Esercizi per l`estate: Questi esercizi vanno divisi nella settimana, ad

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Esercizi per l’estate:
Questi esercizi vanno divisi nella settimana, ad esempio si comincia il Lunedì
facendo il primo esercizio e continuando con gli altri nei giorni successivi. Il
tempo necessario per ciascuna di queste attività non dovrebbe superare i 4045 minuti.
Ovviamente nessuno è obbligato!
 Leggere un libro e scrivere un commento (sarebbe bello che il
commento fosse lungo 1/2 pagine).
 Progettare un viaggio e disegnarlo su una cartina stradale descrivendo
le cose che si vorrebbero vedere; lo stesso esercizio può essere fatto con
la pianta di una città (es. Genova) partendo da dove si alloggia e
recandosi in differenti luoghi descrivendo per iscritto le strade e quello
che si incontra.
 Scrivere un racconto, se possibile di alcune pagine (questo esercizio
non ha limiti di tempo e può essere costruito in tempi diversi).
 Fare delle foto, ad esempio scegliendo un tema, e scrivere un commento
per ciascuna di esse
 Raccontare esperienze visive di tipo artistico (scegliendo ad esempio un
quadro, un paesaggio, un balletto, una mostra fotografica etc..) di cui si
è sentito parlare. Se per caso si è scelto un quadro, provare a darne
un’interpretazione dopo una attenta osservazione (significa guardarlo
per diversi minuti); se volete, cercate di copiarlo in toto o in qualche
particolare.
 Fare dei disegni di libera ispirazione.
 Fare esercizi o giochi quali ad esempio Sudoku, ma anche giochi di
società, come Paroliere, Scarabeo, Nomi Cose e Città etc..
 Se possibile andare a ballare e fare passeggiate (almeno 2500 passi al
giorno).
 Ricordarsi di mangiare cibi rossi e, se ci piace, bere vino rosso.
 Leggere delle poesie/brani in spagnolo o inglese e provare a tradurle.
Pablo Neruda: Tu Risa
Quítame el pan si quieres
quítame el aire, pero
no me quites tu risa.
No me quites la rosa,
la lanza que desgranas,
el agua que de pronto
estalla en tu alegría,
la repentina ola
de planta que te nace.
Mi lucha es dura y vuelvo
con los ojos cansados
a veces de haber visto
la tierra que no cambia,
pero al entrar tu risa
sube al cielo buscándome
y abre para mí todas
las puertas de la vida.
Amor mío, en la hora
más oscura desgrana
tu risa, y si de pronto
ves que mi sangre mancha
las piedras de la calle,
ríe, porque tu risa
será para mis manos
como una espada fresca.
Junto al mar en otoño,
tu risa debe alzar
su cascada de espuma,
y en primavera, amor,
quiero tu risa como
la flor que yo esperaba,
la flor azul, la rosa
de mi patria sonora.
Ríete de la noche,
del día, de la luna,
ríete de las calles
torcidas de la isla,
ríete de este torpe
muchacho que te quiere,
pero cuando yo abro
los ojos y los cierro,
cuando mis pasos van,
cuando vuelven mis pasos,
niégame el pan, el aire,
la luz, la primavera,
pero tu risa nunca
porque me moriría.
Pablo Neruda: Perchè tu possa ascoltarmi
Para que tú me oigas
Para que tú me oigas,
mis palabras
se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas.
Collar, cascabel ebrio
para tus manos suaves como las uvas.
Y las miro lejanas mis palabras.
Más que mías son tuyas.
Van trepando en mi viejo dolor como las yedras.
Ellas trepan así por las paredes húmedas.
Eres tú la culpable de este juego sangriento.
Ellas están huyendo de mi guarida oscura.
Todo lo llenas tú, todo lo llenas.
Antes que tú poblaron la soledad que ocupas,
y están acostumbradas más que tú a mi tristeza.
Ahora quiero que digan lo que quiero decirte
para que tú oigas como quiero que me oigas.
El viento de la angustia aún las suele arrastrar.
Huracanes de sueños a veces las tumban.
Escucha otras veces en mi voz dolorida.
Llanto de viejas bocas, sangre de viejas súplicas.
Amame compañera. No me abandones, sígueme.
Sígueme compañera, en esa ola de angustia.
Pero se van tiñendo de amor mis palabras.
Todo lo ocupas tú, todo lo ocupas.
Voy haciendo un collar infinito
para tus blancas manos, suaves como las uvas.
Emily Dickinson - Che sia l'amore tutto ciò che esiste (n.1765)
That Love is all there is
That Love is all there is,
Is all we know of Love;
It is enough, the freight should be
Proportioned to the groove
Emily Dickinson - La fama è un'ape (n.1763)
Fame is a bee
Fame is a bee.
It has a song
It has a sting
Ah, too, it has a wing
Emily Dickinson - O frenetiche notti! (n.249)
Wild Nights
Wild Nights! Wild Nights!
Were I thee
Wild Nights should be
Our luxury!
Futile the Winds
To a Heart in port Done with the Compass
Done with the Chart!
Rowing in Eden
Ah, the Sea!
Might I but moor, Tonight
In thee!
Walt Whitman - Io Canto l'Individuo (Da: «Dediche»)
One's self I sing, a simple separate person,
Yet utter the word Democratic, the word En-Masse.
Of physiology from top to toe I sing,
Not physiognomy alone nor brain alone is worthy for the Muse, I
say the Form complete is worthier far,
The Female equally with the Male I sing.
Of Life immense in passion, pulse, and power,
Cheerful, for freest action form'd under the laws divine,
The Modern Man I sing.
Walt Whitman - O Capitano! Mio Capitano! (Da: «In memoria del Presidente Lincoln»)
O Captain! My Captain!
(Da: «Memories of President Lincoln»)
O Captain! My Captain! Our fearful trip is done,
The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won,
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady kell, the vessel grim and daring;
But O heart! Heart! Heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
O Captain! My Captain! Rise up and hear the bells;
Rise up - for you the flag is flung - for you the bugle trills,
For you bouquets and ribbon'd wreaths - for you the shores a-crowding,
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning;
Here Captain! Dear father!
This arm beneath your head!
It is some dream that on the deck,
You've fallen cold and dead.
My Captain does not answer, his lips are pale and still,
My father does not feel my arm, he has no pulse nor will,
The ship is anchor'd safe and sound, its voyage closed and done,
From fearful trip the victor ship comes in with object won;
Exult O shores, and ring O bells!
But I with mournful tread,
Walk the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
Federico Garcia Lorca - Aire de nocturno
Tengo mucho miedo
de las hojas muertas,
miedo de los prados
llenos de rocío.
Yo voy a dormirme;
si no me despiertas,
dejaré a tu lado mi corazón frió.
¿Qué es eso que suena
muy lejos?
Amor. El viento en las vidrieras,
¡amor mío!
Te puse collares
con gemas de aurora.
¿Por qué me abandonas
en este camino?
Si te vas muy lejos,
mi pájaro llora
y la verde viña
no dará su vino.
¿Qué es eso que suena
muy lejos?
Amor. El viento en las vidrieras,
¡amor mío!
Tú no sabrás nunca,
esfinge de nieve,
lo mucho que yo
te hubiera querido
esas madrugadas
cuando tanto llueve
y en la rama seca
se deshace el nido.
¿Qué es eso que suena
muy lejos?
Amor. El viento en las vidrieras,
¡amor mío!
Federico Garcia Lorca - Casida del llanto
He cerrado mi balcón
por que no quiero oír el llanto
pero por detrás de los grises muros
no se oye otra cosa que el llanto.
Hay muy pocos ángeles que canten,
hay muy pocos perros que ladren,
mil violines caben en la palma de mi mano.
Pero el llanto es un perro inmenso,
el llanto es un ángel inmenso,
el llanto es un violín inmenso,
las lágrimas amordazan al viento,
no se oye otra cosa que el llanto.
Poesie tradotte
Pablo Neruda: Tu Risa
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
Pablo Neruda - Perchè tu possa ascoltarmi
Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.
Emily Dickinson - Che sia l'amore tutto ciò che esiste (n.1765)
Che sia l'amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell'amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.
Emily Dickinson - La fama è un'ape (n.1763)
La fama è un'ape.
Ha un canto
e un pungiglione
Ah, ma anche le ali
Emily Dickinson - O frenetiche notti! (n.249)
O frenetiche notti!
Se fossi accanto a te,
Queste notti frenetiche sarebbero
La nostra estasi!
Futili i venti
A un cuore in porto:
Ha riposto la bussola,
Ha riposto la carta.
Vogare nell'Eden!
Ah, il mare!
Se potessi ancorarmi
Stanotte in te!
Walt Whitman - Io Canto l'Individuo (Da: «Dediche»)
Io canto l'individuo, la singola persona,
Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa.
L'organismo, da capo a piedi, canto,
La semplice fisionomia, il cervello da soli non sono degni
della Musa: la Forma integrale ne è ben più degna,
E la Femmina canto parimenti che il Maschio.
Canto la vita immensa in passione, pulsazioni e forza,
Lieto, per le più libere azioni che sotto leggi divine si attuano,
Canto l'Uomo Moderno.
Poeti Classici - Walt Whitman - O Capitano! Mio Capitano! (Da: «In memoria del Presidente
Lincoln»)
O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.
O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
E' solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
Federico Garcia Lorca - Notturno (1919)
Ho tanta paura
delle foglie morte,
paura dei prati
gonfi di rugiada.
Vado a dormire;
se non mi sveglierai
lascerò al tuo fianco il mio freddo cuore.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Ti cinsi collane
con gemme d'aurora.
Perchè mi abbandoni
su questo cammino?
Se vai tanto lontana
il mio uccello piange
e la vigna verde
non darà vino.
Che cosa suona,
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Non saprai mai
o mia sfinge di neve,
quanto
t'avrei amata
quei mattini
quando a lungo piove
sul ramo secco
e si disfa il nido.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amore mio!
Federico Garcia Lorca - Casida del pianto
Ho chiuso la mia finestra
perché non voglio udire il pianto,
ma dietro i grigi muri
altro non s'ode che il pianto.
Vi sono pochissimi angeli che cantano,
pochissimi cani che abbaiano;
mille violini entrano nella palma della mia mano.
Ma il pianto è un cane immenso,
il pianto è un angelo immenso,
il pianto è un violino immenso,
le lacrime imbavagliano il vento.
E altro non s'ode che il pianto.
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