütersloh, están superpuestos unos sobre otros (como bien se puede observar desde el exterior). Los contrastes entre los distintos niveles y espacios se refuerzan con una iluminación indirecta que sigue las líneas arquitectónicas, combinada con puntuales acentos luminosos. Una escalera de caracol desciende libremente desde el quinto piso hasta la planta calle y refuerza esta representación teatral del vestíbulo de tonalidades blancas; sobria, y a la vez impresionante. 35 P ublic/Project 03 XAL Theater Gütersloh Prof. Jörg Friedrich “The radiant power of the colour white stands as a symbol of light. We opt for a consistent white throughout. This creates a space that removes the visitor from everyday life and leads him into the world of art. The visitor is led away and his faculty of perception refreshed. In combination with precisely designed lighting, the allover white achieves the sought after vibe in the urban environment.” MINO 60 sistema luminoso da soffitto MINIMAL 100 apparecchio da incasso INVISIBLE ROUND faretto da incasso MITO 150 faretto da incasso SASSO 150 faretto da incasso NANO POWER LED sistema especial MINO 60 sístema superficial de pared MINIMAL 100 luminaria empotrada INVISIBLE ROUND foco empotrado MITO 150 foco empotrado SASSO 150 foco empotrado NANO POWER LED sistema especial XAL Magazine 20 Imprint XAL Goodbye section.d design.communication gmbh www.sectiond.com Editor Nikolaus Prokop/section.d section.a art.design.consulting www.sectiona.com Text/Projects Markus Deisenberger Interlingua www.interlingua.at Graphic Design Joe P. Wannerer/section.d The End XAL headquarters XAL GmbH Auer-Welsbach-Gasse 36 8055 Graz AUSTRIA T +43.316.3170 F +43.316.3170.9314 International Sales T +43.316.3170.300 F +43.316.3170.9380 offi[email protected] [email protected] www.xal.com XAL branches XAL GmbH Marxergasse 1B 1030 Wien AUSTRIA T: +43.1.5264784 F: +43.1.5264784.14 [email protected] XAL GmbH Wilhelm-Wagenfeld-Straße 16 80807 München GERMANY T +49.89.323738.0 F +49.89.323738.10 offi[email protected] XAL GmbH Helmholtzstraße 2-9 10587 Berlin – Charlottenburg im minimumoffice, GSG Aufgang A GERMANY T +49.151.55044067 [email protected] Termine nach Vereinbarung XAL GmbH Dresdener Straße 5 91058 Erlangen GERMANY M +49.151.55044068 [email protected] Termine nach Vereinbarung XAL GmbH Hohnerstraße 25 70469 Stuttgart GERMANY T +49.711.80607590 F +49.711.806075920 [email protected] XAL GmbH Europa-Allee 33–35 60327 Frankfurt GERMANY T +49.69.97995273 F +49.69.97995274 [email protected] XAL GmbH Ruhrstraße 11a 22761 Hamburg GERMANY T +49.40.85179283.0 F +49.40.85179283.9 [email protected] XAL Italia ITALY T +39.339.1550040 offi[email protected] XAL Eastern Europe k.s. Galvaniho 7/D 82104 Bratislava SLOVAKIA T +421.2.32660.280 F +421.2.32660.281 offi[email protected] Xenon Architectural Lighting Schweiz GmbH Hohlstrasse 517 8048 Zürich SWITZERLAND T +41.44.2458090 F +41.44.2458099 offi[email protected] XAL FZE RAKIA Amenity Center Al-Jazeera Al-Hamra Ras Al Khaimah UNITED ARAB EMIRATES T +971.50.2464585 [email protected] XAL Ltd. 2 The Flag House, 47 Brunswick Court London SE1 3LH UNITED KINGDOM T +44.20.31740177 F +44.20.32921693 offi[email protected] XAL Inc. 394 Broadway New York, NY 10013 USA T +1.212.3438100 F +1.212.3438105 offi[email protected] XAL partners DOMOSV LIGHT2 PTY LTD. AUSTRALIA/Surry Hills T +61.2.9698.9221 [email protected] www.light2.com.au AL BAIT BAHRAIN/Manama T +973.17534354 [email protected] DARK NV BELGIUM/Adegem T +32.50.718140 [email protected] www.dark.be Home Control S.A. CHILE/Santiago T +56.29502000 [email protected] [email protected] www.homecontrol.cl Nova Imagen CHILE/Santiago T +56.23641600 [email protected] www.novaimagen.cl LIGHT PROJECTS LTD. MALTA/Qormi Qrm T +356.21.482131 [email protected] www.lightprojects.org LÁMPARAS OLIVA S.A. SPAIN/Madrid T +34.913581993 [email protected] www.lamparasoliva.com HALO LIGHTING APPLICATION GREECE/Athens T +30.210.6834134 [email protected] www.halo.gr Lumex MAROC/Casablanca T +212.522235235 [email protected] [email protected] SMEKA S.A. GREECE/Athens T +30.210.7228504 [email protected] INDUSTRIELICHT BV NETHERLANDS/AB Alblasserdam T +31.78.6920.900 [email protected] www.industrielicht.nl GAUDIR IL.LUMINACIÓ SL SPAIN/Barcelona T +34.934878603 [email protected] www.gaudir.es GAUDIR is also represented in Girona LISYS FÉNYRENDSZER ZRt. HUNGARY/Budapest T +36.1.3599841 [email protected] www.lisys.hu Architectural Lighting Concepts INDIA/Chennai T +91.44.45064441.3 INDIA/Bangalore T +91.80.4204.4196 [email protected] Lightkrafts INDIA/Kolkata T +91.33.22341353 [email protected] www.lightkrafts.com VIS À VIS INDIA/Mumbai T+91.22.33410360 [email protected] www.visavislights.com VIS À VIS INDIA/New Delhi T +91.011.51838037 [email protected] www.visavislights.com ALPHA LIGHTING CO. IRAN/Tehran T +98.1.25222769 [email protected] ALPHA PARS Co. IRAN/Tehran T +98.2.122212204 [email protected] KASHTAN TECHNOLOGIES LTD. ISRAEL/Tel Aviv T +972.3.513.6666 [email protected] www.kashtangroup.com ELLABO CROATIA/Zagreb T +385.16611111 [email protected] www.ellabo.hr WATCO JORDAN/Amman T +962.65510655 [email protected] J.C. HAGGIPAVLOU & SON LTD. CYPRUS/Nicosia T +357.22.815888 [email protected] www.haggipavlou.com MICHEAL ANKER/LUCEPLAN SCANDINAVIA DENMARK/Copenhagen Michael Anker is also responsible for ICELAND T +45.36132100 [email protected] DELTA EGYPT Foreign Trade EGYPT/Cairo T +20.22.4159332 [email protected] SALONG VALGUSMAANIA ESTONIA/Tallinn T +372.6418189 [email protected] www.valgusmaania.ee Translation Interlingua TECLUX OY FINLAND/Helsinki T +358.9.2252.410 teclux@teclux.fi www.teclux.fi FLORA INNOVATIVE LIGHTING LTD. CHINA/Hong Kong T +852.25909468 sales@floralighting.com.hk www.floralighting.com.hk RIBARIC d.o.o CROATIA/Zagreb T +385.1.6065480 [email protected] www.ribaric.hr © 02/2011 KHABARI INTERNATIONAL TRADING KUWAIT T +965.22495372 [email protected] ILUMINATORS LATVIA/Riga T +371.67.501715 [email protected] www.iluminators.lv Moduls interjers LATVIA/Riga T +371.67813661 [email protected] www.modulsinterjers.lv UNILUX LEBANON/Beirut T +961.18911845 [email protected] www.uniluxgroup.com NAUJIEJI ZENKLAI UAB LITHUANIA/Vilnius T +370.52789578 M +370.60106010 [email protected] www.darom.lt SIPEL S.À.R.L. LUXEMBOURG/Ellange T +352.31.6660.1 [email protected] www.sipel.lu LUMEN DESIGN LIMITED Architectural Lighting NEW ZEALAND/Auckland T +64.93776088 [email protected] www.lumdendesign.co.nz D-MIX TECHNOLOGIES S.L. SPAIN/Palma de Mallorca T +34.971220128 [email protected] LUX GIJON S.A. SPAIN/Gijon T +34.985165720 [email protected] www.luxgijon.com LIMELIGHT AS NORWAY/Oslo T +47.4000.15.89 [email protected] www.limelight.no ALVE ILUMINACION CAMERIL SL SPAIN/El Temple (Cambre) T +34.981654279 [email protected] www.iluminacionalve.com Arquiluz S.R.L. PERU/Miraflores/Lima T +511.2423609 [email protected] www.arquiluz.com ILIONE S.L. SPAIN/Medina del Campo (Valladolid) T +34.983811731 [email protected] www.ilione.com CANDELUX SP. Z.O.O. POLAND/Warsaw T +48.22.3205080 [email protected] www.candelux.pl TECNILUZ S.L. SPAIN/Castellon T +34.964231952 [email protected] www.tecniluz.com LIGHTLAB PORTUGAL/Cascais T +351.214455235 [email protected] DIM DE ALBACETE S.L SPAIN/Albacete T +34.967242494 [email protected] www.dim-es.com GULF LIGHTS QATAR/Doha T +974.4699683/4 [email protected] www.gletqatar.com ATRIUM DESIGN SRL ROMANIA/Bucarest T +40.21.252.4653 [email protected] www.atrium.ro LIGHT & DESIGN RUSSIA/Moscow T +7.495.9136840 [email protected] www.ldproject.ru TECHNOLIGHT SAUDI ARABIA/Jeddah T +966.2669.324 [email protected] SAUDI ARABIA/Riyadh T +966.14621150 [email protected] www.technolight-ksa.com KELVIN LIGHTING LTD. SCOTLAND/Edinburgh T +44.131.558.8469 [email protected] www.kelvinlighting.co.uk BIZLINK ASSOCIATES (S) PTE LTD. SINGAPORE T +65.6747.7116 [email protected] www.bizlink-lighting.com ILUMA+, S.R.O. SLOVAKIA/Bratislava T +421.2.54789193 [email protected] www.iluma.sk MODERNA D.O.O. SLOVENIA/Ljubljana T +386.1.2362183 [email protected] MIRAEBOIM CO. LTD. SOUTH KOREA/Seoul T +82.2.4641393 [email protected] Comercial Susaeta S.A. SPAIN/Bilbao T +34.944484020 [email protected] www.susaeta.net Igueldo Iluminación S.A. SPAIN/San Sebastián T +34.943218633 [email protected] www.igueldoiluminacion.com Ibáñez Arana S.L. SPAIN/Vitoria T +34.0945254623 [email protected] www.ibanezarana.com ANNELL LJUS OCH FORM AB SWEDEN/Stockholm T +46.8.44290.00 info.annell.se www.annell.se DARK LIGHTING TURKEY/Istanbul T +90.212.2338338 [email protected] www.dark-lighting.com EA AYDINLATMA TASARIM LTD. STI TURKEY/Istanbul T +90.216.4117525 [email protected] www.ea.com.tr ART PROJEKTREGIE UKRAINE/Kiev T +38.44.5929760 [email protected] www.artprojektregie.com.ua Iluminación Helios C.A. VENEZUELA/Caracas T +58.2122652609 [email protected] www.helios.com.ve see you next time at EUROLUCE MILAN, 12. 04.–17. 04. 2011