crossover architecture go east

Anuncio
www.xal.com
[email protected]
LIGHT
20
go east
Remix International
Architecture And Design
News From Moscow
CROSSOVER
ARCHITECTURE
Portrait
Graft Architects Berlin
I
ESP
Italiano
Español
02
C
ontent
XAL
Start
04 Remix International – Moscow
NewS & treNdS from RUSSIA’S DESIGN MEGACITY
08 Retail news
shaping the future of shoppinG
10 Retail PROJECTS
Retail, Architecture and Lighting
Design presented by XAL
16 PORTRAIT
CROSSOVER Architecture – GRaft architectS
20 Living news
REDEFINING THE WAY OF LIVING
22 Living PROJECTS
Living, Architecture and Lighting
Design presented by XAL
26 Report
How bright is bright?
28 PUBLIC news
NEW WAYS FOR puBlic Space
30 PUBLIC PROJECTS
Public, Architecture and Lighting
Design presented by XAL
XAL
Magazine 20
03
Editorial
XAL
Andreas Hierzer, CEO
The
future
is now
I Il futuro si chiama LED. Oggi ne sono tutti convinti – planetariamente –
non solo ingegneri illuminotecnici, designer e architetti, ma anche operatori
del commercio, esperti di energia, tecnici dell’ambiente e decisori politici. Il
LED assicura vantaggi tali in termini di efficienza luminosa, efficienza energetica, flessibilità, lunga durata e compatibilità ambientale, da indurre un cambiamento di mentalità globale in tutti gli ambiti della vita. I privati scoprono i
LED come fonte di luce piacevole e creativa allo stesso tempo, il Giappone
è in prima linea nel programmare una conversione completa della sua infrastruttura di esercizi commerciali con i LED come unica fonte luminosa ammessa, intere città in America, Europa e Asia sviluppano progetti per gli spazi
pubblici e l’illuminazione delle strade basati sui LED, destinati a diventare nel
giro di pochi anni realtà concrete della vita quotidiana.
ESP El futuro, según no solo ingenieros eléctricos, diseñadores y arquitectos,
sino también según economistas, expertos en energía, técnicos de medioambiente y aquellos que toman las decisiones políticas, se llama LED. Las sorprendentes ventajas del LED en lo que se refiere a consumo energético, flexibilidad, longevidad y ecología están llamadas a cambiar la forma de pensar en
todo el mundo y en todos los aspectos de la vida. Los hogares privados están
descubriendo que el LED es una fuente de luz creativa y a la vez acogedora;
Japón está planeando convertirse en el primer país del mundo en cambiar
toda su infraestructura comercial de forma que los LED sean la única fuente
de luz autorizada; en muchas ciudades de los EE.UU, Europa y Asia se está
desarrollando el concepto LED para los espacios públicos y la iluminación de
las calles, y en muy pocos años será ya una realidad cotidiana.
XAL, pioniere nella tecnologia LED, aveva già previsto con largo anticipo
questa marcia inarrestabile a tutti i livelli. Oggi abbiamo un vantaggio decisivo in fatto di know how che ci colloca tra i maggiori esperti nello sviluppo di
luci a LED e nella realizzazione di progetti illuminotecnici basati sui LED per
i più diversi campi d’impiego. Fin dall’inizio abbiamo perseguito con logica
rigorosa il principio di non aderire semplicemente alle tendenze in atto nella
tecnologia dell’illuminazione e nel design illuminotecnico, ma di assumere,
invece, un ruolo attivo nella loro creazione e in futuro intendiamo farlo in
modo ancora più dinamico. I lavori per il completamento del nostro nuovo
XAL Competence Center sono quasi ultimati. Con i suoi laboratori, dotati
delle tecnologie più avanzate per la ricerca, le misurazioni e le prove, il nuovo
XAL Competence Center offre a un team di 50 esperti una sede di ricerca allo
stato dell’arte, ideale per sviluppare le innovazioni future, che accresceranno
certamente la nostra competitività, ma soprattutto offriranno importanti
vantaggi ai nostri clienti, ossia nuove generazioni di prodotti che in futuro
renderanno fruibili le numerose virtù dei LED in modo ancora più proficuo –
coerentemente fino al limite della fattibilità tecnica.
El auge que está experimentando el LED actualmente a todos los niveles ya
lo había presagiado XAL como pionero que es este campo. Hoy esta ventaja
tecnológica de la que disponemos nos convierte en uno de los expertos líderes
en el desarrollo de dispositivos de iluminación LED y en la ejecución de conceptos de iluminación innovadores basados en estos dispositivos, concebidos
para diversas aplicaciones. Nuestro objetivo desde el principio, no era seguir
la tendencia en cuanto a tecnología y diseño de iluminación, sino participar de
forma decisiva, algo que en el futuro seguiremos cumpliendo de forma más
dinámica que hasta ahora: Los trabajos para ultimar los detalles de nuestro
nuevo Centro de Competencia XAL están prácticamente terminados. Con unas
amplias instalaciones de trabajo, que han sido equipadas con la tecnología de
investigación, medición y análisis más moderna, el nuevo Centro de Competencia XAL, como centro de investigación de última generación, ofrece a un
equipo formado por 50 expertos las condiciones ideales para desarrollar las
futuras innovaciones que no solo consolida de forma efectiva nuestra ventaja
competitiva, sino que también lo hacen los beneficios para nuestros clientes,
gracias a la creación de nuevos y contundentes productos, cuya aplicabilidad
será mucho más amplia en el futuro por la multitud de ventajas que posee el
LED, en consonancia con los límites de la factibilidad técnica.
Con la nostra filosofia e la nostra convinta adesione al LED come tecnologia
del futuro riteniamo di aver imboccato la strada giusta. La risposta incredibilmente entusiasta del mercato alle nostre nuove collezioni di prodotti LED
già ce lo conferma. Sull’onda di questo straordinario successo, è per noi,
quest’anno, cosa particolarmente gradita poter salutare personalmente i
nostri clienti, partner, amici e interessati di tutto il mondo in tre diverse occasioni: alla Euroshop 2011 di Düsseldorf dal 26/02 al 02/03, padiglione 11,
stand A46, alla Euroluce 2011 di Milano, dal 12/04 al 17/04, padiglione 15,
stand C32 e alla Arch Moscow dal 25/05 al 29/05/2011, stand 8–19.
Vi aspettiamo numerosi!
Si hemos elegido el camino correcto al adoptar esta filosofía y al comprometernos hasta el final con la tecnología del futuro, los LED, lo ha demostrado
con creces la respuesta abrumadora del mercado hacia nuestras nuevas
colecciones de productos LED. En señal de este éxito fuera de serie, este año
resulta un placer especial para nosotros poder saludar personalmente a nuestros clientes, socios, amigos y visitantes de todo el mundo en las distintas
ocasiones que se nos presentan: En la Euroshop 2011 en Düsseldorf que se
celebra del 26 de febrero al 2 de marzo, en el salón 11, stand A46, en la Euroluce 2011 de Milán, que se celebra del 12 de marzo al 17 de abril, en el salón
15, stand C32 y en el Arch Moscow que se celebra del 25 al 29 de mayo de
2011, stand 8–19. Nos alegraremos de su visita.
VISIT US AT
EUROSHOP
DÜSSELDORF, 26. 02. –02. 03. 2011
Hall 11 Booth A46
VISIT US AT
EUROluce
Milan, 12. 04. –17. 04. 2011
Hall 15 Booth C32
VISIT US AT
Arch Moscow
Moscow, 25. 05.–29. 05. 2011
BOOTH 8–19
XAL
Magazine 20
04
Remix International
XAL
Moscow
Krasny Oktyabr Factory
© Dmitry Smirnov
© Dmitry Smirnov
SELECTED BY XAL:
DESIGN, ART AND
ARCHITECTURE NEWS
fROM Moscow
© Dmitry Smirnov
Go east
KrASNY
OKTYABR
FACTORY
MOSCOW/RUSSIA
by Krasny Oktyabr Factory (RU)
XAL
Magazine 20
I Per più di un secolo, lungo le rive della Moscova, proprio di fronte alle
torri colorate del Cremlino, si spandeva un caratteristico profumo dolce: il
biglietto da visita olfattivo della più grande fabbrica di cioccolato di Mosca,
ribattezzata dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 con il nome patriottico
Krasny Oktyabr (“Ottobre Rosso”). Dopo il trasferimento della produzione in
una sede più moderna alla periferia della città, l’imponente complesso industriale ottocentesco di mattoni rossi è rimasto deserto per molti anni, finché la
comunità di artisti moscoviti non lo ha scoperto e ha deciso di utilizzarlo per
installarvi nel 2004 la ART Strelka, realizzando così l’idea di un distretto culturale urbano sul modello del newyorkese Lower East Side. Ancora non molto
tempo fa, però, gli artisti hanno rischiato di soccombere di fronte a un redditizio progetto per appartamenti di lusso. Paradossalmente è merito della crisi
finanziaria se oggi qui sorge il luogo più trendy di Mosca invece di residenze
milionarie destinate ai VIP, perché il progetto residenziale, incappato in difficoltà insormontabili, è stato subito riconvertito in un mix di funzioni creative e
variegate. Al posto di lussuosi mondi compartimentati, qui si sono insediati in
gran numero bar, ristoranti, negozi, boutique di moda, atelier di artisti, gallerie
e hot spot della scena artistica di moda (ad esempio fino a poco tempo fa
anche l’istituzione rinomata a livello internazionale Baibakov Art Projects della
gallerista venticinquenne Maria Baibakova, che nel 2010 si è trasferita in una
location ancora più grande), come pure gli studi dell’esordiente e innovativa
TV satellitare moscovita TV Rain – Optimistic Channel, che è andata in onda
nell’autunno del 2009 e il cui nome è tutto un programma. Infatti TV Rain
fornisce Good News in luogo delle Bad News, contenuti di qualità e visioni intelligenti proiettate nel futuro per un pubblico giovane e metropolitano – quella
New Generation di Mosca, moderna, cosmopolita, aggiornata sulle ultime
tendenze e con forti interessi culturali, che nei padiglioni della fabbrica Krasny
Oktyabr ha stabilito il proprio rivoluzionario quartier generale per conquistare
da lì la scena artistica e culturale globale.
ESP Durante más de un siglo un dulce olor muy característico ha inundado
las orillas del Moscova, justo enfrente de las coloridas torres del Kremlin; la
tarjeta de visita olfativa de la mayor fábrica de chocolate de Moscú, que tras la
Revolución de Octubre de 1917 recibió el patriótico nombre de Krasny Oktyabr
(el octubre rojo). Sin embargo, este fabricante de dulces, legendario por su
calidad, hace ya un tiempo que se mudó a unas instalaciones más modernas
de la periferia de la ciudad. Durante muchos años este imponente complejo
industrial de ladrillo rojo del s. XIX ha permanecido vacío hasta que, finalmente,
la comunidad artística moscovita redescubrió el lugar y decidió crear allí en
2004 la ART Strelka, un concepto urbanístico que creara un distrito cultural a
imagen del Lower East Side neoyorquino. Desde hacía poco los artistas habían
de hacerle sitio a un proyecto lucrativo de apartamentos de lujo. Paradójicamente hay que agradecerle a la crisis financiera el hecho de que este concepto
actualmente tenga aquí su dirección, en vez de las elegantes residencias de
millonarios, pues en un santiamén, el proyecto urbanístico se tambaleó y se
convirtió en una mezcla creativa y colorista de diferentes usos. En lugar de
un mundo de lujo insular, hoy tienen aquí su hogar multitud de bares, restaurantes, comercios, tiendas de moda, estudios de arte, galerías y otros puntos
importantes de la cultura local (p. ej., desde hace poco también se encuentra
aquí la Baibakov Art Projects, de renombre internacional, de la joven artista de
25 años Maria Baibakova, quien en 2010 se trasladó a un local más grande),
al igual que el estudio de TV Rain – Optimistic Channel, una joven empresa
moscovita de TV vía satélite e Internet de gran proyección, que comenzó a
emitir en 2009 y cuyo nombre es coherente con su programación. Después
de todo, TV Rain emite buenas noticias, y no malas, sus contenidos son de lo
más exigente y posee una perspectiva de futuro dirigido a un público joven y
urbanita, la new generation moscovita, una generación cosmopolita, moderna
y consciente de la cultura y las tendencias que les rodea, y que desde hace
tiempo ha convertido los pabellones de la Krasny Oktyabr Factory en el cuartel
general de su propia revolución para, desde allí, conquistar el mundo del arte
y la cultura.
05
Remix International
XAL
Moscow
Krysha Mira
Capital Hill REsidency
KRYSHA MIRA
Moscow/RUSSIA
www.kryshamira.ru
© Courtesy of Zaha Hadid Architects
Capital Hill
Residency
© Dmitry Smirnov
© Dmitry Smirnov
ESP Mientras masas de simples mortales bailan
en las pistas de los incontables mega clubs de la
ciudad, los moscovitas más “in” descubrieron hace
un tiempo un nuevo refugio accesible solamente
para los iniciados: el Krysha Mira, un club con
una ubicación excepcional sobre los tejados de la
ciudad, bien escondido en la azotea de la antigua
cervecería Badaevsky, ya en desuso. Cerca del
legendario Hotel Ukrania, un rascacielos de la era
Stalin que se convirtió hace poco en el hotel de lujo
Radisson Royal Hotel, el Krysha Mira solo está al
alcance de un círculo muy exclusivo de gente que
abarca a unos pocos y afortunados elegidos que,
además, han tenido que sortear una verdadera
carrera de obstáculos; Quien haya logrado recorrer
el camino a través de los estrictos controles de
seguridad y de vestimenta y a través del laberinto
que suponen los antiguos patios, hoy abandonados, las quebradizas escaleras de hormigón y las
puertas ocultas, pertenece a él; suponiendo, claro
está, que se encuentre en la lista de invitados y
se sepa la contraseña de esa noche, que se ha
ido propagando clandestinamente. Cuando se ha
conseguido cruzar una discreta puerta de acero
sin ningún tipo de etiqueta, poco a poco comienza
a comprobarse que uno se encuentra no en unas
ruinas industriales, sino en el club más de moda
de la ciudad. En el nivel inferior del Krysha Mira
al visitante no solo le reciben las vagas siluetas
de la gente guapa, iluminadas estratégicamente y
peinadas fantásticamente, sino también un acogedor bar con una iluminación tenue y una sala de
Chillout iluminada en rojo rubí con unos enormes
sofás blancos. Pero esto son solo los preliminares,
pues la verdadera acción se encuentra un piso más
arriba: Un espacio diáfano, enmarcado por unos
impresionantes toldos y ventanales que llevan a
un gigantesco escenario al aire libre, que no solo
ofrece unas vistas sensacionales de la ciudad que
se despliega a sus pies, sino que también ofrece
una imponente impresión de la elegante comunidad
hipster de Moscú que se reúne allí; una comunidad
que, mientras escucha la música cuidadosamente
seleccionada de los DJ y se toma sus cócteles a un
precio sorprendentemente moderado, les enseñan
desde hace tiempo a los escenarios culturales de
New York, París o Londres dónde se encuentra en
realidad la cuna de las últimas tendencias.
© Courtesy of Zaha Hadid Architects
I Mentre le masse dei comuni mortali ballano
nei mega-club che proliferano nella città, l’incrowd moscovita ha da tempo scoperto un nuovo
rifugio, accessibile solo agli iniziati: Krysha Mira
si trova in una splendida posizione elevata sopra
i tetti della città, ben nascosto sulla copertura
piana dell’antica fabbrica di birra Badaevsky
ormai dismessa. Non lontano dal leggendario
Hotel Ukraina, un grattacielo di era staliniana,
riaperto di recente con il nome di Radisson Royal
Hotel, Krysha Mira è raggiungibile solo da una
cerchia esclusiva di pochi eletti, affrontando una
vera e propria corsa ad ostacoli. Solo chi riesce
a superare il severo controllo della sicurezza e la
lettura dell’iride, a penetrare attraverso un dedalo
di vecchie corti abbandonate, scale malconce di
cemento e accessi seminascosti, è uno di loro –
sempre che sia sulla lista degli invitati e conosca
la password giusta della serata, diffusa con un
passaparola sussurrato. Oltrepassata, infine, una
porta in acciaio poco appariscente, senza alcuna
dicitura, cominciano ad accumularsi gradualmente gli indizi del fatto che non ci si trova all’interno di un rudere industriale, ma nel locale più
“in” della città. Al piano inferiore del Krysha Mira
i visitatori vengono accolti non solo dalle sagome
vaghe, efficacemente illuminate e fantasiosamente stilizzate della beautiful people, ma anche
da un accogliente bar con luci basse e da una
chillout room con enormi divani bianchi, illuminata
con una luce color rosso rubino. Ma questo è solo
l’inizio, perché l’azione vera e propria si svolge al
piano superiore, sul tetto: uno spazio arioso, racchiuso da imponenti tetti a tenda e ampie pareti
vetrate, conduce all’esterno su un’immensa ‘terrazza’ open air, che offre una vista sensazionale
della città by night, ma dà anche un’idea impressionante della comunità hipster di Mosca riunita
in questo luogo, che al suono di musica scelta
con cura dai dj e davanti a cocktail dal prezzo
sorprendentemente moderato, non ha ormai nulla
da imparare dagli ambienti più “in” di New York,
Parigi o Londra, culla delle nuove tendenze.
Barvikha, Moscow/RUSSIA
by Zaha Hadid (GB)
www.zaha-hadid.com
I Il villaggio Barvikha ad ovest di Mosca era uno dei luoghi più esclusivi del Paese già nell’epoca comunista. Ancor oggi tra i
boschi tranquilli alla periferia di Mosca si celano le lussuose dacie un tempo appartenute ai funzionari prominenti del Partito, o il
Sanatorio gestito direttamente dal Cremlino, dove un tempo cercavano riposo gli esponenti della nomenklatura russa. Il passare
del tempo ha lasciato intatto il carattere esclusivo della regione e Barvikha è diventata l’ambìto campo d’azione per gli interventi
moscoviti che, con progetti di ville sfarzose, oasi termali, centri commerciali e hotel di lusso o anche con edifici culturali straordinari come la sala da concerti progettata da Antonio Citterio, sottolineano la pretesa dell’area di affermarsi come rifugio elitario
per i fine settimana del jet set moscovita. A firmare il progetto sicuramente più spettacolare è addirittura Zaha Hadid, l’architetto
donna di maggiore successo al mondo: una villa residenziale privata che si avvale di un linguaggio formale avveniristico, audacemente sinuoso, che pare uscito direttamente dall’album di schizzi dell’ultimo set di James Bond. La fluida geometria del suo progetto architettonico, sviluppato insieme al socio di sempre Patrik Schumacher, in realtà non ha niente a che vedere con le ardite
visioni fantascientifiche, ma è dettata dalla particolare geomorfologia del luogo, tanto che il corpo edilizio di forma piatta e allungata cresce sul fianco di un pendio – appena visibile dai dintorni – come sua prosecuzione naturale. Solamente la capsula panoramica, tripartita, sospesa sopra il volume principale dell’edificio per mezzo di una sorta di torre che ricorda la silhouette della
coda di un aereo, si erge a 22 metri di altezza come elemento visibile da tutta la zona circostante, poco sopra la cima degli alberi.
All’interno l’edificio si presenta molto spazioso, un complesso organizzato su quattro livelli, costituito da volumi asimmetrici che
si incastrano l’uno nell’altro con ampie finestrature verso l’esterno che, oltre ad offrire affascinanti suggestioni architettoniche e
splendidi scorci del paesaggio circostante, regalano soprattutto un comfort abitativo superlativo immerso nel verde.
ESP Ya durante la era del socialismo la localidad de Barvikha, al este de Moscú, se encontraba entre los lugares más exclusivos del
país; todavía hoy se ocultan tras los idílicos bosques de las afueras de Moscú las dachas de lujo de los políticos prominentes de
la época o el sanatorio gestionado directamente por el Kremlin, donde los líderes rusos de entonces buscaban reposo. Desde entonces la exclusividad de la región no ha cambiado nada: Barvikha se ha convertido en el lugar por excelencia para los arquitectos
moscovitas y sus proyectos; con sus conceptos de lujo en cuanto a villas, balnearios, comercios y hoteles, o con sus excepcionales edificios culturales, como la sala de conciertos diseñada por Antonio Citterio, ponen de relieve las pretensiones de Barvikha de
seguir siendo un refugio de élite para la alta sociedad moscovita los fines de semana. El proyecto más espectacular que hoy por
hoy se está llevando a cabo en los bosques de Barvikha no podría ser otro que el del as de la arquitectura británica Zaha Hadid:
Una villa-residencia privada cuyo lenguaje formal audaz, vibrante y futurista bien podría haber salido directamente del bloc de
dibujo de la escenografía de la última película de James Bond. La fluida geometría del concepto arquitectónico, que Zaha Hadid
ha desarrollado junto con su socio de siempre, Patrik Schumacher, está lejos de ser una audaz visión sacada de la ciencia ficción,
sino que se debe más bien a la geología y la topografía del lugar, como la continuación orgánica de la estructura plana y alargada
(apenas visible desde los alrededores) que surge de una pendiente. Solo la cápsula panorámica de tres cuerpos, que flota sobre el
edificio principal unida por una torre que recuerda a la silueta de la cola de un avión, se eleva a 22 metros de altura como el único
elemento visible entre las copas de los árboles de los alrededores. El interior del edificio se presenta como un espacio de complejo diseño, una estructura organizada en cuatro niveles de volúmenes asimétricos y engranados, con grandes ventanales que,
además de una impresión arquitectónica llena de atractivos y unas visitas del paisaje sobrecogedoras, ofrece a sus inquilinos una
cosa por encima de todo: La quintaesencia de la comodidad de la vivienda en medio de la naturaleza.
XAL
Magazine 20
XAL
Gccc Moscow
© Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture
Moscow
© Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture
06
Remix International
GCCC Moscow
© Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture
© Courtesy of the Garage Center for Contemporary culture
Moscow/RUSSIA
by Jamie Fobert Architects (GB)
www.garageccc.com
XAL
Magazine 20
I Da due anni a Mosca ci si riferisce al luogo
cittadino più importante per l’arte contemporanea
chiamandolo semplicemente “il Garage”, un nome
certamente non casuale. L’imponente edificio
di mattoni rossi con la forma di un gigantesco
parallelogramma, costruito nel 1926 da Konstantin Melnikov, uno dei più noti rappresentanti del
costruttivismo sovietico, è stato utilizzato fino
al 2001 come garage per autobus. Dichiarato
monumento architettonico dall’Amministrazione
municipale moscovita, oggi il deposito degli autobus Bakhmetevsky ospita su una superficie
espositiva di circa 8500 metri quadri non solo il
progetto museale attualmente più spettacolare di
Mosca, ma anche una delle location di tendenza
più apprezzate dall’establishment artistico globale. Contemporaneamente all’inaugurazione del
Garage Center for Contemporary Culture (GCCC)
nel settembre 2008, si è imposta prepotentemente
sulla scena artistica internazionale anche la sua
promotrice: la ventinovenne stilista moscovita e
“society lady” Dasha Zhukova. Ex caporedattrice
della rivista britannica di moda Pop e fondatrice
dell’organizzazione non profit IRIS Foundation,
si occupa della gestione del GCCC insieme alla
famosa curatrice britannica Mollie Dent-Brocklehurst. Nel tempo record di pochi mesi, la Zukhova
ha fatto trasformare l’enorme padiglione in tempio
dell’arte dall’architetto britannico Jamie Fobert
che ha convertito il prezioso monumento storico
con estremo rispetto, progettando un riordino
dell’interno come specchio dell’imponente struttura a travi in acciaio della copertura. Ispirandosi
al modello della galleria d’arte londinese Tate
Modern Gallery o al MoMa di New York, Dasha
Zhukova persegue il piano ambizioso di affermare
il GCCC come principale museo di arte moderna
e contemporanea del Paese. Una pretesa avvalorata da un programma altrettanto ambizioso quale
l’inaugurazione nel 2008 con una rassegna di
opere dell’artista concettuale russo Ilya Kabakov
o un’esposizione dei migliori pezzi della collezione
privata di Francois Pinault nel 2009, che ha radunato a Mosca il gotha del mondo artistico.
ESP Desde hace dos años la gente más “in” de
Moscú conoce el lugar más importante de la ciudad dedicado al arte contemporáneo con el sencillo nombre de “el garaje”. Un nombre que tiene su
explicación: Hasta 2001 este impresionante edificio
de piedra roja en forma de un paralelogramo gigante, construido en 1926 por Konstantin Melnikov
(uno de los representantes del constructivismo
soviético más conocidos), servía como garaje de
autobuses. Actualmente, el antiguo garaje Bakhmetevsky, declarado monumento arquitectónico por el
gobierno de Moscú, con sus 8500 metros cuadrados disponibles para realizar exposiciones, constituye no solo el proyecto museístico más espectacular de la ciudad hasta la fecha, sino también uno
de los enclaves que mayor atención despierta en
el mundo del arte a nivel mundial. Al mismo tiempo
que el Garage Center for Contemporary Culture
(GCCC) se inauguraba en septiembre de 2008,
comenzaba ya la iniciación de forma enérgica en
el primer plano del mundo del arte internacional
de la diseñadora moscovita de 29 años de edad
y dama de la sociedad, Dasha Zhukova, antigua
redactora jefe de la revista de moda británica Pop
y fundadora de la organización sin ánimo de lucro
IRIS Foundation, que además lleva, junto con la famosa comisaria británica Mollie Dent-Brocklehurst,
la gestión del GCCC. En un tiempo de construcción
record de solo unos meses, Zhukova transformó el
gigantesco hall en un templo del arte con la ayuda
del arquitecto británico Jamie Fobert, quien adaptó
este edificio histórico de gran valor con el máximo
cuidado y concibió la estructura del espacio interior como un reflejo del impresionante trabajo del
techo, construido con vigas de acero. Siguiendo
el ejemplo de la Tate Modern Gallery de Londres o
del Museo de Arte Moderno de Nueva York, Dasha
Zhukova continuó con su ambicioso plan para el
GCCC: que el edificio se convierta en el museo
principal de arte moderno y contemporáneo del
país. Un programa de excelencia acentúa, como es
natural, esta pretensión de altos vuelos: la inauguración en 2008 contó con una muestra de las obras
de la artista conceptual rusa Ilya Kabakov; también
hubo una exposición completa de lo más destacado de la colección privada de Francois Pinault en
2009, que reunió al completo a todas las personalidades del mundo del arte en Moscú.
07
Remix International
XAL
Moscow
Strelka Institute
ArtPlay
STRELKA INSTITUTE
© Dmitry Smirnov
© Dmitry Smirnov
MOSCOW/RUSSIA
Educational program by Rem Koolhaas/OMA (NL)
www.strelkainstitute.com
ArtPlay
MOSCOW/RUSSIA
I Come molte cose a Mosca, anche una delle
più importanti nuove istituzioni della città dedicate
all’architettura, al design e ai media, recentemente è come spuntata dal nulla nello spazio di
una notte. Concepita nel 2009, in occasione della
Biennale di Venezia, come un’idea astratta nelle
mente di alcuni investitori privati, dotati di potenti
mezzi finanziari ma anche di una certa sensibilità
per l’arte, la neonata Istituzione Strelka è stata
inaugurata sull’omonima isola moscovita al centro
della città neanche un anno dopo. Non a caso
“Strelka” in russo significa “La Freccia”. Il campus
universitario per il Design, che inizialmente doveva
essere provvisorio, è stato realizzato intorno a
un’ampia corte interna come forum open-air, con
la supervisione del celebre architetto Rem Koolhaas e del suo studio di architettura internazionale
OMA, con sedi operative in Europa, negli USA e
in Asia. La scelta dei fondatori è caduta subito sul
famoso architetto olandese non solo per il suo
personale stile progettuale – non consueto ma
concettualmente rigoroso – ma soprattutto per la
sua particolare affinità con la Russia. Sia i fondatori che i costruttori hanno definito come chiaro
obiettivo per il nuovo istituto quello di essere
germe prezioso di una nuova coscienza architettonica per Mosca, dove il boom edilizio ha portato,
soprattutto nell’ultimo decennio, a mutamenti
radicali, certamente non sempre sostenuti da una
qualità architettonica eccelsa. Cosa significa in
realtà qualità progettuale? Come si affronta intelligentemente il dinamismo innovativo ed espansivo
della città e la sua preziosa eredità architettonica?
Come si può, in particolare, sensibilizzare anche
gli investitori e i committenti verso una nuova
coscienza architettonica che non si lasci definire
unicamente dalle dinamiche del mercato? Al fine
di aprire un dibattito su queste questioni centrali,
l’Istituto intende fungere da laboratorio d’idee,
stazione di ricerca, piattaforma di discussione
piuttosto che porsi come un’ulteriore accademia di
architettura o del design. Di conseguenza alla fine
del percorso di studi non c’è un esame finale di
laurea: acquisizione di conoscenze, trattazione ad
alto livello ed elaborazione di idee e concetti sono
i pilastri centrali del percorso formativo, rivolto
esclusivamente agli specializzandi.
ESP Como otras muchas en Moscú, una de las
instituciones más famosas de la ciudad, dedicada
a medios de comunicación, arquitectura y diseño,
ha resurgido de la nada de la noche a la mañana,
por decirlo así. En 2009, con motivo de la Biennale
de Venecia, dejó de ser sólo una idea en las mentes
de algunos inversores privados, económicamente
solventes y amantes del arte, y tan apenas un año
después, se abría el Instituto Strelka, refundado
en la isla moscovita que lleva el mismo nombre, en
medio del centro urbano; al parecer no es casualidad que en ruso “Strelka” signifique “flecha”. Bajo
supervisión didáctica, el diseño del campus se
llevó a cabo provisionalmente alrededor de un patio
interior de gran amplitud, como si fuera un foro al
aire libre. Los encargados no podían ser otros que
el as de la arquitectura holandesa, Rem Koolhaas,
y su despacho de arquitectura OMA, de proyección
global (Europa, EE.UU. y Asia), quienes, además,
parecían la opción lógica para su fundación no solo
por su extraordinario sello arquitectónico, siempre sólido y consecuente con su conceptualidad,
sino también, sobre todo, por la especial afinidad
que tienen con Rusia. Tanto como fundadores,
como constructores, han definido claramente el
objetivo para este nuevo instituto: Sobre todo, ha
de ser en el futuro un valioso núcleo de una nueva
conciencia arquitectónica para Moscú, cuyo auge
arquitectónico, especialmente en las últimas décadas, ha llevado a que el paisaje urbano sufra
cambios radicales, que de ningún modo responden
a una calidad arquitectónica. ¿Cuál es la verdadera
calidad de diseño? ¿Cómo se le da sentido al dinamismo expansionista e innovador de la ciudad y
a su valioso patrimonio arquitectónico? ¿Cómo se
puede implantar una nueva conciencia arquitectónica, especialmente en inversores y constructores
tradicionales, que no solo se defina a través del dinamismo del mercado? Para debatir esta pregunta
clave, este instituto quiere actuar más bien como
“think tank” o tanque de pensamiento, como una
estación para la investigación y una plataforma de
debate, en definitiva, como una academia de otro
diseño u otra arquitectura. En consecuencia, no
existe ningún examen académico al finalizar los estudios: La educación se centra en el aprendizaje de
conocimientos, en el debate de más alto nivel y en
el desarrollo de ideas y conceptos; una formación
que se dirige exclusivamente al posgraduado.
www.artplay.ru
ESP Desde hace unos años un antiguo distrito industrial al oeste de Moscú, cerca del Yauza – afluente nororiental del río Moscova
– está llamado a convertirse en uno de los distritos culturales más interesantes de la metrópoli. Nada menos que tres instituciones
culturales se han establecido ya en las antiguas instalaciones de fábricas e industrias: El prestigioso Centro Cultural Winzavod,
una colosal sala de exposiciones en una bodega de vino y champán ya en desuso, el Complejo Cultural Arma en un depósito de
gas, también en desuso, así como el complejo ARTPLAY, que ha escogido como su hogar lo que antes era una fábrica de manómetros y cuyo edificio, con una extensión total de 7.000m² se ha ido adaptando poco a poco para albergar tiendas y salas de exposición dedicados al mundo del diseño creativo, además de salones de exposiciones, ferias y otros eventos, y oficinas y estudios
de arquitectura y diseño. Nuestro socio en Moscú, Light & Design, también abrirá en breve una nueva sala de exposición equipada
con productos de XAL en los terrenos de ARTPLAY y que ha sido concebida por el arquitecto y diseñador Bernd Steinhuber, natural de Graz, como un espacio transparente en medio de las antiguas y gigantescas naves industriales. A la hora de elegir la ubicación, además del carácter excepcional del edificio, para Light&Design y XAL fue crucial, sobre todo, el principio de sinergia que
sigue ARTPLAY como nuevo punto neurálgico del diseño, la arquitectura y la cultura: Siguiendo el ejemplo de otras instituciones
similares como, por ejempolo, el New Yorker Decoration & Design Building, aquí, en un marco de centros de diseño interdisciplinarios, se debían reunir en un mismo lugar todos los elementos del proceso constructivo-arquitectónico. También a una escala
global ARTPLAY pretende un intensivo intercambio comunicativo entre todas las partes creativas implicadas: Los más destacados
dentro del mundo del diseño internacional, como Karim Rashid o Ora-ïto se encuentran entre los nombres que más suenan en exposiciones, simposios y talleres, así como la leyenda del diseño automovilístico e industrial de Turín, Paolo Pininfarina.
Rendering: Atelier Bernd Steinhuber, Austria
I Nella parte orientale di Mosca, un’area industriale dismessa vicina al fiume Yauza, affluente nordorientale della Moscova, già
da alcuni anni è in procinto di trasformarsi in uno dei più interessanti distretti culturali della metropoli. Negli ex capannoni delle
fabbriche e negli stabilimenti industriali si sono insediate finora ben tre istituzioni culturali: il rinomato centro d’arte Winzavod, una
colossale sala per esposizioni sorta sull’area di una cantina vinicola dismessa, il complesso culturale Arma in diversi ex gasometri,
e il complesso ARTPLAY situato a ridosso di un’ex fabbrica di manometri, il cui edificio su una superficie di circa 7000m² viene
gradualmente riadattato con negozi e showroom per aziende di design e creative, con vaste sale per manifestazioni, esposizioni
e fiere, uffici e studi per architetti e designer. Anche l’azienda Light&Design, partner moscovita di XAL, inaugurerà presto nell’area
di ARTPLAY un nuovo showroom, arredato esclusivamente con prodotti XAL, che è stato concepito dall’architetto e designer
Bernd Steinhuber di Graz come spazio nello spazio trasparente al centro dei mastodontici ex capannoni industriali. A prescindere
dalla particolarità dell’edificio, determinante per la scelta dell’ubicazione è stato per Light&Design e XAL soprattutto il principio
sinergetico che ARTPLAY persegue come nuova location di tendenza moscovita per il design, l’architettura e la cultura. Seguendo
l’esempio di analoghe istituzioni come il Decoration & Design Building di New York, qui dovrebbe sorgere un centro di design interdisciplinare, nel quale possano confluire in un solo luogo tutte le componenti del processo costruttivo-architettonico: progettisti,
architetti, designer, arredatori, commercianti di design, fornitori e, per finire, la committenza. Anche a livello globale ARTPLAY sostiene l’esigenza di un intenso scambio comunicativo trasversale a tutti i settori creativi: star della scena internazionale del design
come Karim Rashid o Ora-ïto figurano in numerose mostre, simposi e workshop accanto a personalità di grande spicco come ad
esempio la leggenda del design automobilistico e industriale torinese Paolo Pininfarina.
XAL
Magazine 20
08
Retail/news
Retail
XAL
Retail/news
Rolls/Diesel Denim Gallery Aoyama
by Chikara Ohno (JP)
www.sinato.jp
ROLLOUT
Diesel Denim Gallery è stata realizzata nel frequentatissimo distretto commerciale Aoyama di Tokyo non solo come
flagship store della griffe di culto italiana del jeans e della moda,
ma soprattutto anche come piattaforma e sede espositiva per
nuovi progetti di giovani artisti, designer e architetti. Per la sua
installazione temporanea, semplicemente intitolata “Rolls”, che
l’estate scorsa ha molto originalmente caratterizzato gli spazi
di vendita della Denim Gallery, il designer giapponese Chikara
Ohno si è ispirato alle proprietà dei materiali impiegati nelle collezioni di moda trasferendoli in modo sorprendente su un piano
tridimensionale. Le forme morbide e fluenti delle stoffe e dei capi
di vestiario hanno trovato un rispecchiamento ma anche un contrappunto nelle lunghe fasce arricciate di lamiera di alluminio
industriale, che si estendevano per tutta l’altezza e la lunghezza
del negozio, trasformandolo con i loro riflessi luminosi, in modo
semplice ma alquanto efficace, in un mare scintillante, tridimensionale, di onde metalliche. Oltre a svolgere una funzione decorativa come catalizzatore di sguardi, il progetto soddisfa con
strabiliante semplicità anche i criteri funzionali: poiché le fasce
metalliche fornite in grandi rotoli sono state solo parzialmente
srotolate, le spirali di metallo cilindriche coperte da lastre di vetro circolari sono state utilizzate nel contempo anche come ampie pedane per la presentazione dei prodotti.
XAL
Magazine 20
ESP La
Diesel Denim Gallery en Aoyama, el distrito comercial
más popular de Tokio, no solo ha dado vida a la tienda insignia de la marca de culto italiana Diesel, sino que también se ha
erigido como lugar de exposiciones y eje central sobre el que
giran los conceptos de jóvenes artistas, diseñadores y arquitectos. Para su sencilla instalación temporal, titulada “Rolls”, que
el verano anterior marcó de forma excepcional los espacios de
ventas de la Denim Gallery, el diseñador japonés Chikara Ohno
se inspiró en las propiedades de los materiales de la colección
de moda que se presentaba para la temporada y lo trasladó de
forma sorprendente a la tridimensionalidad: Las formas, suaves
y fluidas, de los tejidos y de las prendas de vestir encontraron
tanto su reflejo como su contrapunto en las largas tiras de aluminio industrial que se extendían a lo largo y ancho de la tienda
y que, de una forma tan eficiente como sencilla, se convertían en
un mar brillante y tridimensional de ondas metálicas gracias a
los reflejos de luz que proyectaban. Además de desempeñar su
papel decorativo y convertirse en el inspirador centro de atención, el concepto también cumplió con sus aspectos funcionales con una cautivadora sencillez: Al desenrollar sólo en parte
las grandes bobinas de tiras de metal, los cilindros sirvieron,
al mismo tiempo, como amplias plataformas donde presentar
los productos, con espirales metálicas cubiertas con placas de
vidrio circulares.
© Toshiyuki Yano
I La
09
Retail/News
XAL
Retail/News
Gareth Pugh Store
1111 Lincoln Road
BLACK CELEBRATION
Gareth Pugh Store, Hong Kong (ChinA)
by Daytrip (GB)
www.daytripstudio.com
© Joseph Cheung
© Joseph Cheung
I Le eccentriche creazioni avanguardistiche dello stilista britannico Gareth
Pugh sono descritte spesso e volentieri come “club fashion di un altro pianeta”. A metà strada tra scultura e capo d’abbigliamento, i vestiti disegnati dal
ventinovenne, astro nascente della moda internazionale, sembrano effettivamente provenire da un universo parallelo alquanto surreale: vestiti a palloncino
gonfiabili, costumi bizzarri da supereroi, armature cubistiche realizzate con
spigoluti cristalli neri – le creazioni di Gareth Pugh sono allo stesso tempo
irritanti e affascinanti. Non è un caso se popstar come Marilyn Manson o Kylie
Minogue lo hanno scelto come stilista preferito per i propri costumi di scena.
La visione fantascientifica delle sue collezioni, equamente divisa tra accenti
inquietanti e lusso ostentato, trova ora una naturale prosecuzione nel primo
flagship store internazionale inaugurato a Hong Kong, disegnato dallo stesso
Pugh in collaborazione con lo studio di design britannico Daytrip – un cubo
riflettente, misterioso e sfaccettato, naturalmente con prevalenza del colore
nero d’obbligo della maison. Corrispondono alla cifra stilistica della griffe
anche gli insoliti abbinamenti di materiali – ad esempio la gommalacca nera
accoppiata a piastrelle luci nere – che, insieme alla moquette grigio cenere
e alla pannellature in cuoio alle pareti dei camerini, caratterizzano gli interni.
Domina lo spazio principale, per tutta la sua altezza, un maxischermo a LED
in vetro, che trasmette ininterrottamente un’installazione video creata da Gareth Pugh in collaborazione con la video-artista britannica Ruth Hogben, che
insieme al famoso fotografo Nick Knight si occupa anche dell’allestimento coreografico delle sfilate di moda di Pugh. All’interno del negozio, l’installazione
video riflessa all’infinito dalle superfici riflettenti del soffitto, delle pareti e del
pavimento, trapela anche attraverso il rivestimento vetrato della facciata conferendo alle superfici esterne, sia pure in modo insolito, la funzione di vetrina.
© Joseph Cheung
ESP Las excéntricas y vanguardistas creaciones del diseñador británico Gareth Pugh siempre se han descrito con acierto como “moda de club de otro
planeta”. A menudo a medio camino entre la escultura y la prenda de vestir,
los diseños de esta estrella fugaz de 29 años del mundo de la moda internacional parecen provenir en realidad de un universo paralelo surrealista:
Vestidos inflables de formas abombadas, bizarros trajes de superhéroes,
armaduras de formas cúbicas, construidas con angulosos cristales negros;
las creaciones de Gareth Pugh irritan y fascinan por igual y, no por nada, han
hecho de él el diseñador favorito de estrellas del pop como Marilyn Manson
o Kylie Minogue para que los vista en los escenarios. La visión de ciencia
ficción, sombría y lujosa a partes iguales, de su colección se asienta ahora
en Hong Kong, en la primera tienda insignia que Pugh abre en todo el mundo;
una tienda que ha diseñado junto con el equipo de diseñadores británicos
de Daytrip simulando un misterioso cubo de múltiples facetas reflectantes
y siguiendo, como es natural, el obligado color negro de la casa. Incluso
el estilo de la casa se corresponde con la increíble mezcla de materiales:
caucho de un negro profundo y azulejos de un negro brillante que junto con
superficies tapizadas y revestimientos de cuero en los probadores crean el
entorno del interior. La dominante en la estancia principal es la gran pantalla
de LED que se extiende por toda una pared, donde se emite permanentemente un montaje audiovisual, creado por Gareth Pugh y la artista británica
audiovisual Ruth Hogben, quien es responsable del diseño visual de los desfiles de Pugh junto con la estrella de la fotografía Nick Knight. En el interior el
montaje audiovisual se vislumbra a través de las superficies reflectantes del
techo, el suelo y las paredes, así como a través del revestimiento de vidrio de
la fachada, de forma que la superficie exterior hace las veces de un inusual
escaparate.
PARKING PERMITTED
[email protected]
© Herzog & de Meuron
1111 Lincoln Road, Miami Beach, Miami (USA)
by Herzog & de Meuron (CH)
I Di solito si associa l’idea di parcheggio multipiano a quei blocchi di cemento grigi e senz’anima che
svolgono la loro funzione – consistente nel creare un massimo di superficie utile per un massimo di posti auto – in modo piuttosto triste. Ma le cose possono prendere anche una piega assai diversa, come
hanno recentemente dimostrato i famosi architetti svizzeri Herzog & de Meuron con il loro progetto per
un parcheggio multipiano a Miami. Qui parcheggiare non è un’operazione da compiere lontano dagli
sguardi, come una necessità tutto sommato poco gradita; al contrario viene celebrata come esperienza
sensoriale e messa sotto i riflettori di una ribalta che trasuda lusso e lifestyle. L’edificio polivalente in
calcestruzzo gettato in opera, quasi completamente aperto sui lati perimetrali, porta semplicemente il
nome della via su cui insiste – 1111 Lincoln Road – e con la sua architettura altamente espressiva offre
ben più che un puro e semplice parcheggio. Una scala a giorno si avvolge a spirale al centro dell’edificio
come una spettacolare scultura architettonica e porta i visitatori ai vari livelli, dove si susseguono negozi
esclusivi di design e di moda, gallerie d’arte, ristoranti, bar e diverse aree polivalenti che possono essere utilizzate per ospitare feste ed eventi – o anche per concerti, film e servizi fotografici. Un ibrido che
desta scalpore, a metà strada fra parcheggio multipiano e tempio consumistico all’avanguardia, con il
quale gli architetti non si limitano semplicemente a creare una zona di lusso adatta ad accogliere automobili, ma vogliono anzitutto fornire nuovi impulsi creativi. 1111 Lincoln Road intende dimostrare in maniera aperta, invitante e convincente che il futuro della vita urbana non deve necessariamente adeguarsi
alla rigida delimitazione fra spazi adibiti a parcheggio e spazi di vita. In un’epoca in cui sta crescendo la
coscienza per una mobilità individuale più pulita ed ecologica, l’integrazione armoniosa e la costruzione
accurata e vivibile di queste due zone non è più un’utopia.
ESP Si uno piensa en un parking lo asocia generalmente a fríos bloques de hormigón gris, cuyo objetivo
(aprovechar al máximo la superficie para albergar el máximo de vehículos posibles) cumple de forma más
bien tristona. Que esta realidad ha cambiado totalmente es lo que han demostrado dos jóvenes y extraordinarios arquitectos suizos, Herzog & de Meuron, con el concepto que han aplicado a un parking en
Miami: Aquí el parking no se ha llevado a cabo de forma apartada, escondiéndolo, como si fuera un mal
necesario, sino que se celebra como un acontecimiento sensorial, construido en el primer plano de un escenario lujoso y estiloso. Lleva por nombre su propia dirección, 1111 Lincoln Road, un título sencillo para
esta construcción de hormigón polivalente, de gran expresividad y casi por completo a cielo abierto, que
ofrece mucho más que simples plazas de aparcamiento. Unas escaleras independientes, que serpentean
por el centro del edificio como una espectacular escultura espacial, permiten al visitante desplazarse entre los diversos pisos, que le descubren tiendas de moda y de diseño, galerías de arte, restaurantes, bares, así como numerosas zonas multifuncionales que dan cabida a fiestas u otros eventos como conciertos, sesiones de fotos o pases de cine. Con esta construcción híbrida, a caballo entre parking y templo
de consumo de vanguardia, los arquitectos no solo pretendían lograr una zona de lujo para los vehículos,
sino conseguir también un impulso ejemplar. El 1111 Lincoln Road demuestra de forma sorprendente, tentadora y abierta que el futuro de la vida urbana no reside obligatoriamente en las estrictas delimitaciones
que separan los espacios vitales y los parkings. En una época en la que se va tomando conciencia de la
movilidad privada, que a la vez ha de ser limpia y respetuosa con el medio ambiente, ha dejado de ser una
utopía la integración armónica y la ejecución sofisticada y habitable de ambos espacios.
XAL
Magazine 20
10
Retail/Project 01
XAL
OMG! SHOE STORE
Floorplan
XAL
Magazine 20
11
Retail/Project 01
XAL
OMG! SHOE STORE
VEDDER.LICHTMANAGEMENT
“Carefully placed lighting creates a sense of spaciousness in which a brilliant product appearance dominates.
Such stores combine the shopping experience with pure,
unconscious emotions in a profitable way.
Light creates emotions, and emotions sell the goods.”
GODLIKE
OMG! Shoe Store, Linz/AUSTRIA
Architecture: Design und Bauabteilung Leder & Schuh AG, Mag. Hans Michael Heger, Graz
Lighting Design: VEDDER.LICHTMANAGEMENT, Munich, www.vedderlicht.com
Photos: Werner Krug, Graz
I Il progetto di allestimento di un negozio di calzature di Linz dimostra
come il linguaggio illuminotecnico che punta ad una forte accentuazione, utilizzato soprattutto nel segmento di alta gamma (gioielli e altri articoli di lusso),
può funzionare anche in altri ambiti. Il negozio per “shoeaddicted girls” non
si posiziona affatto al livello di una boutique, ma punta su un’offerta che si
rinnova costantemente, con prezzi sostenibili, ispirandosi alle creazioni più
estreme delle metropoli alla moda New York, Tokio e Shanghai.
ESP El actual concepto de diseño de una zapatería de Linz demuestra que
un lenguaje de iluminación que refuerce distintas zonas puede funcionar sin
lugar a dudas aplicado a la joyería y otros artículos de lujo dentro del segmento de alta gama. Así pues la clasificación de esta tienda para “adictas a
los zapatos” no entraría dentro de las boutiques, sino que se basa en precios
asequibles y ofertas que van cambiando, algo que ha marcado los extremos
de las metrópolis de la moda Nueva York, Tokio y Shanghái.
Il progetto architettonico si sviluppa fin dall’inizio come un’unità di configurazione degli spazi, messinscena del prodotto e composizione di luci. L’estetica moderna si accorda con gli specchi classici da negozio tradizionale.
Sebbene a prima vista il negozio trasmetta l’impressione di un concept store
di lusso, la sua impostazione basata inequivocabilmente sulla riproduzione
di copie, lo vincola all’esigenza di una rigorosa economicità. L’illuminazione
d’accentuazione, per il fatto di rinunciare proverbialmente a qualsiasi faretto
di troppo, è di gran lunga economica, ma non solo. Gli spot impiegati con
parsimonia e le isole luminose mettono precisamente a fuoco gli articoli nella
loro tridimensionalità, spingendoli in primissimo piano, addirittura in posizione soprelevata. Inoltre ogni paio di scarpe dispone di una propria nicchia
o di un proprio basamento e viene quindi messo in scena come fenomeno
singolare a se stante.
El concepto del espacio se desarrolla desde el principio como un todo que
aúna el diseño de interiores con la puesta en escena de los productos y la
composición lumínica. Así una visión moderna se corresponde con los clásicos espejos de una tienda. Aunque a primera vista la tienda da la impresión
de ser una tienda conceptual de alta calidad, ha sido claramente diseñada
para la reproducción y, por tanto, está sujeta a las estrictas exigencias de
la rentabilidad económica. Sin embargo, dado que ningún reflector se ha
utilizado en demasía, las luces de acentuación resultan, con mucho, no solo
rentables: Gracias a estos focos e ínsulas de luz de bajo rendimiento que se
han utilizado, los artículos se representan nítidamente en tres dimensiones,
colocándolos de forma significativa en el primer plano, a veces incluso sublimándolos. Además cada par de zapaos dispone de una vitrina o un pedestal
propios y así quedan expuestos como figuras singulares.
L’utilizzo intelligente di tecniche illuminotecniche differenziate – lampade a
scarica ad alta pressione, bassi wattaggi e luci a LED di ultima generazione
con un’elevata riproduzione del colore – consente di rappresentare lo spazio
e gli articoli in vendita in modo dinamico e suggestivo, garantendo la spesso
citata esperienza dell’acquisto e inserendo nel design e nella disposizione un
segno forte all’interno dell’uniformità mondiale, imperante nello Shoe Retail
Business.
Mediante el uso consciente de diversas técnicas de iluminación a partir de
lámparas frías bajo voltaje y dispositivos LED de nueva generación con una
reproducción cromática de muy alta calidad, se crea una proyección del espacio y de los artículos emocionante y dinámica, que realmente garantiza la
tan a menudo citada experiencia que supone ir de compras y que establece,
tanto en el diseño como en la distribución, un poderoso símbolo dentro de la
uniformidad que impera en el mundo de la venta de calzado al por menor.
MICRO 3 ROUND faretto da incasso
TULA LED esecuzione speciale
NANO II sistema Power LED
SASSO faretto da incasso
MINO 20 sistema luminoso da incasso
MICRO 3 ROUND foco empotrado
TULA LED luminaria especial
NANO II sistema Power LED
SASSO foco empotrado
Mino 20 sístema para empotrar
XAL
Magazine 20
12
Retail/Project 02
XAL
Jelmoli department store
GLASSHOUSE
JELMOLI department STORE,
Zürich/Switzerland
Architecture: Blocher Blocher Partners, Stuttgart
Lighting Design: Elan Beleuchtungs- und Elektroanlagen
GmbH, Cologne
Photos: Blocher Blocher View, Stuttgart
I Nel 1833 Gian Pietro Jelmoli fondò a Zurigo il suo primo negozio. Cinquant’anni dopo, sulla Seidengasse veniva già costruito il “Glaspalast”, il
primo grande magazzino di Zurigo, che da allora è diventato l’indirizzo cittadino più frequentato per la moda, l’arredamento d’interni, lo sport e la gastronomia. Il grande magazzino ha subito nel tempo varie ristrutturazioni per
adattarsi allo spirito dei tempi, ma nessuna spettacolare quanto quest’ultima.
I proprietari avevano ben altro in mente che un normale intervento di ristrutturazione. Ciò che volevano era creare un Leading Premium Department Store,
come ne esistono solo a Londra, Parigi e New York.
ESP En el año 1833 Gian Pietro Jelmoli fundó en Zúrich su primera tienda.
Cincuenta años después, se construyó en la Seidengasse el “Glaspalast”,
los primeros grandes almacenes de Zúrich. Desde entonces es el punto de
referencia de la ciudad en cuestiones de moda, interiorismo, deporte y gastronomía. El edificio se ha ido restaurando una y otra vez para amoldarse al
espíritu de los tiempos, aunque nunca lo había hecho de forma tan espectacular como ahora. Los propietarios no tenían en mente una restauración
precisamente ordinaria, no, más bien un centro comercial de primera línea,
como solo se había visto hasta la fecha en Londres, París o Nueva York.
In effetti, dopo gli otto mesi impiegati per la ristrutturazione, è impossibile
riconoscere il grande magazzino storico dietro la facciata vetrata, soggetta a
vincolo di tutela storico-artistica, dove basta il nuovo logo a indicare l’inizio di
una nuova era. Un’attrazione urbana multiforme, sorta su sei piani con una superficie di vendita complessiva di 34.000 m², è il risultato del risanamento totale del monumento storico. Un elemento di particolare spicco è l’apertura dal
parterre fino al quarto piano che conferisce all’ambiente interno una spaziosità
senza precedenti e un incredibile senso di ariosità. Grazie alla ristrutturazione
completa, il centro commerciale si rende accessibile in modo del tutto intuitivo
ai clienti, più o meno frettolosi. I singoli livelli sono chiaramente distinguinbili
l’uno dall’altro e si fanno apprezzare per la coerenza delle caratteristiche costruttive. Ogni mondo stilistico rappresenta un unicum a se stante.
De hecho, tras dieciocho meses de trabajo, este edificio tradicional está
irreconocible tras la monumental fachada de vidrio, donde el nuevo logo ya
es un signo visible del comienzo de una nueva era. En seis pisos, con una
superficie comercial total de 34.000 m² se creó una polifacética atracción
urbana gracias a la total renovación del histórico edificio. Es especialmente
destacable la abertura que hay desde la planta baja hasta el cuarto piso,
que le confiere al espacio interior una generosidad inaudita y una atmósfera
diáfana especial. Gracias a la total reestructuración el edificio se abre rápidamente casi intuitivamente, como un hervidero de clientes. Los pisos están
claramente diferenciados unos de otros y presentan características de diseño coherentes. Cada estilo se ha tomado como una unidad.
Il progetto illuminotecnico è complesso e differenziato al pari degli articoli in
vendita. Nel reparto Abbigliamento, ad esempio, sono state ritenute sufficienti
delle semplici luci a nastro, mentre nel reparto Lingerie fanno sfoggio sontuosi
lampadari. Per illuminare come si conviene i due milioni di articoli con un totale di 9.176 nuove luci, sono stati posati ben 179,7 km di cavi elettrici.
XAL
Magazine 20
El concepto de iluminación es tan complejo y variado como el presente artículo: Así pues, en la sección de trajes es suficiente con sencillas bandas de
luz, mientras que en la sección de lencería relucen unas opulentas lámparas
de araña. Se instalaron nada menos que 179,7 km de cableado eléctrico para
que los dos millones de artículos fueran el centro de interés gracias a los
9.176 nuevos focos que los iluminan de forma correcta.
13
Retail/Project 02
XAL
Jelmoli department store
Photo: Bernd Kammerer, Stuttgart
Floorplan
Jutta and Dieter Blocher,
Blocher Blocher Partners
“The necessity to carry out the conversion of four storeys
in small phases over fourteen months, while the store remained fully open for business, was a huge challenge for
us. We are therefore all the more delighted that we were
able to achieve a successful balance in all aspects of
this project, based in equal measure on the ideas of the
developer, employees, customers and, last but not least,
the architects.”
SASSO 100 K OFFSET faretto da incasso
MENO ROUND 350 apparecchio da incasso
MICRO 3 ROUND faretto da incasso
SASSO 100 K OFFSET foco empotrado
MENO ROUND 350 luminaria empotrada
MICRO 3 ROUND foco empotrado
XAL
Magazine 20
14
Retail/Project 03
XAL
ACHATZ OPTICAL STORE
ROOM
WITH A VIEW
ACHATZ OPTICAL STORE, Oberwart/Austria
Shop Design: Mag. Hans Michael Heger, Graz
Lighting Design: VEDDER.LICHTMANAGEMENT, Munich
www.vedderlicht.com
Photos: Paul Ott, Graz
Floorplan
XAL
Magazine 20
I Il desiderio di creare un’immagine nettamente distaccata dalla concorrenza – da sempre una caratteristica propria del commercio – difficilmente
capita di vederlo tradotto in realtà in modo così efficace come nel negozio di
ottica Achatz di Oberwart, in cui lo status di alta gamma si riflette nella qualità dell’architettura. Il negozio, situato in un centro commerciale, presenta
già dall’esterno un’immagine chiara e accattivante e accentua ulteriormente
questa impressione di apertura con la spaziosità dell’ambiente e la rinuncia
ad un portale tradizionale, sostituito da singole vetrine che costituiscono
un’intelaiatura. Un chiaro linguaggio formale, l’impiego di materiali pregiati
e l’uso delle luci volutamente minimalista, fanno scaturire all’interno un’atmosfera intima e invitante. A livello estetico predominano i colori della Corporate Identity aziendale: archi bianchi generano in mezzo ad un ambiente
arancione una situazione particolare, come una sorta di spazio nello spazio.
Il progetto illuminotecnico determina una distinta zonizzazione – derivante da
differenti luminosità ed atmosfere – e un’utilizzabilità ottimale delle singole
aree. La superficie di vendita è suddivisa in modo chiaramente distinguibile
in aree per l’uomo e per la donna, luci d’accento attrattive contribuiscono
ad una presentazione efficace della merce. Pezzi selezionati delle collezioni
vengono presentati su singoli piedistalli e illuminati dall’alto mediante luci a
LED dotate di schermi in plexiglas. Barre luminose a LED, impiegate in modo
mirato, fanno sì che le pareti assorbano la luce e appaiano così vivacemente
scandite, riuscendo quindi non solo a catalizzare l’attenzione, bensì anche
a creare un ricordo indelebile. La zona riservata alla prova degli occhiali è
occupata da superfici luminose che assicurano un ambiente privo di ombre;
quella delle visite ottiche è distintamente separata dagli spazi di vendita per
mezzo di un sistema illuminotecnico. L’atmosfera del negozio è caratterizzata
da una luce a LED bianca, calda, di ultima generazione che è stata scelta, in
egual misura, sia per la sua qualità ottica sia per la sua convincente economicità. Il consumo energetico è stato più che dimezzato, inoltre, grazie alla
modesta dissipazione del calore, è stato sensibilmente ridotto il fabbisogno
energetico per l’impianto di condizionamento.
ESP El deseo de crear una apariencia que se diferencie claramente de la de la
competencia es tan viejo como lo son los propios negocios. Pero conseguirlo
como lo ha hecho la Optik Achatz de Oberwart es algo que se ha visto pocas
veces. Aquí el estatus de óptica de alto estanding viene proporcionado, en
realidad, por la calidad de la arquitectura. Ya desde el exterior esta tienda de
gafas situada en un centro comercial se presenta diáfana y agradable. Esta
impresión de apertura queda reforzada por la amplitud de espacios que existe
en el interior y por la renuncia a colocar una entrada convencional; en cambio,
las propias vitrinas son los elementos constituyentes del marco de la entrada.
Un lenguaje formal claro, el uso de materiales de alta calidad, así como el deliberado uso reducido de la iluminación consiguen crear un ambiente íntimo y
acogedor en el interior del establecimiento. Visualmente dominan los colores
de la identidad corporativa de la empresa: Arcos blancos en medio de un ambiente de tonalidades naranjas crean una excepcional disposición espacial. El
concepto de iluminación logra una división por zonas clara y un aprovechamiento óptimo de cada espacio mediante diferentes intensidades de iluminación y ambientes. El área de ventas se divide claramente en secciones para
caballero y para señora, y la atractiva acentuación lumínica hace que la presentación de los artículos sea lo más destacado. Piezas de la colección previamente seleccionadas se presentan en pedestales individuales y se iluminan
de forma deliberada con dispositivos LED con protector en plexiglás. La dirección específica de los dispositivos LED procura que las paredes atrapen la
luz, y de forma estructural y viva actúan de forma que no sólo garantizan una
mayor atención, sino que también logran un valor memorable en concreto.
La zona de los probadores está cubierta de superficies luminosas para una
iluminación sin sombras; la zona de tratamiento óptico/médico vuelve a estar
claramente definida y separada del área de ventas mediante la iluminación.
La atmósfera lumínica de la tienda viene marcada por los dispositivos LED de
luz blanca cálida de última generación, elegidos también por su calidad óptica
así como por su contundente rentabilidad; el consumo de energía disminuyó
a más de la mitad, además de reducir también de forma significativa el calor
residual derivado de la demanda energética del aire acondicionado.
15
Retail/Project 03
XAL
ACHATZ OPTICAL STORE
VEDDER.LICHTMANAGEMENT
“The right lighting moods are available for every business, industry and segment type in the trade.
This project required the sophisticated combination of
several lighting styles, to ensure that a wide range of
functions run smoothly within a restricted space. As a
new lighting tool, the LED offers advantages here.”
MICRO 3 ROUND faretto da incasso
TULA LED esecuzione speciale
NANO II sistema Power LED
DOT esecuzione speciale
MICRO 3 ROUND foco empotrado
TULA LED luminaria especial
NANO II sistema Power LED
DOT luminaria especial
XAL
Magazine 20
16
P
ortrait
XAL
Graft Architects
by Nikolaus Prokop
Portrait
1
C
rossover
ARCHITECTURE
1
GRAFT – Gesellschaft
von Architekten mbH, BERLIN (GER)
I La parola “graft” in inglese consente una serie
di letture e significati diversi anche contrapposti:
può riferirsi ai trapianti nell’ambito della chirurgia
ma può anche alludere a un lavoro duro e faticoso.
In botanica il termine “graft” indica la particolare
tecnica di innesto a marza, che si utilizza da secoli per modificare geneticamente, ma in modo
naturale, le piante a crescita lenta, difficili da coltivare o anche facilmente attaccabili da parassiti,
impiantandovi un ramo di un’altra specie adatta.
Si ottiene così un nuovo ibrido biologico che, sommando in sé le caratteristiche positive delle due
specie, è più resistente, più produttivo e di qualità
superiore.
Un principio che non a caso gli architetti di
GRAFT, scegliendo un nome così emblematico,
hanno posto alla base del proprio lavoro. Verso la
metà degli anni Novanta, Lars Krückeberg e Wolfram Putz, dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Braunschweig e un tirocinio presso alcuni
rinomati studi di architettura tedeschi, decisero
di frequentare un master postlaurea a Los Angeles. Fu allora che impararono sulla propria pelle
quanto stimolante e allo stesso tempo proficuo
fosse l’incontro tra due culture diverse. “Allora”,
ricorda il cofondatore di GRAFT Wolfram Putz, “da
lavoratori stranieri quali eravamo, abbiamo presto
capito una cosa: quando si studia architettura in
un paese come la Germania, imbevuto della tradizione del Bauhaus, ci si forma subito in testa un
concetto di architettura paragonabile, nella sua
immobilità, ad una foto. A Los Angeles, invece, ci
siamo trovati di colpo a confrontarci con persone
che in qualche modo vedevano l’architettura come
un film. Tutto era molto più mobile e aperto, rispetto alla realtà che conoscevamo; anche l’onere
della prova per i giovani architetti in cerca delle
prime opportunità professionali era di gran lunga
meno impegnativo. In breve, a Los Angeles abbiamo cominciato con progetti molto piccoli come
ristrutturazioni di garage, per esempio, e all’inizio
riuscivamo appena a mantenerci. Come GRAFT
esistiamo già da circa dodici anni, nel 1998 non
eravamo altro che una società di tre persone in
un appartamento con due letti. Nello stesso anno
XAL
Magazine 20
abbiamo acquisito un incarico che sotto molti
aspetti si è rivelato un grosso colpo di fortuna per
noi, il progetto per la ristrutturazione di 2 case per
Brad Pitt.”
Un incarico piccolo, ma non di meno impegnativo, con il quale lo studio GRAFT si è fatto così
tanta pubblicità da trovarsi dal giorno alla notte
alla ribalta dell’architettura internazionale e della
stampa specializzata nel lifestyle. Seguirono altri
incarichi da parte dell’ambiente cinematografico
e subito dopo, con la fondazione di una seconda
sede a Berlino per la società in rapida espansione
e progetti celebrati dai media come la realizzazione del pluripremiato hotel Q nei paraggi del
Kurfürstendamm, anche il salto oltreoceano e il
ritorno in patria. Il principio del ‘grafting’, ovvero
un modo di pensare e lavorare che non si fa condizionare dalle frontiere, aperto alla sperimentazione
e al reciproco arricchimento culturale, da allora
connota GRAFT come probabilmente nessun altro
studio di architettura, presente nel frattempo su
ben tre continenti, con la terza sede inaugurata nel
2004 a Pechino. In questo periodo entrano a far
parte di GRAFT Alejandra Lillo e Gregor Hoheisel.
“Oggi lavoriamo in tre diverse culture contemporaneamente”, afferma Wolfram Putz accennando al
posizionamento globale della società che impiega
100 addetti, “ma l’accesso alle culture non è una
cosa che si possa comperare, la si deve far crescere piano piano. Naturalmente questo sviluppo
non è immune dai classici dolori della crescita,
cui noi eravamo inevitabilmente esposti avendo
raggiunto dimensioni così importanti in tempi relativamente brevi. Il fatto poi di doversi confrontare
con regolamenti edilizi molto diversificati in tre ambiti completamente diversi pone di fronte a sfide e
problemi complessi. Questo a volte è molto estenuante, ma allo stesso tempo mantiene freschi.”
GRAFT mantiene la propria freschezza soprattutto grazie alla sua marcata tendenza a lavorare
in modo interdisciplinare e non convenzionale: “Il
principio del ‘grafting’ per noi significa soprattutto
conciliare anche ciò che in apparenza è contrastante”, sostiene Wolfram Putz, “il conflitto fra
apparenti contraddizioni, la creazione di nuovi inizi
in un nuovo linguaggio architettonico – la ricerca
di una formula “bastarda” che mescoli elementi
spiazzanti ed elementi sani, se così si può dire. Ai
giorni nostri si dibatte tanto della firma architettonica. Ebbene, da GRAFT non troverete quasi traccia di questo, non una cifra esclusiva che si possa
eternare, semmai un fil rouge riferibile al gruppo
intero, ma sempre nuovo e spesso anche con connotazioni sperimentali grazie alle odierne possibilità digitali. Rimanere interessanti per noi stessi e
conservare la freschezza necessaria, significa per
noi lavorare, per esempio, in gruppi non convenzionali. Da GRAFT può succedere che qualcuno
che finora abbia fatto solamente stand per le fiere,
si occupi di punto in bianco di un progetto per un
albergo, portando in quel campo impulsi del tutto
nuovi.”
Sulla scena dell’architettura globale lo studio
GRAFT introduce nuovi impulsi, non solo con
progetti orientati al lifestyle, come spettacolari
hotel grattacielo a Pechino o in Georgia, ma “attraversando tutti i settori, tutte le discipline e tutte
le dimensioni”, come sottolinea Wolfram Putz,
dai progetti urbanistici come il recupero dell’ex
area aeroportuale Berlin-Tempelhof agli edifici per
istituzioni culturali come il nuovo Museo RussoEbraico per la tolleranza a Mosca, fino alle nuove
soluzioni nell’interior design e nel design industriale. Non a caso lo studio GRAFT ha profuso un
impegno straordinario su un progetto che ha attirato molto l’attenzione e che ha portato i progettisti a collaborare nuovamente con il loro primo importante committente. Insieme alla fondazione non
profit Make It Right fondata da Brad Pitt, lo studio
GRAFT ha curato la realizzazione di 150 nuove
case per il quartiere Lower Ninth Ward di New
Orleans, il più colpito dalla catastrofe dell’uragano Katrina del 2005. Il libro che documenta
il progetto, intitolato Architecture In Times Of
Need, è stato premiato recentemente con il Good
Design Award 2010. “Il nostro obiettivo primario
in questo progetto non è semplicemente creare
delle possibilità abitative”, afferma Wolfram Putz,
“ma stabilire nuovi standard nell’interesse di chi è
XAL
Portrait
Photos
1 Wuensdorf Church, Wuensdorf, Germany 1st Prize
Competition 2006
2B
irds Island Single Family House, Kuala Lumpur,
Malaysia 2007–2010
3K
U64 Dentist’s Office, Berlin, Germany 2005
4G
raft Architects Partners Thomas Willemeit,
Alejandra Lillo, Lars Krückeberg, Gregor Hoheisel,
Wolfram Putz
Graft Architects
by Nikolaus Prokop
2
4
All photos on this spread: © by GRAFT
17
P
ortrait
3
stato colpito dalla catastrofe e riflettere in modo
coerente cosa possa e debba veramente produrre
l’edilizia sociale con budget relativamente ridotti
nell’ambito di un simile progetto di beneficenza.
Le case realizzate per questo progetto sono architettonicamente ambiziose, offrono un’ampia
gamma di possibilità di scelta e personalizzazione
e massima qualità abitativa, ma soprattutto, grazie
alla loro impostazione a basso impatto energetico,
tengono conto molto concretamente della situazione sociale dei loro abitanti. Anche la miglior
architettura in fondo non serve a niente se non si
riesce a pagare la bolletta della luce.”
ESP El término inglés “graft” tiene una gran cantidad de significados y lecturas muy contradictorios: En el campo de la medicina, por ejemplo, se
refiere a un trasplante o también se puede referir
a un trabajo duro y laborioso. En términos botánicos, “graft” significa injertar, esto es, un método
centenario muy eficaz para modificar genéticamente de forma natural aquellos cultivos que
crecen lentamente, son difíciles de cultivar o están
amenazados por las plagas mediante la inserción
en la planta madre de otro tipo de rama o injerto
idóneo con una o más yemas, que, aplicada al patrón, se suelda con él. El nuevo híbrido biológico
que resulta de ello combina los aspectos positivos
de ambas especies, siendo más resistente, más
productivo y de mayor calidad.
Un principio en el que GRAFT, cuyo nombre no ha
sido elegido por casualidad, se ha basado para
su trabajo como arquitectos. Cuando, a mediados de los 90, Lars Krückeberg y Wolfram Putz
después de recibir su título en arquitectura por
la Universidad Técnica de Braunschweig y realizar sus prácticas en gabinetes de arquitectura
alemanes de gran prestigio, cursaron un máster
de postgrado en Los Ángeles, tuvieron conocimiento por primera vez y de primera mano del
impacto, fructífero y exigente a partes iguales,
que se sucede cuando dos culturas vivas chocan:
“En aquella época” recuerda el socio fundador
de GRAFT, Wolfram Putz, “nosotros éramos, por
decirlo así, trabajadores invitados en un país ex-
tranjero que han constatado algo en muy poco
tiempo: Cuando se estudia arquitectura en un país
con una concepción tradicional de la construcción
como Alemania, la mente se forma un concepto
de arquitectura que es comparable al de una
foto por su estatismo. En L.A, sin embargo, nos
encontramos de repente con gente que definía la
arquitectura como una película, por decirlo así.
En comparación, todo era mucho más móvil y
diáfano, también la responsabilidad para aquellos
jóvenes arquitectos que iban en busca de una
oportunidad para sus proyectos era mucho menos elevada. Empezamos, pues, en L.A. sin nada,
nuestro primer proyecto, por ejemplo, fue la construcción de unos garajes y en nuestros comienzos
vivimos a salto de mata. Como GRAFT existimos
ya desde hace doce años, en 1998 dejamos de ser
una empresa compuesta por tres hombres en un
apartamento de dos habitaciones. En ese mismo
año conseguimos un proyecto que para nosotros
supuso en muchos sentidos un gran golpe de
suerte: el contrato para la construcción de dos
viviendas para Brad Pitt”.
Este contrato, que conllevaba cierta publicidad,
extraordinaria por un lado, pero también muy
exigente de contentar, hizo que GRAFT se encontrara de la noche a la mañana en el primer plano
de la arquitectura y los medios de comunicación
relacionados con el estilo de vida internacionales.
A este le siguieron otros encargos provenientes
de la industria cinematográfica, la empresa se
expandió rápidamente con la fundación de una
segunda sede en Berlín y con proyectos como la
realización del hotel de diseño Q, cerca de la Avenida Kurfürstendamm, un trabajo muy aclamado
y galardonado por los medios, un puente tendido
sobre el gran charco que nos permitió volver al
hogar. El principio de “grafting”, de un pensamiento y un trabajo experimentales que van más
allá de las fronteras, así como de una fertilización
cultural recíproca es lo que caracteriza a GRAFT
desde entonces como casi una segunda empresa
de arquitectura (entretanto, en 2004 abrió una
tercera sede en Pekín, con lo que tiene representación en los tres continentes). Desde que se
produjo esta expansión Alejandra Lillo y Gregor
Hoheisel son socios de GRAFT. “Hoy trabajamos
en tres culturas distintas al mismo tiempo” dice
Wolfram Putz sobre la posición global que ocupa
esta empresa con 100 trabajadores, “pero no se
puede comprar el acceso a las culturas, uno las
debe dejar crecer. Y para que este crecimiento se
produzca, hay que pasar, como es inevitable, por
los dolores típicos del proceso si, como nosotros,
se ha alcanzado un tamaño considerable en un
periodo de tiempo relativamente corto. O si, por
ejemplo, se constata que tratar con realidades
legales sobre la construcción muy diferentes entre
sí y en tres lugares distintos puede implicar una
serie de retos y problemas importantes. Esto, en
parte, te exige mucho, naturalmente, pero también
te mantiene fresco”.
GRAFT mantiene fresca, sobre todo, su marcada
tendencia a unas formas de trabajo poco convencionales e interdisciplinarias. “Este principio
de “grafting” para nosotros significa, sobre todo,
la fusión de los contrastes aparentes”, explica
Wolfram Putz, “el choque de los engañosos malentendidos, la creación nuevos comienzos en un
lenguaje arquitectónico nuevo; la búsqueda de un
mestizaje que sea a la vez sorprendente y sano, si
se quiere. Hoy día vivimos en una era de debates
sobre la autoría, de preguntarse sobre la firma
arquitectónica. Pero en GRAFT eso apenas quedará perpetuado de forma temporal o exhaustiva,
si no, más bien se basará en el trabajo en equipo
y quedará patente su marca característica de
experimentación y renovación a través de las posibilidades digitales que existen actualmente. Seguir
siendo interesantes, mantenernos frescos todo lo
necesario, es el equivalente para nosotros al trabajo en equipos poco convencionales; en GRAFT
puede suceder que alguien que hasta ahora solo
había hecho stands para ferias, de repente se
ocupe de un proyecto para un hotel y que aporte
un nuevo impulso totalmente nuevo.”
GRAFT abastece hoy por hoy al mundo de la arquitectura mundial de nuevos impulsos no solo
con proyectos orientados al estilo de vida, como
la construcción de nuevos y espectaculares hoteles en Pekín o Georgia, sino “a través de todos
los sectores, disciplinas y dimensiones” tal y
como subraya Wolfram Putz, desde proyectos
urbanísticos como la reutilización de los antiguos
terrenos de aeropuerto Tempelhof de Berlín, pasando por la construcción de edificios culturales
como el Museo Judío-Ruso para la Tolerancia de
Moscú, hasta la creación de nuevas soluciones
en el diseño de interiores y de productos. GRAFT
ha demostrado estar también muy comprometido con un proyecto de gran aclamación que ha
llevado a cabo de nuevo en cooperación con su
primer cliente de prestigio: Junto con la fundación
sin ánimo de lucro creada por Brad Pitt, Make it
Right, GRAFT levantará 150 viviendas nuevas para
los damnificados del distrito Lower Ninth Ward de
Nueva Orleans por la catástrofe causada por el
huracán en 2005. La documentación en papel del
proyecto, que lleva por título Architecture In Times
of Need (Arquitectura en tiempos de necesidad),
fue galardonado hace poco con el Good Design
Award 2010. “Nuestra principal preocupación con
este proyecto no es simplemente crear viviendas”, dice Wolfram Putz, “sino establecer nuevas
normas en pro de los damnificados y, en consecuencia, reflexionar sobre lo que puede y debe
ofrecer en realidad la vivienda social con unos
presupuestos relativamente bajos en el marco de
un proyecto benéfico como este. Las viviendas de
aquí no solo tienen una ambición arquitectónica y
ofrecen un amplio espectro para poder personalizarlas y elegirlas, así como la máxima calidad de
vida, sino que también atienden, por ejemplo, a la
situación social en la que se encuentra su propietario gracias a su concepto de bajo rendimiento
energético. Ni el mejor diseño significa nada si no
se puede hacer frente a las facturas de la luz”.
GRAFT – Gesellschaft von Architekten mbH
Heidestraße 50, 10557 Berlin
Tel: +49 (0) 30 306 45 103-0
Fax: +49 (0) 30 306 45 103-34
E-mail: [email protected]
www.graftlab.com
XAL
Magazine 20
B
acklit
For the past two years, XAL has invited PIPS:lab to design the cover and
a double-page spread for Light Magazine. But who or what, exactly, is
PIPS:lab?
Originating in the dark corners of the Amsterdam underground party scene,
PIPS:lab has conquered the theatre, pop and art world in the ten years of
their existence. Using unstable media the multi-talented group members have
truly become masters of the unexpected. The computer is their mixing tool,
blending music, theatre, film and a healthy dose of comedy into absurd media theatre, interactive installations, and surprise acts. A PiPS:lab production
never fits the expectations. PIPS:lab is totally self-made. They produce their
own software, hardware, music tracks, stories and visuals. But no PiPS:lab
production is ever complete without the input of the audience. PIPS:lab performs throughout Europe in countries such as Italy, Poland, Germany, Spain,
Hungary, France and Belgium. They also build interactive installations, which
are shown throughout Europe.
Upcoming issues of LIGHT Magazine will give an insight into the background,
methodology and world of ideas of this extraordinary group of Dutch artists.
20
Living/news
Living
XAL
Living/news
Orishiki Handbag
by Naoki Kawamoto (JP)
www.naokikawamoto.com
FOLD UP
I Basandosi da un lato sull’origami, l’arte giapponese di piegare
la carta, e dall’altro sul Furoshiki, il tradizionale foulard multiuso
giapponese usato per avvolgere e trasportare oggetti, la collezione
Orishiki del designer Naoki Kawamoto trasforma oggetti bidimensionali in accessori tridimensionali. Interpretata secondo il principio
Orishiki, la borsetta di Kawamoto diventa un oggetto fashion d’avanguardia, una curiosa scultura geometrica destinata a catturare gli
sguardi sotto il braccio di chi la porta. Realizzata rigorosamente
senza alcun elemento aggiuntivo, sulla semplice base di una superficie bidimensionale, questa borsa a mano rinuncia completamente
a guarnizioni e chiusure. Si chiude esclusivamente per mezzo di un
sistema di barrette magnetiche che garantiscono la coesione degli
elementi base di forma triangolare, una volta piegati.
como base, por un lado, el arte del origami o papiroflexia y, por otro, los tradicionales pedazos de tela cuadrangulares japoneses denominados “Furoshiki”, la colección Orishiki de
la diseñadora industrial japonesa Naoki Kawamoto transforma un
objeto bidimensional en un accesorio tridimensional. Como bolso
de mano, el principio del Orishiki proporciona la base para que se
convierta en un objeto vanguardista de la moda, que atrae la atención como una escultura enigmática y geométrica que su portadora
llevara debajo del brazo. Basándose en un mosaico plano generado
por ordenador de superficies asimétricas, sin ningún otro elemento
constructivo adicional, los bolsos de mano Orishiki no necesitan
de cierres u otros accesorios. Se cierra únicamente a través de un
sistema de bandas magnéticas, que se ocupan de la cohesión de los
elementos básicos triangulares cuando está doblado.
© Hitomi Kai Yoda
Model: Hanako Fukozu
ESP Tomando
XAL
Magazine 20
21
l
iving/News
XAL
living/News
Tron Chair
Back to the future
Tron Chair
by Dror Benshetrit (US) / Cappellini (IT)
www.studiodror.com
www.cappellini.it
balancing Barn
I Già nel lontano 1982 il fim di culto fantascientifico Tron delineava con sbalorditiva autenticità la visione di un futuro elettronico virtuale governato da intelligenze artificiali, che anticipava fenomeni mediatici odierni come Internet, Second Life o Avatar. Con il film Tron – Legacy la Walt Disney Pictures ha fatto
uscire, all’inizio dell’anno, il tanto atteso sequel di uno dei film del genere con lo stile visuale più incisivo
di tutti i tempi: un’intera generazione di cineasti, designer e architetti è stata costantemente influenzata
nei decenni passati dalle sequenze generate al computer di Tron, autentica pietra miliare, che rappresentavano per la prima volta la realtà virtuale come un reticolo tridimensionale di luci fluorescenti che si
estende all’infinito – chiamato dai creatori di Tron semplicemente The Grid. Anche il designer newyorkese
Dror Benshetrit ha concepito la sua più recente creazione come omaggio del design alla multiformità
infinita dei paesaggi digitali surreali della Grid. La sua “Tron Chair” però non trae ispirazione direttamente
dall’estetica fredda e liscia del modello cinematografico, quanto piuttosto da un ragionamento concettuale elaborato dietro le quinte di The Grid. Benshetrits opera questa riflessione: mentre il film rappresenta in superficie la perfezione dei dati ad alta definizione, la seduta di polietilene rotostampato fa riferimento ai dati grezzi non levigati del materiale di partenza e si presenta come riproduzione frastagliata
di un blocco di roccia digitale disarticolato in numerose facce asimmetriche – una dichiarazione formale
sul tema occasionale della seduta, lontana dal reticolo (Grid) rigorosamente ordinatoa e chiaramente organizzato. La “Tron Chair”, presentata per la prima volta a dicembre alla fiera Design Miami 2010, sarà in
vendita in serie limitata e in diverse versioni, in parte dipinte a mano, dalla prossima primavera.
© Erez Sabag
ESP Ya en el año 1982 la película de culto de ciencia ficción Tron mostraba la visión de un futuro virtual
y electrónico controlado por seres de inteligencia artificial que hoy en día fenómenos mediáticos como
Internet, Second Life o Avatar anticipan con una precisión increíble. Con la secuela Tron: Legacy Walt
Disney ha proporcionado al público por fin, a finales de 2010, la continuación de una de las sagas de
aventuras más influyentes de todos los tiempos en cuanto a estilo se refiere. Toda una generación de
cineastas, diseñadores y arquitectos quedaron marcados en las últimas décadas hasta la actualidad
por Tron y sus secuencias generadas por ordenador, que constituyen un hito visual; secuencias que
representaban por primera vez la realidad virtual como una red brillante tridimensional, iluminada por
luces de neón y que se extendía hacia el infinito, y que los creadores de Tron bautizaron sencillamente
como The Grid (la red). El diseñador neoyorquino Dror Benshetrit ha querido realizar un homenaje a esta
infinita variedad de formas de los paisajes digitales de The Grid con el concepto de su nueva creación.
Su silla Tron recibe la inspiración no solo directamente de la estética fría y plana de la película, sino del
concepto que se esconde entre los bastidores de The Grid. La reflexión de Benshetrit concluyó que:
mientras que la película en la superficie representa la perfección de las imágenes de alta resolución,
este sillón de polietileno rotomoldeado se remite al material inicial de los datos en bruto y se presenta
como la reproducción tosca y descompuesta en multitud de facetas asimétricas de una roca digital;
Una declaración formal de un asiento lejos de esta red estrictamente ordenada y claramente organizada. En edición limitada y en distintas variaciones, parcialmente pintadas a mano, la “silla Tron”, que se
presentó por primera vez en diciembre del año pasado durante la Design Miami 2010, estará disponible
a partir de la primavera de 2011.
Free Float
Balancing Barn
by MRVD (NL)
www.mvrdv.nl
www.living-architecture.co.uk
© Edmund Sumner
ESP El gabinete de arquitectura holandés MRVD, en cooperación con el
renombrado escritor y filósofo suizo, Alain de Botton, ha creado una casa
de vacaciones de una naturaleza poco convencional. Como cofundador
y director creativo de la iniciativa Living Architecture Botton se ha sentido
especialmente preocupado desde hace tiempo por acercarle a la gente la
arquitectura moderna en situaciones de la vida diaria. El objetivo: Combatir
el escepticismo generalizado de la arquitectura conservadora entre la población de su país de adopción, Gran Bretaña, con ejemplos atractivos y
llenos de vida, y, al mismo tiempo, crear edificios con un carácter distintivo y
emblemático, que sean habitables e inspiradores a partes iguales. De Botton
encontró en Winy Maas, de MRVD, el colaborador ideal para este proyecto,
y el resultado de dicha cooperación se puede admirar (y habitar) desde hace
relativamente poco en medio de un paisaje natural idílico en el condado británico de Suffolk: la Balancing Barn. Si se examina desde la calle, el edificio
parece ser poco más que una casa de vacaciones relativamente modesta,
aunque con una fachada sorprendentemente futurista. Las dimensiones
reales y el increíble concepto de la Balancing Barn, sin embargo, se revelan
rápidamente en sentido opuesto. Exactamente la mitad de esta construcción
de treinta metros de largo sobresale colgando sobre el borde de la pendiente
del inclinado terreno. Una experiencia arquitectónica tan insólita como sensorial que da cabida hasta ocho personas en cuatro dormitorios y una amplia
sala de estar flotante que ya se puede reservar a un precio relativamente moderado. Sin embargo, y como es lógico, se hace necesaria una planificación
a largo plazo porque la disponibilidad del alojamiento, como es comprensible, es nula hasta dentro de bastante tiempo.
© Edmund Sumner
I Un’originale casa di vacanza è quella disegnata dallo studio di architettura olandese MRVD in collaborazione con il rinomato scrittore e filosofo
svizzero Alain de Botton. Come cofondatore e direttore creativo dell’iniziativa Living Architecture, Botton sente già da parecchio tempo la particolare
esigenza di far incontrare realmente le persone con l’architettura moderna in
situazioni abitative quotidiane. Il suo scopo è opporsi allo scetticismo conservatore in materia di architettura, ampiamente diffuso tra la popolazione
soprattutto in Gran Bretagna, sua patria d’elezione, con esempi concreti e
allo stesso tempo attraenti, creando edifici ispiranti, belli da abitare e con
un forte carattere di “landmark”. de Botton ha trovato in Winy Maas, socio
di MRVD, il partner ideale per questo progetto. Il risultato della collaborazione – il Balancing Barn – ora si può ammirare dimorando in un ambiente
bucolico nella regione inglese del Suffolk. Osservato dal lato della strada,
l’edificio non sembra essere molto di più che una casa di vacanza, relativamente modesta, nonostante la facciata in metallo vistosamente moderna.
Tuttavia, le reali dimensioni e l’idea strabiliante che sottende al Balancing
Barn si disvelano rapidamente dalla prospettiva opposta: un corpo edilizio
lungo trenta metri si erge su un terreno scosceso, sbalzando con metà del
suo volume, con elegante e ludica leggerezza, oltre il bordo del pendio,
dolcemente sospeso nell’aria, ma con un’elasticità chiaramente percepibile.
Un’architettonica insolita come insolite sono le sensazioni che trasmette a
livello sensoriale. Si può prenotare da subito a prezzi forfettari relativamente
modesti, per otto ospiti residenti in quattro camere da letto e una spaziosa
zona giorno. È necessario però prenotare con largo anticipo. Comprensibilimente il calendario delle prenotazioni è già quasi al completo.
XAL
Magazine 20
22
Living/Project 01
XAL
PRIVATE RESIDENCE
C
ountry
Style
PRIVATE RESIDENCE, Salzburg/Austria
Architecture: Matthias Viehhauser, Salzburg
Photos: Stefan Zauner, Salzburg & Matthias Viehhauser,
Salzburg
MITO faretto da incasso
SASSO faretto da incasso
STILO apparecchio a sospensione
MENO ROUND apparecchio da incasso
MINO sistema luminoso da soffitto
MINIMAL apparecchio da incasso
INVISIBLE RETRO faretto da incasso
FILO apparecchio da incasso da terra
MITO foco empotrado
SASSO foco empotrado
STILO luminaria suspendida
MENO ROUND luminaria empotrada
MINO sístema superficial de pared
MINIMAL luminaria empotrada
INVISIBLE RETRO foco empotrado
Luminaria empotrada en suelo FILO
XAL
Magazine 20
I Anche da una forma costruttiva tradizionale (casa con il tetto a capanna)
si possono ricavare, con la necessaria fantasia, nuovi spunti. Il terreno a
monte della città di Bischofshofen, situato su una piccola collina in posizione
tranquilla e paesaggisticamente incantevole, con vista sulle vette circostanti
del Tennengebirge, si presentava agli architetti libero e aperto da tutti i lati.
Tuttavia, questa zona residenziale eterogenea è dotata di un piano regolatore
estremamente rigido che, oltre alla tipologia delle costruzioni, impone anche
una precisa forma del tetto (a capanna) insieme alla direzione del colmo e
alla pendenza delle falde. Con tali prescrizioni e con l’esigenza espressa dal
committente di realizzare la casa il più possibile in cemento, acciaio e vetro,
l’obiettivo progettuale era chiaramente definito: creare un corpo edilizio moderno – malgrado i rigidi standard da rispettare – inserito nel suggestivo paesaggio con la massima sobrietà e con il minor impatto possibile.
Il risultato va ben oltre la semplice soddisfazione di una richiesta: nel corpo
edilizio a due piani, si innesta trasversalmente un secondo corpo edilizio al
piano inferiore, tramite il quale si accede al primo. Due tagli sul fronte sud e
un parallelepipedo inserito sul lato nord definiscono, insieme con il tetto a
capanna, i contorni del corpo edilizio.
Mentre tutte le funzioni connesse all’abitare si trovano al piano superiore, l’ingresso principale, la stanza adibita a ufficio, il locale tecnico e il ripostiglio sono
sistemati al piano inferiore. La scala d’accesso che collega tra loro le due zone
è delimitata, a sinistra, da una parete in cemento faccia a vista piegata verticalmente, alta nove metri, con barre luminose incassate e, a destra, da un cubo
in cemento faccia a vista “sospeso”. Questo spazio che assomiglia a una gola,
nelle ore diurne è illuminato dalla luce naturale che entra attraverso la zona vetrata della copertura. Ciò fa scaturire un’impressione di ampiezza e spaziosità,
ulteriormente accentuata dalle superfici bianche dominanti all’interno di tutta la
casa, con grandi finestrature e porte scorrevoli anch’esse a vetri.
ESP Una conocida y tradicional construcción (una casa con tejado a dos
aguas) también puede dejar ver una nueva faceta con la debida fantasía.
Así se presenta el terreno que se encuentra en la parte alta de la ciudad de
Bischofschofen, en una pequeña colina, un lugar pintoresco y tranquilo con
vistas a los picos de la cordillera Tennengebirge, un lugar que los arquitectos
abren de forma libre en todas las direcciones. Sin embargo la heterogénea
zona residencial presenta un plan de urbanización muy estricto, que junto
con el tipo de construcción también fija la forma del tejado (a dos aguas),
su longitud y su inclinación. Así pues, y debido también a los deseos del
propietario, la vivienda requería bastante hormigón, acero y vidrio, y el objetivo de los arquitectos se pudo definir claramente: A pesar de las estrictas
especificaciones para crear un edificio moderno, que, a ser posible, fuera de
tamaño reducido y se ajustara discretamente al cautivador paisaje, dichas
pretensiones tuvieron como resultado más que simples cuentas: Un segundo
módulo atraviesa oblicuamente el sótano de esta construcción de dos plantas, de forma que se construye sobre él. Dos secciones en el lado sur y una
estructura cuboide intercalada en el lado norte definen junto con el tejado a
dos aguas los contornos de la construcción.
Mientras que todas las zonas funcionales de la vivienda están en el piso
superior, la puerta principal, el despacho, la sala de la caldera y el trastero
se encuentran en el piso inferior. Los accesos que comunican ambos pisos
están flanqueados, por la izquierda, por un muro de hormigón inclinado de
nueve metros de altura con una barra luminosa integrada y, por la derecha,
por un cubo de hormigón flotante. Durante el día este “abismo espacial” se
ilumina a través de un tragaluz acristalado. El resultado es una sensación
de gran amplitud y espaciosidad que refuerzan todavía más el efecto de las
blancas superficies que dominan el interior, de los grandes ventanales y de
las puertas correderas.
23
Living/Project 01
XAL
PRIVATE RESIDENCE
Matthias Viehhauser
“Architecture also means the exciting challenging of bring
a wide range elements and requirements into harmony
with each other – in this case the beauty of the surrounding landscape, the extremely precise wishes of the client
and the relatively little leeway that the development plan
granted the project.”
Floorplan
XAL
Magazine 20
24
Living/Project 02
XAL
PLANE
PERFECTION
Private residence PLANE HOUSE
Floorplan
XAL
Magazine 20
25
Living/Project 02
XAL
Private residence PLANE HOUSE
K-Studio
“This summer house is not a functional house, it is a
beautiful house. Its beauty is its function. The design
should simultaneously comfort and excite, that’s
what holidays are all about!”
Private Residence Plane House, SKIATHOS, SPORADES/GREECE
Architecture: K-Studio, Athens
Photos: Konstantinos Karampatakis
I Estate su un’isola greca significa godersi la natura stando il più possibile
all’aperto, ma allo stesso tempo avere a portata di mano un posto all’ombra
in cui rifugiarsi e trascorrere piacevolmente soprattutto le ore più calde. Una
fusione armoniosa tra spazi interni ed esterni e un dialogo stimolante tra
chiaro e scuro, tra luce e ombra, questo il tema per i progettisti nel definire
gli obiettivi alla base del progetto di questa residenza estiva, lussuosa ma
allo stesso tempo rigorosamente semplice nella sua essenza formale, sulla
piccola isola greca Skiathos (5.000 abitanti) nell’Egeo occidentale. Per evitare di costruire grandi volumi, eccessiva intrusione nella natura circostante,
sono stati inseriti nel verso della pendenza del luogo piani orizzontali sfalsati,
con lo scopo di ottenere, in modo semplice ma efficiente, piattaforme per le
svariate funzioni dell’abitare: prendere il sole, nuotare in piscina, dimorare,
cucinare, mangiare, dormire o semplicemente oziare all’ombra. Lo spazioso
volume edilizio così realizzato, piatto e allungato, offre, nonostante la chiara
delimitazione delle singole zone per mezzo di pannelli flessibili e superfici
vetrate, il massimo dell’apertura verso l’esterno, accentuata con grande efficacia dalla vista panoramica a 270 gradi sul paesaggio costiero circostante
mediante ampie vetrature. Impianti tecnologici intelligenti completano questo
progetto architettonico convincente, un progetto maturo e studiato in ogni
minimo dettaglio. La piscina, per esempio, si avvale di un sistema di pompaggio alimentato da celle fotovoltaiche ed è stata posizionata strategicamente tenendo conto delle brezze di pendio che soffiano da nord, in modo da
generare moti rinfrescanti che, oltrepassando trasversalmente la superficie
dell’acqua e la terrazza, arrivassero fin dentro casa fungendo da climatizzatori naturali. Altrettanto studiato è il riciclo delle acque di scarico, utilizzate
per irrigare, per il funzionamento dei sanitari e per rifornire l’impianto antincendio. Grazie a un comando centralizzato tramite touch screen, l’ingegnoso
sistema illuminotecnico permette di programmare, al crepuscolo e nelle ore
serali, atmosfere sempre diverse con luci differenziate nelle varie zone della
casa. In questo modo, anche senza la luce del sole, si soddisfa l’esigenza dei
progettisti di impiegare la luce come elemento progettuale e identitario, rigorosamente integrato nella casa.
ESP Verano en las islas griegas: Esto significa, por un lado, disfrutar de parajes naturales tanto como sea posible y, a pesar de ello, tener siempre a mano
un refugio a la sombra para evadirse de la forma más cómoda posible de las
horas del mediodía, cuando el sol más aprieta. Una combinación armoniosa
de espacios interiores y exteriores así como un diálogo estimulante de luz
diáfana y sombra fresca era, pues, el objetivo de los arquitectos que concibieron esta residencia de verano en Skiathos, una pequeña e idílica isla de
5000 habitantes al este del Egeo; una residencia tan lujosa y consecuente en
su lenguaje formal como sencilla. Para evitar unos volúmenes exagerados y
deslucir lo menos posible el paraje natural que la rodea con una estructura
excesivamente extraña, los distintos pisos se escalonaron horizontalmente
sobre la pendiente del terreno, creando así de forma sencilla y eficaz plataformas para las diversas situaciones y funciones: para tomar el sol, nadar
en la piscina, vivir, cocinar, comer, dormir o, simplemente, descansar a la
sombra. Esta construcción diáfana y de líneas planas ofrece una amplitud
de espacios máxima, a pesar de la clara delimitación existente entre las
distintas zonas habitables mediante el uso de diversos paneles y ventanales
móviles. Esto queda acentuado gracias a las vistas panorámicas de 270 grados del pintoresco paisaje circundante que permiten los grandes ventanales.
La domótica inteligente completa este sorprendente concepto arquitectónico
que mima hasta el detalle más pequeño: Así pues, la ubicación de la piscina, cuyo sistema de bombeo se acciona mediante células fotovoltaicas, se
orientó estratégicamente hacia el norte, aprovechando la climatización natural y produciendo así una brisa fresca que atravesara primero el agua y la
terraza, y llegara hasta la casa. Otros detalles minuciosamente meditados: El
reciclaje de aguas residuales para el riego, la limpieza de los baños y el sistema de extinción de incendios. Durante las horas del crepúsculo y la noche,
la sofisticada tecnología utilizada para la iluminación es la guinda del pastel,
pues gracias a una pantalla táctil de control se puede programar una nueva
atmósfera lumínica en cada una de las zonas de la casa. Así pues, incluso
sin la luz solar, los arquitectos logran su objetivo de convertir la luz en un elemento consecuente, estructural e integrado de la casa.
MINIMAL 100 apparecchio da incasso
VAGA TRIMLESS apparecchio per incasso in parete
LIN WET apparecchio per parete
MINIMAL 100 luminaria empotrada
VAGA TRIMLESS luminaria para empotrar en pared
LIN WET luminaria superficial de pared
XAL
Magazine 20
26
Report
XAL
How Bright is Bright?
H
OW BRIGHT
IS BRIGHT?
I L’efficienza di un apparecchio d’illuminazione
elettrico, ovvero la sua “resa luminosa”, è un criterio chiave della sua efficienza economica e, di
conseguenza, anche un fattore importante per
valutare il suo impatto positivo sul bilancio energetico e ambientale. Ma, entrando nei dettagli, cosa
significa realmente il termine “resa luminosa”? E
com’è cambiato questo concetto nell’arco di neanche un secolo e mezzo da quando è stata inventata l’elettricità? Nel linguaggio schematico della
fisica, la resa luminosa non è altro che il rapporto
tra il flusso luminoso emesso da una lampada e
la potenza assorbita dalla stessa, un valore che si
misura in lumen per watt (lm/W). Così, la resa luminosa crea un rapporto diretto tra la dimensione
fisica della potenza elettrica e la dimensione fisiologica del flusso luminoso. Il flusso luminoso, a
sua volta, corrisponde alla potenza radiante di una
sorgente, cui l’occhio umano è sensibile, ossia al
chiarore percepito. Per quanto arida possa apparire tale formula, il fenomeno alla sua base è molto
affascinante: il fatto, cioè, che l’efficienza degli
apparecchi d’illuminazione moderni abbia seguito,
sin dalla sua invenzione, una curva di sviluppo con
un’accelerazione impressionante.
XAL
Magazine 20
Agli albori della luce elettrica, nel penultimo decennio dell’Ottocento, la buona, vecchia (e ormai
vietata) lampadina, simbolo per eccellenza della
modernità grazie a un colpo di genio di Edison,
raggiungeva un rendimento luminoso relativamente modesto di 1,5 lm/W. Nel corso di circa
cento e trenta anni di onorata carriera, è riuscita
alla fine a toccare la soglia di 16 lm/W, niente di
trascendentale rispetto alla lampada fluorescente,
suo primo erede tecnologico. Quest’ultima assicurava già al momento del suo utilizzo iniziale, nel
1938, un rendimento luminoso pari a ben 50 lm/W,
un valore destinato a raddoppiare nei sessant’anni
successivi fino a 100 lm/W. Il LED, nelle sue ormai
note varianti di colore, sviluppatosi nei primi anni
Sessanta, si dimostra, invece, un fulmine del progresso tecnologico superaccelerato rispetto alle
storie secolari o decennali dei precedenti sviluppi:
dal punto di vista commerciale, i LED bianchi utilizzabili come apparecchi d’illuminazione trovano
impiego solo dal 1996. In soli quindici anni, la resa
luminosa è aumentata dai 5 lm/W di un tempo agli
odierni 150 lm/W,un valore trenta volte superiore!
Così il LED ha conquistato in brevissimo tempo il
primato assoluto, affermandosi come la sorgente
di luce bianca con la miglior resa luminosa mai
raggiunta in assoluto. Ma, come già dimostrato
dalle precedenti generazioni di apparecchi d’illuminazione, ogni primato in termini di resa luminosa
è solo una vittoria temporanea. Infatti, i LED possono raggiungere teoricamente valori di 260 lm/W,
una soglia massima, dalla quale oggi non siamo
lontani, visto che in condizioni di laboratorio sono
già stati raggiunti 250 lm/W.
L’evoluzione della tecnologia, delle sue possibilità
e delle sue prospettive per il futuro non è, dunque,
affatto conclusa. La tecnologia LED avanza con
sorprendente velocità migliorando costantemente
efficienza, flessibilità e applicabilità, di pari passo
con un’affascinante storia di successi economici. Nel 2010 le soluzioni d’illuminazione a LED
si ritagliavano una fetta del mercato globale del
10% circa, entro il 2015, secondo stime affidabili,
la percentuale salirà al di sopra del 50%. Già nel
2020 si potrà definitivamente decretare l’inizio
dell’era quasi interamente monopolizzata dai
LED, con una penetrazione nel mercato di circa
il 90%. Un’espansione estremamente impetuosa
che segue le orme della tecnologia dei compu-
ter: già negli anni sessanta Moore Gordon, fisico
californiano e cofondatore di Intel, formulò, con
la sua Moore’s Law, una delle regole empiriche
più famose del progresso tecnologico moderno,
secondo cui la complessità dei circuiti integrati
raddoppia regolarmente ogni anno e mezzo o due
anni, parallelamente ad una costante riduzione dei
costi di produzione. Un’analoga tendenza è prevista ora dal celebre scienziato nel campo dei LED
Roland Haitz: secondo la sua Haitz’ Law, dalla fine
degli anni Sessanta la resa luminosa dei LED è aumentata di circa 20 volte ogni dieci anni, e il ritmo,
negli ultimi anni, si è velocizzato ulteriormente. Allo
stesso tempo il prezzo per lumen scende ogni decade di un decimo.
A questa rapida crescita dell’efficienza luminosa
ed economica dei LED si lega anche un incremento senza precedenti dell’efficienza energetica
e con essa il potenziale di ampio miglioramento
del bilancio ecologico globale. Lo si vede chiaramente operando un confronto diretto con il tema
scottante dell’energia nucleare: la conversione
globale ai LED ad alta efficienza potrebbe farci
risparmiare circa 100 centrali nucleari in tutto il
27
Report
XAL
How Bright is Bright?
DOE Roadmap, Version 2010
Progress in efficacy of light sources
General Illumination Market
€ 100
300
200
Best lowcurrent LED
€ 90
100
50
€ 80
Revenue (Billions)
Best highpower LED
150
Luminous Efficacy (lm/W)
Luminous Efficacy (lm/W)
250
200
150
100
€ 70
€ 60
€ 50
€ 40
€ 30
Conventional
Lighting
€ 20
50
€ 10
0
1930
1950
1970
1990
2010
0
2005
2010
Year
Year
fluorescent
incandescent
metal halide
Power LEDs
Lab
Warm white
Source: Krames et al., IEEE J. Display Technol. 3, 160 (2007)
mondo, non meno di circa un quarto dell’attuale
capacità nucleare globale! Non a caso già parecchi stati hanno introdotto regolamenti e iniziative
per promuovere la tecnologia LED. Negli Stati
Uniti, ad esempio, il Dipartimento dell’Energia
sostiene fortemente il programma globale LED
City-Program, lanciato da un noto produttore di
LED: si tratta di un’iniziativa mondiale che aiuta le
città e i comuni a passare all’illuminazione a LED
negli spazi pubblici al fine di ridurre le emissioni
di CO2. La città di Raleigh nel North Carolina è
diventata nel 2007 la prima LED City al mondo,
un esempio seguito oggi in Germania dalle città
di Brema e Kiel e in India dalla città di Tirupati
che ha 1.200.000 abitanti. Il Giappone persegue
attualmente obiettivi ancora più ambiziosi rispetto
agli Stati Uniti. La New Energy and Industrial Technology Development Organisation (NEDO), avviata
dal governo giapponese nei primi anni Ottanta
per promuovere forme di energia non fossile, ha
dichiarato che entro il 2020 i LED devono diventare
l’unica forma d’illuminazione consentita in negozi e
grandi magazzini e ha inoltre annunciato l’obiettivo
di portare a 200 lm/W lo standard di efficienza per
le lampadine a LED entro il 2015. Sulla base dei
dati degli ultimi cinque anni è stata attualmente
stilata una previsione secondo cui lo sviluppo della
resa luminosa dei LED si innalzerà fortemente entro il 2015 portandosi a 200 lm/W e poi crescerà
ulteriormente, sia pure con maggior gradualità,
fino a circa 240 lm/W entro il 2020.
Cosa significano in concreto per gli sviluppatori
di LED queste prospettive davvero luminose e in
cosa consistono le principali potenzialità di ottimizzazione di questa rivoluzionaria tecnologia
d’illuminazione? Per quanto riguarda i LED a base
di fosforo, si offrono, per esempio, le seguenti, interessanti possibilità di ottimizzazione: un miglioramento del rendimento elettrico dall’80% circa
attuale al 90% circa, un incremento di efficienza
quantica interna dall’attuale 65% circa al 90%
circa, una massimizzazione dell’efficienza di estrazione dall’attuale 60% circa al 95% circa e un aumento della conversione di luce bianca dall’attuale
55% circa al 75% circa. I LED bianchi freddi hanno
sempre una resa luminosa leggermente superiore
rispetto ai LED bianchi caldi, in quanto in un LED
bianco caldo lo strato giallo di fosforo riportato su
un LED blu riduce leggermente l’efficienza.
Al rapido avanzare dello sviluppo negli anni a
venire, volto a migliorare la resa luminosa dei pacchetti LED, si lega uno scatto tecnologico decisivo
nell’ottimizzare l’efficienza delle lampade in cui
sono impiegati. Le richieste cui deve rispondere il
know-how dei produttori di illuminazione si moltiplicano quasi da un mese all’altro, soprattutto
quando si tratta di questioni cruciali come la gestione termica, i driver per LED, i controlli e l’ottica.
In questa corsa tecnologica, XAL – oggi tra i principali fornitori di illuminazione a LED - può contare
su un vantaggio decisivo: l’aver saputo riconoscere l’elevato potenziale dei LED come il mezzo
di illuminazione del futuro in un’epoca in cui in
molti la snobbavano ancora come una tecnologia
esotica di nicchia. Oggi, che occupa una posizione
di punta tra gli innovatori nel campo dell’illuminazione a LED, XAL è in grado di stabilire nuovi standard nella progettazione di prodotti a LED e di sviluppare dettagli di design innovativi, basati su una
profonda comprensione della tecnologia, in modo
da garantire rigorosamente lo sfruttamento di tutti
i suoi vantaggi. Il fattore decisivo in tal senso non
è soltanto l’utilizzo di pacchetti luce a LED del produttore più appropriato in relazione allo specifico
campo d’applicazione, ma soprattutto l’elevata
competenza produttiva interna e l’integrazione
verticale di XAL. Vantaggi competitivi, come la
ricerca sui prodotti LED e la progettazione/produzione di schede eseguite all’interno dell’azienda,
consentono a XAL la massima flessibilità per affrontare le nuove sfide attuali rappresentate dalla
“tecnologia LED ad alta velocità” e fanno di XAL
oggi il partner principale per progettisti illuminotecnici, architetti e designer quando si tratta di
fornire risposte sempre nuove e convincenti alla
domanda in costante ri-definizione: How Bright Is
Bright?
ESP La eficiencia de un dispositivo luminoso eléctrico, definida bajo el término “rendimiento lumínico” resulta ser un criterio básico de su rentabilidad y, por lo tanto, igualmente hoy resulta un factor
clave en el efecto positivo que tiene en el equilibrio
energético y ecológico. Pero ¿qué significa en
realidad el término “rendimiento lumínico” exactamente? y ¿cómo ha cambiado este término en
casi medio siglo de la era eléctrica? En el lenguaje
formal más prosaico de la física el rendimiento
lumínico no es otra cosa que el cociente entre el
flujo luminoso emitido por una fuente luminosa y
la potencia consumida por dicha fuente; un valor
que se mide en lumen por vatio (lm/w). Así pues el
rendimiento lumínico establece una correlación directa entre la capacidad física de la potencia eléctrica y la capacidad fisiológica del flujo luminoso.
La definición de flujo luminoso se desprende, a su
vez, de la energía de radiación correspondiente,
teniendo en cuenta la sensibilidad espectral del ojo
humano, así como de la percepción del brillo. Así
de simple es la fórmula y así de fascinante el fenómeno en el que se basa. Y es que es un hecho que
el rendimiento de los dispositivos de iluminación
eléctricos actuales ha experimentado una curva de
desarrollo impresionantemente veloz desde que
estos fueron inventados.
En la época pionera de la luz eléctrica, la década
de los 80 del s. XIX, apareció una vieja conocida
para nosotros: la bombilla (hoy casi prohibida),
que desde que se le ocurrió a Edison, ha sido el
emblema luminoso por excelencia de la época moderna, con un rendimiento lumínico relativamente
modesto de 16 lm/w. Un valor no muy alto si lo
comparamos con su primer descendiente tecnológico, la lámpara fluorescente. La primera vez que
se usó brillaba ya con una potencia admirable de
50 lm/w, un valor que en los sesenta años siguientes pudo alcanzar hasta los 100 lm/w. Desde que
a principios de los años 60 se dieran a conocer
sus variante cromáticas, el LED se ha desarrollado
a la velocidad de la luz con la rápida aceleración
que ha sufrido la investigación tecnológica, si lo
comparamos con las décadas o siglos que abarca
la historia del desarrollo. Los LED de luz blanca se
comercializaron como dispositivos luminosos por
primera vez en 1996. En el periodo de quince años
el rendimiento lumínico experimentó un aumento
desde los 5 lm/w de entonces a los 150 lm/w de
hoy en día, esto es, casi treinta veces más. Por
esta razón, los LED se han hecho con el récord
absoluto en un periodo de tiempo muy corto: son
la fuente de luz blanca con el mejor rendimiento
lumínico de la historia. Sin embargo, como ya han
demostrado las generaciones de dispositivos luminosos anteriores, cada récord supone tan solo una
victoria temporal en lo que al rendimiento lumínico
se refiere. Pues, aunque teóricamente los LED
pueden alcanzar un valor de unos 260 lm/W, se
trata de un valor que casi se alcanza ya en un entorno de laboratorio, con resultados de 250 lm/w.
Así pues, el desarrollo de la tecnología, sus múltiples posibilidades y sus perspectivas de futuro
todavía no han llegado, ni con mucho, a su fin. El
2015
2020
€0
2008
2010
2012
2014
2016
2018
2020
Year
Cool white
Source: US Department of Energy 2010 Multi-Year Plan for SSL
rápido y fascinante progreso que ha experimentado la tecnología LED en términos de eficiencia,
flexibilidad y posibilidades de aplicaciones va
acompañado también de una historia de éxito
económico igualmente fascinante. En 2010 las
soluciones LED representaron ya casi el 10%
del mercado de iluminación global y se estima
que podrían alcanzar más del 50% para 2015. El
2020 se espera que finalmente sea el amanecer
total de la era de los LED, con una representación en el mercado del 90%. Con esta expansión
sumamente vertiginosa, la tecnología LED sigue
directamente el ejemplo de la tecnología informática: Ya en los años sesenta el físico californiano y
cofundador de Intel, Gordon Moore, formuló una
de las reglas de oro del progreso tecnológico con
su Ley de Moore, según la cual cada 18 meses se
duplica el número de transistores en un circuito
integrado reduciendo al mismo tiempo los costes
de producción. Un desarrollo comparable pronostica ahora el prestigioso investigador de tecnología LED, el Dr. Roland Haitz: Su Ley de Haitz,
según la cual el rendimiento lumínico de los LED
desde finales de los años sesenta ha aumentado
veinte veces cada década, un ritmo que se ha
ido incrementando en los últimos años. Al mismo
tiempo el precio por lumen ha caído cada década
una décima parte.
A este rápido crecimiento que ha experimentado
la eficiencia lumínica y la rentabilidad de los LED
le acompaña, necesariamente, un aumento sin
precedentes de la eficiencia energética y, por
tanto, una mejora potencial considerable en lo que
respecta al equilibrio energético mundial. Esto
demuestra claramente una confrontación directa
con uno de los temas candentes de la actualidad:
la energía nuclear. Con la transición global a los
LED de alta eficiencia, se podrían ahorrar alrededor de 100 reactores nucleares; nada más y nada
menos que casi un cuarto de la capacidad global
de energía nuclear actual. No en vano hay ya muchos países que están introduciendo reglamentos
e iniciativas para promocionar la tecnología LED:
En los EE.UU., por ejemplo, el U.S Department of
Energy apoya enérgicamente el programa global
que ha puesto en marcha un prestigioso fabricante de LED, llamado LED City Program; una iniciativa a nivel mundial, que tanto ciudades como
municipios están fomentando para cambiar la
iluminación por dispositivos LED en los espacios
públicos para así reducir las emisiones de CO2.
En 2007 la ciudad de Raleigh, en Carolina del
Norte, fue la primera ciudad LED del mundo, un
ejemplo que ahora está siendo seguido por ciudades como Bremen y Kiel, en Alemania, o Tirupati,
en La India, donde viven 1,2 millones de habitantes. Un objetivo más ambicioso que el de EE.UU.
es el que quiere alcanzar Japón: La NEDO (New
Energy and Industrial Technology Development
Organization), que iniciara el gobierno japonés
ya a principios de los años 80 para fomentar las
fuentes de energía no fósiles, ha explicado que su
objetivo es que para el 2020 los dispositivos LED
sean las únicas fuentes de iluminación permitidas
en tiendas y espacios comerciales, así como que
para el 2015 haya un estándar de eficiencia para
los dispositivos LED de 200 lm/w. Algo parecido
es lo que pronostica también el U.S. Department
of Energy: A partir de los datos recogidos en los
últimos cinco años, se elaboró un pronóstico sobre el desarrollo del rendimiento lumínico de los
LED, siendo este que alcanzará los 200 lm/w para
el 2015 y que después aumentará más lentamente
hasta los 240 lm/w para 2020.
Source: Philips Lighting 2009
futuro tan brillantes y cuál es el potencial de optimización más significativo de esta revolucionaria
tecnología de iluminación? El mismo paquete LED
ofrece, por ejemplo, unas interesantes posibilidades de optimización para los LED basados en
el fósforo, tal y como se explica a continuación:
Una mejora del rendimiento eléctrico del porcentaje actual de casi el 80% hasta casi el 90%, un
aumento de la eficiencia cuántica del porcentaje
actual de casi el 65% hasta casi el 90%, una
maximización de la eficiencia de acoplamiento
del porcentaje actual de casi el 60% hasta casi el
95%, así como un aumento en la conversión de luz
blanca del porcentaje actual de casi 55% hasta
casi el 75%. Los LED de luz fría alcanzarán así un
rendimiento lumínico algo superior a los LED de
luz cálida, pues en estos últimos se aplica un revestimiento de fósforo amarillo sobre un LED azul
que reduce ligeramente la eficiencia.
Al rápido y progresivo desarrollo que se experimentará en los próximos años para mejorar el
rendimiento lumínico de los paquetes LED se le
une un factor decisivo que impulsará la tecnología
en lo que a la optimización de la eficiencia de los
dispositivos luminosos se refiere. Las exigencias
de los conocimientos técnicos del fabricante de
dispositivos de iluminación crecen prácticamente
cada mes, sobre todo, todo lo relacionado con
temas tan fundamentales para alcanzar el éxito
como la gestión térmica, los conductores LED,
los controladores o la óptica. Se trata de una carrera tecnológica en la que XAL, hoy por hoy, se
puede colocar como uno de los proveedores líder
de iluminación LED, basándose en un adelanto
decisivo: En XAL detectamos el gran potencial de
los LED como el medio de iluminación del futuro
en una época en la que muchos la tacharon de
tecnología exótica muy especializada. La posición
como uno de los pioneros líderes en la fabricación
de LED colocan a XAL hoy en día en una posición
para asentar estándares nuevos y contundentes
sobre la construcción de productos LED y para
desarrollar detalles constructivos innovadores,
que estén basados en un profundo conocimiento
de la tecnología y que garanticen que se aprovechan todas sus utilidades hasta el más mínimo
detalle. Sin lugar a dudas no solo resulta decisivo
el uso de paquetes LED de los fabricantes más
adecuados y que respondan a los propósitos
correspondientes, sino, sobre todo, la amplia
experiencia que ha adquirido XAL, así como su
integración vertical. Otras ventajas competitivas
clave, como la investigación sobre productos LED
que llevamos a cabo nosotros mismos o el desarrollo y producción de nuestras propias placas de
circuitos, nos permiten la máxima flexibilidad a la
hora de dominar los nuevos retos que supone esta
tecnología LED “de alta velocidad” y nos convierten hoy en día en un interesante socio para los
diseñadores de iluminación, arquitectos y otros diseñadores, cuando se trata de ofrecer respuestas
nuevas y convincentes a la pregunta que siempre
está definiendo nuevos conceptos: ¿Cuánta Luz
Es Mucha Luz?
¿Qué significa exactamente para aquellos que
desarrollan esta tecnología unas perspectivas de
XAL
Magazine 20
28
P
ublic/news
P
ublic
XAL
Public/news
Flockr Pavilion Bejing/
Get It Louder 2010 (CHN)
by SO-IL / New York (USA)
http://so-il.org
GOING ROUND
I Per creare una piattaforma centrale per il festival internazionale dei media e dell’arte Get It Louder di Pekino, lo studio di
architettura newyorkese SO-IL ha realizzato su incarico degli organizzatori un padiglione molto insolito. Concepito come struttura mobile temporanea, l’edificio rotondo del padiglione Flockr,
ricoperto da migliaia di piastrine metalliche colorate, a specchio,
che, fissate in un sol punto alla struttura portante in tubolare
di acciaio, frullano nel vento come foglie di un albero, reagisce
all’ambiente circostante in maniera sempre diversa. Da un lato,
come fulcro centrale e punto di incontro, dove confluisce il fiume
di idee, dall’altro – grazie al gioco vivace di riflessioni fluttuanti
della superficie, che si produce con immagini sempre nuove a
seconda dell’ora del giorno, della luce e dell’intensità del vento
– come metafora architettonica a un tempo poetica e avveniristica del mondo moderno dei media in costante divenire.
Para crear el eje central en torno al cual girará el Festival
Internacional de Arte y Medios de Comunicación Get It Louder
en Pekín, los arquitectos neoyorquinos de SO-IL concibieron un
sorprendente pabellón por encargo de los organizadores. Cubierto con miles de espejos y otras placas metálicas de colores
que se fijaron en un solo punto móvil de la estrucutra de apoyo
de este edificio circular, hecha de acero, y que silban como lo
harían las hojas de un árbol al ritmo del viento, este Flockr Pavilion reacciona de formas distintas a los estímulos de su entorno, como una unidad móvil, temporal: Por una parte, como
punto de partida y punto de encuentro, en el que convergen las
ideas; por otro – a través de las brillantes y vibrantes reflexiones
que se producen sobre la superficie y que, según la hora del día,
la incidencia de la luz y la fuerza del viento crea cada vez una
nueva imagen – como una metáfora futurista, y poética al mismo
tiempo, acerca del principio del cambio constante que sufren los
medios de comunicación en todo el mundo.
XAL
Magazine 20
© Iwan Baan
ESP 29
P
ublic/News
XAL
Public/News
Fővám tér Subwa ystation
WGB RECORDING studio
CROSSOVER
Fővám tér subway station, Budapest (HU)
by Spora Architects (HU)
www.sporaarchitects.hu
© Tamás Bujnovszky
I La costruzione di una nuova stazione della metropolitana a Budapest ha
rappresentato una bella sfida per lo studio di architettura ungherese Spora
Architects. Situata direttamente sulla riva del Danubio a Pest, la stazione fa
parte della nuova linea della metro M4, che dovrà collegare la parte meridionale di Buda con la città vecchia di Pest passando sotto il Danubio. Percorrendo un tratto di 7,4 chilometri con punte massime di velocità di 80 km/h,
la M4, completamente automatica, entrerà in funzione per la prima volta dal
2011 come linea più moderna della rete della metropolitana di Budapest inaugurata nel 1896. L’architettura delle nuove stazioni doveva essere altrettanto
avveniristica. La più spettacolare sarà quella – quasi ultimata – situata nella
Piazza della Dogana, Fővám tér, uno snodo nevralgico del tessuto urbano tra
il punto in cui sbocca la Váci utca, la strada commerciale più antica e famosa
di Budapest, lo storico padiglione del grande mercato Nagyvásárcsarnok,
gioiello dell’architettura, e l’accesso al ponte della Libertà Szabadság híd,
che collega la piazza Fővám tér con il Szent Gellért tér sulla sponda opposta
del Danubio. Tale complessità si riflette anche nell’impianto della stazione
della metro che nel suo sviluppo sotterraneo rispecchia la situazione soprassuolo, come “piazza sotto la piazza” secondo la definizione scelta dagli
stessi progettisti. Estendendosi sotto una nuova stazione del tram e un nuovo
sottopasso pedonale, la stazione della metropolitana sulla Fővám tér raggiunge con tre livelli una profondità di circa trenta metri. La complessa struttura di sapore avanguardistico che caratterizza lo scheletro in calcestruzzo
utilizzato per irrigidire il lucernario principale verticale, è stata anche in parte
determinata dalla particolare posizione in adiacenza alla riva del Danubio. Il
lucernario, completamente vetrato a livello del piano stradale, attraversa la
costruzione in tutta la sua profondità, spingendosi fino al livello inferiore e
inondando di luce naturale tutti i livelli della stazione.
© Tamás Bujnovszky
ESP La construcción de una nueva estación de metro en Budapest supuso un
reto excepcional para el gabinete de arquitectura húngaro Spora Architects.
Situada sobre las orillas del Danubio en Pest, la estación forma parte de la
nueva línea de metro M4 que unirá, a través del Danubio, el sur de Buda con
el casco histórico de Pest. Con una longitud de 7,4 kilómetros y una velocidad máxima de 80 km/h la M4 será a partir de 2011 la línea más moderna
del metro de Budapest, inaugurado en 1896, y será también la primera en
funcionar sin conductor y de forma totalmente automatizada. La arquitectura
de las nuevas estaciones se presenta con unos rasgos igualmente futuristas,
y la más espectacular de ellas será la estación que está a punto de terminarse en la Zollamtplatz, la de Fővám ter. La ubicación especial de Fővám tér
como punto neurálgico del entramado urbano entre la desembocadura de
la Váci utca, la calle comercial más antigua y conocida de Budapest, la joya
arquitectónica que representa el histórico mercado Nagyvásárcsarnok y la
entrada al Puente de la Libertad Szabadság híd, que une Fővám tér mt con
Szent Gellért tér en el otro lado del Danubio, refleja también la disposición de
la estación de metro, cuyo trazado inferior vuelve a reflejar la situación en la
superficie, un concepto que los arquitectos definen como “una plaza bajo la
plaza”. Bajo una nueva estación de tranvía, así como un nuevo paso inferior
peatonal la estación de metro llega hasta Fővám tér a través de tres pisos de
aproximadamente treinta metros de profundidad. La compleja, vanguardista
e impresionante estructura del esqueleto de hormigón, que refuerza el eje
luminoso principal en vertical, es el resultado, entre otras cosas, de la situación especialmente estática en las inmediaciones de la orilla del Danubio. La
luz del día inunda por completo todos los pisos de la estación, desde el nivel
a pie de calle, totalmente acristalado, hasta el nivel más inferior.
SOUND DESIGN
Photo: Christian Reichenbach
WGB Recording studio, Zürich (CH)
by Nievergelt Innenarchitektur und Produktgestaltung (CH)
www.nievergelt-gestaltung.ch
I L’architetto zurighese Martin Nievergelt, che si occupa anche di interior design e design illuminotecnico (tra le altre cose
ha disegnato anche il sistema d’illuminazione multifunzionale
BOOMERANG di XAL), ha realizzato in un luogo insolito un
ambiente di lavoro funzionale e allo stesso tempo di grande
atmosfera. Incaricato da un team composto da due musicisti
e tecnici del suono, nell’arco di diversi anni e per fasi graduali,
Nievergelt ha trasformato un ex rifugio antiareo dismesso,
situato in un’area industriale di Zurigo, in uno studio di registrazione all’avanguardia, la cui qualità formale unitamente
alle sue caratteristiche acustiche riflette l’esigenza di estrema
perfezione dei suoi utilizzatori. La sfida altamente complessa
di conferire all’inospitale bunker in cemento armato una nuova
e moderna funzionalità, ma anche un comfort invitante per le
lunghe sessioni di registrazione e mixaggio, è stata affrontata
da Nievergelt con soluzioni convincenti sul piano del design
acustico e illuminotecnico e dell’interior design. La sofisticata
pannellatura acustica di tutte le pareti e del soffitto svolge
contemporaneamente due compiti: nella sua funzione tecnica
serve a “spezzare” le onde sonore, come elemento architettonico caratteristico trasforma l’interno in calcestruzzo dell’ex
bunker, ora celato alla vista, in un ambiente gradevole. Nievergelt ha trovato una soluzione d’equilibrio fra la tecnica (tra
l’altro sono stati integrati nel locale niente meno che quattro
diversi impianti musicali) e l’atmosfera elegante anche nella
suddivisione delle zone differenziate mediante effetti luminosi
e cromatici distinti secondo le varie funzioni e programmabili
in modo flessibile. Mentre la parte più spiccatamente tecnica
con la cabina di registrazione, la piattaforma di mixaggio e il
master studio è giocato sui toni del giallo, le forme dolcemente
curvilinee dell’area lounge, bar, sala di conversazione e ritrovo
sono immerse in un violetto intenso: efficienza e creatività da
un lato, relax ispiratore dall’altro si trovano così armoniosamente riuniti in uno spazio comunicante e contiguo, creato su
misura per le esigenze degli utilizzatori.
ESP El arquitecto de interiores, diseñador de productos y diseñador de iluminación Martin Nievergelt, natural de Zúrich,
(entre otros, diseñador del sistema de iluminación multifuncional
BOOMERANG­de XAL) desarrolló un entorno de trabajo, funcional y etéreo a la vez, en un lugar poco convencional. Por encargo de un equipo compuesto de dos músicos y un técnico de
sonido, y tras varios años de trabajo y de un desarrollo gradual
del proyecto, Nievergelt tomó un antiguo refugio antiaéreo abandonado en una zona industrial de Zúrich y lo transformó en un
estudio de grabación innovador, cuya calidad formal así como
sus propiedades acústicas representan la quintaesencia de las
pretensiones de sus propietarios. Nievergelt resolvió de forma
sorprendente y detallada, en términos de iluminación, diseño
de interiores y acústica, el complejo desafío que representaba
el otorgar a un frío búnker de hormigón una función moderna y
nueva, y que a la vez inspirara un ambiente acogedor para desarrollar de forma cómoda las largas sesiones de mezclas y grabaciones. La complejidad que suponía el revestimiento acústico
de las superficies del techo y las paredes también se solucionó:
En su función técnica sirve para neutralizar las ondas de sonido
existentes, como elemento formal del espacio transforma las
antiguas paredes de hormigón del búnker, ahora ocultas, en
un ambiente atractivo. Para conseguir un equilibrio ponderado
entre técnica (entre otras cosas había que integrar en el espacio,
nada más y nada menos, que cuatro sistemas de sonido distintos) y una atmósfera con estilo, Nievergelt también dio con la
solución: dividió los distintos espacios en zonas, utilizando diversos ambientes luminosos y cromáticos, programables y flexibles, para cada una de las funciones asignadas. Mientras que
el centro técnico, donde se encuentran la cabina de grabación
y la mesa de mezclas, está iluminado en tonalidades amarillo
claro, un violeta profundo impregna las líneas suaves y curvas
del lounge, el bar, la sala de reuniones y la sala de espera. Una
creatividad eficiente y una relajación que invita a la inspiración
en una yuxtaposición y coexistencia armónicas, consecuentes y
hechas a medida de los deseos de los propietarios.
XAL
Magazine 20
30
P
ublic/Project 01
XAL
Sportpark Lissfeld
S
PORTs NEWS
Sportpark Lissfeld, Linz/Austria
Architecture: sps architekten, Thalgau
Lighting Design: Instaplan Technisches Büro
für Elektrotechnik, Faistenau
Photos: Archipicture.at, Dietmar Tollerian, Linz
Floorplan
I Entità ibrida, a metà strada fra un treno ad alta velocità di colore nero e
un gigantesco jumbo mimetizzato, il moderno palazzo dello sport di Lissfeld
si materializza a pochi metri di distanza da una delle arterie più trafficate
dell’Austria. Per non “rubare” la visione del paesaggio, gli autori del progetto
vincitore di un concorso europeo hanno sfruttato l’orografia del terreno,
scegliendo di sviluppare l’edificio non verso l’alto, ma in profondità, con due
piani interrati. Il corpo centrale si presenta quindi come una struttura continua in cemento armato, dotata di una copertura in legno bassa e compatta.
Dominanti estetiche sono il calcestruzzo a vista e le tavole in legno grezzo; al
soffitto continuo rivestito in perline non trattate si contrappongono le vivaci
macchie di colore del rivestimento verde in betulla verniciata a laser nel padiglione per il tennis tavolo e della verniciatura rosso-violetto nel padiglione per
la ginnastica. Architettura e luce si mantengono sobriamente sullo sfondo per
lasciare allo sport una posizione di primo piano. Ma è senz’altro spettacolare
la facciata vetrata del palazzetto dello sport, alta dieci metri, attraverso la
quale si può osservare dall’autostrada A7, come su un maxischermo, la vivace attività del pattinaggio e del beach-volley. Possono essere considerate
un ulteriore contributo sportivo anche le 120 Megawattore di energia solare
prodotta ogni anno dai collettori solari collocati sul tetto.
Tre installazioni realizzate dall’artista Wilhelm Scherübl per il parco impreziosiscono ulteriormente il complesso. In una di queste installazioni, lampioni
arcuati di differenti dimensioni instaurano un rapporto dialettico fra il garage
sotterraneo e la zona d’ingresso. Con questi dispositivi d’illuminazione collocati a cerchio intorno a un canestro da basket montato a terra, l’artista
produce un accumulo volutamente irritante di elementi disancorati dalla loro
specifica funzione.
XAL
Magazine 20
ESP El palacio de los deportes Lissfeld se alza a unos pocos metros de una
de las calles más concurridas de Austria como un híbrido entre un tren de
alta velocidad negro y un jumbo gigante camuflado. Para que las vistas del
paisaje de las que disfrutan los vecinos no se vieran afectadas, los arquitectos, que ganaron con su concepto el concurso celebrado a nivel europeo,
hicieron uso de la topografía, desarrollando el edificio no hacia arriba, sino
dos plantas hacia abajo. Así pues, el edificio central se presenta como una
construcción continua de hormigón y acero con un techo construido en madera, compacto y bajo. El hormigón liso y los tablones de madera aserrados
en bruto dominan la óptica, y la vista desde abajo, de listones de madera
sin tratar solo se ve salpicada ocasionalmente por toques de color, como un
panel verde abedul vidriado en el recinto del ping pong o un lacado en violeta rojizo en la zona de gimnasia. La arquitectura y la iluminación actúan de
forma discreta y moderada, dejándole sitio al deporte en el primer plano. Lo
espectacular de esta construcción es su fachada acristalada de diez metros
de alto, que abre hacia el exterior el hermético tubo, y desde la que se puede
contemplar el bullicio y el ajetreo de las canchas de voleibol de playa o de
patinaje desde la A7, como si se tratara de una pantalla gigante. Se puede
considerar como una contribución más al deporte la instalación en el tejado
de placas solares que recogen 120 megavatios/hora al año.
Un detalle adicional lo componen las tres instalaciones que el artista Wilhelm
Schrübl realizó para el pabellón. En una de ellas se describe el suspense
entre el garaje subterráneo y la zona de la entrada a través de farolas de diferente longitud y consigue, colocando en círculo elementos de iluminación sobre una canasta montada en el suelo, una irritante acumulación de elementos
que el artista ha disociado de su función intrínseca.
31
P
ublic/Project 01
XAL
Sportpark Lissfeld
CANYON 100 esecuzione speciale
CANYON 100 luminaria especial
Simon Speigner, sps Architects
“A successful project has many fathers …
‘The plan was excellent, the outcome outstanding.
The facility blends superbly into its surroundings.’
‘Thanks to the architecture team for the
great sports facility’.
‘Thanks for the excellently implemented creative service’.
… the praise from client and users speaks for itself.”
XAL
Magazine 20
32
P
ublic/Project 02
XAL
Hult School Of Business
Hult School Of Business,
San Francisco/USA
Architecture: TSAO Design Group, San Francisco
Lighting Design: Mary Wang, TSAO Design Group,
San Francisco/Nino De La Rosa, Pivotal Lighting Design,
San Francisco
Engineer: Affiliated Engineers Inc.
Photos: David Wakely, San Francisco
TUBO apparecchio a sospensione
TUBO SYSTEM profilo a sospensione
VELA ROUND apparecchio a sospensione
TUBO luminaria suspendida
TUBO SYSTEM perfíl suspendido
VELA ROUND luminaria suspendida
XAL
Magazine 20
BUSINESS
CLASS
I La HULT International Business School, perseguendo un orientamento
globale, ha professori di chiara fama e studenti di tutto il mondo e secondo il
Financial Times è una delle 100 migliori Business School. Oltre alle sedi già
esistenti a Londra, Boston, Shanghai e Dubai, ora la Hult International Business School ha inaugurato un Campus anche a San Francisco. Il nuovo Campus, non lontano dal famoso Waterfront di San Francisco, è situato proprio
di fronte al quartier generale del gruppo Levi Strauss & Co, a stretto contatto
con il distretto finanziario più mondano; la posizione privilegiata garantisce
agli studenti di economia una formazione di eccellenza sempre al passo dei
tempi.
Il progetto architettonico del nuovo Campus aveva l’obiettivo di creare un’atmosfera moderna e gradevole, in cui gli studenti potessero trovarsi a proprio
agio, e di lasciar trasparire contemporaneamente l’orientamento progressista
dell’Università. Nell’agosto 2010, dopo complessi lavori di ristrutturazione,
la Hult Business School finalmente inaugurava il suo Training & Communication Center. Qui gli studenti, provenienti complessivamente da 129 nazioni,
possono studiare in un ambiente multiculturale e moderno, con un proficuo
scambio e confronto reciproco. L’esecuzione della struttura a nido d’ape del
soffitto in calcestruzzo a vista serve a mettere in rilievo la dimensione del
servizio e del design ed è stata scelta dai progettisti già in una fase precoce
del progetto. Nelle aree comuni, luci a nastro di varia lunghezza con intensità differenziata creano un’estetica moderna e ricercata, non limitandosi ad
assicurare il puro standard necessario, ma rafforzando anche il contrasto fra
la sobrietà dei materiali e l’opulenza colorata delle luci tramite l’illuminazione
diretta dei pavimenti e dei soffitti. La separazione tra i singoli ambienti, uffici
e aule avviene per mezzo di luci perimetrali, in parte disposte anche irregolarmente, che con la loro chiara distinzione ‘cromatica’ e la loro nitidezza
lasciano scaturire un’atmosfera luminosa e creativa.
ESP La HULT International Business School tiene un carácter global, un
profesorado de renombre y estudiantes internacionales; además, según el
Financial Times, es una de las mejores escuelas de negocios del mundo. A
los centros existentes en Londres, Boston, Shanghái y Dubái, la Hult International Business School suma ahora un campus en San Francisco. Este nuevo
centro no se encuentra lejos del conocido San Francisco Waterfront, justo
enfrente de las oficinas centrales de Levi Strauss & Co. y a poca distancia del
elegante distrito financiero, lo que posibilita a los estudiantes de economía
locales recibir una educación puntera y estar siempre al día.
Para la distribución arquitectónica del nuevo campus cobró valor el crear
una atmósfera moderna y agradable, en la que los estudiantes se sintieran
a gusto y que, a la vez, expresara el carácter progresivo de la universidad.
Todo esto se consiguió en agosto de 2010: tras una costosa restauración
la Hult Business School abría su Centro de estudios y comunicación. Los
estudiantes, que proceden de un total de 129 países, pueden aprender en
un entorno multicultural y moderno, y además, hacerlo los unos de los otros.
La ejecución de la construcción del techo, en forma de panal y de hormigón
desnudo, sirve para acentuar el servicio y el diseño, y fue una decisión que
los arquitectos tomaron en las primeras fases del proyecto. En las zonas comunes diversas bandas luminosas de distinta longitud e intensidad crean un
aspecto moderno y sofisticado, pues no solo proporcionan la claridad necesaria, sino que también refuerzan la contraposición entre la sobriedad de los
materiales y la opulencia cromática, gracias a la iluminación directa del suelo
y del techo. La delimitación de los espacios privados, los despachos y las
aulas se logró utilizando lámparas circulares dispuestas, en parte, de forma
aleatoria, y así otorgarles un aura creativa y radiante a través de una luz clara
y limpia.
33
P
ublic/Project 02
XAL
Hult School Of Business
Mary Wang & Irit Axelrod,
Tsao Design Group
Executed in a vocabulary of concrete, glass, natural and
architectural lighting, the composition is expertly integrated wit the industrial characteristics of the concrete
waffle slab and exposed utilities above. Boundaries are
defined by freestanding architectural elements: walls that
appear to float or glass partitions that create physical
separation but maintain visual connection”
Students traverse from formal lecture halls to open
communal tables to provate break out areas. Colourful
furniture in various lounge environments, all designed to
encourage exchanges and collaboration.”
Floorplan
XAL
Magazine 20
34
P
ublic/Project 03
XAL
Theater Gütersloh
ON STAGE
Theater Gütersloh, Gütersloh/Germany
Architecture & Lighting Design: PFP Architekten BDA, Hamburg
Photos: Klaus Frahm, Artur Images, Hamburg
I Con il nuovo Teatro di Gütersloh gli architetti
di PFP sono riusciti ad introdurre un’immagine
innovativa del teatro nello spazio urbano, mettendo in scena nel contempo, in modo del tutto
coerente, anche un intero quartiere come luogo di
incontro culturale.
L’architettura di questo spettacolare edificio –
ben visibile da lontano – evidenzia il suo ruolo di
ingresso al centro cittadino e, tramite la piazza
ricostruita, congiunge il monumento industriale di
una torre dell’acqua storica, utilizzata come barritrovo della gioventù, alla Stadthalle degli anni
Settanta, dando vita a uno spazio culturale urbano
e sviluppando all’unisono le sue componenti: la
cultura in tutte le sue declinazioni,la vita by night e
la gastronomia.
Completamente bianco sia all’esterno che all’interno, l’edificio, con le sue proporzioni compatte
ed essenziali, interpreta il tema del “Teatro“ con
una misteriosa chiusura su tre lati, interrotta unicamente da due volumi cubici volutamente fuori
scala che aggettano ampiamente verso l’esterno.
In netta contrapposizione, la “Sala Grande” e il
“Palco secondario“ sono stati realizzati come
spazi interni misteriosamente neri.
Floorplan
All’interno il teatro presenta una composizione architettonica a strati verticali, connotata dal colore
bianco e da alti doppi volumi. Le diverse funzioni
della “Sala Grande”, del Foyer, del “Palco secondario” o della “Skylobby” con la sua vista mozzafiato sui tetti di Gütersloh, sono sovrastratificate
in modo ben visibile dall’esterno. L’impostazione
che esalta il contrasto fra i vari livelli dello spazio è
sostenuta da un’illuminazione indiretta che segue
in modo precisamente mirato le linee architettoniche, combinata con luci d’accento puntuali. Una
scala a giorno a sbalzo si libera dal piano terra fino
al quinto piano rafforzando la teatralità espressa
dallo spazio bianco del foyer con uno stile a un
tempo sobrio ed efficace.
XAL
Magazine 20
ESP Con la construcción del Teatro Gütersloh los
arquitectos de PFP no solo han conseguido establecer una figura teatral pionera y progresista
en el espacio urbano, sino también restablecer
de forma coherente todo un distrito cultural como
lugar de encuentro. Al unir un espacio cultural
urbano en la plaza Theaterplatz, también de
nueva creación, combinando este espectacular
teatro, que define de forma inequívoca el acceso
al centro de la ciudad, con una histórica torre de
agua industrial, utilizada como cafetería juvenil,
y con el auditorio municipal de los años setenta,
fue creciendo, también visualmente, lo que al final
se convertiría en una unidad cultural en toda su
diversidad, un lugar de actividad gastronómica y
vida nocturna.
Tanto en el exterior como en el interior de este
pequeño y reducido edificio, totalmente vestido de
blanco, predomina el tema del teatro a través de
una unidad trilateral y misteriosa, cuyas proporciones únicamente quedan interrumpidas por dos
elementos cúbicos que sobresalen hacia el exterior del edificio. En contraposición, el interior de la
“Grosse Saal” (la gran sala) y el “Studiobühne” (el
teatro estudio) se diseñó totalmente en negro.
En su interior, el teatro moldea sobre el color
blanco y sus grandes dimensiones una composición espacial estratificada verticalmente. Los distintos aprovechamientos de la “gran sala”, del vestíbulo, del “teatro estudio” o del “Skylobby”, con
sus impresionantes vistas sobre los tejados de
Gütersloh, están superpuestos unos sobre otros
(como bien se puede observar desde el exterior).
Los contrastes entre los distintos niveles y espacios se refuerzan con una iluminación indirecta
que sigue las líneas arquitectónicas, combinada
con puntuales acentos luminosos. Una escalera
de caracol desciende libremente desde el quinto
piso hasta la planta calle y refuerza esta representación teatral del vestíbulo de tonalidades blancas;
sobria, y a la vez impresionante.
35
P
ublic/Project 03
XAL
Theater Gütersloh
Prof. Jörg Friedrich
“The radiant power of the colour white stands as a
symbol of light. We opt for a consistent white throughout.
This creates a space that removes the visitor from
everyday life and leads him into the world of art.
The visitor is led away and his faculty of perception
refreshed.
In combination with precisely designed lighting, the allover white achieves the sought after vibe in the urban
environment.”
MINO 60 sistema luminoso da soffitto
MINIMAL 100 apparecchio da incasso
INVISIBLE ROUND faretto da incasso
MITO 150 faretto da incasso
SASSO 150 faretto da incasso
NANO POWER LED sistema especial
MINO 60 sístema superficial de pared
MINIMAL 100 luminaria empotrada
INVISIBLE ROUND foco empotrado
MITO 150 foco empotrado
SASSO 150 foco empotrado
NANO POWER LED sistema especial
XAL
Magazine 20
Imprint
XAL
Goodbye
section.d design.communication gmbh
www.sectiond.com
Editor
Nikolaus Prokop/section.d
section.a art.design.consulting
www.sectiona.com
Text/Projects
Markus Deisenberger
Interlingua
www.interlingua.at
Graphic Design
Joe P. Wannerer/section.d
The End
XAL headquarters
XAL GmbH
Auer-Welsbach-Gasse 36
8055 Graz
AUSTRIA
T +43.316.3170
F +43.316.3170.9314
International Sales
T +43.316.3170.300
F +43.316.3170.9380
offi[email protected]
[email protected]
www.xal.com
XAL branches
XAL GmbH
Marxergasse 1B
1030 Wien
AUSTRIA
T: +43.1.5264784
F: +43.1.5264784.14
[email protected]
XAL GmbH
Wilhelm-Wagenfeld-Straße 16
80807 München
GERMANY
T +49.89.323738.0
F +49.89.323738.10
offi[email protected]
XAL GmbH
Helmholtzstraße 2-9
10587 Berlin – Charlottenburg
im minimumoffice, GSG Aufgang A
GERMANY
T +49.151.55044067
[email protected]
Termine nach Vereinbarung
XAL GmbH
Dresdener Straße 5
91058 Erlangen
GERMANY
M +49.151.55044068
[email protected]
Termine nach Vereinbarung
XAL GmbH
Hohnerstraße 25
70469 Stuttgart
GERMANY
T +49.711.80607590
F +49.711.806075920
[email protected]
XAL GmbH
Europa-Allee 33–35
60327 Frankfurt
GERMANY
T +49.69.97995273
F +49.69.97995274
[email protected]
XAL GmbH
Ruhrstraße 11a
22761 Hamburg
GERMANY
T +49.40.85179283.0
F +49.40.85179283.9
[email protected]
XAL Italia
ITALY
T +39.339.1550040
offi[email protected]
XAL Eastern Europe k.s.
Galvaniho 7/D
82104 Bratislava
SLOVAKIA
T +421.2.32660.280
F +421.2.32660.281
offi[email protected]
Xenon Architectural Lighting
Schweiz GmbH
Hohlstrasse 517
8048 Zürich
SWITZERLAND
T +41.44.2458090
F +41.44.2458099
offi[email protected]
XAL FZE
RAKIA Amenity Center
Al-Jazeera Al-Hamra
Ras Al Khaimah
UNITED ARAB EMIRATES
T +971.50.2464585
[email protected]
XAL Ltd.
2 The Flag House, 47 Brunswick Court
London SE1 3LH
UNITED KINGDOM
T +44.20.31740177
F +44.20.32921693
offi[email protected]
XAL Inc.
394 Broadway
New York, NY 10013
USA
T +1.212.3438100
F +1.212.3438105
offi[email protected]
XAL partners
DOMOSV
LIGHT2 PTY LTD.
AUSTRALIA/Surry Hills
T +61.2.9698.9221
[email protected]
www.light2.com.au
AL BAIT
BAHRAIN/Manama
T +973.17534354
[email protected]
DARK NV
BELGIUM/Adegem
T +32.50.718140
[email protected]
www.dark.be
Home Control S.A.
CHILE/Santiago
T +56.29502000
[email protected]
[email protected]
www.homecontrol.cl
Nova Imagen
CHILE/Santiago
T +56.23641600
[email protected]
www.novaimagen.cl
LIGHT PROJECTS LTD.
MALTA/Qormi Qrm
T +356.21.482131
[email protected]
www.lightprojects.org
LÁMPARAS OLIVA S.A.
SPAIN/Madrid
T +34.913581993
[email protected]
www.lamparasoliva.com
HALO LIGHTING APPLICATION
GREECE/Athens
T +30.210.6834134
[email protected]
www.halo.gr
Lumex
MAROC/Casablanca
T +212.522235235
[email protected]
[email protected]
SMEKA S.A.
GREECE/Athens
T +30.210.7228504
[email protected]
INDUSTRIELICHT BV
NETHERLANDS/AB Alblasserdam
T +31.78.6920.900
[email protected]
www.industrielicht.nl
GAUDIR IL.LUMINACIÓ SL
SPAIN/Barcelona
T +34.934878603
[email protected]
www.gaudir.es
GAUDIR is also represented
in Girona
LISYS FÉNYRENDSZER ZRt.
HUNGARY/Budapest
T +36.1.3599841
[email protected]
www.lisys.hu
Architectural Lighting Concepts
INDIA/Chennai
T +91.44.45064441.3
INDIA/Bangalore
T +91.80.4204.4196
[email protected]
Lightkrafts
INDIA/Kolkata
T +91.33.22341353
[email protected]
www.lightkrafts.com
VIS À VIS
INDIA/Mumbai
T+91.22.33410360
[email protected]
www.visavislights.com
VIS À VIS
INDIA/New Delhi
T +91.011.51838037
[email protected]
www.visavislights.com
ALPHA LIGHTING CO.
IRAN/Tehran
T +98.1.25222769
[email protected]
ALPHA PARS Co.
IRAN/Tehran
T +98.2.122212204
[email protected]
KASHTAN TECHNOLOGIES LTD.
ISRAEL/Tel Aviv
T +972.3.513.6666
[email protected]
www.kashtangroup.com
ELLABO
CROATIA/Zagreb
T +385.16611111
[email protected]
www.ellabo.hr
WATCO
JORDAN/Amman
T +962.65510655
[email protected]
J.C. HAGGIPAVLOU & SON LTD.
CYPRUS/Nicosia
T +357.22.815888
[email protected]
www.haggipavlou.com
MICHEAL ANKER/LUCEPLAN
SCANDINAVIA
DENMARK/Copenhagen
Michael Anker is also responsible for
ICELAND
T +45.36132100
[email protected]
DELTA EGYPT Foreign Trade
EGYPT/Cairo
T +20.22.4159332
[email protected]
SALONG VALGUSMAANIA
ESTONIA/Tallinn
T +372.6418189
[email protected]
www.valgusmaania.ee
Translation
Interlingua
TECLUX OY
FINLAND/Helsinki
T +358.9.2252.410
teclux@teclux.fi
www.teclux.fi
FLORA INNOVATIVE LIGHTING LTD.
CHINA/Hong Kong
T +852.25909468
sales@floralighting.com.hk
www.floralighting.com.hk
RIBARIC d.o.o
CROATIA/Zagreb
T +385.1.6065480
[email protected]
www.ribaric.hr
© 02/2011
KHABARI INTERNATIONAL TRADING
KUWAIT
T +965.22495372
[email protected]
ILUMINATORS
LATVIA/Riga
T +371.67.501715
[email protected]
www.iluminators.lv
Moduls interjers
LATVIA/Riga
T +371.67813661
[email protected]
www.modulsinterjers.lv
UNILUX
LEBANON/Beirut
T +961.18911845
[email protected]
www.uniluxgroup.com
NAUJIEJI ZENKLAI UAB
LITHUANIA/Vilnius
T +370.52789578
M +370.60106010
[email protected]
www.darom.lt
SIPEL S.À.R.L.
LUXEMBOURG/Ellange
T +352.31.6660.1
[email protected]
www.sipel.lu
LUMEN DESIGN LIMITED
Architectural Lighting
NEW ZEALAND/Auckland
T +64.93776088
[email protected]
www.lumdendesign.co.nz
D-MIX TECHNOLOGIES S.L.
SPAIN/Palma de Mallorca
T +34.971220128
[email protected]
LUX GIJON S.A.
SPAIN/Gijon
T +34.985165720
[email protected]
www.luxgijon.com
LIMELIGHT AS
NORWAY/Oslo
T +47.4000.15.89
[email protected]
www.limelight.no
ALVE ILUMINACION CAMERIL SL
SPAIN/El Temple (Cambre)
T +34.981654279
[email protected]
www.iluminacionalve.com
Arquiluz S.R.L.
PERU/Miraflores/Lima
T +511.2423609
[email protected]
www.arquiluz.com
ILIONE S.L.
SPAIN/Medina del Campo (Valladolid)
T +34.983811731
[email protected]
www.ilione.com
CANDELUX SP. Z.O.O.
POLAND/Warsaw
T +48.22.3205080
[email protected]
www.candelux.pl
TECNILUZ S.L.
SPAIN/Castellon
T +34.964231952
[email protected]
www.tecniluz.com
LIGHTLAB
PORTUGAL/Cascais
T +351.214455235
[email protected]
DIM DE ALBACETE S.L
SPAIN/Albacete
T +34.967242494
[email protected]
www.dim-es.com
GULF LIGHTS
QATAR/Doha
T +974.4699683/4
[email protected]
www.gletqatar.com
ATRIUM DESIGN SRL
ROMANIA/Bucarest
T +40.21.252.4653
[email protected]
www.atrium.ro
LIGHT & DESIGN
RUSSIA/Moscow
T +7.495.9136840
[email protected]
www.ldproject.ru
TECHNOLIGHT
SAUDI ARABIA/Jeddah
T +966.2669.324
[email protected]
SAUDI ARABIA/Riyadh
T +966.14621150
[email protected]
www.technolight-ksa.com
KELVIN LIGHTING LTD.
SCOTLAND/Edinburgh
T +44.131.558.8469
[email protected]
www.kelvinlighting.co.uk
BIZLINK ASSOCIATES (S) PTE LTD.
SINGAPORE
T +65.6747.7116
[email protected]
www.bizlink-lighting.com
ILUMA+, S.R.O.
SLOVAKIA/Bratislava
T +421.2.54789193
[email protected]
www.iluma.sk
MODERNA D.O.O.
SLOVENIA/Ljubljana
T +386.1.2362183
[email protected]
MIRAEBOIM CO. LTD.
SOUTH KOREA/Seoul
T +82.2.4641393
[email protected]
Comercial Susaeta S.A.
SPAIN/Bilbao
T +34.944484020
[email protected]
www.susaeta.net
Igueldo Iluminación S.A.
SPAIN/San Sebastián
T +34.943218633
[email protected]
www.igueldoiluminacion.com
Ibáñez Arana S.L.
SPAIN/Vitoria
T +34.0945254623
[email protected]
www.ibanezarana.com
ANNELL LJUS OCH FORM AB
SWEDEN/Stockholm
T +46.8.44290.00
info.annell.se
www.annell.se
DARK LIGHTING
TURKEY/Istanbul
T +90.212.2338338
[email protected]
www.dark-lighting.com
EA AYDINLATMA TASARIM LTD. STI
TURKEY/Istanbul
T +90.216.4117525
[email protected]
www.ea.com.tr
ART PROJEKTREGIE
UKRAINE/Kiev
T +38.44.5929760
[email protected]
www.artprojektregie.com.ua
Iluminación Helios C.A.
VENEZUELA/Caracas
T +58.2122652609
[email protected]
www.helios.com.ve
see you next time at
EUROLUCE
MILAN, 12. 04.–17. 04. 2011
Descargar